Scarica Sociologia Generale; Rita Bichi e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA La sociologia è lo studio sistematico dei gruppi umani e della vita sociale nelle società moderne Nasce in una workhouse e sua madre muore subito dopo averlo dato alla luce. Viene mandato in un orfanotrofio fino all'età di 8 anni e da qui torna nella workhouse, dove soffre la fame. Una sera chiede un'altra razione di cibo e per questo viene cacciato e fatto assumere come apprendista presso Mr. Sowberry. Anche qui viene trattato così male che decide di scappare a Londra. Quasi giunto in città il ragazzo conosce un uomo che gestisce una banda di ladruncoli e che lo avvia al mestiere di ladro. Max Weber a Chicago nel 1904 Il brano è tratto da una lettera di M. Weber, riportata nella biografia di Marianne Weber ...A perdita d’occhio, è un’immensa riserva umana […] all’orizzonte, tutto intorno - perché la città si estende ancora per miglia e miglia prima di fondersi coi sobborghi - ci sono cappelle, camini che fumano, case di tutte le dimensioni… L’inferno si è abbattuto sui mattatoi: è scoppiato uno sciopero, […]; colpi d’arma da fuoco tutti i giorni con dozzine di morti da una parte e dall’altra; un autobus è stato capovolto e una dozzina di donne sono morte schiacciate […]; ci sono stati attentati con la dinamite contro il metrò e un vagone è deragliato prima di cadere nel fiume. Vicino al nostro hotel, un tabaccaio è stato ucciso in pieno giorno; qualche via più avanti, tre neri hanno attaccato e svaligiato un autobus al calare della notte. Si trova qui un intreccio incredibile di nazionalità. Lungo le strade i greci lucidano gli stivali degli Yankees per 5 cents. I tedeschi li servono a tavola, gli irlandesi si occupano della loro politica e gli italiani dei loro lavori di scavo più sporchi. Fattori di sviluppo - industrie dell’agricoltura delle pianure del Middle West: mattatoi e costruzione di strumenti agricoli (es. McCormick) - costruzione delle delle ferrovie verso Ovest (es. vagoni Pullman) - industrie siderurgiche - stamperie - industrie del tessile e del cuoio - commercio feral children •Che cosa influenza come io mi vedo e definisco me stesso? • Come gli altri influenzano il modo in cui mi vedo e mi definisco? •Come io influenzo come gli altri mi vedono e mi definiscono? Struttura vs Azione oStruttura oSistema di 1 55 oTotalità oOlismo oAzione sociale oInterazione oSoggetto oIndividualismo Autonomia dei fenomeni sociali dall’azione individuale Le totalità Dipendenza dei fenomeni sociali dall’agire individuale Gli individui Émile Durkheim 1858 - 1917 Il positivismo e il fatto sociale Il positivismo nel sapere scientifico Ispirato alla tradizione filosofica che vuole che le idee provengano dall’esperienza: qualsiasi idea che non si possa dimostrare derivata dall’esperienza non è un’idea autentica David Hume Se ci viene alle mani qualche volume per esempio di teologia o di metafisica scolastica, domandiamoci: contiene qualche ragionamento astratto sulle quantità e sui numeri? No. Contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto o di esistenza? No. E allora gettiamolo nel fuoco perché non contiene che sofisticherie e inganni (Ricerca sull’intelletto umano, 1748) Gli elementi essenziali del positivismo 0La realtà consiste essenzialmente in ciò che è alla portata dell’esperienza sensibile 0La filosofia, pur essendo una disciplina indipendente dalla scienza, riveste nei suoi confronti un ruolo parassitario (Avversione per la metafisica) Per fare, e per mantenere, la distinzione tra conoscenza empiricamente fondata e mera speculazione erano necessari criteri di demarcazione: Il positivismo riconosce legittimità e autorità solo a due generi di conoscenza: quella EMPIRICA e quella LOGICA 0 Il metodo garantisce l’oggettività e dunque la possibilità di produrre conoscenza certa e stabile 0Fondamentale distinzione tra fatti e valori: la scienza si occupa dei primi mentre la veridicità dei valori non può essere conosciuta dalla scienza Durkheim e la sociologia uDisciplina autonoma uCaratterizzata dall’applicazione del metodo scientifico di 2 55 Il suicidio I tassi di suicidio variano al variare del livello di istruzione Indebolimento del tradizionalismo religioso e stato di individualismo morale (perdita di coesione) che ne risulta, che rafforza contemporaneamente il bisogno di sapere e la tendenza al suicidio Funzionalismo e Parsons Approccio olistico •L’ordine sociale (struttura o sistema) costituisce il presupposto essenziale dell’agire individuale e collettivo •IL TUTTO SPIEGA LE PARTI •L’individuo è una realtà «derivata» dal tutto (gruppo, sistema, struttura, società), ruolo di mero «esecutore» •La totalità possiede caratteristiche proprie OLISMO STRUTTURALISTICO - VISIONI CONFLITTUALI FUNZIONALISTICO-VISIONI CONSENSUALI Qual è la natura dei fenomeni sociali? Definizione di funzionalismo •La società è concepita come un insieme di parti (sistema sociale) interconnesse, in cui nessuna parte può essere compresa se isolata dalle altre •Analisi dei fenomeni sociali nei termini delle funzioni che essi svolgono in un sistema socioculturale. Lo sviluppo del funzionalismo è basato sul modello del sistema organico che troviamo nelle scienze biologiche Equilibrio e squilibrio •L’esistenza di uno “stato normale” delle cose, o stato di equilibrio, paragonabile alla condizione normale o sana di un organismo •Ogni mutamento è causa di un certo squilibrio, che a sua volta produce altri cambiamenti e addirittura una riorganizzazione del sistema stesso •tutte le parti del sistema si riorganizzano per riportare una situazione perturbata alla normalità Olismo Individualismo i fenomeni hanno una natura del tutto intrinseca i fenomeni sono un prodotto dell’agire individuale di 5 55 Radici intellettuali e precursori del funzionalismo Auguste Comte (1789-1857) una perdita di armonia tra le parti di un sistema sociale è patologica il concetto funzionalista di equilibrio Emile Durkheim (1858-1917) •concetto di integrazione simile al concetto di equilibrio nel funzionalismo •Società a solidarietà meccanica e organica (La divisione del lavoro sociale, 1893) Bronislaw Malinowski (1884-1942) •ad ogni bisogno umano corrisponde un elemento socio-culturale (istituzione, organizzazione e pratiche sociali) che svolge la funzione di soddisfare quel bisogno. •Questi elementi cambiano secondo il tipo di cultura, ma sempre svolgono una funzione socialmente significativa. Talcott Parsons (1902-1979) Biografia di Talcott Parsons (1902-1979) •Nasce a Colorado Springs nel 1902, figlio di un pastore congregazionista attivo in un movimento religioso per la riforma sociale •Studia filosofia, biologia ed economia •FORMAZIONE IN EUROPA •London School of Economics: segue i corsi dell’antropologo funzionalista Malinowski (1884-1942) •Heidelberg (Germania): incontro con opere di Weber e di Marx •AMERICA •Dipartimento di Sociologia di Harvard Presidente dell’American Sociological Alcune opere •La struttura dell’azione sociale (1937) •Il sistema sociale (1951) •Working Papers in the Theory of Action (con altri) (1953) “Grand Theory” •Ogni società ha creato istituzioni specifiche (clan, gens, tribù…) •Non tanto comparare similitudini e differenze tra queste società MA •Comprendere ciò che accomuna le varie società nel tempo e nello spazio: i problemi comuni che hanno dovuto affrontare, a cui ciascuna di queste società ha fornito una risposta tramite le proprie istituzioni o strutture sociali •Comprendere allora le funzioni svolte dalle strutture sociali in ogni società: clan, gens, tribù sono espressioni diverse della stessa funzione sociale •Lo scopo è quello di formulare una “teoria generale della società” applicabile a qualsiasi società (nel tempo e nello spazio) di 6 55 Si comincia dall’unità di base del sistema sociale: l’AZIONE SOCIALE - NATURA SOCIALE dell’azione come oggetto di studio proprio della SOCIOLOGIA - RELAZIONI che intercorrono tra i vari soggetti agenti Struttura dell’azione sociale ATTO ELEMENTARE costituito di quattro elementi: 1)Attore 2)Fine, scopo specifico 3)Situazione: condizioni (non controllabili) e mezzi (controllabili) 4)Orientamento normativo: un fine superiore in base al quale l’attore sceglie tra alternative Interdipendenza tra questi quattro elementi costituisce il sistema di azione sociale Carattere volontaristico •L’azione NON è una reazione a uno stimolo (comportamentismo), NE’ un mero perseguimento di interessi, NE’ il mero istinto di preservazione (utilitarismo) MA deriva da una scelta compiuta sulla base di un senso intenzionato che rimanda a valori socialmente condivisi •Scelta, decisione libera à aspetto volontaristico che discende dai significati che l’attore dà alle proprie scelte •Es. azioni diverse per promuovere un fine condiviso: il rispetto dell’ambiente PROBLEMA: come si risolve la tensione tra l’autonomia degli individui e l’integrazione del sistema, ovvero l’esigenza di stabilità del sistema sociale? Orientamento normativo •L’individuo aderisce a un orientamento normativo nel proprio agire •ORIENTAMENTO NORMATIVO : norme e valori socialmente condivisi, collettivi à vi è una coscienza collettiva sovraordinata che fa da riferimento normativo alla società (Durkheim) à elaborati all’interno di ciascuna CULTURA •Dalle norme e i valori discendono delle ASPETTATIVE sui nostri comportamenti, in base alle quali agiamo, alle quali ci conformiamo à si tratta di aspettative sul ruolo che ricopriamo Status, ruolo, aspettative di ruolo, istituzione •Ogni individuo ha uno STATUS: occupa una posizione rispetto ad altri soggetti nell’ambito di un sistema di relazioni (medico, docente, genitore…) •Le azioni – ciò che deve essere compiuto – da chi occupa quella posizione costituisce il RUOLO (curare, insegnare, educare…) •Ad ogni ruolo sono associate delle ASPETTATIVE: le reazioni “degli altri”. Le aspettative sono reciproche, poiché ciascuno ha un ruolo associato alla posizione che occupa di 7 55 Devianza in Durkheim Le regole del metodo sociologico (1893) «occorre che l’originalità individuale abbia la possibilità di emergere […] Secondo il diritto ateniese, Socrate era un criminale e la sua condanna non aveva nulla di men che giusto; eppure il suo reato – vale a dire la sua indipendenza di pensiero – è stato utile non soltanto all’umanità, ma anche alla sua patria […]. La libertà di pensiero della quale godiamo attualmente non avrebbe mai potuto venir proclamata se le regole che la vietavano non fossero state violate prima di venir solennemente abrogate» Devianza Parsons •agire eufunzionale vs agire disfunzionale •Il parametro di valutazione è il contributo dell’individuo al sistema (primazia del sistema sull’attore) Come si evolve un sistema sociale? •Differenziazione funzionale Metodo (1) •La sociologia deve spiegare il sociale senza ricondurlo ad altro, usando una spiegazione essa stessa sociale •Economia politica e la psicologia riconducono il comportamento sociale rispettivamente agli interessi e alle passioni, entrambe ancorate all’individuo e non alla società Metodo (2) •l’azione è libera e volontaria: la scelta è fatta sulla base di un senso intenzionato che rimanda a valori socialmente condivisi •L’azione sociale non può essere ricondotta a una spiegazione biologica, economica, psicologica e non può essere indagata con i metodi del comportamentismo Metodo (3) •la teoria deve essere astratta così da vedere cosa accomuna al di là di enormi diversità (GRANDE TEORIA) •Le strutture sociali (famiglia, scuola, stato) svolgono le loro funzioni in modo da garantire la stabilità del sistema sociale nel suo insieme (es. aeroporto Sintesi 3 elementi caratterizzano il lavoro di Parsons 1.Individuo si integra nella società mediante l’interiorizzazione dei valori sociali 2.Ricerca di una teoria generale della società: autore che più di tutti ha cercato una teoria generale della società 3.Modello di evoluzione sociale basato sul concetto di differenziazione funzionale SOCIETÀ PREMODERNA SOCIETÀ MODERNA Vincoli forti all’azione dell’individuo Individuo autonomo e libero di 10 55 Crisi funzionalismo •Metà anni ‘60 •Critiche da altri sociologi (marxisti, liberali, radicali) ma anche dai suoi stessi allievi (Merton e Smelser) •Critica maggiore: poca attenzione al mutamento sociale, al conflitto, alle diseguaglianze di classe e sociali Karl Marx 1818 -1883 ALCUNE OPERE DI MARX •Manifesto del partito comunista (1848) •Per la critica dell’economia politica (1859) •Teorie del plusvalore (1862-63) •Capitale. Critica dell’economia politica (1866) OLSMO STRUTTURALISTICO APPROCCIO OLISTICO •L’ordine sociale (struttura o sistema) costituisce il presupposto essenziale dell’agire individuale e collettivo •IL TUTTO SPIEGA LE PARTI •L’individuo è una realtà «derivata» dal tutto (gruppo, sistema, struttura, società), ruolo di mero «esecutore» •La totalità possiede caratteristiche proprie Qual è la natura dei fenomeni sociali? OLISMO STRUTTURALISTICO La struttura viene prima degli individui, in quanto li precede e assume nei loro riguardi un legittimo valore esplicativo MARX: CENTRALITÀ DELLA STRUTTURA ECONOMICA Per la critica dell’economia politica (1859) «...nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale su cui si eleva una sovrastruttura giuridica e politica, e alla quale corrispondono forme determinate di coscienza sociale» Struttura economica DETERMINA Olismo Individualismo i fenomeni hanno una natura del tutto intrinseca i fenomeni sono un prodotto dell’agire individuale di 11 55 Sovrastruttura religiosa, giuridica, politica CLASSE SOCIALE MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA 1848 «La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classe. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto e condussero una lotta ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta» CLASSE SOCIALE - MARX •CONCETTO DI CLASSE LEGATO ALLA DIMENSIONE ECONOMICA •definita dalla proprietà dei mezzi di produzione, ovvero le risorse che rendono possibile la produzione, come fabbriche, macchine, attrezzi e materie prime (classe in sè) •capitalisti vs proletari •Classi sociali in base alla posizione che assumono all’interno del processo di produzione: CLASSE DOMINANTE E CLASSE DOMINATA •Alla fine della storia le classi sociali spariranno e gli uomini si relazioneranno fra di loro in quanto individui e non in quanto produttivi CLASSE SOCIAL E CONFLITTO DI CLASSE •La classe dominante incarna lo sviluppo delle forze di produzione in quella specifica fase storica •Sviluppo nuove forze di produzione→nuovi rapporti tra le classi sociali 1.Classe sociale dominata prende coscienza di sè (classe per sè) 2.Conflitto di classe 3.Rivoluzione 4.Proletari si impadroniscono dello Stato→DITTATURA DEL PROLETARIATO 5.SOCIETÀ COMUNISTA CONTRIBUITO DI MARX AL PENSIERO SOCIOLOGICO MARX E LA SOCIOLOGIA •Marx è uno SCIENZIATO CRITICO •Ma che RAPPORTO C’è TRA OGGETTIVITà DEL SAPERE SCIENTIFICO E CRITICA SOCIALE? •OGGETTIVITà E CRITICA FANNO PARTE DELLO STESSO PROGETTO SCIENTIFICO CRITICA ALLA RELIGIONE E ALLA BORGHESIA •Il Marxismo, come scienza critica, deve smascherare tutte le ideologie •La critica deve esercitarsi sulla struttura e sulle sovrastrutture •Progressiva liberazione da tutte le false credenze del passato CRITICA ALLA RELIGIONE «La critica alla religione è il presupposto ad ogni critica» CRITICA ALLA BORGHESIA di 12 55 AGIRE SOCIALE Agire: atteggiamento umano (sia esso un fare un tralasciare o un subire, di carattere esterno o interno), se e in quanto l’individuo che agisce o gli individui che agiscono congiungono ad esso un senso soggettivo Agire sociale: agire riferito – secondo il suo senso, intenzionato dall’agente o dagli agenti – all’atteggiamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo AZIONE SOCIALE WEBERIANA Un’azione è sociale quando un attore sociale assegna un determinato significato alla propria condotta e, attraverso questo significato, essa viene messa in relazione con il comportamento di altre persone L’interazione sociale avviene quando le azioni di ogni individuo sono orientate verso le azioni degli altri, in modo reciproco GLI ATTORI INTERPRETANO Le azioni non sono mai dirette reciprocamente le une verso le altre in modo meccanicistico, basato cioè sullo stimolo e sulla risposta allo stimolo: lo sono perché gli attori interpretano e danno significato sia al loro comportamento sia a quello degli altri SIGNIFICATO Pone in rilievo come l’azione umana non sia così determinata nel suo corso quanto la materia inanimata di cui si occupa la scienza naturale Si afferma cioè che la vita umana pretende una differente disposizione, e che dunque richiede diversi metodi di studio LA SOCIOLOGIA COMPRENDENTE Le scienze sociali non possono sostenere una legge generale a partire dalla quale dedurre verità sui casi osservati es. legge di gravitazione universale: due qualsiasi corpi si attraggono in ragione del prodotto delle proprie masse diviso il quadrato della distanza che li separa, il tutto moltiplicato per una costante G, detta di gravitazione universale: F = (M1 x M2 : d2) x G Le scienze sociali studiano fenomeni culturali storicamente significativi che il ricercatore analizza a partire dai propri valori Il ricercatore opera una scelta all’interno dell’infinita diversità del reale di cui, per esso, solo una limitata porzione possiede un significato (in quanto in rapporto con i suoi valori culturali) TIPOLOGIA DELL’AGIRE SOCIALE Agire razionale rispetto allo scopo Agire razionale rispetto al valore Agire affettivo Agire tradizionale AGIRE RAZIONALE RISPETTO ALLO SCOPO Se colui che agisce orienta il suo agire in base a scopi, a mezzi e a conseguenze che valuta razionalmente, cioè scegliendo i mezzi più efficaci per conseguire un determinato scopo, e cercando di prevedere le conseguenze dell’azione. di 15 55 (un esempio: l’agire di mercato) AGIRE RAZIONALE RISPETTO AL VALORE Quando l’agente opera in base a convinzioni etiche, religiose o estetiche che non mette in discussione e di cui non valuta le conseguenze: pertanto egli si concentrerà sulla scelta razionale dei mezzi migliori per conseguire un determinato scopo che non viene scelto ma viene assunto come tale (agire in conformità a comandamenti divini) AGIRE AFFETTIVO Se l’agire è mosso da affetti e emozioni. Agisce in tal modo colui che soddisfa il proprio bisogno di affetto, di gioia, di vendetta o di dedizione, prescindendo da valutazioni di tipo razionale con riferimento sia ai fini sia ai mezzi da impegnare. (chi “perde la testa” per qualcuno) AGIRE TRADIZIONALE Quando l’attore si comporta in base a abitudini acquisite. La azioni sono guidate da modelli di comportamento che si tramandano nel tempo (fini e mezzi sono prestabiliti). È un caso limite di agire dotato di senso in quanto consiste in reazioni a stimoli abitudinari Costruzione di un idealtipo Si selezionano, fra i dati empirici, gli elementi più significativi; si trascurano gli elementi irrilevanti o accidentali; si collegano fra loro gli elementi selezionati, accentuandoli e coordinandoli. (“Accentuazione unilaterale di uno o di alcuni punti di vista”) La teoria del potere weberiana -Potere: “possibilità per un comando di trovare obbedienza da parte di un determinato gruppo di uomini”. -Per essere esercitato in maniera continuativa il potere richiede di trovare legittimazione da parte dei sottoposti. Il tipo di legittimazione è il criterio che distingue i tre tipi puri di potere Potere carismatico Potere tradizionale Potere legale Potere carismatico: l'autorità di un dono straordinario e personale di grazia (carisma). Il potere è tale quando poggia sulla dedizione straordinaria al carattere sacro o alla forza eroica o al valore esemplare di una persona, e degli ordinamenti rivelati o creati da esso Potere tradizionale: legittimità data dalla sacralità della tradizione. L’autorità è tale perché è sempre esistita (stato patrimoniale e feudale) Potere legale: legittimato dalla legge. Quando poggia sulla credenza nella legalità di ordinamenti statuiti (burocrazia) di 16 55 BUROCRAZIE Organizzazioni che funzionano secondo il principio delle competenze di autorità attribuite a uffici e specificate attraverso regole impersonali ed universali ORGANIZZAZIONE BUROCRATICA Osservanza della regola (scritta) Principio di competenza Specializzazione funzionale Principio gerarchico Reclutamento tramite concorso Separazione dai mezzi di produzione (impersonalità) ELEMENTI CARATTERISTICI -Divisione dei doveri e dei poteri di ufficio secondo norme previste -Rigida gerarchia di uffici con relativi poteri di controllo dei superiori sugli inferiori -I funzionari vengono selezionati in base a concorsi che accertano determinate conoscenze -I funzionari ricevono uno stipendio monetario fisso pagato dall’amministrazione per cui lavorano (non dagli utenti della stessa) -Esiste un percorso di carriera (per anzianità e per merito) - Il funzionario non è proprietario degli strumenti del suo lavoro, né della sua carica - Il funzionario è soggetto ad un controllo e ad un sistema disciplinare unificati - Gli atti amministrativi, le decisioni, le regole vanno fissate per iscritto GENTE DELLA NOTTE Di che cosa parla? Qual è l’oggetto d’attenzione? Come ne parla? Quali operazioni cognitive fa? Quali elementi weberiani trovate? Quali durkheimiani? A quale dei due impianti si avvicina di più? Olistico o individualistico? Quali errori avrebbe commesso se fosse stato un sociologo? La notte è più bello, si vive meglio, per chi fino alle 5 non conosce sbadiglio, e la città riprende fiato e sembra che dorma, e il buio la trasforma e le cambia forma e tutto è più tranquillo tutto è vicino e non esiste traffico e non c'è casino almeno quello brutto, quello che stressa, la gente della notte sempre la stessa ci si conosce tutti come in un paese, sempre le stesse facce mese dopo mese e il giorno cambia leggi e cambia governi e passano le estati e passano gli inverni, la gente della notte sopravvive sempre nascosta nei locali confusa tra le ombre. La gente della notte fa lavori strani, certi nascono oggi e finiscono domani, baristi, spacciatori, puttane e giornalai, poliziotti, travestiti gente in cerca di guai, padroni di locali, spogliarelliste, camionisti, metronotte, ladri e giornalisti, fornai e pasticceri, fotomodelle, di notte le ragazze sembrano tutte belle e a volte becchi una, in discoteca, la rivedi la mattina e ti sembra una strega, la notte fa il suo gioco e serve anche a quello a far sembrare tutto, tutto un po' più bello. Parlare in una macchina davanti a un portone ed alle quattro e mezzo fare colazione con i cornetti caldi e il caffelatte e quando sorge il sole dire buonanotte e leggere il giornale prima di tutti, sapere in anteprima tutti i fatti belli e brutti, di notte le parole scorrono più lente però è molto più facile parlare con la gente, conoscere le storie, di 17 55 Devianza e sistema Una certa dose di devianza, come per esempio non compilare il registro di classe con regolarità o non controllare i quaderni di tutti gli studenti ogni mattina, non solo non danneggia il sistema scuola, ma permette il suo funzionamento. In altre parole, un certo grado ed un certo tipo di devianza è funzionale al sistema Qualcosa di simile succede anche a proposito della distanza dal ruolo messa in atto dai chirurghi: la loro rinuncia identitaria migliora il sistema situato di attività. In che modo? Il controllo dell’“ansia” Il chirurgo riceve una garanzia di serenità da parte della sua équipe in cambio della sua disposizione ad essere una persona alla mano (Goffman 2003: 139) Chirurgo (ferito al dito dall’assistente che usa il bisturi elettrico): “se mi viene la bua, saprò dove l’ho presa e ho dei testimoni” In pratica il chirurgo, mentre sta eseguendo la posizione di ruolo ne sta ricoprendo anche un’altra: è cioè simile al padrone di casa che gestisce la conversazione durante la cena. Sente il dovere di far sì che gli invitati al suo tavolo (operatorio) si sentano a proprio agio in modo da dare il meglio di sé. Le istituzioni totali le consuetudini, l’ordine sociale Manicomio Carcere Monastero Asylums Un'istituzione totale può essere definita come il luogo di resistenza e di lavoro di gruppi di persone che - tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo - si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato. Prenderemo come esempio esplicativo le prigioni nella misura in cui il loro carattere più tipico è riscontrabile anche in istituzioni i cui membri non hanno violato alcuna legge. Questo libro tratta il problema delle istituzioni sociali in generale, e degli ospedali psichiatrici in particolare, con lo scopo precipuo di mettere a fuoco il mondo dell'internato L’istituzione totale ogni attività si svolge nello stesso luogo e sotto la stessa autorità gli individui svolgono quotidianamente le attività per gruppi numerosi, sotto la stretta sorveglianza da parte del personale dell’istituzione vi è un sistema di regole ferree e ripetitive che scandiscono le varie attività e fanno scaturire così una standardizzazione dei comportamenti lo svolgimento di tali attività è diretto al perseguimento dello scopo ufficiale dell’istituzione Stigma Il processo di normalizzazione del “diverso”, regole morali per la definizione delle identità Lo stigma è la maschera di 20 55 dalla quale non ci si può liberare Il me cancella l’io deformazioni fisiche, il carattere individuale e la differenza culturale e religiosa JÜRGEN HABERMAS La soluzione comunicativa Teoria dell’agire comunicativo (1986) L’ESSERE UMANO COME ANIMALE LINGUISTICO L’essenza dell’essere umano è la capacità di linguaggio L’elemento linguistico qualifica l’azione umana come simbolica, costituita da segni che possiedono un significato L’elemento linguistico qualifica l’interazione come comunicazione, come orientamento reciproco di due o più soggetti umani fondato su espressioni linguistiche Distinzione tra livello comunicativo e livello materiale/strumentale L’ERMENEUTICA Gli esseri umani costruiscono il mondo attraverso un’opera di interpretazione I significati sono reperiti nella tradizione culturale alla quale essi appartengono LA RAZIONALITÀ COMUNICATIVA La tradizione culturale, che è incorporata nelle espressioni linguistiche, esprime un sapere potenzialmente fallibile e, come tale, criticabile, fatto oggetto di ragionamento La razionalità comunicativa si manifesta con l’appropriazione di una tradizione culturale, con l’assunzione nei suoi confronti di un atteggiamento riflessivo e con il conseguente esercizio della critica L’IDEALE DELLA RAZIONALITÀ COMUNICATIVA Situazione linguistica ideale, propria di una società perfettamente razionale, caratterizzata dall’assenza di repressioni e di disuguaglianze, i cui membri ricorrono ad argomentazioni criticamente fondate nel definire situazioni e pervengono, su questa base, ad un’intesa senza costrizioni. L’AGIRE COMUNICATIVO Soltanto il modello di azione comunicativa presuppone il linguaggio come un medium di comprensione e intesa non ridotta ove i parlanti e gli uditori […] fanno contemporaneamente riferimento a qualcosa nel mondo oggettivo, sociale e soggettivo per trattare comuni definizioni di situazione L’agire consiste nell’interazione di soggetti che cercano una comprensione e un’intesa comunicativa per coordinare, di comune accordo, l’interpretazione delle situazioni in cui vengono a trovarsi, nonché i propri piani di azione e, pertanto, il proprio IL MONDO VITALE: LA RISERVA DI SAPERE “Riserva di sapere”, bagagli di conoscenze di carattere elementare e pragmatico, culturalmente tramandata e linguisticamente organizzata di 21 55 Insieme integrato di convincimenti che rimangono all’orizzonte dell’esperienza vissuta e aproblematici, dunque “scontati” (fin quando non vengono problematizzati dagli attori sociali) IL MONDO VITALE: LA SITUAZIONE Luogo di attualizzazione della riserva di sapere, aspetto ambientale della riserva di sapere (coordinate temporali, spaziali, sociali). ¡ Mondo vitale = riserva di sapere + situazione SISTEMA VS MONDO VITALE Meccanismi sistemici, mezzi di comunicazione che determinano la riproduzione materiale della società secondo modalità che non fanno riferimento alla soggettività degli attori sociali: Denaro, governa il sistema economico, opera nel mercato Potere, governa il sistema politico-amministrativo TEORIA DELL’EVOLUZIONE SOCIALE Situazione linguistico-comunicativa reale (mondo vitale colonizzato dal sistema) Situazione linguistico-comunicativa possibile (razionalizzazione del mondo vitale e del sistema) Situazione linguistico-comunicativa ideale (fondata sull’agire comunicativo) RIFORMULAZIONE DEL MATERIALISMO STORICO COME ERMENEUTICA DEL PROFONDO Centralità della “comunicazione non distorta”: gli interessi sociali vengono riconosciuti e sottoposti a critica. Condizioni linguistiche ideali: il contenuto della comunicazione si presume vero, giusto, sincero Se conosciamo le premesse della “falsa consapevolezza”, possiamo trasformare le condizioni della vita umana EDMUND HUSSERL (1859 – 1938) La crisi delle scienze europee e la fenomenologia HUSSERL E LA FENOMENOLOGIA •Ricerca di una base non interpretata per la conoscenza •Ricerca delle strutture universali del mondo sensibile: la fenomenologia trascendentale •Descrizione dell’esperienza quotidiana del “mondo della vita” L’EPOCHÉ •Che cosa garantisce al soggetto di conoscere qualcosa di effettivamente esterno a se stesso? •Il primo gesto che il fenomenologo deve compiere, consiste nella “sospensione di giudizio” (epoché), in forza della quale viene messa tra parentesi l’esistenza del mondo. di 22 55 William Rainey Harper primo presidente Facoltà di arti, letteratura e scienze sociali Dipartimento di Scienze sociali e Antropologia (l’anno dopo Sociologia), diretto da Albion Small La città di Chicago è uno dei laboratori sociali più completi del mondo […] i problemi più seri della società moderna si manifestano nelle grandi città e devono essere studiati come si presentano nella loro forma concreta e nelle grandi concentrazioni di popolazione. Nessuna città al mondo presenta una più grande diversità di problemi sociali tipici. Albion Small, Annuario dell’Università di Chicago, attività del Dipartimento di sociologia, 1892-1893 Vi hanno detto di scavare nelle biblioteche e di accumulare così una gran quantità di appunti e un alto strato di polvere. Vi hanno consigliato di scegliere i problemi per i quali potete trovare quantità di documenti ammuffiti che si basano su formulari preparati da burocrati stanchi e riempiti di malavoglia […] È quello che viene chiamato “sporcarsi le mani nella vera ricerca” […] Ma una cosa supplementare è necessaria: l’osservazione di prima mano. Andatevi a sedere nei saloni degli hotel di lusso e all’ingresso dei dormitori; sedetevi sui divani della Gold Coast e sui pagliericci dei bassifondi […]. In breve, sporcate il fondo dei vostri pantaloni nella vera ricerca Robert Park WILLIAM ISAAC THOMAS (1863 – 1947) Definizione della situazione Se gli uomini giudicano una situazione come reale, reali saranno le conseguenze If men define a situation as real, it is real in its consequences. Hence, a world of meaning connects the external environment and human actions. Thomas, W. I. And Florian Znaniecki. [1918-1921] 1958. The Polish Peasant in Europe and America. 2d ed. 2 vols. NY:Dover. LE MONOGRAFIE PIÙ NOTE DELLA SCUOLA DI CHICAGO The Hobo, N. Anderson (1923) The Gang, F. Thrasher (1927) Suicide, R. Cavan (1928) The ghetto, L. Wirth, (1928) The gold coast and the slum, H. Zorbaugh, (1929) The taxi-dance hall, P. Cressey (1932) The Jack-roller, C. Shaw (1930) The professional thief, E. Sutherland (1937) OLISMO VS INDIVIDUALISMO LE BASI D’ACCORDO TRA APPROCCI OLISTICI Non si presta attenzione a colui/ei che agisce perché ciò che precede determina l’agire L’atto è sempre spiegabile solo facendo riferimento ad elementi che lo precedono e che sono quindi cronologicamente anteriori rispetto ad esso Ciò che precede e che determina l’atto : Ruoli sociali (definiti dalle aspettative) di 25 55 Socializzazione (valori e norme interiorizzati) Struttura LE BASI D’ACCORDO TRA APPROCCI INDIVIDUALISTICI Centralità dell’individuo Oggetto l’agire umano dotato di significato Gli atti sono sempre orientati verso fini che i singoli soggetti, più o meno consapevolmente, tendono a conseguire Intelligibilità dell’agire umano DUE APPROCCI METODOLOGICI 1.Estensione alla sociologia della metodologia delle scienze naturali – misurazione oggettiva del comportamento umano 2.La sociologia ha una metodologia propria: comprensione e dunque interpretazione DIVERSE DOMANDE DI CONOSCENZA Approccio olistico Approccio individualistico Chi sono i devianti? In quali circostanze le persone vengono definite come devianti? Come essi diventano devianti? Come essi assumono la definizione di deviante? Quali sono le condizioni che producono i devianti? Come agiscono gli altri nei confronti di chi è definito deviante? È possibile curare o controllare i devianti? Come agisce ci viene definito deviante nei confronti di questa definizione? Come questa definizione influenza la costruzione del sé? Elementi distintivi Olismo Individualismo Premesse antropologiche Visione pessimista della natura umana Visione ottimista della natura umana Rap. individuo-società Primazia della società Primazia dell’individuo Realtà collettiva Sovra-individuale Risultante dell’agire individuale Atti sociali Comportamenti Azioni sociali Origine dell’agire sociale Cause esterne Intenzionalità soggettiva Origine dei fenomeni sociali Prodotti di altri fenomeni sociali Prodotti di az. indiv. aggregate Potere causale Condizionamenti strutturali Motivazioni individuali Problema principale Ordine sociale Controllo sociale Metodologia Positivista Comprendente di 26 55 Modernità e postmodernità Lyotard 1985 ¡Possiamo considerare postmoderna l’incredulità nei confronti delle metanarrazioni […] La novità consiste nel fatto che in tale contesto i vecchi poli di attrazione costituiti dagli stati-nazione, dai partiti, dalle professioni, dalle istituzioni e dalle tradizioni storiche perdono il loro potere di centralizzazione. Né sembra che essi debbano essere sostituiti […]. Ognuno è rinviato a sé Accelerazione della modernità ¡Il mutamento del lavoro: la flessibilità (Sennett 1998) ¡Processi di individualizzazione ¡Concezione sociale del tempo e dello spazio ¡Una società del rischio (Beck 2000) ¡I giovani ¡Il pluralismo ¡La secolarizzazione Modernità globalizzata ¡Universalizzazione dei processi alla base del progetto moderno e dei suoi due elementi di fondo: lo stato e l’impresa ¡Mondializzazione delle comunicazioni ¡Razionalizzazione tecnico-strumentale ¡Modello di universale emancipazione Michel Foucault (1926 – 1984) L’analisi del potere Alcune delle opere ¡Storia della follia nell’età classica, 1961 ¡Le parole e le cose, 1966 ¡L’archeologia del sapere, 1969 ¡Sorvegliare e punire, 1975 Alla base dell’evoluzione delle società ¡Principio di volontà: §Potere e sapere ¡Volontà di sapere e volontà di potenza Ricostruzione di questi rapporti ¡Genealogia: la storia delle pratiche di poterE Archeologia: la storia l’archeologia del sapere ¡Con archeologia vorrei designare non esattamente una disciplina ma un campo di ricerca, che sarebbe il seguente. In una società le conoscenze, le idee filosofiche, le opinioni di tutti i giorni, ma anche le istituzioni, le pratiche commerciali e poliziesche, i costumi, tutto rimanda a un certo sapere implicito proprio di queste società. Questo sapere è profondamente diverso da quello che si può trovare nei libri scientifici, nelle teorie filosofiche, nelle giustificazioni religiose, ma è esso a rendere possibile in un dato momento la comparsa di una teoria, di un’opinione, di una pratica di 27 55 ¡…Con il termine potere mi sembra che si debba intendere innanzitutto la molteplicità dei rapporti di forza immanenti al campo in cui si esercitano e costitutivi della loro organizzazione; il gioco che attraverso lotte e scontri incessanti li trasforma, li rafforza, li inverte; gli appoggi che questi rapporti di forza trovano gli uni negli altri, in modo da formare una catena o un sistema, o, al contrario, le differenze, le contraddizioni che li isolano gli uni dagli altri; le strategie infine in cui realizzano i loro effetti, ed il cui disegno generale o la cui cristallizzazione istituzionale prendono corpo negli apparati statali, nella formazione della legge, nelle egemonie sociali (La volontà di sapere 1978) Potere come rete produttiva di soggetti ¡Il potere come repressione porta con sé l’idea (come in Marx e Freud) che c’è qualcosa di positivo che viene represso e dominato ma che può essere liberato e salvato. ¡Il potere è invece una rete produttiva anonima che circola nella società nei suoi effetti, continuamente. ¡Il potere non si manifesta veramente quando qualcuno lo esercita su qualcun altro ma in un esercizio continuo ottenuto attraverso grandi apparati impersonali: burocrazia, esercito, famiglia, sapere scientifico, mezzi tecnici La fluidità ¡L’organizzazione di tali forze, che vede il prevalere di qualcuno su qualcun altro in determinate occasioni è fluida e in continuo movimento, producendo di volta in volta i suoi effetti ultimi, cioè le diverse configurazioni istituzionali del Potere tradizionalmente inteso GEORG SIMMEL 1858 - 1918 •La differenziazione sociale, 1890 •Forme e giochi di società, 1917 •Filosofia del denaro, 1900 •Sociologia, 1908 •Le metropoli e la vita dello spirito, 1903 LE FORME •La vita è un fluire incessante ma, allo stesso tempo, una produzione di forme attraverso cui quel fluire si manifesta •Tra i due momenti c’è una continua tensione: la vita tende a superare le forme in cui essa si stabilizza ma il suo manifestarsi concreto non può evitare di coagularsi ogni volta all’interno di forme sempre nuove •Metafora del vulcano: la vita è la lava del vulcano che, emergendo dalle profondità, si raffredda e si rapprende, dandosi forme volta a volta diverse, ognuna delle quali sarà sempre superata da nuove eruzioni •Questa tensione produce il cambiamento culturale UNIVERSALE RELAZIONALITÀ •Ciò che domina nella realtà sociale è l’azione reciproca tra elementi che interagiscono •Tutto è in rapporto con tutto: l’universale relazionalità è il vero oggetto della sociologia in quanto scienza •Tipico della scienza è un atteggiamento indeciso, aperto e problematico, teso a mettere in rilievo la complessità piuttosto che a ridurla a formule di 30 55 •La società è il nome con cui si designa la somma delle interazioni, utilizzabile solo se queste relazioni siano state accertate e stabilite (diversamente da Durkheim) RECIPROCITÀ TRA GLI INDIVIDUI •«I grandi sistemi e le organizzazioni pluri-individuali, in cui si suole pensare quando si parla di società, non sono che forme di reciprocità tra individui, protrattesi nel tempo e trasformatesi in formazioni stabili, autosufficienti e provviste di una fisionomia ben definita» INDIVIDUO/SOCIETÀ •I due concetti non sono contrapposti ma sono fatti delle stesse interazioni, si implicano reciprocamente •Il soggetto come punto di incontro delle interazioni, la società come insieme delle reti di relazioni •Oggetto di studio della sociologia è allora l’insieme delle interazioni e la forma che queste assumono LA SOCIOLOGIA COME SCIENZA DELLE FORME DI SOCIAZIONE •«Non esiste il triangolo ma solo un determinato oggetto a forma di triangolo» •Concorrenza •Imitazione •Divisione del lavoro •Esclusione •Rappresentanza •Contemporaneità •Chiusura •Subordinazione •«Non esiste la subordinazione ma solo azioni reciproche di subordinazione» LA VITA DELLA SOCIETÀ •«Il fatto che gli uomini si guardino l’un l’altro e che sono reciprocamente gelosi; il fatto che si scrivono lettere o che pranzano insieme; il fatto che riescano simpatici o antipatici […]; il fatto che la gratitudine […] produca nel tempo un vincolo indissolubile; il fatto che uno chiede la strada all’altro o si veste e si adorna per l’altro - tutte le mille relazioni che si riflettono da persona a persona […] ci legano in modo indissolubile. In ogni attimo, questi fili vengono filati, vengono lasciati cadere, ripresi di nuovo, sostituiti da altri, intessuti con altri. Qui risiedono le azioni reciproche […] tra gli atomi della società, che sorreggono tutta la tenacia e elasticità, tutta la varietà e unitarietà di questa vita così chiara e così enigmatica della società». LA MODERNITÀ •La mutevolezza è la caratteristica prevalente della modernità •Tutto è fuggevole, superficiale, transitorio, fugace, veloce •L’essenza della modernità sta nella capacità di cogliere l’attimo, di vivere un presente fuggevole e leggero, quello che si realizza nelle mode, nella metropoli, nei gusti sempre mutevoli, nell’imperare della differenziazione. •Porta con sé un nuovo tipo di «uomo»: sradicato, nervoso, pronto a cambiare pelle, a vivere in sintonia con un mondo cangiante, capace di vivere senza un ideale che informi la sua intera vita •Un uomo che ricorda il nipote di Rameau di 31 55 «Che faccia bello o cattivo tempo» il filosofo, che ha l'abitudine di passeggiare alle cinque di pomeriggio seguendo i suoi pensieri come se fossero «baldracche», incontra il nipote disgregato e paradossale del grande musicista. Inizia così il più celebre dialogo della letteratura moderna. Da una parte la voce del filosofo anticonformista e però coerente nella sua ricerca del giusto e del bello; dall'altra quella di un individuo reazionario e cinico, pronto a cambiare opinione se gli si offre da bere e addirittura a prostituire la moglie - e tuttavia geniale nella sua stravaganza. Da che parte sta la ragione ? Questo dialogo si è prestato a interpretazioni svariate e illustri di filosofi come Hegel e Marx fino a Foucault, di letterati come Aragon ed Enzensberger. La sociologia fenomenologica 2 Alfred Schutz Senso intenzionato e tempo •La vita quotidiana è un fluire continuo di azioni, nostre e altrui, senza che a nessuno appaia necessario chiedersi perche fa cosi e non altrimemti •Le nostre azioni sono intenzionali ma non riflessive: il senso dell’azione è dato per scontato Intenzionalità e riflessività •Il senso è l’uscita riflessiva dalla continuità temporale •Bergson: identifichiamo un momento solo spezzando arbitrariamente il fluire del tempo •Husserl: il fluire della vita è un insieme di vissuti indivisi: la riflessione, ovvero la consapevolezza, pretende la separazione di un adesso da un prima e il ricollegamento dell’adesso a un prima: •Il prima mi viene dato nell’adesso come un passato •Prendere coscienza significa spezzare l’unità del flusso del tempo: riflettere è sempre ricordare Il senso per Schutz •Le nostre azioni sono intenzionali ma ci appaiono dotate di senso solo se sottoponiamo l’intenzionalità che contengono a una riflessione, a una presa di coscienza •Perché il soggetto possa essere consapevole del senso che ha dato alla sua azione occorre che stacchi arbitrariamente quell’unità di senso dall’esperienza attraverso una presa di coscienza riflessiva, occorre che la coscienza rifletta su se stessa. Come diamo senso alla nostra vita? •«Il senso dell’agire è l’azione progettata che lo precede» •Il senso dell’azione è perciò il progetto d’azione •Un’azione è tale solo se possiamo pensarla prima che si realizzi, anticipandola come un progetto da compiere (il senso di ciò che sto facendo sta nel progetto anticipato di cui è parte) •Il senso è il modo per ricostruire l’unità dell’esperienza andata persa con l’intervento della riflessività. •All’unità irriflessa del fluire si sostituisce un’unità sensata e riflessiva: l’unità della nostra esperienza ci appare come un insieme di progetti •L’azione compiuta non necessariamente coincide con l’azione progettata: •Due prospettive: •Ex ante, i fini (il motivo finale); •ex post, le cause (il motivo causale) di 32 55 (Forme elementari della vita religiosa, 1912) •Una religione è un sistema di credenze e pratiche relative a case sacre, cioè separate, interdette, le quali uniscono in un’unica comunità morale, chiamata Chiesa, tutti coloro che vi aderiscono. Parsons 1966 •Una religione è un insieme di credenze, pratiche e istituzioni che gli uomini hanno sviluppato in svariate società…come risposte a quegli aspetti della loro vita e situazioni ritenute non comprensibili e/o controllabili in termini empirico-strumentali, e ai quali essi attribuiscono un significato che include un qualche tipo di riferimento alle azioni rilevanti per la concezione dell’esistenza dell’0rdine «soprannaturale» che è considerato e sentito avere una fondamentale relazione con la posizione dell’uomo nell’universo e coi valori che danno significato al suo destino come individuo e nei suoi rapporti con gli altri Elementi comuni 1. In tutte le religioni è insita la rappresentazione di un ordine extra-sensoriale o soprannaturale di esseri, potenze e valori ultimi inattingibili all’esperienza comune, 2. ma che il credente può attingere per il tramite di un addestramento specifico e di processi interiori e esteriori appropriati, in momenti e situazioni stabiliti 3. l’ordine extra-sensoriale o soprannaturale conferisce un particolare significato all’ordine sociale esistente, all’ordine naturale e agli eventi e condizioni dell’esistenza umana 4. Questi significati orientano la condotta del credente in tutte le principali situazioni dell’esistenza e costituiscono il fondamento della sua morale •Attorno alla rappresentazioni religiose si aggregano, si sviluppano, si organizzano varie forme di gruppo, di associazione, •di norma collegate a tipi specifici di comportamento collettivo e di movimento sociale. Che cosa tiene insieme la società? •Interessi, utile, amore, solidarietà, piacere, successo, giustizia…. •Principio assoluto, non umano, volontà sovraordinata alle singole volontà umane, religo (legare, tenere unito) Società ordinata •Insieme di pratiche rituali che rafforzano i legami sociali e producono ordine interno •Van Gennep: i riti di passaggio (pubblici, da una condizione all’altra della vita) •Non più eventi naturali ma culturali, perché acquistano un significato sociale da celebrare uscendo dall’ordinario Fondamento a-razionale dell’ordine: il sacro •Otto: l’intima essenza della religione è fuori dalla società, è un’alterità radicale che si pone di fronte alla coscienza umana. • Radicalmente altro, il sacro è indicibile: mysterium tremendum et fascinosum •Durkheim: fenomeno sociale, il sentirsi in società, il lato non razionale della genesi dell’ordine sociale Religione come organizzazione •Divisione del lavoro •Formazione di ceti di professionisti di 35 55 •Gestione delle risorse •Articolazione in gruppi, associazioni ecc. Emo •Con il termine emo si definisce un sottogenere della musica hardcore punk. Nella sua accezione originale, il termine fu utilizzato per descrivere la musica di Washington DC della metà degli anni '80 e le band associate ad essa. •Negli anni successivi, fu coniato il termine emocore (abbreviazione di “emotional hardcore"), usato per descrivere altre scene musicali influenzate da quella di Washington. •Il termine emo deriva dalla volontà della band di "emozionare" l'ascoltatore durante le proprie esibizioni L'emo è spesso associato ad un certo tipo di moda relativa all'abbigliamento skate. Sia i ragazzi che le ragazze usano spesso jeans stretti ed aderenti, hanno una lunga frangia asimmetrica in testa e gli occhi truccati di nero. Sono frequenti t-shirt aderenti raffiguranti le band preferite, cintura con le borchie colorate con tonalità accese, scarpe da skater o in generale scarpe nere, Converse o Vans. •neo-maschi antitetici al modello «macho tenebroso ed egocentrico», capaci di scrivere poesie e di inviarle per posta (non via internet) e di anticipare i desideri della propria partner. •Specie di neo-romantico finto trascurato E le ragazze «emo»? Vestono con maglioni di lana larghi oppure strettissimi, magliette un po' «andate» e pantaloni di velluto e scarpe da ginnastica rovinate. •Emo non è uno stile, non è una moda da seguire.. •Emo è sentimento, è solitudine, non è disprezzo.. •ma indifferenza per chi non lo capisce •e punta il dito contro e usa la bocca solo per giudicare. •Emo è il sogno, ma può essere anche l'incubo, la lacrima che ti riporta al passato ma che può portarti ad un futuro migliore. Emo non solo è il ciuffo, quello è per nascondere le lacrime nere come la pioggia, ma la lacrima può essere anche rabbia e nuova forza per affrontare ogni problema. Emo è l'emozione per ogni attenzione d'affetto che ricevi non di disprezzo.Emo è amore.. amore per la persona che ami, amore per gli amici e per quello a cui tieni veramente. Emo è infanzia, adolescenza e maggiore età.. non ha limiti ne barriere, solo confini da varcare. Emo è un periodo buio dove soffri per maturare, dove cerchi dentro di te la risposta alla domanda: GIUSTO O SBAGLIATO? •Emo non è rimpianto, però può essere chiarezza. Emo sono i bei momenti che hanno segnato la tua vita fino ad ora e ogni momento che la segnerà. Emo non è attirare l'attenzione, ne spacconagine. Emo è umiltà e rispetto per chiunque. Emo può essere anche piangere sotto la pioggia, di 36 55 però la pioggia lava le lacrime di dolore e sofferenza per portarti a star bene.. I processi di socializzazione La socializzazione •La socializzazione è il processo attraverso cui apprendiamo le competenze, le abilità, le norme, i valori, i comportamenti, gli atteggiamenti connessi ai ruoli sociali. •La socializzazione consente la riproduzione sociale: è attraverso di essa che i valori, gli ideali e i modelli di comportamento di ogni data società vengono trasmessi da una generazione all’altra Status e ruolo sociale •Un ruolo è un insieme di comportamenti orientati secondo le aspettative di un certo status. •A ogni ruolo sono associati tutti i comportamenti collegati ai suoi diritti e doveri: da una persona che ricopre il ruolo di musicista ci si aspetta che produca musica, si eserciti per un certo numero di ore al giorno, si coordini con colleghi e direttore. •A ogni status corrispondono diversi ruoli: una persona con lo status di insegnante si comporta in un modo con gli allievi, in un altro con i colleghi e in un altro ancora con il preside. •Tutti i ruoli associati a un dato status costituiscono un complesso di ruoli (Merton, 1949). Ruolo •A ogni ruolo sono associate specifiche aspettative. •Il (mancato) rispetto delle aspettative porta all’erogazione di: osanzioni, oricompense. •Il gruppo sociale rafforza così le regole che definiscono i comportamenti appropriati I fattori della socializzazione •Perché il processo di socializzazione abbia successo, sono necessari tre fattori: oaspettative di ruolo, ovvero il set di caratteri da trasmettere; opropensione alla conformità. Vi deve essere da parte dei membri del gruppo un’attitudine a conformarsi alle indicazioni ricevute; omodifica del comportamento. Gli individui devono modificare i propri comportamenti in base alle indicazioni. ATTENZIONE! •La socializzazione non è un processo univoco né tantomeno meccanico. Attraverso resistenza, ribellione, sfida… è possibile trasformare il processo: •continua negoziazione di ruolo •Socializzazione continua Contesto biologico •In tutte le specie animali, il processo di socializzazione è influenzato da fattori e limiti biologici. •Nel caso della socializzazione degli umani, tuttavia, i fattori biologici sono solo limitatamente rilevanti. Donne e uomini hanno infatti una scarsa dotazione di comportamenti innati (battere le palpebre, afferrare, succhiare). Per il resto, tutte le abilità umane complesse sono acquisite attraverso processi di apprendimento culturalmente condizionati. di 37 55 •Nelle prime due fasi, il soggetto non ha ancora il senso del giusto e dell’ingiusto. Nella terza e quarta impara ad agire per ottenere approvazione e poi matura consapevolezza delle regole morali. Le ultime due fasi sono segnate dalla capacità di scegliere autonomamente tra regole confliggenti. •Gli individui che hanno attraversato tutte le fasi possiederebbero, secondo Kohlberg, principi etici universalmente validi e coerenti. LA SOCIALIZZAZIONE CONTINUA •La socializzazione degli individui è un processo continuo, che non si esaurisce con l’adolescenza. •Brim, tra i primi a teorizzare la natura continua della socializzazione, prova a classificare le differenze tra socializzazione adulta e socializzazione infantile: ola socializzazione infantile è incentrata sulle motivazioni, quella adulta punta allo sviluppo di capacità specifiche; ola socializzazione infantile forma valori stabili, quella adulta riguarda comportamenti modificabili; oi bimbi sono portati ad aderire acriticamente alle regole; la socializzazione adulta porta a interpretare criticamente le regole; ola socializzazione infantile pone l’accento sull’obbedienza all’autorità, quella adulta consente di riconoscere il conflitto di ruolo. •Alcuni (es.: Clausen, Erikson) legano le differenze tra socializzazione infantile e adulta alla diversa natura delle crisi e sfide che caratterizzano tali fasi. •Secondo Erikson, ad esempio, lo sviluppo prevede 8 fasi, a ciascuna delle quali è associata una forma specifica di crisi o sfida. Il passaggio di fase ha luogo quando la sfida viene risolta. •Il passaggio da fase a fase non è comunque meccanico ed elementi non appresi (o parzialmente appresi) in fasi precedenti possono essere acquisiti successivamente attraverso processi di ri- socializzazione. •Di recente, inoltre, nelle società post-industriali nuova attenzione ha attirato il tema della socializzazione alla vecchiaia. GLI AGENTI DELLA SOCIALIZZAZIONE •Il bambino dipende dagli altri per il nutrimento, il vestiario, il riparo. Inoltre, per svilupparsi in modo armonico, ha anche bisogno di rapporti affettivi stabili. •Durante la prima infanzia, il principale agente di socializzazione è dato dalla famiglia e da coloro che con essa collaborano per la cura e l’assistenza al bambino. Condizioni di isolamento e abbandono (privazione di attenzioni) producono effetti negativi in termini di apprendimento e capacità di relazione. •Un’altra forma di mancanza è legata all’istituzionalizzazione. Questa, studiata in modo esemplare da Goffman, designa gli effetti negativi associati a un’assistenza istituzionale, in cui manca l’interazione affettiva. •Nella fase della seconda infanzia e dell’adolescenza, i principali agenti di socializzazione sono gli insegnanti, i pari e i mezzi di comunicazione. •La scuola e gli insegnanti portano i soggetti ad apprendere, oltre a nozioni e capacità, anche i valori della società di appartenenza. Essi fungono così da agenti di controllo sociale. •I bambini apprendono molto anche dai mezzi di comunicazione di massa. In questo caso, accanto alle funzioni di informazione e intrattenimento, i mezzi di comunicazione sono capaci anche di persuasione occulta nei confronti dei soggetti. di 40 55 I MECCANISMI PSICOLOGICI DELLA SOCIALIZZAZIONE •La socializzazione avviene attraverso meccanismi psicologici di incoraggiamento e inibizione. •L’imitazione si riferisce ai tentativi consapevoli di riprodurre il comportamento di un modello. •L’identificazione è legata ai meccanismi inconsapevoli che portano i bambini ad adottare comportamento, atteggiamenti e valori degli agenti della socializzazione, assorbendone dati tratti di personalità. •La vergogna è il meccanismo per cui ci si sente umiliati di fronte ad altri per i propri comportamenti. •Il senso di colpa è simile alla vergogna, ma è auto-inflitto: è la coscienza della colpa a tormentare il soggetto. SOCIALIZZAZIONE: PROCESSO UNICO O MOLTEPLICE? •Le differenze di classe possono portare a modalità di socializzazione molto diverse, come illustrato dagli studi di Kohn (1969) ed Elder (1974). •Anche le differenze etniche e religiose hanno un peso potenziale sulle traiettorie di socializzazione. E lo stesso può dirsi per le differenze di cultura, che tra le altre cose hanno un peso anche sulla costruzione sociale del genere. •Quando i processi di socializzazione falliscono, possono aprirsi spazi per la trasformazione della società. Ma possono altresì verificarsi problemi per i soggetti interessati dal fallimento. FEDE E RELIGIONE PER LE NUOVE GENERAZIONI LA RICERCA IN DUE FASI 150 GIOVANI (19-21enni e 27-29enni), battezzati, di piccoli e grandi centri del Nord, del Centro e del Sud d’Italia 50 GIOVANI già intervistati nella prima fase, i più vicini alla Chiesa, ovvero: •i credenti più convinti; •chi ha avuto/ha un ruolo (educatore, catechista, animatore ecc.) nella comunità; •chi si è allontanato per poi riavvicinarsi I percorsi della fede passano per la tradizionale iniziazione, decisa dalle famiglie Il distacco, che avviene di frequente, si compie intorno ai 13/16 anni Intorno ai 25 anni è possibile un “ripensamento” e un “ritorno” È diffusa l’idea di un Dio privato, di proprietà del singolo, un Dio-fai-da-te Una fede che non incide sulla vita e sui rapporti con il prossimo non ha senso I giovani scelgono quali elementi fondamentali della fede cristiana fare propri. Molti aspetti rimangono in ombra Si criticano le regole per le regole, l’esteriorità della Chiesa, il clero corrotto. Il “cattolicesimo” è sinonimo di “istituzione” e “cattolico” di “bacchettone” di 41 55 COME VIVI OGGI IL RAPPORTO CON DIO? Dio è immanente, è qui, è concreto “È venuto qui, ma poteva anche starsene lassù” È un compagno di vita Dio rispondE alle domande di senso Dio dà senso alla vita “Io e Dio, non la comunità e Dio” “Il mio Dio secondo me” “Dio a modo mio” “Credo nel mio Dio, non nel loro” “Dio dà benessere e felicità” IL BELLO DEL CREDERE Ti dà la forza di superare le paure che ha È bello credere in un qualcosa che ha dato senso al nostro vivere. La vita è troppo bella e troppo più grande di noi. Non può essere Nata senza ragione e non può finire senza ragione Lui ti fa sentire amato, ti fa sentire speciale, perché Lui non fa – diciamo – cose nuove, ma fa nuove tutte le cose. Nonostante magari tu non sia il meglio o creda di non essere il meglio Dio è la risposta. Quindi è propriO un modo diverso di vedere tutto quello che ti circonda. È vedere Dio in tutto e vedere tutto in funzione di Dio COMUNICARE O TESTIMONIARE? scino esercitato dalla figura di Papa Francesco perché parla il linguaggio della semplicità La vera comunicazione della Chiesa è quella testimoniale: dovrebbe anzitutto vivere in coerenza con il messaggio di Cristo che è umiltà e servizio Una comunicazione di maggiore efficacia da parte della Chiesa non passa per un più abile uso dei media, ma per una maggiore coerenza tra il dire e il fare Il messaggio evangelico si trasmette attraverso i linguaggi del fare I giovani chiedono agli adulti di: Rispettare i loro percorsi anche se tortuosi e non standard Offrire loro criteri di scelta più che norme rigide da seguire Essere testimoni coerenti Curare le relazioni prima di ogni altro aspetto Costruire percorsi formativi coraggiosi Utilizzare il linguaggio del fare e rivalutare l’uso dei simboli per comunicare il Vangelo Essere esempi di cura di 42 55 Teorie interazioniste: l’etichettamento (H. Becker) uL’etichetta: Alcolizzato, tossicodipendente (drogato ecc), pedofilo, adultero uL’interazione tra chi etichetta e chi è etichettato (agenti di controllo sociale) uUn deviante è colui al quale un’etichetta deviante è stata applicata con successo uLe persone che hanno più probabilità di essere socialmente definite come devianti quando sono povere, lavorano in occupazioni di basso status o sono comunque in posizioni svalutate Devianza primaria uAtti devianti occasionali, strani o fuori dall’ordinario. Atti isolati di devianza primaria comportano raramente, se non mai, l’applicazione riuscita dell’etichetta deviante Devianza secondaria uatti devianti che persistono, diventano frequenti e alla fine inducono le persone a organizzare la propria vita e le proprie identità personali intorno ai loro status devianti L’ISTRUZIONE •Scuole e università hanno il compito di impartire nozioni e competenze ma svolgono anche un’importante e più generale funzione socializzatrice •Processo formale attraverso cui la società trasmette conoscenze e capacità ma anche norme e aspettative TRE SCUOLE DI PENSIERO •Approcci funzionalisti –Socializzazione secondaria, preparazione al ruolo nel lavoro, armonia con i sistemi economico e politico •Teoria critica del conflitto –Sistema di riproduzione delle disuguaglianze di classe (Marx) –Competizione di status tra gruppi sociali (Weber) •Interazionismo –Etichettamento: buono, cattivo, lento, intelligente, diligente, svogliato…. APPROCCI FUNZIONALISTI •Obiettivi e valori culturali differiscono enormemente da una società all’altra: –Atene antica: belle arti –Roma: produzione di leader militari e politici –Medioevo: predominanza dell’insegnamento religioso –Rinascimento: arti e letteratura –Oggi: maturità personale e scienza •Controllo sociale: l’istruzione, insieme alla religione, la famiglia, e le leggi fa parte delle istituzioni che contribuiscono al mantenimento della coesione sociale •Strumento di selezione: la scuola come filtro che contribuisce a determinare il tipo di lavoro che si farà da adulti •Istruzione come investimento in capitale umano: più istruzione più remunerazione «IL VERO AMICO DEL POPOLO», 1853 •Se anche si diffondesse la cultura a minute proporzioni, avverrebbe sempre che il popolo perderebbe la primitiva ingenuità e semplicità, si allontanerebbe dalle tradizioni, non amerebbe più di 45 55 come prima la pressione delle autorità; l’insegnare a leggere e a scrivere al popolo è cosa di poca utilità, e che può portare funesti effetti MEMORIA PER IL GRANDUCA DI TOSCANA, 1838 •Dove vi è più istruzione nella massa, il popolo è più costumato e tranquillo: rispetta i magistrati, eseguisce le leggi, apprezzandone i vantaggi e riconoscendo la necessità del vincolo, che la società civile costituisce e conserva. Esempio di illuminata sommessione, e di costumatezza relativa, ne sia la Scozia, i Dipartimenti settentrionali della Francia, dove l’istruzione primaria elementare è al maggiore possibile estesa nel basso popolo: e se la magnanima maria teresa e i suoi augusti successori sapientemente operarono, per diffondere l’istruzione elementare negli stati ereditari, copiosi frutti di tranquillità e di affettuosa sudditanza ne colsero APPROCCI CONFLITTUALISTI •IVAN ILLICH (1971): Descolarizzare la società •Il sistema di istruzione attuale non promuove lo sviluppo cognitivo, la razionalità e l’autonomia intellettuale ma presiede alla trasmissione di valori materialistici e conoscenze tecniche, rendendo gli studenti vittime di esperti e burocrati •Ai datori di lavoro dovrebbe essere proibito chiedere ai potenziali dipendenti qualsiasi informazione sulla loro istruzione. •RANDALL COLLINS (1971): Competizione per lo status •I gruppi privilegiati difendono la loro posizione erigendo barriere all’accesso, certificazioni di appartenenza al gruppo: titoli e prove «L’AMACA» MICHELE SERRA REPUBBLICA 20 APRILE 2018 •Tocca dire una cosa sgradevole, a proposito degli episodi di intimidazione di alunni contro professori. Sgradevole ma necessaria. Non è nei licei classici o scientifici, è negli istituti tecnici e nelle scuole professionali che la situazione è peggiore, e lo è per una ragione antica, per uno scandalo ancora intatto: il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza. Cosa che da un lato ci inchioda alla struttura fortemente classista e conservatrice della nostra società (vanno al liceo i figli di quelli che avevano fatto il liceo), dall'altro lato ci costringe a prendere atto della menzogna demagogica insita nel concetto stesso di "populismo". Il populismo è prima di tutto un'operazione consolatoria, perché evita di prendere coscienza della subalternità sociale e della debolezza culturale dei ceti popolari. Il popolo è più debole della borghesia, e quando è violento è perché cerca di mascherare la propria debolezza, come i ragazzini tracotanti e imbarazzanti che fanno la voce grossa con i professori per imitazione di padri e madri ignoranti, aggressivi, impreparati alla vita. Che di questa ignoranza, di questa aggressività, di questa mala educación, di questo disprezzo per le regole si sia fatto un titolo di vanto è un danno atroce inferto ai poveri: che oggi come ieri continuano a riempire le carceri e i riformatori. LA POLEMICA E LA SUA RISPOSTA •Peccato che l'intera storia della sinistra parta dalla coscienza della sottomissione dei ceti popolari. La sua storia migliore è storia di emancipazione non solamente economica, anche culturale. La sua storia migliore è l'alfabetizzazione di massa, sono le centocinquanta ore di studio per i lavoratori di fabbrica, è il mito del figlio laureato per i genitori operai che non hanno potuto studiare, è Di di 46 55 Vittorio che convince i cafoni di campagna ad andare in città, alla domenica, con il cappello in testa, come fanno i signori. Non è colpa della sinistra - almeno questo addebito ci sia risparmiato - il fatto che nella nostra società, da un certo punto in poi (in Italia: da Berlusconi in poi) gli esseri umani sono diventati consumatori da ingozzare, telespettatori da rintronare di spot, gregge da tosare, massa amorfa che "ragiona come un bambino di otto anni" (Berlusconi); e di pari passo la cultura è parsa soprattutto un lusso per privilegiati, o addirittura una maschera del potere. Non più un'arma da espugnare, costringendo i ceti dominanti a spalancare le porte delle scuole e delle università; ma un orpello da disprezzare, valorizzando in antitesi la voce grossa, i modi rozzi, il "parlare semplice" come altrettante virtù "popolari". •Lo sdoganamento dell'ignoranza è uno dei più atroci inganni perpetuato ai danni del popolo, ed io penso (e lo scrivo da decenni) che faccia perfettamente parte dello sdoganamento dell'ignoranza l'idea che sia "classista" indicare con il dito proprio la luna: ovvero la differenza di classe. L’ISTRUZIONE: L’ESPANSIONE NEGLI ULTIMI DUE SECOLI •Europa medioevale: una piccola quota della popolazione accedeva all’istruzione superiore (1 - 5%) •Due passaggi di grande rilievo: •Rivoluzione industriale, lo sviluppo produttivo su grande scala, le migrazioni, la tecnica •Il secondo dopoguerra, la burocrazia, i servizi, la tecnica. Declino della concezione elitaria •L’istruzione come istituzione sociale DIRITTO-DOVERE ALL’ISTRUZIONE IN ITALIA •La legge Casati (1859): scuola elementare divisa in due bienni di cui solo il primo obbligatorio. L’istruzione secondaria: classica, 5 anni di ginnasio, 3 di liceo; tecnica 3 anni scuola tecnica 3 istituto tecnico •Legge Coppino (1877): introduce l’obbligo scolastico per il primo triennio delle elementari •Legge Orlando (1904): obbligo fino al 12 anno di età •Riforma Gentile (1923): obbligo fino a 14 anni •La Costituzione italiana (art.34): •La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. •Riforma del 1962: scuola media unica •Riforma Moratti (2003): obbligo a 16 anni •Riforma Gelmini (2008) •La «buona scuola» (2015), governo Renzi Nel 2019: •97 Istituzioni universitarie di cui 67 Università Statali •19 Università non Statali legalmente riconosciute 11 Università non Statali telematiche legalmente riconosciute GLI STUDENTI: QUATTRO TIPI DI CULTURE TROW E CLARK 1966 •Ludica •Amano le feste e gli sport, ritengono secondari gli studi e i risultati •Carrieristica •Si prefiggono il successo ma non hanno particolari rapporti con i professori, che ritengono ininflenti per il proprio futuro di 47 55 DA DIFFERENZE A DISUGUAGLIANZE •Le differenze (di età, genere, appartenenza etnica, orientamento sessuale) si traducono spesso in disuguaglianze (accesso differenziato alle opportunità e alle ricompense sociali). Es. donna e uomo •Le disuguaglianze incidono a loro volta sulla valutazione che diamo alle differenze stesse •Affinché una differenza si trasformi in disuguaglianza occorre che la prima sia fatta oggetto di una valutazione sociale •La valutazione sociale converte le differenze in vantaggi e svantaggi •Le diversità sociali raramente sono percepite come neutre! •Apprezzamento positivo e negativo delle differenze STEREOTIPO, PREGIUDIZIO, DISCRIMINAZIONE •STEREOTIPO: generalizzazione su un’intera categoria di persone •PREGIUDIZIO: attitudini, credenze e sentimenti, spesso negativi, nei confronti di un intero gruppo sociale •DISCRIMINAZIONE: comportamenti effettivi che determinano l’esclusione dei membri di taluni gruppi da determinate ricompense e opportunità sociali DISCRIMINAZIONE MOLTEPLICE (O INTERSEZIONALE) •Appartenenza a diversi gruppi svantaggiati (razza, genere, gruppo etnico, orientamento sessuale, religione ecc.) •ES. donne nere; donne rom DISCRIMINAZIONE ISTITUZIONALE •Discriminazione che risulta dal funzionamento quotidiano delle istituzioni sociali e delle strutture sociali e le loro regole, politiche e pratiche •Discriminazione istituzionale è sottile, quasi invisibile DIFFERENZE ETNICHE •Razza: definizione sociale sulla base di alcune caratteristiche fisiche e biologiche reali o presunte •Gruppo etnico: definizione sociale sulla base di alcune reali o presunte caratteristiche culturali (es. lingua, religione, tradizioni e pratiche culturali). Percepiscono le origini comuni e si riconoscono come distinti dagli altri LA COSTRUZIONE SOCIALE DI RAZZA ED ETNIA •Razza è un concetto SOCIALMENTE costruito, frutto delle interazioni tra popolazioni •È improprio parlare di RAZZE umane: unicità del genoma umano, quindi impossibilità di classificare le razze secondo criteri biologici •Le differenze si limitano a differenze di aspetto esteriore (caratteristiche fenotipiche) che non corrispondono a diversi corredi di abilità, attitudini, doti intellettive, modelli di comportamento o idoneità a ricoprire determinate posizioni sociali Le differenze etniche non sono date in natura, sono l’esito di processi di costruzione sociale ….MA….. LE CONSEGUENZE SONO REALI! di 50 55 Le differenze esistono nella misura in cui gli attori sociali le percepiscono come esistenti, sentono di appartenervi, le impiegano come ancoraggi identitari ETNIA •Insieme di individui che condividono un nome, dei miti di discendenza, una storia, una cultura, il riferimento a un territorio specifico (anche diverso da quello in cui si vive) e un senso di solidarietà •Differenza ascritta o acquisita? ETNIA: DIFFERENZA ASCRITTA O ACQUISITA? •Prima della rivoluzione industriale: etnia basata sulla tradizione •Epoca contemporanea: elemento soggettivo prevale, in termini di autoidentificazione Etnicità non è un elemento definito una volta per sempre •Modello assimilazionista: le identità culturali si attenuano con il passaggio generazionale, sino a scomparire del tutto •Modello pluralista: persistenza dell’eredità culturale, quale fondamento ascrittivo dell’esistenza dei gruppi stessi REVIVAL ETNICO •Svolta a partire dagli anni Sessanta •Etnicità come sentimento di appartenenza a un luogo e a una storia come riferimento per conseguire scopi individuali e collettivi •Etnicità non è stata superata ma ha acquisito una nuova centralità •Esito del processo di modernizzazione: la modernizzazione ha accentuato le differenze ascivibili alla variabile etnica, provocando la ricerca di nuove aggregazioni comunitarie I ROM COME GRUPPO ETNICO •La più grande minoranza etnica in Europa (10-12 milioni di persone) •Italia: 170.000-180.000 Rom di cui metà sono cittadini italiani. •I Rom rappresentano circa lo 0.22%-0.25% della popolazione italiana ZINGARI? NO •un eteronimo, con una valenza e connotazione negativa, come emerge dai dizionari e dall’utilizzo che ne viene fatto •termine generico privo di una definizione semantica precisa, incapace di dar conto dei gruppi particolari NOMADI? NO •tali minoranze etnico-linguistiche, in Italia come in Europa, sono nella grande maggioranza dei casi stanziali e solo una piccola minoranza vive in condizioni itineranti •grave rischio di spostare l’attenzione dai problemi effettivi ad altri non corrispondenti al reale, con soluzioni, di conseguenza, inadeguate e controproducenti I ROM COME GRUPPO ETNICO •un gruppo eterogeneo (cultura, lingua, status giuridico ecc.). •cambiamenti nel corso degli ultimi anni •Povertà, emarginazione e discriminazione di 51 55 RAZZISMO ED ETNOCENTRISMO ETNOCENTRISMO •convinzione che il proprio gruppo, le sue norme, i valori, i costumi e così via siano superiori a quelli degli altri gruppo RAZZISMO •Definizione di un gruppo minoritario come razza, attribuendo caratteristiche negative a quel gruppo e poi creando le circostanze che mantengono quel gruppo in condizioni di svantaggio rispetto alla maggioranza ATTUALI SFIDE NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA EUROPA E DISCRIMINAZIONE •Le normative antidiscriminatorie fanno di quella europea (trasposta poi nelle legislazioni dei singoli Stati membri) una delle legislazioni più avanzate al mondo in questa materia •la Direttiva del Consiglio 2000/78/CE, con la quale si mira a stabilire «un quadro generale per il rispetto del principio di pari trattamento tra le persone a prescindere da razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali» • la Direttiva del Consiglio 2000/43/CE, che mira a stabilire un quadro minimo per l’interdizione della discriminazione basata sulla razza o l’origine etnica, e un livello minimo di protezione giuridica nell’Unione europea per le persone vittime di discriminazione. E’ DIFFUSA LA DISCRIMINAZIONE IN EUROPA? «Una quota considerevole di immigrati e di gruppi di minoranze etniche subisce alti livelli di discriminazione a causa della provenienza etnica o immigratoria, oltre che per caratteristiche potenzialmente associate, quali il colore della pelle e la religione. [...]; la quota di persone che fanno esperienza di discriminazione rimane a livelli assai preoccupanti. Tali risultati indicano inoltre che la maggior parte dei partecipanti all’indagine non conosce alcuna organizzazione che offra sostegno o consiglio alle vittime di discriminazione né è al corrente dell’esistenza di alcun organismo per la parità» Relazione Diritti Fondamentali 2018, FRA (Fundamental Rights Agency) Disuguaglianza e stratificazione Stratificazione •La classificazione, dall’alto verso il basso o viceversa, di una popolazione di individui o di collettività (famiglie, gruppi etnici o religiosi), ovvero di posizioni sociali o ruoli, in fasce contigue e sovrapposte dette strati sociali, i quali si distinguono tra loro per il differente ammontare di ricchezza, potere, prestigio o di altra importante proprietà socialmente rilevante che ciascuno di essi possiede. •Il termine connota sempre l’idea di una gerarchia; ogni strato si situa in relazione agli altri in una posizione superiore o inferiore CLASSE SOCIALE •Complesso di individui, per lo più assai vasto, che si trovano in una posizione simile nella struttura storicamente determinata dei fondamentali rapporti politici e economici di una società, o che svolgono una finzione simile nell’organizzazione globale di essa: imprenditori e operai, proprietari terrieri e salariati agricoli, dirigenti, militari, professionisti, intellettuali… di 52 55