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sociologia generale di rita bichi, Dispense di Sociologia

primo e secondo semestre di sociologia generale

Tipologia: Dispense

2023/2024

Caricato il 06/07/2024

filippo-fornaciari-4
filippo-fornaciari-4 🇮🇹

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Scarica sociologia generale di rita bichi e più Dispense in PDF di Sociologia solo su Docsity! Sociologia generale Che cos’è la sociologia e quando nasce? La sociologia è una scienza empirica, ovvero si basa sull’osservazione. La sociologia nasce tardi come disciplina scientifica, nell’800. Karl Marx, Weber sono entrambi vissuti nell’800. La sociologia studia la convivenza umana usando un metodo. STUDIARE LA SOCIETA’ La sociologia è lo studio sistematico dei gruppi umani e della vita sociale nelle società moderne. ➢ Lo studio sistematico ci rimanda alle scienza moderne e anche la sociologia si fonda su un metodo. ➢ Per gruppi umani si intende la convivenza tra persone di diversa specie, ad esempio gruppi di persone che condividono una determinata cultura e linguaggio (Stato Nazione). ➢ La sociologia nasce in un epoca non così lontana da noi quindi in una società moderna, nasce come disciplina scientifica nell’ottocento. Contesto storico della sociologia Hobsbawm, storico inglese, parla di duplice rivoluzione e fa riferimento a due processi storici che, come unica rivoluzione del 1789 e 1848, trasformano la società: la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione industriale capitalista. La rivoluzione francese del 1789: si incominciano ad affermare le principali ideologie della modernità come il liberalismo, la democrazia, il socialismo e il nazionalismo. Importante da citare è la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che pone le basi dei diritti fondamentali. La rivoluzione industriale: si tratta di una serie di eventi che trasformano la società occidentale: le fabbriche sono i nuovi luoghi di lavoro, nascono grandi burocrazie e sistemi finanziari e per la prima volta prende forma la società civile come fenomeno empirico individuabile. Oltre a queste due grandi rivoluzioni un altro aspetto importante da tenere in considerazione è l’urbanizzazione: Un numero esagerato di famiglie abbandonarono le campagne per dedicarsi a occupazioni industriali e alla vita cittadina. Questa migrazione di massa comporta un adattamento difficile per le persone che si devono abituare ad un contesto nuovo, affollato, inquinato e rumoroso. Un altro snodo decisivo per l’evoluzione della sociologia è l'illuminismo: è il periodo compreso tra la Rivoluzione inglese del 1688 e la rivoluzione francese del 1789. La sociologia nasce come reazione all'illuminismo che si definisce un periodo di risveglio del pensiero filosofico. Il modello per gli illuministi è la scienza e i principi fondamentale dell'illuminismo riguardano la fiducia nella ragione, la liberazione dell’uomo dalla tradizione e dall'ignoranza, una concezione di società in cui garantiti i diritti fondamentali e infine la diffusione di una nuova religione deista. In opposizione all’illuminismo troviamo la filosofia controrivoluzionaria del cattolicesimo francese, che rigetta il razionalismo illuminista e sostengono che la rivoluzione francese sia stata una forza sociale che ha apportato cambiamenti caotici. La nascita delle scienze economiche In un’opera di Adam Smith (Teoria dei sentimenti morali), l’autore auspica la realizzazione di una scienza sociale unitaria e autonoma, in grado di tenere insieme le dimensioni morale, giuridica ed economica. Secondo Smith la ricchezza economica è fondata sul lavoro e l’economista scozzese esprime una totale fiducia nelle leggi naturali del mercato e dell’economia che possono garantire un’armonia sociale positiva. 1 Quando nasce la sociologia? Nasce in particolare nel 1838 quando nel XLVII Corso di Filosofia positiva Auguste Comte ne coniò il termine. Dunque la sociologia nasce in Francia, in un contesto particolare in quanto c’era stata la rivoluzione francese qualche decennio prima, c’era stato l'illuminismo, la rivoluzione industriale, le persone cominciavano a trasferirsi dalle campagne alle città ed infine prese piede anche il positivismo che è sicuramente molto importante per la sociologia perché porta con sé delle convinzioni nel modo di conoscere le scienze moderne. Ed è proprio attraverso Auguste Comte che il positivismo passa anche alla sociologia. Comte si interessa molto alla dinamica sociale e individua la legge dei tre stadi: 1. Lo stadio teologico: caratteristico del periodo storico che dagli albori arriva fino al 1300. In questo periodo la cultura si fonda sulle potenze soprannaturali e il mondo sociale è il prodotto delle azioni di Dio. 2. Lo stadio metafisico: si svolge tra il 1300 e il 1800, in questo caso ad organizzare il mondo interviene il pensiero astratto. Questa concezione è tipica dell’illuminismo secondo Comte. 3. Lo stadio positivo: questo stadio è il modo definitivo di ogni conoscenza; gli uomini non si riferiscono più a dio o ad un concetto astratto per spiegare il senso delle loro azioni, ma si concentrano sulla ricerca di leggi che regolano il mondo fisico e il mondo sociale. Comte sosteneva che i principi validi per le scienze naturali dovessero essere validi anche per le Scienze sociali. Quindi anche le scienze sociali possono essere studiate con la stessa logica d'indagine delle scienze naturali. Comte presto però si rende conto che gli essere umani hanno una natura diversa da quelle delle scienze naturali, ma nonostante questo lui continua ad avere fiducia nel cercare un metodo adatto a superare questo problema di differenza di oggetto di studio. Un altro pioniere della riflessione sociologia fu Herbert Spencer, che visse anch'egli nel primo ottocento in Inghilterra. Spencer è stato l’autore di riferimento dei primi sociologi statunitensi. L’impostazione di Spencer è evoluzionistica e riducibile al "darwinismo sociale”; la sua idea di fondo è che le istituzioni sociali(come le piante e gli animali) si adattino positivamente e progressivamente al loro ambiente, arrivando alla migliore condizione possibile. Per Spencer gli individui più adatti sarebbero sopravvissuti, mentre i meno adatti no. Spencer elabora uno schema a 5 livelli di società: 1. semplici e prive di direzione (senza capo) 2. semplici dirette (capo permanente) 3. composte (gerarchia di capi) 4. composte doppiamente (stato politico) 5. composte triplicemente (società moderne) All’interno di questo schema egli fa una distinzione tra società militari e società industriali (si basa sulla libera concorrenza, l’emergenza dei migliori e la riduzione delle influenza esterne della società). Sia comte che spencer riconoscono la funzione di integrazione sociale svolta della religione. Lo sviluppo tra due secoli Nel periodo compreso tra 1880 e 1920 la sociologia compie dei passi molto veloci, grazie anche Durkheim, Simmel, Weber, Pareto e i due fondatori americani Ward e Cooley. In particolar modo la città di Chicago aveva moltissime opportunità di ogni genere, e molti europei emigrarono verso gli Stati Uniti. Weber va a Chicago nel 1904 e descrive la città di Chicago come una città molto caotica e scrive che ci sono delle distinzioni in ambiti di settori e di attività in base alla 2 I fatti sociali non hanno pari nella realtà delle cose del mondo; Durkheim attribuisce alla spiegazione dei fatti sociali due accezioni: 1. funzionalista: relativa alle funzioni che un fatto sociale assolve. 2. causalista: significa che il fatto che stiamo spiegando trova spiegazione nelle cause della sua nascita. I fatti sociali e gli individui: l’individuo partecipa alla genesi dei fatti sociali; ma affinché ci sia un fatto sociale, occorre che diversi individui riuniscono la loro azione e che da questa combinazione risulti qualche prodotto nuovo. E dal momento che questa sintesi ha luogo al di fuori di ciascun di noi essa ha necessariamente l’effetto di fissare e di istituire al di fuori di noi certi modi di agire e certi giudizi che non dipendono dalle volontà individuali prese singolarmente. PAGINA 51 La società come fenomeno morale La società come coscienza morale collettiva, perché sono modi collettivi di pensare, agire, percepire, sentire che costituiscono Tre caratteristiche del fatto sociale: 1. ESTERIORITÀ: non è osservabile tramite introspezione, vive di realtà propria rispetto all’individuo. 2. COERCIZIONE: potere sanzionatorio nei confronti degli individui. 3. GENERALITA’: diffusione all’interno della collettività. I fatti sociali sono per Durkheim: leggi, divisione del lavoro, linguaggio, religione, educazione, istituzioni, lingua, regole morali…. L’educazione consiste in una socializzazione metodica della giovane generazione. In ognuno di noi esistono due esseri distinti: 1. tutti gli stati mentali che non si riferiscono a noi stessi, ovvero l’essere individuale. 2. l’altro sistema non esprime la nostra personalità, ma il gruppo i gruppi di cui facciamo parte; quindi l’essere sociale. Il compito dell’educazione è quello di costruire l’essere sociale in ciascuno di noi. Secondo durkheim l’educazione è un fatto sociale, perché ogni società ha un sistema di educazione che si impone agli individui con una forza generalmente irresistibile. Secondo Durkheim vi è dunque in ogni periodo un modello normativo dell’educazione, dal quale non possiamo discostarci. Anche in Durkheim la storia gioca un ruolo importante, perché nel corso del tempo ad esempio l’educazione è mutata, ma nonostante questo in ogni periodo questo modello si impone all’individuo. L’osservazione: La sociologia deve osservare in maniera diretta ciò che accade attraverso il metodo (come tutte le scienze empiriche moderne e come Durkheim come le scienze naturali). Il carattere distintivo di una cosa è il fatto che essa non può venire modificata con un semplice decreto della volontà. Per produrre un mutamento occorre uno sforzo più o meno laborioso provocato dalla resistenza che essa ci oppone e che, d’altronde, non sempre possiamo vincere. Ci sono dei fatti sociali più difficili da mutare e altri meno, ma in ogni caso vi è una sorta di resistenza. Tre corollari alla prima regola: 5 1. Bisogna definire le cose di cui si tratta, partendo dalla “sensazione” della conoscenza volgare o pratica 2. occorre scartare sistematicamente tutte le pre-nozioni 3. Si devono cercare le regolarità ( i fatti sociali devono essere isolati dalle loro manifestazioni individuali) Esempio: il suicidio può essere considerato un fatto sociale secondo Durkheim, nella defizione di suicido la persona che si uccide non deve avere la primazia e anche l’azione non può essere il fondamento della defizione del suicidio(la defizione che il suicidio sia “togliersi la vita” non può andare bene per il sociologo). Quello che interessa al sociologo secondo Durkheim è l’insieme dei suicidi. La defizione del suicidio di Durkheim: si chiama suicidio ogni caso di morte che risulti direttamente (spararsi) o indirettamente (iconoclasti, coloro che erano contro il culto delle immagini religiose e che quindi le distruggevano e chi fa questo tipo di azione si procura la morte) da un atto positivo (fai qualcosa per raggiu ngere quel risultato, tipo buttarsi giù dal balcone) o negativo(non fare qualcosa, quindi ad esempio non prendere dei farmaci salvavita), compiuto dalla vittima stesa consapevole di produrre questo risultato. Durkheim deduce che se gli individui se si sentono appartenere ad una determinata società i casi si suicidi si ridurranno. Un’osservazione che Durkheim fa è che in società protestante il numero di suicidi si alza, in quanto c’è una certa libertà e quindi l'uomo si sente isolato e non coinvolto. Al contrario nella società cristiana il numero di suicidi diminuisce secondo Durkheim. Per Durkheim esistono tre tipi di suicidio: 1. per mancanza di integrazione: suicidio egositico 2. per troppo amore della società: atto altruistico, i martiri della fede ad esempio. 3. per mancanza della società: suicidio anomico. Anomia significa assenza di legge, norme, regole…Lasciare liberi ai propri impulsi i cittadini. Spiegazione causale: ● Ogni effetto ha una sola causa e tra causa ed effetto c’è assoluta reciprocità (ad uno stesso effetto corrisponde sempre una stessa causa) ● Causa ed effetto devono essere omogenei (le cause dei fatti sociali possono essere soltanto altri fatti sociali) ● La causa deve essere cercata tra i fatti sociali antecedenti. Il metodo Variazione concomitante Approcci olistici: strutturalisti, funzionalistici, sistematici. Qualcosa che riguarda l’intero, l’insieme è qualcosa di più dell'insieme delle parti. 6 Karl Marx(1818-1883) → OLISTA Fa parte dell’olismo strutturalistico, e il suo pensiero riguarda prima di tutto la struttura economica di una società. L’economia è il fondamento del pensiero di Marx Sosteneva che gli esseri sociali erano tali in quanto inseriti in una società e comunità. L’alienazione: Prima di parlare di alienazione bisogna definire il concetto di oggettivizzazione: si intende il processo con cui la vita dell’uomo, attraverso la sua attività produttiva, viene incorporata in alcuni oggetti materiali. (esempio: un falegname dedica 4 ore della sua vita alla costruzione di un tavolino; quel tavolino sarà l'oggettivazione di 4 ore della sua vita). L'oggettivazione è un dato di fatto inevitabile nè positivo nè negativo. L'alienazione invece ha una connotazione fortemente negativa: è un fenomeno patologico tipico della società capitalista, questo fenomeno caratterizza per lo più la vita degli operai e si manifesta in 4 forme. 7 3. le conoscenze tecniche e scientifiche di cui si servono gli uomini per organizzare e migliorare la loro produzione. Ad una determinata fase di sviluppo delle forze produttive corrisponde un determinato tipo di rapporti di produzione (rapporti necessari alla produzione di beni, che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione e che regolano il possesso e l'impiego dei mezzi di lavoro. Il modo di produzione - Le forze di produzione e i rapporti di produzione costituiscono nella loro globalità il modo di produzione di un certo periodo storico. - L'insieme dei rapporti di produzione costituisce la struttura di una società, ossia lo scheletro economico di una società intesa come organismo complessivo. - La struttura rappresenta il piedistallo concreto da cui si elevano una serie di sovrastrutture giuridico-politico-culturali. - In tale prospettiva i rapporti giuridici, le forze politiche, le dottrine etiche, artistiche, religiose non sono realtà a sé stanti e indipendenti tra loro, ma espressione più o meno diretta dei rapporti economici che definiscono la struttura di una certa società, in un certo momento I rapporti di produzione riguardano fondamentalmente la proprietà e la ripartizione dei redditi. Da sempre esistono due classi, due portatori di interessi divergenti: - classe dominante: gli oppressori - classe dominata: gli oppressi All'interno del Manifesto del Partito Comunista (1848) Marx scrive: La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classe. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto e condussero una lotta ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta. Dialettica Marxiana: • A un determinato grado di sviluppo delle forze produttive corrisponde un determinato sviluppo dei rapporti di produzione e di proprietà. Questo rapporto tende a rimanere stabile fin quando i rapporti di produzione favoriscono lo sviluppo delle forze produttive. • Il cambiamento interviene quando i rapporti di produzione diventano un ostacolo per lo sviluppo delle forze produttive. Ciò avviene poiché le forze produttive, essendo in connessione diretta con i miglioramenti della tecnica, si sviluppano più rapidamente dei rapporti di produzione, i quali invece, esprimendo delle relazioni di proprietà, tendono a rimanere statici. • Ne segue uno stato di frizione o di contraddizione dialettica che possono sfociare in un’epoca di rivoluzione sociale. • Le nuove forze produttive sono sempre incarnata da una classe in ascesa, mentre i vecchi rapporti di proprietà sono sempre incarnati da una classe dominante al “al tramonto”. • Prevale quasi sempre la classe che risulta espressione delle nuove forze produttive che in tal modo riesce ad imporre il proprio modo di produzione e distribuzione della ricchezza, nonché la sua specifica visione del mondo. Lo strutturalismo marxiano non va considerato in senso stretto: 10 Le trasformazioni vengono spiegate non in base a leggi interne alle stesse strutture sociali ma facendo riferimento alla storia e all’evoluzione dei rapporti sociali (materialismo storico). Confronti (Marx, Weber, Durkheim) Durkheim è accomunato a Marx dalla convinzione che lo studio della società non sia fine a sé stesso bensì deve essere orientato alla trasformazione e al miglioramento. Marx propone una soluzione di tipo economica ai problemi della società, che nella maggior parte dei casi Durkheim ritiene che siano problemi morali. Durkheim ritiene possibile la rivoluzione comunista, ma essa non risolverebbe il problema centrale della società, anzi lo accentuerebbe. Inoltre Durkheim sostiene che la rivoluzione comunista e l’accentramento del potere nelle mani dello Stato allontanerebbe ulteriormente lo Stato stesso sai cittadini, dando il via ad una tirannia burocratica. Weber è accomunato a Marx dall’interesse per i medesimi oggetti di studio (origine e funzionamento della società capitalista…) Weber però sottolinea la complessità sociale, con dinamiche di varia natura, NON solo economiche, rendendo impossibile una distinzione netta tra struttura e sovrastruttura. Infine Weber sostiene che con la rivoluzione comunista si darebbe origine ad una nuova classe di iper-privilegiati, costituita dai funzionari statali. Florence Kelley (1859-1931) La vita Cresce in una famiglia quacchera, ispirata da uno spirito egualitario legato all'abolizione della schiavitù, al suffragio universale, all'educazione per tutte le donne, al contrasto dello sfruttamento dei minori A New York, a partire dal 1887, sviluppa la sua attività con l'intercollegiate Socialist Society, lavorando per il voto alle donne e per i diritti degli afroamericani. Nell'ultimo decennio del 1800 si trasferisce a Chicago e inizia la sua collaborazione con la Hull-House di Jane Addams. Tra le sue pubblicazioni, Alcuni vantaggi etici attraverso la legislazione (1905) e L'industria moderna (1913) Il pensiero 11 Il socialismo europeo è una delle caratteristiche del suo pensiero; caratteristica maturata in Europa nel suo rapporto con Marx e Engels. Il legame con Engels è molto forte che la porta a tradurre The condition of working class in England. Oltre a questo si unì la lezione pragmatista, in particolare con Dewey e Mead e l’esperienza del rapporto con altre donne impegnate nella ricerca sociale. La situazione di Chicago: Quando si trasferisce a Chicago la situazione era questa: - Molti conflitti etnici gerarchie: tra immigrati - Conflitti di classe - Povertà cronica di una grande parte della popolazione - vasti agglomerati di baracche - Svariate forme di delinquenza, specialmente giovanile. In questo contesto (1892) nasce l'università di Chicago in cui nasce anche il Dipartimento delle scienze sociali. Albion Small scrive che la città di Chicago è uno dei laboratori sociali più completi del mondo [...] i problemi più seri della società moderna si manifestano nelle grandi città e devono essere studiati come si presentano nella loro forma concreta e nelle grandi concentrazioni di popolazione. Nessuna città al mondo presenta una più grande diversità di problemi sociali tipici. Già allora era nella consapevolezza di Albion Ball che la città fosse il luogo in cui studiare i fenomeni sociali. Altri organismi collettivi: In quel periodo oltre all’università si muovono organismi collettivi diversi: - Movimento operaio: inizialmente inglese, tedeschi e Europa del Nord. Venivano diffuse delle idee anarchiche e socialiste, c'erano molti scontri tra impiegati e operai che poi sfociavano in scioperi - Progressive Era: un’epoca nella quale si pensa al progresso e al miglioramento morale della classe operaia: pietà, risparmio, temperanza, scolarizzazione. Gli obiettivi sociali erano diversi: - Riforme del sistema educativo pubblico - Creazione di un sistema di assistenza - Creazione di una legislazione del lavoro - Riforma del sistema giudiziario - Trattamento della delinquenza giovanile - Riorganizzazione dei poteri municipali. Hull House andMaps and Papers: Florence Kelley riprende il tema delle mappe iniziato da Charles Booth e lo fa dentro un progetto che poi darà vita ad un libro intitolatoMaps and Paper. Florence Kelley faceva parte ed era a capo della Hull House ed insieme ad altri colleghi raccoglieva una serie di dati statistici e informazioni al fine di costruire delle mappe, una sulla nazionalità e una sugli introiti da salario. Per farlo Kelley e i suoi colleghi sono andati casa per casa e negozio per negozio a chiedere informazioni (redditi percepiti, etnie diverse..) e parlare con la gente del territorio. Queste analisi della realtà contribuivano, insieme a due saggi nel volume Hull-House Maps and Papers, alla critica dello sweating-system e del lavoro dei minori, presentando l’uso di una serie di strumenti di ricerca e di documentazione statistica, tutti in grado di fornire un quadro complessivo del rapporto tra condizione di sfruttamento, povertà e vita quotidiana. 12 Status: ogni individuo ha uno status ovvero una posizione rispetto ad altri soggetti ovviamente nell’ambito di un sistema di relazioni (medico, docente..). df g Ruolo: le azioni, ciò che deve essere compiuto, in quanto una determinata persona detiene quella posizione (curare, insegnare) Aspettative: ad ogni ruolo sono associate delle aspettative cioè le reazioni degli altri. le aspettative ovviamente sono reciproche. Ordine sociale: alle aspettative corrispondono premi (quando si realizzano) e sanzioni (quando vengano disattese) e questo garantisce un ordine sociale. Ruoli, aspettative e status sono indipendenti da chi li ricopre. Istituzioni: L’insieme di ruoli, status, aspettative costituisce un'ISTITUZIONE (famiglia, scuola, azienda, proprietà privata…). Sistema sociale/di azione Il sistema sociale per parsons è definito in termini di interazione. L'utilità di base è l’azione sociale (ripresa da Weber), tale relazione si sostanzia in relazioni reciproche tra soggetti agenti. Il sistema sociale è un insieme sia strutturato, non casuale o contingente, di relazioni sociali tra ruoli istituzionalizzati. L'istituzionalizzazione dei ruoli è un processo: via a via si aggiungono o decadono dei contenuti normativi associati al ruolo. Esempio: differenze tra la professione del docente o il ruolo del genitori cinquant’anni fa e ai nostri giorni. Questo dipende damutamenti culturali. Che cosa garantisce la conoscenza delle norme sociali alla base delle aspettative di ruolo e degli orientamenti normativi dell’azione? Durkheim parlava di educazione; dunque un processo attraverso il quale viene costruito un io sociale. Parsons fornisce una risposta molto simile, parla di: - L'interiorizzazione di tali norme da parte dell’individuo, essa è garantita dal sistema della personalità (oggetto di studio della psicologia). Il sistema della personalità è importante perché ci permette di studiare come l’individuo interiorizza determinate regole e norme. - Attraverso i processi di socializzazione si apprendono sempre nuovi ruoli. Si possono apprendere nuovi ruoli e status anche in età più adulta e si deve compiere un processo di ri-socializzazione in base ai nuovi ruoli e status che ci troviamo davanti. - Il processo di socializzazione avviene all’interno delle agenzie di socializzazione: che sono ad esempio la famiglia, la scuola, i mass media (agenzia di socializzazione inserita da poco), le chiese e le associazioni… Ciascun periodo storico ha dei processi di socializzazione e di agenzie di socializzazione che funzionano meglio e altri che funzionano meno. - Il sistema culturale elabora le norme e garantisce la permanenza degli orientamenti normativi. Che cosa garantisce l’ordine e la stabilità del sistema ? Abbiamo la possibilità di suddividere il sistema in parti (le singole parti prese da sole non avrebbero quasi modo di esistere): ➢ Sistema sociale (studiato dalla sociologia) ➢ Sistema comportamentale o organismo agente ➢ Sistema culturale (studiato dall’antropologia culturale) ➢ Sistema della personalità (studiato dalla psicologia) L’integrazione di questi 4 sistemi mantengono l’ordine e la stabilità all’interno della società. Nonostante questo ci possono essere dei fenomeni di devianza delle norme condivise. La devianza 15 può esistere, ma poi bisogna che ritorni tutto in ordine, quindi queste devianze devono essere assorbite o espulse dal sistema. Gli Imperativi funzionali (di cosa ha bisogno la società?) Parsons costruisce uno schema, chiamato AGIL, che è stato utilizzato i vari aspetti della società. - Adaptation (adattamento): Assicurarsi sufficienti risorse dall'ambiente circostante per distribuirle a tutto il sistema. - Goal Attainment (raggiungimento dei fini): Il sistema deve mobilitare le proprie risorse ed energie per ottenere gli scopi che si prefigge e per stabilire una priorità tra loro. - Integration (integrazione): Regolazione e coordinamento delle relazioni tra i vari attori e unità del sistema per mantenerlo in funzione: rendere effettive le norme - Latency( mantenimento della struttura latente e gestione delle tensioni): Sufficiente motivazione degli attori a giocare il proprio ruolo all’interno del sistema o nel mantenere la struttura di valore. Quindi bisogna fornire meccanismi per la gestione delle tensioni interne. All’interno dell’AGIL Sono definite le 4 funzioni principali che secondo parson ogni società deve avere perché rispondono ai bisogni di qualsiasi società. I quattro sottosistemi che gestiscono i bisogni di ogni società: L’adattamento viene gestito il sistema economico Il raggiungimento è conseguito il sistema politico Il mantenimento della struttura latente e della gestione delle tensioni è materia culturale L’integrazione è regolata dal sistema sociale Crisi del funzionalismo: A metà degli anni ‘60 il panorama culturale cambia e il funzionalismo va in crisi. In più riceve critiche da parte di altri sociologi marxisti, liberali e radicali, ma anche dai suoi stessi allievi, Merton e Smelser. I grandi avvenimenti del dopoguerra portano ad una crisi del funzionalismo e la maggior critica che riceve è di dare poca attenzione al mutamento sociale, ai conflitti, alle diseguaglianze di classe e sociali. La teoria di Parsons è stata definita etnocentrica, ideologica e conservatrice. Esempio: Nasce la convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Il patrimonio si manifesta attraverso 5 ambiti dell’attività umana: -tradizioni e espressioni orali, incluso il linguaggio, intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile -arti dello spettacolo -pratiche sociali, riti e feste -conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo. Questo si avvicina particolarmente al discorso di Parsons; e questa idea di preservare il patrimonio dell’umanità si avvicina al quarto punto dell’AGIL di Parsons ovvero la latenza. 16 MAXWEBER (1864-1920) e il methodenstreit → si allontana dalla visione olistica. Siamo in ambito tedesco, le date di Weber sono più o meno contemporanee a quelle di Durkheim, che però si trova in Francia. Weber è inserito in un contesto di storici e molta è stata l’influenza della storia su di lui. Si inserisce in questo contesto ragionando su come la sociologia possa fare questo processo. Due sociologi hanno influenzato il pensiero di Max Weber: Schleiermacher: aveva cominciato a ragionare su come la scienza nell'attribuire i significati è applicabile alla conoscenza storica. Infatti questo autore applica l’ermeneutica anche nella conoscenza storica, quindi c’è l’idea che la storia si debba occupare solo di interpretare il passato. Per comprendere ed interpretare qualcosa avvenuto nel passato, senza poter interpretare le fonti in maniera letterale, è necessario identificarsi col passato. La propria interpretazione deve essere quella usata da chi ha scritto il testo, usando le categorie dell’epoca e non dell’oggi. 17 ● Agire razionale rispetto allo scopo: modello che è maggiormente comprensibile per Weber, adeguiamo il nostro agire allo scopo che vogliamo ottenere, se colui che agisce orienta il suo agire in base a scopi a mezzi e a conseguenze che valuta razionalmente, cioè scegliendo i mezzi più efficaci per conseguire un determinato scopo e cercando di prevedere le conseguenze dell’azione. (Esempio: l’azione legata all’agire mercato economico) ● Agire razionale rispetto al valore: Quando l’agente opera in base a convinzioni etiche, religiose o estetiche che non mette in discussione e di cui non valuta le conseguenze: pertanto egli si concentrerà sulla scelta razionale dei mezzi migliori per conseguire un determinato scopo che non viene scelto ma viene assunto come tale. (Esempio: agire in conformità a comandamenti divini, ad esempio l’attento dell’11 settemnre 2001 alWorld Trade Center) ● Agire affettivo: Se l’agire è mosso da affetti e emozioni. Agisce in tal modo colui che soddisfa il proprio bisogno di affetto, di gioia, di vendetta o di dedizione, prescindendo da valutazioni di tipo razionale con riferimento sia ai fini sia ai mezzi da impegnare. (Esempio: chi “perde la testa” per qualcuno) ● Agire tradizionale: Quando l’attore si comporta in base a abitudini acquisite, modi di fare che diamo per scontati. Le azioni sono guidate da modelli di comportamento che si tramandano nel tempo (fini e mezzi sono prestabiliti). È un caso limite di agire dotato di senso in quanto consiste in reazioni a stimoli abitudinari Raramente si possono individuare questi idealtipi allo stato puro. Secondo Weber sono di rilevanza sociale solo le azioni razionali e non quelle anche tradizionali e affettive, che per lui sarebbero a-razionali, quando non del tutto irrazionali. Capitalismo Weber si concentra molto sul problema dei capitalismo e della produzione dei suoi effetti sulla società moderna. Per Weber il capitalismo è un modello di produzione che porta con sé uno spirito, e che a sua volta è il prodotto di quello stesso spirito. Quindi distingue: ● il capitalismo: è stato presente nell’antichità (greci, romani, medioevo) ma in forme e modi non dominanti né pervasivi. Fu un modo di produzione e di distribuzione presente in alcuni spazi sociali nei quali la politica lasciò al mercato la possibilità di svilupparsi. ● spirito del capitalismo: è quello che nasce con la modernità, e costituisce prima di tutto una cultura che tende a piegare a sé anche altre sfere non economiche. Weber dice che ci dice spirito capitalistico dice razionalità. Dire razionalità a sua volta significa dire predominio della tecnica e della burocratizzazione. Burocratizzazione E’ un fenomeno prodotto dal capitalismo, che è tipico delle moderne economie capitalistiche. Weber elabora la teoria della burocrazia, in cui chiarisce le caratteristiche essenziali e tipiche di questo modello: ● la spersonalizzazione dell’ufficio e il primato della legge: colui che occupa una carica amministrativa risponde innanzitutto alla legge e non ai propri o altrui interessi. ● il criterio della competenza: per il quale il personale viene reclutato attraverso concorsi pubblici. ● il criterio gerarchico ogni decisione avvenga secondo una preordinata e precisa scala di attribuzioni gerarchicamente definite. 20 ● la specializzazione: grazie alla quale tutti i compiti che spettano a una amministrazione sono ripartiti secondo i diversi saperi specialistici. I criteri elencati costituiscono il fondamento di un potere statale, che nelle società moderne e industriali è legittimato da una base legale-razionale. Weber indica altri due tipi di legittimazione che sono quella carismatica e quella di base tradizionale. APPROCCI INDIVIDUALISTICI Approcci olistici: ➢ Non si presta attenzione a colui/colei che agisce perché ciò che precede determina l’agire. Durkheim, Marx e Parson pensano che gli individui sono all’interno di un sistema che gli dà la possibilità di stare all’interno di una strada già definita già designata. ➢ L’atto è sempre spiegabile solo facendo riferimento ad elementi che lo precedono e che sono quindi cronologicamente anteriori rispetto ad esso ➢ Ciò che precede e che determina l’atto: a)Ruoli sociali (definiti dalle aspettative) b) Socializzazione (valori e norme interiorizzati) c) Struttura Approcci individualistici: ➢ Centralità dell’individuo ➢ L'oggetto è l’agire umano dotato di significato ➢ Gli atti sono sempre orientati verso fini che i singoli soggetti, più o meno consapevolmente, tendono a conseguire ➢ Intelligibilità dell’agire umano 21 Olismo e individualismo hanno due approcci metodologici diversi: ● OLISMO: Estensione alla sociologia della metodologia delle scienze naturali (misurazione oggettiva del comportamento umano). Misurazione: posso farlo solo quando un’unità di misura Oggettività: Il sapere oggettivo, tiene fuori la soggettività. ● INDIVIDUALISMO: La sociologia ha una metodologia propria: comprensione e dunque interpretazione. APPROCCIO OLISTICO APPROCCIO INDIVIDUALISTICO Chi sono i devianti? In quali circostanze le persone vengono definite come devianti? Come essi diventano devianti? Come essi assumono la definizione di deviante? Quali sono le condizioni che producono i devianti? Come agiscono gli altri nei confronti di chi è definito deviante? E’ possibile curare o controllare i devianti? Come agisce chi viene definito deviante nei confronti di questa definizione? Come questa definizione influenza la costruzione del sé? Da questa tabella capiamo che nell’approccio olistico la “devianza” esiste in sé (si dà per scontato che esiste). Nell’individualismo si vede invece come per loro si deve capire in che modo la devianza esiste, quindi si studia la dimensione processuale. ELEMENTI DISTINTIVI OLISMO INDIVIDUALISMO Premesse antropologiche Visione pessimistica della natura Visione ottimistica della natura Rappresentazione individuo-società Primazia della società Primazia dell’individuo Realtà collettiva Sovra-individuale Risultante dell’agire sociale Atti sociali Comportamenti Azioni sociali Origini dell’agire sociale Cause esterne Intenzionalità soggettiva Origine dei fenomeni sociali Prodotti di altri fenomeni sociali Prodotti di azioni individuali aggregate Potere causale Condizionamenti strutturali Motivazioni individuali Problema principale Ordine sociale Controllo sociale Metodologia Positivista Comprendente 22 -Rappresentanza -Contemporaneità -Chiusa -Vicinanza -Lontananza -Subordinazione (non esiste in sé ma solo forme reciproche di subordinizzazione). Sono forme e così in quanto tali devono avere un contenuto, prodotto dalle interazioni degli individui. La sociologia di Simmel può essere definita come scienza delle forme di sociazione. Forme di interazioni che sottostanno al comportamento che può essere politico, religioso… Ad esempio Simmel dice: “Non esiste il triangolo, ma solo un determinato oggetto a forma di triangolo”. Quindi uno stesso concetto formale può costituire il punto di riferimento esplicativo di una pluralità di fenomeni sociali completamente diversi. Ad esempio: matrimoni/guerra (la forma del conflitto). Differenziazione sociale e individualizzazione: La mutevolezza è la caratteristica prevalente della modernità. Simmel dice che nella modernità, nel nostro mondo(fine 800 e inizio 900), tutto sembra essere fuggevole, transitorio, figage, veloce. Sostiene inoltre che l’essenza della modernità sta nella capacità di cogliere l'attimo, di vivere un presente fuggevole e leggero, quello che si realizza nelle mode, nelle metropoli, nei gusti sempre mutevoli, nell’imperare della differenziazione. (E’ proprio una rappresentazione molto simile alla società di oggi). La società per Simmel porta con sé un nuovo tipo di essere umano: sradicato, nervoso, pronto a cambiare pelle, a vivere in sintonia con un mondo cangiante, capace di vivere senza un ideale che informi la sua intera vita. Simmel si allontana molto dal positivismo, che guardava la scienza come una disciplina che mirasse alla oggettività, lui si discosta molto da questo, perché secondo la sua visione l’oggettività non è una qualità possibile. 25 INTERAZIONISMO SIMBOLICO È una prospettiva sociologica che esamina le interazioni fra individui e gruppi di individui, assumendo che il comportamento umano non nasca da una serie di risposte a stimoli, ma dall’interpretazione dei significati simbolici attribuiti agli stimoli stessi. Il termine stimolo rimanda ad un approccio in generale non interazionista, ma più un’idea meccanicista, ma in questa impostazione c’è l’idea che ciò che costruisce il nostro modo d’agire è data dall'interpretazione che noi diamo ai significati delle cose. Si deve dunque ragionare intorno alle interazioni degli individui. Anche nella nascita dell’interazionismo simbolico l’antropologia e la psicologia sociologica hanno avuto un ruolo importante. Il concetto di interazionismo simbolico L’espressione interazionismo simbolico fu coniata nel 1937 da Herbert Blumer che si rifaceva in parte ai lavori di Mead. Questa corrente nasce negli Stati Uniti a Chicago nella “seconda scuola” di Chicago, negli anni 30’. Nella prima parte a Chicago non c’era un’attenzione sull’aspetto metodologico, ma piano piano poi si sviluppano teorie e un metodo. Le radici intellettuali dell’interazionismo simbolico sono: Max Weber, Georg Simmel, Robert Park, William Isaac Thomas, Cooley, Mead. Tutte queste personalità portano con sé la connessione tra il mondo vecchio cioè l’Europa e il mondo nuovo ovvero gli Stati Uniti. 26 Georg Simmel nel suo volume Sociologia mette in evidenza qualcosa di particolare: dice che limitarsi alle forme sociali più ampie ricorda la vecchia anatomia, con il suo limitarsi gli organi maggiori, cuore, fegato polmoni…, trascurando innumerevoli tessuti sconosciuti. Eppure senza quest’ultimi gli organi più evidenti non potrebbero mai costruire un organismo vivente. Pone una differenza radicale con quello che sarebbe stato in futuro l’approccio funzionale-strutturalista di Parsons. Simmel mette l’accento su qualcosa che tiene insieme la società (tessuti), ma che non riguarda in maniera diretta le grandi strutture(cuore, fegato..). La posizione di Simmel influenzerà tutti gli interazionisti simbolici. Charles Horton Cooley (1864-1929) Filosofo e sociologo che parla dell’Io riflesso, che è l'idea che gli esseri umani lavorino su un’io percepito come risultato dell’informazione che arriva come riflesso del giudizio di chi interagisce con l’io. Nel tentativo di illustrare il carattere riflesso di sé, Cooley lo compara ad uno specchio. George Herbert Mead (1863-1932) Sviluppa l’idea della tripartizione della società: Self: sviluppo del sé Mind: sviluppo del pensiero Society: sviluppo dell’organizzazione sociale Questo autore dice che l’Io penso al Me e reagisce ad esso come reagisce nei confronti degli altri. In effetti se noi non avessimo qualcuno intorno che ci dice che noi esistiamo, non potremmo percepire la nostra esistenza, perché esso è dovuto al riconoscimento che gli altri hanno la possibilità di mandarci. Il sé dell’individuo si costruisce attraverso l’interiorizzazione dell’altro, dapprima nel processo dell’imitazione (in età infantile), poi nella fase del gioco libero ed infine nella fase del gioco strutturato, fase nella quale si interiorizza l’altro generalizzato. L’altro viene inteso come generalizzato. L’io, nel rapporto tra Io e Me è qualcosa che risponde a una situazione sociale che si colloca all’interno dell’esperienza dell’individuo. E’ la risposta che l’individuo dà ali atteggiamenti che altri assumono nei loro confronti un determinato atteggiamento. Gli atteggiamenti che prende nei loro confronti, seppur presenti nella sua esperienza, conterranno un elemento di novità. L’idea che in una situazione le persone interagiscono e costruiscono significati e questi significati portano un elemento di novità nella nostra esperienza in quel esatto momento (in qui e in ora). Quindi non usciamo dalle interazioni identici da come siamo entrati. Ad esempio: se uno alza la mano il significato che si attribuisce a questa gesto la volontà di fare una domanda, perchè in questa situazione ci aspettiamo questo. Se lo fa la prof sembra qualcosa di strano perchè non ha significato nell’interazione. Quindi subito assegniamo un significato all’azione data dall’idea che ci siamo fatti dell’individuo. L’Io dà il senso di libertà e di iniziativa. Il sé è un processo sociale che si sviluppa in rapporto a queste due fasi distinte. Se non esistessero tali fasi, non si potrebbe essere una forma di responsabilità cosciente e non vi sarebbe nulla di nuovo nell’esperienza. Herbert Blumer (1900-1987) 27 Husserl infatti va alla ricerca delle strutture universali del mondo sensibile, ovvero la fenomenologia trascendentale. Nel suo pensiero egli mette in evidenza l'esperienza del “mondo della vita”, quindi si parla dell'esperienza dell'individuo quotidiana. La fenomenologia si sviluppa attraverso un percorso: ➢ EPOCHE’: Che cosa garantisce al soggetto di conoscere qualcosa di effettivamente esterno a se stesso? Per Husserl questo è difficile da compiere; il primo gesto che il fenomenologo deve compiere consiste nella “sospensione del giudizio” (epoché), in forza della quale viene messa tra parentesi l’esistenza del mondo. Quindi non ci si può occupare dell’esistenza, ma bisogna mettere tra parentesi tutto ciò che la nostra vita quotidiana e anche il sapere scientifico dà per scontato. Infatti l’atteggiamento fenomenologico non deve accettare niente di scontato. Il soggetto dubitante: Ma per porre ogni cosa tra parentesi, lasciandola avvolgere dal dubbio, ci si imbatte nel problema cartesiano: se si dubita di ogni cosa allora si deve poter esibire un essere che noi dobbiamo riconoscere come assolutamente dato e indubitabile. Dunque l'unica cosa che non può essere messa in dubbio è il soggetto dubitante. Infatti il soggetto dubitante è l’unica cosa che non può essere messa in dubbio: posso dubitare di tutto tranne del fatto che io sto studiando e percependo qualcosa. Ad esempio: non posso dubitare del rosso delle tegole che vedo (è assolutamente chiaro e certo che io percepisco questo quest’altro). Questo non significa che tetto e tegole percepite esistano effettivamente e siano fuori di me. questo resta in dubbio. Questo significa che le figure di pensiero che io attuo realmente mi sono date purché io rifletta su di esse, le rilevi e le ponga in puro guardare. L’atteggiamento fenomenologico: L'atteggiamento fenomenologico si configura come un “puro guardare” incentrato sulla “piena chiarezza offerta allo sguardo”. Si tratta di una “chiarezza di tipo essenziale”, che ha cioè a che fare con la sue essenze e non con le esistenze. ALFRED SCHUTZ: ● Nasce a Vienna nel 1899, è interessato alle idee di Weber, Bergson e Husserl. ● Emigra prima in Francia e poi negli Stati Uniti. ● Tra i suoi allievi troviamo: Luckman, Berger e Garfinkel ( → per spiegare il dato per scontato bisogna andare a casa e invece di usare le chiavi per entrare bisogna suonare il campanello e quando vi viene ad aprire vostra madre dovete dire “Buongiorno signora posso entrare in casa?” Questo viola un'infinità di dato per scontato. Quindi quando le norme vengono violate emerge il fatto che c’è). 30 Le domande di conoscenza di schutz: - Come si costruisce il senso intenzionato soggettivamente? - Come questo senso può essere interpretato dagli altri attori? - Come può diventare un senso oggettivo comune a disposizione di tutti gli attori sociali? Mondo della vita quotidiana Schutz decide di occuparsi prevalentemente proprio delle routine della vita quotidiana, facendo praticamente a meno della categoria della razionalità. Accusa in modo particolare Weber e Parsons di attribuire all’attore una conoscenza della situazione e perciò una capacità di pianificare razionalmente i mezzi utili a raggiungere i suoi fini, come se il comune attore sociale avesse le capacità predittive di uno scienziato. Secondo Schutz, non ci sono puri e semplici fatti, ma ci sono fatti interpretati. Infatti i fatti sono colti usando categorie tipiche e dei concetti che abbiamo a disposizione nella nostra cultura, che abbiamo ricevuto dai nostri predecessori e diamo per scontato di condividerli con i contemporanei. Esempio: se vedo una palla e dico “è una palla” vuol dire che colloco quell’oggetto rotondo nella categoria (che ho appreso nella mia infanzia) delle palle. Dunque il nostro modo di organizzare la realtà, attraverso i costrutti tipici del senso comune è un particolare mix di conoscenze ereditate e rielaborate e dipende direttamente dalla nostra personale biografia. Da qui deriva la molteplicità dei punti di vista che riscontriamo e i problemi che sorgono nella vita quotidiana quando ci chiediamo come armonizzare i diversi punti di vista. Infatti Schutz ritiene che ci sono inevitabilmente tra punti di vista delle distanze, che vengono colmate nella pratica, attraverso l?interscambiabilità dei punti di vista, cioè l’idea che io potrei vedere le cose come le vede l’altro se mi sposassi al suo posto. Il dato per scontato: Nella nostra vita quotidiana esprimiamo una disposizione per cui il mondo viene dato per scontato; quindi diamo anche per scontato il senso: che le nostre azioni abbiano un senso, che gli altri diano ad esse lo stesso senso che diamo noi ed insieme che tale senso sia corretto. Quand’è che forniamo senso a ciò che facciamo? Schutz dice che la vita quotidiana è un fluire continuo di azioni nostre e altrui, senza che a nessuno appaia necessario chiedersi perché fa così e non altrimenti. Dunque le nostre azioni possiamo definire intenzionali ma non riflessive, nel senso che non ci pensiamo al senso dell’azione perché lo diamo per scontato. Quindi la struttura del mondo della vita è data per scontata (esempio: che il sole sorgerà, che l’email arriverà a destinazione..). questo è quello che altri sociologi poi chiameranno routine. Intenzionalità, riflessività e presa di consapevolezza del senso: Il senso soggettivo lo diamo per scontato. Schutz dice che il senso è possibile recuperarlo soltanto ex post, quindi dopo aver agito (al contrario di Weber). Questa è un’idea che prende da Bergson che sosteneva che identifichiamo un momento solo spezzando arbitrariamente il fluire del tempo. Il senso prima di agire c’era, ma lo davamo per scontato, la consapevolezza arriva solo in un secondo momento quando spezziamo il fluire del tempo e quindi quando speriamo l’adesso da un prima. Prendere coscienza significa spezzare l’unità del flusso del tempo: riflettere è sempre ricordare. Questa è una delle principali differenze del pensiero di Schutz da quello di Weber. 31 Schutz dice che le nostre azioni sono intenzionali ma ci appaiono dotate di senso solo se sottoponiamo l’intenzionalità che contengono a una riflessione, a una presa di coscienza. Perché il soggetto possa essere consapevole del senso che ha dato alla sua azione occorre che stacchi arbitrariamente quell’unità di senso dall'esperienza attraverso una presa di coscienza riflessiva, occorre che la coscienza rifletta su se stessa. Come diamo senso alla nostra vita? Il senso dell’agire è l’azione progettata che lo precede (il progetto d’azione). Dunque un’azione è tale solo se possiamo pensarla prima che si realizzi, anticipandola come un progetto da compiere (quindi il senso di ciò che sto facendo sarà nel progetto anticipato di cui è parte). All’unità irriflessa del fluire si sostituisce un’unità sensata e riflessiva. L’unità della nostra esperienza ci appare come un insieme di progetti. Non sempre l'azione progettata coincide con l’azione compiuta, per diverse ragioni. Schutz mette in evidenza due prospettive: - Ex Ante, i fini (il motivo finale) - Ex Post, quindi le cause (il motivo causale) Il senso dell’azione non può essere colto dalla semplice osservazione dell’attore: può essere colto solo risalendo all’azione anticipata dal soggetto, al suo progetto. Un singola azione può avere un senso se inserita in un progetto ma potrebbe averne un altro se inserita in un diverso progetto. Quindi chi osserva potrebbe dare alla medesima azione un senso diverso, inserendola in una progetto diverso da quello dell’attore. Il senso oggettivo: la tipizzazione: Viviamo in un mondo ordinato di oggetti definiti. Tuttavia, questi oggetti risultano percepibili solo sulla base di precedenti elaborazioni concettuali, formazioni di categorie tipiche: "tipizzazioni”, vissuti di senso comune tipici. Poter costruire dei tipi tale per cui non dobbiamo pensare molto quando vediamo una determinata cosa, a volte la realtà potrebbe non coincidere con la tipizzazione che abbiamo attribuito noi. Solo sulla base delle tipizzazioni è possibile la nostra esperienza degli oggetti, sia nella loro tipicità sia nella loro unicità, che può esistere solamente in relazione con la tipicità. L’origine della tipizzazione è sociale. Alcuni esempi di tipizzazione: caratteristiche fisiche, provenienza, colore della pelle. La tipizzazione fondamentale, quella che rende possibili anche le altre è il linguaggio. L’essere umano tipizza; questa è l’idea di Schutz. La tipizzazione è un insieme di conoscenza, costituito entro e attraverso le esperienze della nostra coscienza, il cui prodotto è ora diventato un nostro possesso abituale. Deve essere anche chiaro che lo stock di conoscenza è un flusso continuo, che cambia da un adesso a quello successivo, non solo nella sua portata, ma anche nella sua struttura. E’ chiaro quindi che ogni esperienza lo allarga e lo arricchisce. Le tipizzazioni relative all’abbigliamento ad esempio sono molto facili da modificare. Lo straniero Nel saggio “Lo straniero” Schutz si riferisce principalmente al fatto che per lo straniero i problemi di comprensione sono all’ordine del giorno. La padronanza del modello culturale in cui si è nati si concretizza in una serie di “ricette” date per scontate e usate automaticamente come costrutti tipici e modelli con cui organizziamo la nostra vita quotidiana. 32 La vita urbana può apparire più eccitante di quella rurale, ma è anche più esposta a maggiori imprevedibilità, soggetta a continui adattamenti e a nuovi assetti → ripensamento del dolore e della morte. MARIANNE SCHNITGER WEBER FRIEDA WUNDERLICH La trasformazione delle relazioni tra uomini e donne nella vita privata e nella vita pubblica è un aspetto cruciale del processo di modernizzazione nel passaggio tra Ottocento e Novecento. La battaglia per l’uguaglianza dei sessi, la condanna al patriarcato, l’emergere di una specificità femminile sono i temi che animano le iniziative e le riflessioni del movimento delle donne in Europa. I contributi di Marianne Weber e Frieda Wunderlich, due intellettuali nate in Germania nella seconda metà dell’Ottocento, offrono uno spaccato inedito in cui nuovi temi di ricerca sociale si intrecciano con le esperienze biografiche di donne intellettuali. 35 Marianne Schnitger Weber: La vita ● Appartiene a una prima generazione di donne interessate alla cultura, ma che non può avere accesso all’università. ● Nota per essere stata la moglie di Max Weber e aver assicurato la posizione dominante del marito in sociologia dopo la morte prematura, è una leader nel movimento femminile tedesco, attivista del Partito Democratico e prima donna eletta nel 1919 al Parlamento del Baden. ● Studia da autodidatta, fino a quando l’incontro con il marito Max Weber le offre condizioni favorevoli alla sua vita intellettuale (Medina, 2021). Con lui condivide l’impegno per l’emancipazione femminile, oltre all’amicizia e alla possibilità di dialogare con importanti personalità dell’epoca, come Georg Simmel, Robert Michels, Werner Sombart e altri. Marianne Weber sviluppa poi percorsi intellettuali originali proponendo il suo pensiero filosofico, sociologico e femminista: molte sue analisi risultano anticipatorie di riflessioni contemporanee sulla condizione delle donne tra spazi pubblici e privati, come soggetto storico protagonista dei cambiamenti La donna come attore sociale A Marianne Weber si deve l’irrompere di una sociologia centrata sulla donna e introduce la possibilità della donna come attore sociale Le relazioni fra i sessi danno forma alle azioni sociali più di ogni altro tipo di rapporti, in quanto si tratta di un livello della vita relazione influenzato e organizzato dalla struttura delle norme istituzionali La persistenza tra patriarcato Il patriarcato è un fenomeno persistente nel tempo: anche quando all’interno delle istituzioni pensieri e idee potenzialmente liberanti dal dominio maschile, uomini di potere hanno manipolato queste idee riconducendole ai precetti del patriarcato. Sviluppa una sua personale teoria del potere à capitalismo e patriarcato sono intrinsecamente separati, tanto che il capitalismo potrebbe funzionare anche senza il patriarcato e viceversa Il matrimonio Nella forma tradizionale, la studiosa considera il matrimonio paradigmatico della distorsione patriarcale della vita umana: le donne vedono se stesse e sono percepite socialmente come destinate al matrimonio. Con l’affermarsi dell’etica protestante, emerge un nuovo sistema normativo basato su autodeterminazione, libertà di coscienza e autonomia religiosa. Quindi anche nel matrimonio maggiore richiesta di autonomia da parte delle donne: l’uguaglianza di fronte a Dio rende possibile presupporre la parità tra uomo e donna nel matrimonio. Il matrimonio diventa un’unione di vita fondata sull’affinità delle anime, dei sensi e dei sentimenti. Identifica due tipi distinti di donna: ● La donna tradizione à trova soddisfazione al suo essere donna attraverso la vita domestica ● La donna moderna o donna nuova à ha capacità e desiderio di partecipare alla produzione di cultura nello spazio pubblico Individua tre tipi di studiose: 36 ● Il tipo eroico: donne appartenenti a quella che prima generazione che ha dovuto lottare per l’apertura delle accademie alle donne e per inserirsi in un contesto prevalente maschile; ● Il tipo classico: quelle donne che, spinte dal primo e crescente movimento delle donne, hanno avuto accesso all’università, percependo meno la pressione di sacrificare la propria femminilità; ● Il tipo romantico: donne appartenenti alla terza generazione, che sono ammesse all’università alle stesse condizioni degli uomini e considerano scontata questa opportunità Frieda Wunderlich La vita ● Appartenente a una famiglia ebrea di classe media di Berlino. L’apertura del sistema universitario alle donne le consentì nel 1910 di studiare economia all’Università di Berlino e nel 1919 di conseguire il dottorato in scienze politiche presso l’Università di Friburgo. ● A partire dalla Prima guerra mondiale Wunderlich ricopre incarichi pubblici nel campo dell’assistenza e protezione sociale dei lavoratori e delle lavoratrici. Eletta nel 1925 come membro del consiglio comunale di Berlino, entra successivamente nella lista del Partito Democratico Tedesco nella Dieta prussiana (1930-32). ● Sollevata nel 1933 dagli incarichi pubblici in quanto ebrea e donna, viene chiamata da Alvin Johnson, presidente della New School for Social Research di New York, unica donna nel gruppo di professori della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’University-in-Exile, di cui diventa in breve tempo vice-preside e poi preside fino al pensionamento (1954) ● ll suo contributo è rilevante sul fronte degli studi di politica sociale e degli intrecci tra economia, sociologia e lavoro, si basa su una prospettiva scientifica, riformista e pragmatica unica nel suo genere, di scienza al servizio della politica pubblica. Guerre e totalitarismi Mostra le conseguenze negative del capitalismo e delle politiche tedesche sulle donne, che dopo la guerra sono state allontanate dai campi lavorativi più qualificati, a cui avevano avuto accesso perché gli uomini erano impegnati nel conflitto. Tratteggia lo stato di degenerazione sociale e culturale prodotto dal potere nazista, e la degradazione della donna a «serva e strumento del nuovo sistema di dominio». Propone una visione olistica dei lavoratori come persone: si schiera con i lavoratori e sfida i sindacati a non concentrarsi esclusivamente sulle condizioni economiche salariali a scapito di altre esigenze lavorative. 37 •Durante il giro di visite, un medico svolge un’interazione con altri ruoli (collega, specializzando, infermiere, paziente) finalizzata ad un compito comune. •Si tratta di un ciclo d’azioni chiuso, dotato di un suo equilibrio interno e che termina secondo proprie norme •Goffman chiama tale tipo d’interazione sistema situato di attività Esempio. un’equipe medica intenta a svolgere un’operazione. Il copione del primario che è il maestro di cerimonia: •Il primario in camice bianco è la figura più importante incede nel teatro dell’operazione dopo che il paziente è stato anestetizzato e aperto dagli aiuti. •Automaticamente si apre un varco per fargli posto, quindi vediamo anche il ruolo di superiorità del primario.. •Mugola qualche parola di preliminari, quindi rapidamente, quasi silenziosamente si mette al lavoro, serio, torvo rispettando con competenza l’immagine che hanno di lui la sua équipe e lui stesso, deve mantenere la “faccia”, non può fare il buffone in quel momento. •Dal momento in cui la fase critica dell’operazione è finita, si fa indietro e con un misto particolare di stanchezza, forza e disdegno si strappa via i guanti. Qualche volta distanziarsi dal ruolo stesso è importante: Goffman nota come spesso proprio i chirurghi si esibiscano in forme eclatanti di distanza dal ruolo, volte a negare quel sé così prestigioso che è implicito nello svolgere la loro importante attività. Alcuni esempi di distanza dal ruolo nel sistema di attività della chirurgia: -“per favore il coltellino, entreremo proprio sotto l’ombelico” -“Infermiera sfrigoli in qua e in là” -“Infermiera Bevan, posso indirizzare la sua attenzione sulla parte anteriore della sua gonna? La sta mettendo in esposizione. Ho fiducia che lei modificherà questo stato di fatto” Come mai persone inserite in status così prestigiosi propongono azioni così manifeste di distanza dal ruolo? - Una certa dose di devianza, come per esempio non compilare il registro di classe con regolarità o non controllare i quaderni di tutti gli studenti ogni mattina, non solo non danneggia il sistema scuola, ma permette il suo funzionamento. In altre parole, un certo grado ed un certo tipo di devianza è funzionale al sistema. - Nel caso del chirurgo, mentre sta eseguendo la posizione di ruolo ne sta ricoprendo anche un’altra: è cioè simile al padrone di casa che gestisce la conversazione durante la cena. Sente il dovere di far sì che gli invitati al suo tavolo (operatorio) si sentano a proprio agio in modo da dare il meglio di sé. 40 Il chirurgo riceve una garanzia di serenità da parte della sua équipe in cambio della sua disposizione ad essere una persona alla mano. Asylums - Le istituzioni totali Nel suo libro "Asylums" affronta il tema delle istituzioni totali che sono identificate da Goffman come i manicomi, le carceri e i monasteri. Un'istituzione totale può essere definita come il luogo di resistenza e di lavoro di gruppi di persone che - tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo - si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato. Prenderemo come esempio esplicativo le prigioni nella misura in cui il loro carattere più tipico è riscontrabile anche in istituzioni i cui membri non hanno violato alcuna legge. Questo libro tratta il problema delle istituzioni sociali in generale, e degli ospedali psichiatrici in particolare, con lo scopo specifico di mettere a fuoco il mondo dell'internato. Quindi sono persone che vivono internate dalla società con delle regole che non possono essere violate. Caratteristiche delle istituzioni totali: •Ogni attività si svolge nello stesso luogo e sotto la stessa autorità •Gli individui svolgono quotidianamente le attività per gruppi numerosi, sotto la stretta sorveglianza da parte del personale dell’istituzione •Vi è un sistema di regole ferree e ripetitive che scandiscono le varie attività e fanno scaturire così una standardizzazione dei comportamenti •Lo svolgimento di tali attività è diretto al perseguimento dello scopo ufficiale dell’istituzione, che cambia da istituzioni a istituzione. Stigma, l’identità negata Lo stigma in qualche modo è una tipizzazione negativa. • «Quando ci troviamo davanti un estraneo, è probabile che il suo aspetto immediato ci consenta di stabilire in anticipo a quale categoria appartiene e quali sono i suoi attributi, qual è, in altri termini, la sua identità sociale (...)» • Non siamo coscienti di questo «finché non siamo costretti a decidere se corrispondono o no alla realtà. Solo allora è probabile che ci accorgiamo del fatto che, durante tutto il processo, ci siamo affidati a certi presupposti su come dovrebbe essere la persona che stiamo prendendo in considerazione» Se vediamo qualcuno con il camice all’interno dell’ospedale pensiamo che quella persona sia un medico → tipizzazione di Schutz. Ci sono prove che questa persona possiede un attributo non previsto e che lo rende diverso dai membri della categoria della quale penso faccia parte? si, è prestigio Questo attributo è desiderabile? Se no allora è stigma Se non è desiderabile, allora «tale attributo è uno stigma, soprattutto quando produce profondo discredito» e questa persona «nella nostra mente viene declassata da persona completa e a cui siamo comunemente abituati, a persona segnata, screditata». Ci sono tre tipi di stigma: a) per deformazioni fisiche. 41 b) per aspetti criticabili del carattere come: - mancanza di volontà (che può essere connessa con stigmi come disoccupazione, tossicodipendenze, alcolismo, malattie mentali, comportamenti di suicidio). - passioni sfrenate o innaturali (che possono essere connesse con stigmi come omosessualità, gioco d'azzardo, pedofilia ecc); - credenze malefiche e dogmatiche (connesse a stigmi come estremismo politico, terrorismo, appartenenza a sette sataniche, ecc.). c) stigmi tribali [cioè collettivi] della razza, nazione, religione e del genere. Questo tipo di stigmi è attribuito in egual misura a tutti i membri del gruppo, in questo senso è diverso dagli stigmi individuali. Lo stigma contiene in sé una doppia prospettiva: a) il portatore di stigma sa che gli altri sanno del suo attributo connotato negativamente, perché lo vedono o ne sono venuti a conoscenza: è la condizione dello screditato. b) il portatore di stigma sa che gli altri non sanno del suo stigma, sia perché non sono informati, sia perché non lo vedono: è la condizione dello screditabile. Cosa fa un “normale” di fronte allo stigma? ● Il voler dimostrare comprensione verso lo stigma, ma temere che questa comprensione potrebbe essere percepita dallo stigmatizzato come discriminazione. ● Il voler mostrare di non farsi condizionare dallo stigma nell'interagire con lo stigmatizzato, ma temere di pretendere da lui cose che potrebbe non riuscire a fare e che lo metterebbero in difficoltà. Il passing - Un ceco cerca di mascherare il proprio stigma: siamo andati insieme al bar una dozzina di volte e tre al cinema prima che Mary si accorgesse che ci vedevo male. Usavo tutti i trucchi che conoscevo. Ogni mattina prestavo particolare attenzione al colore del suo vestito, e poi tenevo ben aperti gli occhi e le orecchie e il mio sesto senso davanti a chiunque avrebbe potuto essere lei. Non volevo correre rischi. Se non ero sicuro, salutavo chiunque con familiarità. Probabilmente pensavano che fossi matto, ma non mi importava. La sera, quando andavamo e tornavamo dal cinema, per strada la tenevo sempre per mano. e lei mi guidava senza saperlo e quindi non dovevo preoccuparmi di gradini e marciapiedi. - I balbuzienti: Abbiamo molti trucchi ingegnosi per mascherare o ridurre al minimo i nostri blocchi. Aguzziamo le orecchie ai suoni e ai termini "Giona", chiamati così perché sono rovinosi, e invidiamo la balena per la sua facilità nell'espellerli. Evitiamo le parole "Giona" quando possiamo, sostituendole con quelle non temute o cambiamo rapidamente il nostro pensiero fino a che il filo del nostro discorso diventa intricato come un piatto di spaghetti - Persona affetta da una malattia mentale: Spesso la dissimulazione è complicata da gestire. Così, per impedire che i vicini sapessero in quale ospedale è ricoverato il marito (dopo aver detto loro che si trovava in ospedale con una diagnosi di sospetto tumore), la signora G. doveva correre al suo appartamento per ritirare la posta prima che la prendessero i vicini, come erano soliti fare. Ha dovuto abbandonare le pause caffè al bar con le vicine di casa per evitare le loro domande Prima di poter far entrare gente in casa deve far sparire tutto ciò che si riferisce all'ospedale in cui è ricoverato il marito, e così via. Tutti questi sono mezzi per cercare di nascondere lo stigma. 42 - Potere, governa il sistema politico-amministrativo Teoria dell’evoluzione sociale •situazione linguistico-comunicativa reale (mondo vitale colonizzato dal sistema) •situazione linguistico-comunicativa possibile (razionalizzazione del mondo vitale e del sistema) •situazione linguistico-comunicativa ideale (fondata sull’agire comunicativo) Riformulazione del materialismo storico come ermeneutica del profondo •Centralità della “comunicazione non distorta”: gli interessi sociali vengono riconosciuti e sottoposti a critica. •Condizioni linguistiche ideali: il contenuto della comunicazione si presume vero, giusto, sincero •Se conosciamo le premesse della “falsa consapevolezza”, possiamo trasformare le condizioni della vita umana. ACHILLE ARDIGO’ ( 1921-2008 ) Importante per la sociologia italiana ed è stato il capostipite di un gruppo di sociologi ancora attivo che mette al centro della propria attenzione il concetto di persona. La sociologia della persona nasce nel 1995. Biografia: -Achille Ardigò è un protagonista di primo piano della ripresa della sociologia in Italia una volta finita la seconda guerra mondiale e caduto il regime fascista che ne aveva impedito lo sviluppo disciplinare nelle istituzioni formative superiori e della ricerca scientifica. -Egli è attivamente presente in quella ristretta cerchia di intellettuali, formatisi in campi disciplinari forzatamente diversi dalla sociologia, che intendono affrontare la realtà sociale con nuove chiavi di lettura scientificamente fondate. -Tra questi Ardigò inizia a distinguersi per la determinazione del suo impegno sostenuto da una tensione civile, etica e religiosa che mai lo abbandonerà durante il suo lungo percorso biografico. Opere: •Innovazione e comunità, 1964 •Classi sociali e strati nel mutamento culturale, 1976 •Crisi di governabilità e mondi vitali, 1980 •Per una sociologia della salute, 1981 •Per una sociologia oltre il postmoderno, 1988 45 Ardigò si è impegnato a aprire e consolidare branche specialistiche, ancora poco frequentate nel panorama italiano, quali sociologia della famiglia, dell’educazione, dello sviluppo urbano e rurale, della salute e dei servizi socio-sanitari, dell’innovazione tecnologica in specie di quella operante nell’ambito dell’informazione e della comunicazione, delle politiche sociali e dei regimi di welfare, delle disuguaglianze sociali e della partecipazione sociale e civica. Il mondo vitale Quello di ‘mondo vitale’ è forse il concetto più celebre dell’intera teorizzazione di Ardigò e rimanda alle potenzialità delle comunicazioni di senso che si hanno nelle relazioni faccia-a-faccia e nelle relazioni personali di familiarità, di amicizia, di condivisione di intenti, relazioni in grado di sopravvivere anche in contesti altamente modernizzati. Empatia: Capacità di immedesimarsi in qualcun altro. ci consente di metterci in relazione con l’altro e comprendere quello che l’altro comunica, sia dal punto di vista emozionale sia dal punto di vista cognitivo, quindi apprendere i significati degli altri e farli miei, grazie all’interpretazione che nasce dagli studi dell'ermeneutica (interpretando i testi sacri). Ardigò fa suo questo concetto soprattutto ci avvicina molto alla fenomenologia di Husserl. Ardigò ritiene che l’empatia sia la genesi di ogni socializzazione insieme all’introspezione e alla motivazione. E’ importante anche la corporeità nella quale l’empatia si produce, una cosa è parlarsi faccia a faccia, un’altra è eliminare questa dimensione, se viene meno la corporeità abbiamo dei seri problemi di interpretazione. PIERRE BOURDIEU 1930-2002 Biografia: Nato in una famiglia non agiata (il padre era un mezzadro poi assunto come impiegato delle poste) in un piccolo centro della Francia meridionale, si formerà all’École Normale Supérieure sotto la guida di Louis Althusser. Tra il 1958 e il 1960 lavora all’Università di Algeri, città dove era stato inviato durante il servizio di leva. E in Algeria condurrà la sua prima ricerca etnografica (metodo prediletto dall’antropologia) incentrata sulla vita della popolazione berbera dei Cabili. La sua sociologia è spesso stata considerata come strutturalismo costruttivista, quindi la struttura e gli approcci olistici sono vicini al suo pensiero. Ma una parte del suo pensiero si avvicina anche l'idea che le azioni degli esseri umani possono modificare la struttura all’interno della quale si trovano. Il suo pensiero è molto segnato dall’idea marxista, soprattutto nella prima parte della sua vita. Pierre Bourdieu è considerato uno dei massimi sociologi dell’era contemporanea. Studioso dai molteplici interessi, come si può evincere dalla numerosità dei suoi lavori, dall’ampiezza dei temi trattati, e dall’ampiezza delle questioni teorico-epistemologiche delle quali ha dibattuto con la comunità scientifica sociologica, rappresenta l’esempio di intellettuale francese che coniuga una intensa vita di ricerca con una altrettanto intensa presenza nel dibattito pubblico riguardante questioni controverse. All’inizio della sua vita riteneva che le parole degli altri non fossero qualcosa di utile e di legittimo da usare nella ricerca sociale, bensì riteneva che le persone che ci raccontano della loro esperienza sociale non fossero dei testimoni legittimi, perché possono mentire.. 46 Alla fine della sua vita però, pubblica un libro che si chiama la “Miseria del mondo” e che raccoglie le trascrizioni delle interviste che furono fatte a persone povere che all’epoca si trovavano in Francia. Alla fine di questo libro scrive un saggio che si chiama “Comprendere”, che è una parola tipica non certo di uno strutturalista, quindi vediamo come nella sua vita cambia prospettive. Opere: Con Jean-Claude Passeron, La reproduction. Èlements d’une théorie du systèmed’enseignement (1970). La Distinction: critique sociale du jugement (1979) Homo Academicus (1984) Les règles de l’art (1992) La domination masculine (1990) Le structures sociales de l’économie (2000) }Raisons pratiques (1994) Il tema del dominio Uno dei temi che segna tutta la vita dell’autore è il tema del dominio, in tutte le sue forme. Il tema del dominio e di come questo si articola nelle forme concrete e simboliche dell’agire sociale producendo e riproducendo strutture gerarchizzate dell’organizzazione sociale costituisce una costante della sua domanda conoscitiva. Il dominio, infatti può essere esercitato in varie modalità, non solo con l’esercizio della forza o della violenza; può esercitarsi anche come dominio culturale, riproducendo un sistema in cui l’ordine legittimo delle cose è imposto da chi detiene il potere culturale dominante. Esiste ad esempio anche un dominio simbolico, che mira a riprodurre la conservazione della tradizione culturale ma anche i sistemi di classificazione della realtà sociale. Il processo di dominio simbolico si articola anche nella modalità di costruzione della gerarchia dei gusti, non solo come forma di apprezzamento o disprezzo di pratiche e di prodotti delle pratiche, ma anche come criterio di valutazione secondo estetiche di classe che sembrano inconciliabili tra loro. Parole chiave: -pratiche sociali: modi di fare le cose, azioni di routine che secondo l’autore sono disegnate dall’habitus, cioè un insieme di convinzioni che orientano le nostre azioni. Qualcosa di non intenzionale, ma qualcosa che deriva dal nostro habitus che noi abbiamo interiorizzato. Parsons ricorda molto questo modo di vedere, quindi l’interiorizzazione delle norme e dei valori per poi farli propri e farli agire all’interno della società. Nelle pratiche sociali di Bourdieu emerge molto più chiaramente che nell’idea di Parsons la possibilità da parte di individui di modificazione. -habitus: insieme di convinzioni e pratiche che abbiamo acquisito -campo: sono quei campi in cui si sviluppano e si giocano la pratiche sociali e gli habitus (campo economico, campo universitario..). Dentro questo campo ci sono sempre delle lotte per il dominio, per avere la meglio, quindi giocano delle forze che determinano la posizione detenuta da ciascuno dei membri che agiscono nel campo. -capitale sociale: questa posizione dipende molto dal capitale sociale, quindi delle risorse che vengono spese all’interno del capon e che determinano la posizione che assumiamo all’interno del campo. Pratiche sociali: L’articolazione di azioni routinarie incorporate (dato per scontato → Schutz) dentro quelli che egli definisce campi sociali, cioè universi o microcosmi in cui attori e istituzioni sono integrati e che interagiscono fra loro in base a regole specifiche che valgono per quello specifico campo. 47 agenti in quella posizione; ma anche dalla posizione che ciascun tipo di capitale ha in quel campo, che è sempre organizzato secondo gerarchie differenti. Habitus, campo e capitale sono tre concetti essenziali per la comprensione del programma di ricerca di Bourdieu e risultano fortemente intrecciati l’uno all’altro nel senso che è dalla relazione fra queste tre componenti analiticamente distinte che si generano le pratiche. Struttura e rappresentazione La costruzione del mondo e degli agenti si realizza all’interno di condizioni strutturali; pertanto, le rappresentazioni degli agenti variano secondo la posizione (e gli interessi a questa associati) e secondo il proprio habitus, come sistema di schemi di percezione e di valutazione, come strutture cognitive e valutative che sono acquisite attraverso l’esperienza duratura di una posizione nel mondo sociale. (Bourdieu, 1987: 134) ZYGMUNT BAUMAN (1925-2017) Biografia Uno dei testimoni del cambiamento che ci racconta Bourdieu è Baumann, La metafora della liquidità baumaniana è universalmente riconosciuta. Ha passato gran parte della sua vita a Londra e ha passato gli ultimi anni della sua vita a girare per il mondo facendo conferenze, anche all’Università Cattolica. Nasce a Poznan in Polonia da una famiglia ebrea askenazita, studia sociologia a Varsavia e a Londra. E’ stato un autore longevo e prolifico. Il corpus della sua produzione scientifica si contraddistingue, oltre che per la numerosità dei contributi, per la vastità dei temi di cui si è occupato. Forse è nel suo modo di scrivere, ricco di metafore e di immagini, interdisciplinare e colto, paradossalmente assertivo e argomentativo a un tempo, che sta una delle … Opere: Modernity and the Holocaust Liquid modernity Consuming Life Retrotopia La società liquida Bauman ritiene che nella modernità ci sia stata una fase nella quale prevale questa solidità, quindi viene in primo piano questa idea di modernità. Successivamente questa società si è in qualche modo disciolta. Modernità liquida è un'etichetta che Bauman ha utilizzato per leggere e interpretare la società che si è venuta a produrre a seguito dei processi di globalizzazione (innescati intorno agli anni ?60 e ‘70 del ‘900) e che l’autore legge come un ulteriore fase di modernizzazione. La globalizzazioni si sviluppa a partire dalla possibilità di nuove forme di comunicazione. 50 Il carattere solido della modernità Le istituzioni politiche, sociali economiche e culturali venutasi a produrre entro la cornice degli Stati-Nazione moderno innervano la vita sociale di norme e regole, sia morali che giuridiche che fornivano le risorse culturali valoriali e simboliche che consentivano ai soggetti di sviluppare un senso di identità comune, di solidarietà e di appartenenza e di sentirsi parte di tutto che trascende le singole individualità. Questo potere della società di tenere insieme era tipico anche di Durkheim, e inoltre questa attenzione della società che tiene insieme è la base su cui che si sviluppa l’impianto struttural funzionalista di Parsonson. Questa unitarietà attraverso i processi globalizzazione attraverso la caduta di alcuni confini, si fa largo la possibilità di disunire questa unitarietà, quindi lo stato-nazione non è più chiuso in se stesso, ma deve rispondere ad altri organismi che sono sovranazionali. Qui vediamo la caduta della modernità per passare ad un periodo in cui non c’è più la centralità delle istituzioni, quindi il modo di fare delle persone non è più legato a qualcosa di stabile, ma a qualcosa di diverso. La società liquida: cittadino individui e consumatore Il concetto di cittadino viene meno attraverso questa modernizzazione e grandi processi di globalizzazione, infatti assistiamo al passaggio tra l’idea di cittadino, di individuo e di consumatore. Non è più tanto importante la società unita, ma l'individuo consumatore che richiede il mercato. E’ una società dei consumi. non solo il capitalismo è diventato più leggero e affrancato dallo spazio, ma ha fatto sì che le sue merci incorporassero sempre più elementi simbolici e culturali, per rendersi appetibili e per suscitare costantemente il desiderio del consumatore, spingendolo in una incessante e sistematica ricerca di nuovi prodotti che va decisamente oltre la logica dei bisogni. Anche in Baumann troviamo la centralità del sistema economico, perché il mercato ha trovato forme di sviluppo che guardano l'individuo come principale target del proprio profitto. Alcune caratteristiche della società liquida ● Sperimentazione identitaria: scelte provvisorie e reversibili (ad esempio prima il matrimonio era una scelta irreversibile, con la legge di divorzio le cose sono cambiate). Nella società moderna “solida” invece l’identità sociale di ciascuno di noi veniva definita in maniera stabile sulla base della socializzazione presente all’interno della società nella quale l'individuo è nato. Ingresso nella società, formazione, lavoro, famiglia e pensione → questo schema alta con l’avvento della modernità liquida. ● Società dei consumi, anche nella sfera delle relazioni. ● Elevata incertezza: le conoscenze ricevute non servono più e le nuove cambiano rapidamente ● Il desiderio di comunità si esplicita in ritorno alle tribù e nelle “comunità grucce”, che replicano l’idea di comunità che non troviamo più altrove. Noi possiamo appartenere a più bolle e a più comunità grucce. Questo frazionamento dell'identità era già stato teorizzato da Goffman, che parla di una molteplicità di io. ● Aumentano le disuguaglianze: le vite di scarto che vengono lasciate degenerare da sole e divario di mobilità. Una delle critiche a Baumann è quella di aver ragionato solo nella parte del mondo occidentale, molto meno in altre parti del mondo. 51 CULTURA, APPARTENENZE, DIFFERENZE E CONTESTI 4 caratteristiche essenziali di ogni società •Possiede una cultura più o meno omogenea •È un insieme di rapporti formali e informali (appartenenze) •Evidenzia differenze interne socialmente rilevanti (in termini di potere, reddito, prestigio) •È riferibile a un contesto spazio-temporale La cultura Tutto ciò che deve la sua creazione all’azione cosciente e tendenzialmente libera degli esseri umani, cioè il patrimonio intellettuale e materiale, relativamente stabile e condiviso, proprio dei membri di una determinata collettività e costituito da valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli, segni, modelli di comportamento, oggetti materiali. Le sue funzioni •Riduzione della complessità (l’infinita complessità e indeterminatezza del reale) •Cognitiva (definisce e spiega la realtà) •Prescrittiva (regolazione dei rapporti) Gli elementi costitutivi •Simboli (sistema simbolico) •Linguaggio (codice stabilizzatore di significati condivisi) •Valori (condivisione su ciò che è buono, giusto, corretto). Fede, Felicità, Sicurezza, Coraggio, Giustizia.. •Norme (discendono in qualche modo dai valori, regolazione e devianza) Le norme Prescrizioni di dover essere che intervengono nel regolare l’azione, ovvero prescrizioni a cui attenersi in una determinata situazione (norme prescrittive) 52 ➢ l’ordine extra-sensoriale o soprannaturale conferisce un particolare significato all’ordine sociale esistente, all’ordine naturale e agli eventi e condizioni dell’esistenza umana ➢ Questi significati orientano la condotta del credente in tutte le principali situazioni dell’esistenza e costituiscono il fondamento della sua moral ➢ Attorno alla rappresentazioni religiose si aggregano, si sviluppano, si organizzano varie forme di gruppo, di associazione, di norma collegate a tipi specifici di comportamento collettivo e di movimento sociale. Che cosa tiene insieme la società •Interessi, utile, amore, solidarietà, piacere, successo, giustizia…. •Principio assoluto, non umano, volontà sovraordinata alle singole volontà umane, religo (legare, tenere unito) Società ordinata •Insieme di pratiche rituali che rafforzano i legami sociali e producono ordine interno. Di fronte ad un calo della partecipazione dei riti(matrimonio in chiesa, andare in chiesa), rimane molto alta la percentuale di genitori che fanno battezzare i bambini. Questo perché la pratica del battesimo rimane una pratica che introduce il nuovo nato nella comunità, quindi è in qualche modo un rito di passaggio. •Van Gennep: i riti di passaggio (pubblici, da una condizione all’altra della vita) •Quindi non sono più eventi naturali ma culturali, perché acquistano un significato sociale da celebrare uscendo dall’ordinario. Fondamento a-razionale dell’ordine: il sacro •Otto: l’intima essenza della religione è fuori dalla società, è un’alterità radicale che si pone di fronte alla coscienza umana. Il sacro è radicalmente altro, il sacro è indicibile: mysterium tremendum et fascinosum •Durkheim: fenomeno sociale, il sentirsi in società, il lato non razionale della genesi dell’ordine sociale Religione come organizzazione •Divisione del lavoro •Formazione di ceti di professionisti •Gestione delle risorse •Articolazione in gruppi, associazioni ecc. 55 LA SOCIALIZZAZIONE SOCIALIZZAZIONE = il processo attraverso cui apprendiamo le competenze, le abilità, le norme, i valori, i comportamenti, gli atteggiamenti connessi ai ruoli sociali. Consente la riproduzione sociale: è attraverso di essa che i valori, gli ideali e i modelli di comportamento di ogni data società vengono trasmessi da una generazione all’altra. Processi attraverso cui raccogliamo informazioni necessarie a vivere all’interno della società. Questi processi mutano con il variare/mutare del tempo. Status e ruolo sociale Ruolo = è un insieme di comportamenti orientati secondo le aspettative di un certo status. Ad ogni ogni ruolo sono associati tutti i comportamenti collegati ai suoi diritti e doveri: da una persona che ricopre il ruolo di musicista ci si aspetta che produca musica, si eserciti per un certo numero di ore al giorno, si coordini con colleghi e direttori. Ad ogni status corrispondono diversi ruoli: una persona con lo status di insegnante si comporta in un modo con gli allievi, in un altro con i colleghi e in un altro ancora con il preside. Tutti i ruoli associati a un dato status costituiscono un complesso di ruoli (Merton, 1949). Ruolo A ogni ruolo sono associate specifiche aspettative. (Il mancato) rispetto delle aspettative porta all’erogazione di: ● sanzioni, ● ricompense Il gruppo sociale rafforza così le regole che definiscono i comportamenti appropriati. La socializzazione non è un processo univoco né tantomeno meccanico. Attraverso resistenza, ribellione, sfida… è possibile trasformare il processo: - continua negoziazione di ruolo - Socializzazione continua 56 Contesto biologico In tutte le specie animali, il processo di socializzazione è influenzato da fattori e limiti biologici. Nel caso della socializzazione degli umani, tuttavia, i fattori biologici sono solo limitatamente rilevanti. Donne e uomini hanno infatti una scarsa dotazione di comportamenti innati (battere le palpebre, afferrare, succhiare). Per il resto, tutte le abilità umane complesse sono acquisite attraverso processi di apprendimento culturalmente condizionati. La sociobiologia È possibile ritenere che i fattori biologici abbiano sul comportamento umano un’influenza molto più marcata di quanto comunemente ritenuto: se ne occupa la sociobiologia. Secondo i sociobiologi, per esempio, l’altruismo o lo sviluppo di ruoli sessuali deriverebbero dai geni (e non da influenze culturali)..-- Le istanze dei sociobiologi sono un’espressione (tra altre) dell’ampio dibattito sul rapporto tra natura e cultura. Che cosa è frutto di influenze naturali? E che cosa dipende invece da condizionamenti culturali? Gli agenti della socializzazione Il bambino dipende dagli altri per il nutrimento, il vestiario, il riparo. Inoltre, per svilupparsi in modo armonico, ha anche bisogno di rapporti affettivi stabili. Durante la prima infanzia, il principale agente di socializzazione è dato dalla famiglia e da coloro che con essa collaborano per la cura e l’assistenza al bambino. Condizioni di isolamento e abbandono (privazione di attenzioni) producono effetti negativi in termini di apprendimento e capacità di relazione. Un’altra forma di mancanza è legata all’istituzionalizzazione. Questa, studiata in modo esemplare da Goffman, designa gli effetti negativi associati ad un’assistenza istituzionale, in cui manca l’interazione affettiva. Nella fase della seconda infanzia e dell’adolescenza, i principali agenti di socializzazione sono gli insegnanti, i pari e i mezzi di comunicazione. La scuola e gli insegnanti portano i soggetti ad apprendere, oltre a nozioni e capacità, anche i valori della società di appartenenza. Essi fungono così da agenti di controllo sociale. I bambini apprendono molto anche dai media. In questo caso, accanto alle funzioni di informazione e intrattenimento, i mezzi di comunicazione sono capaci anche di persuasione nei confronti dei soggetti. Le dinamiche psicologiche della socializzazione L’imitazione si riferisce ai tentativi consapevoli di riprodurre il comportamento di un modello. L’identificazione è legata ai meccanismi inconsapevoli che portano i bambini ad adottare comportamento, atteggiamenti e valori degli agenti della socializzazione, assorbendone dati tratti di personalità. La vergogna è il meccanismo per cui ci si sente umiliati di fronte ad altri per i propri comportamenti. Il senso di colpa è simile alla vergogna, ma è auto-inflitto: è la coscienza della colpa a tormentare il soggetto. 57 Povertà assoluta e povertà relativa L'istat calcola la povertà in base a due tipi: ASSOLUTA: è legata alle necessità fisiologiche di base: cibo, vestiario, alloggio. I governi possono stabilire una linea della povertà ufficiale che individua uno standard fisso di sussistenza sotto il quale le persone vivono in condizioni di estremo disagio economico. RELATIVA: Una persona (o una famiglia) viene detta relativamente povera se la sua spesa è inferiore o pari ad una soglia, determinata annualmente rispetto alla spesa media mensile pro-capite per consumi delle famiglie italiane (cui si applica una scala di equivalenza relativa al numero di componenti della famiglia). Povertà assoluta ISTAT •L’incidenza della povertà assoluta è calcolata sulla base di una soglia corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una famiglia con determinate caratteristiche, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. 60 •Sono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e per tipo di comune di residenza). Soglia Povertà assoluta ISTAT •Le soglie di povertà assoluta rappresentano i valori rispetto ai quali si confronta la spesa per consumi di una famiglia al fine di classificarla assolutamente povera o non povera. •Ad esempio, nel 2021, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 852,83 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 576,63 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno. DISUGUAGLIANZE (effetti della pandemia) Le epidemie aggravano le disparità esistenti, incluse quelle basate su condizioni economiche, capacità individuali, età e genere. Coloro che ci hanno rimesso di più sono stati sicuramente quelli che già prima si trovavano in una situazione difficile, quindi le categorie più deboli. La scuola •Il 28% degli studenti dichiara che almeno un loro compagno di classe dal lockdown ha smesso di frequentare le lezioni. Tra questi, un quarto ritiene che siano addirittura più di 3 i ragazzi che non partecipano più alle lezioni. •Secondo gli adolescenti intervistati, tra le cause principali delle assenze dalla DAD, vi è la difficoltà delle connessioni e la fatica a concentrarsi nel seguire la didattica dietro uno schermo. •Quasi quattro studenti su dieci dichiarano di avere avuto ripercussioni negative sulla capacità di studiare (37%). Gli adolescenti dicono di sentirsi stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%), •Il 22% non condivide con altri questi problemi, che rimangono un pesante fardello da tenersi dentro. L’abbandono scolastico •In Italia nel 2019 la percentuale di abbandono scolastico si attestava sul 13,5%, in forte miglioramento rispetto agli anni precedenti anche se in ritardo sulla media europea (10%) •Si stima che il tasso di dispersione arrivi oggi, a seguito della pandemia, mediamente al 27%, con forti oscillazioni sul territorio. Alcuni effetti - Emersione di paure e frustrazione, legate alla malattia e alla maggiore vicinanza dell’idea di morte ma anche alle conseguenze economico-sociali temute per la propria famiglia e percepite/vissute come tali dagli adulti; aumento del rischio di violenza familiare. - Le misure restrittive hanno costretto i giovani davanti agli schermi per la DAD e non solo, con una drastica riduzione delle relazioni faccia-a faccia, con conseguenze rilevanti sulla socializzazione, e sulla possibilità di apprendere. 61 - Riduzione dell’attività fisica. Complessivamente la routine quotidiana ha cambiato forma, portando all’isolamento, a cambi nel ritmo sonno-veglia, inducendo anche modifiche, anche non salutari, negli stili alimentari. Principali fattori di rischio per l’ingresso nella condizione sopracitata •avere un livello basso di rendimento scolastico; •vivere in una famiglia con basso reddito; •provenire da una famiglia in cui un genitore ha sperimentato periodi di disoccupazione; •crescere con un solo genitore; •essere nato in un Paese fuori dell’UE; •vivere in una zona rurale; •avere una disabilità. Impatto pandemia In Italia una donna su due non lavora e il 25% delle ragazze con meno di 30 anni non lavora, non studia e non cerca un’occupazione (delle 8,6 milioni di donne in questa condizione in Europa, un terzo appartiene all’Italia). La povertà assoluta raggiunge nel 2020 valori più elevati rispetto al 2005 •Nell’anno della pandemia si azzerano i miglioramenti registrati nel 2019. •Dopo quattro anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi avviatasi nel 2008, quando l’incidenza della povertà assoluta familiare era inferiore al 4% e quella individuale era intorno al 3%. La povertà delle famiglia tra nord e sud I dati ISTAT, relativi al 2020, rivelano che l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%), ma la crescita più ampia si registra nel Nord dove la povertà familiare sale al 7,6% dal 5,8% del 2019. La povertà dei più giovani aumenta 62 Tocca dire una cosa sgradevole, a proposito degli episodi di intimidazione di alunni contro professori. Sgradevole ma necessaria. Non è nei licei classici o scientifici, è negli istituti tecnici e nelle scuole professionali che la situazione è peggiore, e lo è per una ragione antica, per uno scandalo ancora intatto: il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza. Cosa che da un lato ci inchioda alla struttura fortemente classista e conservatrice della nostra società (vanno al liceo i figli di quelli che avevano fatto il liceo), dall'altro lato ci costringe a prendere atto della menzogna demagogica insita nel concetto stesso di "populismo".Il populismo è prima di tutto un'operazione consolatoria, perché evita di prendere coscienza della subalternità sociale e della debolezza culturale dei ceti popolari. Il popolo è più debole della borghesia, e quando è violento è perché cerca di mascherare la propria debolezza, come i ragazzini tracotanti e imbarazzanti che fanno la voce grossa con i professori per imitazione di padri e madri ignoranti, aggressivi, impreparati alla vita. Che di questa ignoranza, di questa aggressività, di questa mala educación, di questo disprezzo per le regole si sia fatto un titolo di vanto è un danno atroce inferto ai poveri: che oggi come ieri continuano a riempire le carceri e i riformatori. L’istruzione e la sua espansione negli ultimi anni Europa medievale: una piccola quota della popolazione accedeva all’istruzione superiore (1 - 5%) Due passaggi di grande rilievo: Rivoluzione industriale: lo sviluppo produttivo su grande scala, le migrazioni, la tecnica. Necessità di istruire una parte più larga della popolazione che viene inserita in questo processo di apprendimento. Secondo dopoguerra: sviluppo prettamente si ha all’interno di sistemi democratici. La burocrazia, i servizi, la tecnica. Declino della concezione elitaria dell'istruzione, l’istruzione comincia ad essere accessibile anche ai livelli più bassi della stratificazione sociale, quindi un processo di allargamento di accesso all’istruzione, che diventa una vera e propria istituzione sociale (ci sono regole e norme). DIRITTO-DOVERE ALL’ISTRUZIONE IN ITALIA - Legge Casati (1859): ● scuola elementare divisa in due bienni di cui solo il primo obbligatorio (anche se l'abbandono scolastico è una problema in Italia). ● L’istruzione secondaria: classica, 5 anni di ginnasio, 3 di liceo; tecnica 3 anni scuola tecnica 3 istituto tecnico - Legge Coppino (1877): introduce l’obbligo scolastico per il primo triennio delle elementari - Legge Orlando (1904): obbligo fino al 12 anno di età - Riforma Gentile (1923): obbligo fino a 14 anni - Costituzione italiana (art.34): La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. - Riforma del 1962: scuola media unica - Riforma Moratti (2003): obbligo a 16 anni - Riforma Gelmini (2008) ha rivoluzionato il sistema universitario italiano; le università statali non hanno più le facoltà ma dei corsi inseriti all’interno dei dipartimenti. La laurea di base dura 3 anni porta il titolo di dottore, ma poi c’è anche la laurea magistrale che dura 2 anni che dà il titolo di dottore magistrale. - La «buona scuola» (2015), governo Renzi , che ha riformato maggiormente la scuola secondaria. 65 SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE ITALIANA LE UNIVERSITA’ ITALIANE NEL 1870 E NEL 2010 Nel 2010: •97 Istituzioni universitarie di cui 67 Università Statali •19 Università non Statali legalmente riconosciute •11 Università non Statali telematiche legalmente riconosciute. LAUREATI 30-34 ANNI 66 L’Italia vediamo che è un fanalino di coda solo il 25,8% è laureato. Da questa percentuale dobbiamo tenere conto anche di coloro che non rimangono nel paese COLORO CHE IN ITALIA HANNO SOLO LA LICENZA SECONDARIA INFERIORE SPESA PER STUDENTE CHE OGNI STATO AFFRONTA 67 Devianza Qualsiasi azione, credo o caratteristica umana che i membri di una società o gruppo sociale considerano una violazione delle norme del gruppo dal quale il trasgressore probabilmente verrà censurato o punito Teorie biologiche Riconducono i comportamenti devianti alle caratteristiche fisiche e biologiche degli individui I principali esponenti di questo approccio sono: ● Cesare Lombroso ● William H. Sheldon Lombroso I criminali possono essere identificati da alcune caratteristiche anatomiche il “delinquente nato” ha in genere la testa piccola, la fronte sfuggente, gli zigomi pronunciati, gli occhi mobilissimi ed errabondi, le sopracciglia folte e ravvicinate, il naso torto, il viso pallido o giallo, la barba rada. Approccio sociologico ● Un atto per essere considerato deviante deve essere riferito al contesto socioculturale in cui ha luogo. Un comportamento considerato deviante in un paese, in una determinata società o contesto sociale può essere, invece, accettato e considerato molto positivamente in un altro. ● Obesità ● Uso del tabacco ● Tatuaggi ● Convivenza prematrimoniale Durkheim 1893 ● non bisogna dire che un atto urta la coscienza comune perché è criminale, ma che è criminale perché urta la coscienza comune. Non lo biasimiamo perché è un reato, ma è un reato perché lo biasimiamo. ● devianza è una qualità che deriva dalle risposte, dalle definizioni e dai significati attribuiti a questi dai membri di una collettività (o dalla grande maggioranza di questi). Teorie sociologiche ● cause sociali e/o culturali spingono o attraggono l’individuo verso atti devianti o criminali. Teoria della tensione ● Importanza del concetto di anomia = mancanza delle norme sociali che regolano e limitano i comportamenti individuali. ● La devianza e la criminalità sono il risultato di tensioni strutturali e della carenza di regolazione morale all’interno della società. 70 Durkheim ● devianza è il risultato dell’anomia, ossia della caduta di valori e norme tradizionali non sostituite da altri punti di riferimento ● devianza è inevitabile, in quanto non può esistere un consenso totale sui valori e le norme che regolano la società ● devianza ha anche effetti positivi e inaspettati, in quanto rafforza la solidarietà e i sentimenti condivisi da un gruppo R.K. Merton ● devianza è il risultato del contrasto tra la struttura culturale (che definisce le mete verso le quali tendere e i mezzi con i quali raggiungerle) e la struttura sociale (che determina la distribuzione effettiva delle opportunità necessarie per arrivare a tali mete con quei mezzi) Teoria della tensione (R. Merton) ● Conformità: accettano i fini (es. fare soldi) e i mezzi per raggiungerli (NON SONO DEVIANTI) ● Innovazione: accettano i fini ma non i mezzi (trovano vie alternative per raggiungerli) ● Ritualismo: non raggiungeranno mai i fini ma si comportano convenzionalmente rispetto al raggiungimento degli stessi (non condivide i fini, accetta i mezzi) ● Rinuncia: respingono sia i fini sia i mezzi ● Ribellione: respingono sia i fini sia i mezzi ma li sostituiscono con altri Reazioni alla tensione Metodi di Mete Mezzi adattamento culturali istituzionalizzati Conformismo + + Innovazione + – Ritualismo – + Rinuncia – – Ribellione + / – + / – Legenda: + significa “accettazione”; (–) significa “rifiuto”; (+/–) significa “rifiuto di mete o mezzi dominanti e sostituzione con nuove mete e nuovi mezzi”. Fonte:Merton (1949) Teorie critiche o del conflitto (R. Collins) ● disuguaglianze portano a comportamenti devianti, sia da parte degli svantaggiati sia da parte di chi gode più vantaggi Teoria dell’etichettamento Tale teoria si basa sull’idea che per capire la devianza è necessario tener conto non solo della violazione, ma anche della creazione e dell’applicazione delle norme, non solo dei criminali, ma anche del sistema giudiziario e delle altre forme di controllo sociale. 71 Il reato (e più in generale la devianza) non sono altro che il prodotto dell’interazione fra coloro che creano e che fanno applicare le norme e coloro che invece le infrangono. Teorie interazioniste: l’etichettamento (H. Becker) ● etichetta: Alcolizzato, tossicodipendente (drogato ecc), pedofilo, adultero ● interazione tra chi etichetta e chi è etichettato (agenti di controllo sociale) ● deviante è colui al quale un’etichetta deviante è stata applicata con successo ● persone che hanno più probabilità di essere socialmente definite come devianti quando sono povere, lavorano in occupazioni di basso status o sono comunque in posizioni svalutate Devianza primaria ● Atti devianti occasionali, strani o fuori dall’ordinario. Atti isolati di devianza primaria comportano raramente, se non mai, l’applicazione riuscita dell’etichetta deviante Devianza secondaria ● atti devianti che persistono, diventano frequenti e alla fine inducono le persone a organizzare la propria vita e le proprie identità personali intorno ai loro status devianti 72 L’efficienza di gruppo nella risoluzione di compiti La natura del compito è una variabile fondamentale: i gruppi centralizzati risolvono più rapidamente compiti semplici, i gruppi decentralizzati i compiti complessi La soddisfazione o il morale dei membri del gruppo Nelle reti decentralizzate il morale medio del gruppo è più elevato; nelle reti centralizzate la persona in posizione centrale è più soddisfatta. La leadership La leadership implica l’influenza di un membro del gruppo sugli altri (rispettivamente, leader e seguaci) in vista del raggiungimento degli obiettivi del gruppo (Hollander, 1985) Il leader è colui che mostra più iniziativa nel dirigere, suggerire, consigliare, proporre idee rispetto agli altri membri del gruppo; occupa una posizione elevata nella gerarchia di status e ricopre una posizione centrale nella rete di comunicazione nel gruppo (Turner, 1991) Tipi di leadership (Lewin) leader autoritario: è colui che organizza la sua leadership basandosi esclusivamente sull’aggressività e la competitività del gruppo; comporta un alto rendimento quantitativo e scarso rendimento qualitativo, scarsa capacità propositiva e insoddisfazione per le attività di gruppo. leader democratico: coordina il lavoro degli affiliati al gruppo senza imporre un regime di controllo, ma accettando le divergenze e utilizzandole come risorse a disposizione; determina un alto rendimento qualitativo, scarsa dipendenza dal leader, scarsa aggressività, elevata soddisfazione per le attività di gruppo. leader permissivo: accetta volentieri e stimola la creatività altrui, consentendo livelli di collaborazione molto aperti. Comporta scarso rendimento sia quantitativo che qualitativo, scarsa dipendenza dal leader, ricca capacità propositiva anche se non accompagnata ad un’alta capacità di realizzazione, insoddisfazione generale per le attività di gruppo. Le difese e le dinamiche del gruppo Alcuni tipi di difesa: •Fusione •Accoppiamento •Fuga nel passato •Fuga in avanti •Formazione di sottogruppi •Personalizzazione dei conflitti 75 IL CAMBIAMENTO SOCIALE, MOVIMENTI SOCIALI E COMPORTAMENTI COLLETTIVI Cambiamento sociale •Variazione nel tempo in tutti gli aspetti del mondo sociale (da cambiamenti che interessano gli individui a cambiamenti che hanno un impatto sul mondo) •COMPORTAMENTO COLLETTIVO come campo di osservazione privilegiato dei cambiamenti sociali. Comportamento collettivo •Azione generata, o intrapresa, da un insieme di persone •Movimenti sociali •Folla Stéphane Hessel Diplomatico, politico e scrittore tedesco naturalizzato francese. «È vero, oggi le ragioni per indignarsi possono sembrare meno nette, o il mondo troppo complesso. Chi comanda, chi decide? Non è sempre facile distinguere fra le tante correnti che ci governano. [...] Ma in questo mondo esistono cose intollerabili. Per accorgersene occorre affinare lo sguardo, scavare. Ai giovani io dico: cercate e troverete. L’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti, dire « io che ci posso fare, mi arrangio». Comportandoci in questo modo perdiamo una delle componenti essenziale dell’umano. Una delle sue qualità indispensabili: la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue» Scrive Hessel nel suo libro Indignatevi Movimento sociale Sforzo collettivo costante e intenzionale che di solito opera al di fuori dei canali istituzionali costituiti per favorire (o ritardare) il cambiamento sociale Si può parlare di movimento quando sono in atto forme di resistenza al potere. Obiettivi dei movimenti sociali - Miglioramento e «progresso» - Mantenimento ordine sociale (rafforzamento della sovranità) - Richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica (ruolo dei media) Quando emerge un movimento sociale •Istanze/lamentele •Organizzazione •Aperture e opportunità all’interno del sistema politico •Fattore spaziale •Risorse Due approcci ai movimenti sociali 1.Tradizione politologica: attenzione alla struttura e ai processi organizzativi (filone americano) •Come nasce un movimento? •Quali opportunità politiche e relazioni la rendono possibile? 76 •Quali repertori di protesta utilizza? •Quali rapporti intrattiene con le istituzioni e altri attori collettivi? 2.Tradizione soggettivista (filone europeo) •«teoria nuovi movimenti sociali» dal 1968 •attenzione sugli attori della mobilitazione TRADIZIONE FILOSOFICA: approccio marxiano e esistenzialismo - Le mobilitazioni operaie hanno plasmato l’idea dei movimenti sociali (evento di portata storica basato su valori fondamentali) - Movimenti come portatori di richieste etiche, legate alla questione della giustizia sociale e all’emancipazione Prima del 1968: movimento operaio •Lotta di classe •Conflitto centralizzato: riassume tutti i conflitti sociali (diritti delle donne, diritti sociali di cittadinanza, il diritto alla salute) •Sindacati e partiti si fanno portatori delle loro istanze Dopo il 1968 •Rottura progressiva dell’unità •Emergono altri portatori di «differenze»: donne, i giovani disoccupati, immigrati e i loro figli Nuovi movimenti sociali •Autonomizzazione dei conflitti •Mobilitazione meno strutturate (indipendenti da partiti o sindacati) •Incardinate nella società civile •Gli individui partecipano a partire dallo loro esperienza soggettiva •«nuove» tematiche: differenze di genere, differenze generazionali, ambientalismo, pace, contestazioni nucleari Fine anni Novanta •Post Guerra Fredda; post-società industriale •Critica alla globalizzazione neoliberista •Riferimento non è più nazionale ma globale •Movimenti No-Global: massima visibilità 1999-2003 Sintesi movimenti ● MOVIMENTO OPERAIO: temi sociali ed economici ● MOVIMENTI POST 1968: maggiore autonomia individuale e nuove sensibilità (genere, ambiente...) ● MOVIMENTI FINE ANNI 90: diritti sociali, uguaglianza, neoliberismo Movimenti contemporanei •Temi centrali: redistribuzione delle risorse materiali e simboliche •Tecnologie informatiche: conseguenze su contenuti e modalità di comunicazione 77 ● Spostamento dell’accento dallo spostamento da un luogo ad un altro allo stesso atto del movimento attraverso i confini (Glick Shiller-Salazar 2013). ● Vite “oltre i confini” ● Transnazionalizzazione: ricomposizione delle pratiche, delle relazioni, delle identificazioni al di là  dei tradizionali confini politici, economici e sociali ● Favorita da: maggiori opportunità  di viaggiare, dai media digitali, dalle politiche adottate (soprattutto) dagli Stati di origine (es. cittadinanza duale), orientamenti culturali. ● Tre dimensioni: background transnazionale; pratiche di transnazionalità; capitale sociale transnazionale. ● Tecnologie travel-friendly e travel-saving (Recchi 2017) I labili confini tra mobilità e migrazione Giovani italiani che cercano lavoro all’estero: expat o immigrati? Cittadini europei mobili o gastarbeiter? • Romeni in Italia: cittadini europei o immigrati? Le regole sulla mobilità ● Sui rifugiati: convenzione ONU del 1951, protocollo del 1967, UNHCR ● Sulla mobilità (temporanea) dei lavoratori qualificati (GATS/WTO) ● Convenzioni sul turismo internazionale ● EU: laboratorio di transnazionalizzazione fondato sulla promozione della mobilità (distinta dalla migrazione) ● Assenza di un corrispondente regime di regolazione dell’emigrazione internazionale Verso una governance globale delle migrazioni Global compact for Safe, Orderly and Regular Migration - ONU - 2018 ● Patto non vincolante (a differenza della Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951) ● Italia, insieme a USA; Ungheria, Polonia e altri paesi esprime una posizione contraria, rifiutando il riconoscimento dell’immigrazione come un diritto. ● Obiettivo: “Proteggere la sicurezza, la dignità , i diritti umani e le libert  fondamentali di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status, in ogni momento”. ● Salvataggio, ricezione ed accoglienza. Integrazione. Contrasto a xenofobia, razzismo e discriminazione. Nuove chiusure e nuovi conflitti • Immigrazione sempre più un problema per i cittadini europei • Consenso verso partiti populisti e sovranisti anti-UE e anti- immigrazione (ma anche anti-mobilità  delle  lite transnazionali, delle merci e dei capitali) ● Percezione falsata ● Criminalizzazione della solidarietà  ● Il cambiamento portato dalla pandemia ● La guerra in Ucraina World migration report 2022: la pandemia 80 ● Il numero di passeggeri aerei a livello globale è sceso del 60% nel 2020 (1,8 miliardi rispetto ai 4,5 miliardi del 2019), mentre allo stesso tempo il numero degli sfollati interni dovuto a disastri, conflitti e violenze è salito a 40,5 milioni (in aumento rispetto ai 31,5 milioni del 2019). ● il numero di migranti internazionali è cresciuto da 84 milioni a livello globale nel 1970 a 281 milioni nel 2020, anche se quando si tiene conto della crescita della popolazione globale, la percentuale di migranti internazionali è aumentata solo dal 2,3% al 3,6% della popolazione mondiale. ● La maggior parte delle persone a livello globale (96,4%) risiede nel paese in cui è nata. Il numero di migranti internazionali per il 2020 è stato inferiore, di circa 2 milioni, a quello che sarebbe stato altrimenti a causa del COVID-19. 81