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Sottosviluppo e povertà- Esame di Stato 2020, Tesine di Maturità di Sociologia

Tesi scritta sui temi di sottosviluppo e povertà per l'esame di Stato 2020 in campo sociologico e giurico-economico

Tipologia: Tesine di Maturità

2019/2020

Caricato il 05/07/2020

francesca-ciraco
francesca-ciraco 🇮🇹

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Scarica Sottosviluppo e povertà- Esame di Stato 2020 e più Tesine di Maturità in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOTTOSVILUPPO E POVERTÀ Istituto San Paolo delle Suore Angeliche a.s. 2019-2020 Francesca Ciracò Il sottosviluppo è la mancanza di progresso nella qualità della vita della popolazione nell’ambito della crescita economica, sociale, tecnologica e politica. Si tratta di un fenomeno inscindibile da quello della povertà, conseguenza del mancato sviluppo di una Nazione. Per poter comprendere la tematica del sottosviluppo, è necessario prendere in considerazione i metodi tramite i quali si misura il livello di sviluppo, ossia il reddito nazionale, pro capite, la distribuzione dello stesso e la tutela dei diritti sociali. Il reddito nazionale svela la capacità produttiva di un Paese, così da permetterci di posizionarlo in una determinata fascia economica e dipende dalla manodopera, dal progresso tecnologico e dall’accumulazione del capitale, sfruttato per il potenziamento della capacità produttiva. Come si può intuire da questa prima panoramica sul tema, un’analisi che fosse meramente economica non permetterebbe una visione completa del fenomeno. È proprio con la finalità di chiarire meglio l’oggetto di tale ricerca che si è deciso di praticare un approccio multidimensionale al problema. Infatti risulta ovvio che il reddito o più in generale l’aspetto economico, è solo una delle tante dimensioni possibili che ci fanno comprendere la condizione della povertà. Rientra in quest’ambito la riflessione dell’economista indiano e premio Nobel nel 1998 Amartya Sen, secondo il quale la valutazione e la misurazione della povertà devono assumere come cardine la qualità globale della vita. Perciò, nel caso in cui un gruppo sociale fosse caratterizzato dall’impossibilità di accedere al diritto alla salute, all’istruzione ed alla libertà personale, ne risulterebbe un peggioramento della qualità della vita, e tale gruppo sociale si avvierebbe verso uno stato di “povertà”. La consapevolezza dell’irriducibilità della povertà a parametri puramente economici è stata recepita dalle organizzazioni internazionali ed in particolare dall’ONU che dal 1990, su iniziativa dell’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUS), ha introdotto tra gli indicatori del benessere dei Paesi Membri il cosiddetto “Indice di Sviluppo Umano” (ISU), costituito da 4 indici e da una scala che va da 0 a 1. Tali indici sono la speranza di vita, l’indice di alfabetizzazione, ossia il rapporto tra la popolazione e coloro che sanno leggere e scrivere, l’indice di scolarizzazione, perciò coloro che hanno frequentato la scuola almeno fino al completamento dell’obbligo ed il PIL, ossia Prodotto Interno Lordo.1 Con una maggiore consapevolezza possiamo perciò iniziare a parlare di sottosviluppo, fenomeno che sorge in seguito all’aumento repentino della popolazione, la scarsità di infrastrutture moderne adatte alla nascita di aree industriali, la presenza di un settore agricolo in balia delle condizioni climatiche, la concorrenza delle multinazionali straniere che posseggono attività vantaggiose e la presenza in vari 1 http://www.treccani.it/enciclopedia/indice-di-sviluppo-umano_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/ Indice di Sviluppo Umano, Treccani, 2012 - La povertà soggettiva si riferisce alla situazione di coloro che, nella percezione che hanno delle proprie condizioni di vita, si sentono poveri. Ciò è connesso alla cattiva qualità dell’ambiente sociale locale e la lontananza dalle opportunità della società moderna per inadeguata distribuzione dei servizi civili, sociali, sanitari e socioassistenziali. - La povertà fluttuante è una condizione di disagio economico temporaneo, più o meno prolungato, dovuta all’insorgenza di eventi improvvisi che peggiorano la qualità di vita dei componenti dell’unità familiare. Questo fenomeno nasce dalla perdita dell’occupazione, un divorzio o la rottura della famiglia. Per poter quindi ridurre il sottosviluppo e anche la povertà dobbiamo pensare a possibili risoluzioni al problema come migliorare le infrastrutture, assicurare uno scambio uguale tra Paesi sviluppati e non dando vita ad un commercio equo e solidale, sostenere l’attività agricola tramite investimenti, migliorare l’inclusione dei Paesi nel processo di globalizzazione, migliorare gli interventi nello sviluppo sostenibile e rendere più accessibili salute e soprattutto l’educazione poiché le prime vittime del sottosviluppo sono proprio i bambini. Numerose sono le organizzazioni internazionali che esprimono solidarietà verso i Paesi colpiti dalla miseria e tra queste riconosciamo Medici senza frontiere, la Caritas, l’ONU, la FAO, la Banca Mondiale e varie ONG come la COOPI ed Actionaid. Ma per combattere ed eradicare veramente la povertà non c’è solo il bisogno di aiuti economici o di una migliore istruzione, ma anche di diminuire la mortalità infantile e trattare della maternità, tema centrale dell’UNICEF e quello di promuovere la parità dei sessi, fenomeno parzialmente raggiunto nei Paesi sviluppati, ma del tutto tralasciato nei Paesi sottosviluppati, come in Somalia o Guinea dove vengono tuttora praticate mutilazioni sulle donne, sottolineando il ruolo di subalterna ed oppressa che la donna riveste secondo la visione di molte culture. Il cambiamento non avverrà velocemente, ma è un impegno di tutti quello di collaborare per creare un ambiente di accettazione e di sostegno sociale ed economico.5 La povertà, soprattutto relativa, ha fortemente limitato la popolazione in molti campi durante la Pandemia di Covid-19, e notiamo anche come abbia fatto nascere una situazione di instabilità tra gli studenti e le famiglie, che per continuare in parallelo con le lezioni da remoto e lo smartworking hanno dovuto reinventare l’ambiente casalingo per renderlo un luogo lavorativo. Le famiglie numerose con un solo computer hanno dovuto rinunciare a parte delle lezioni per alternarsi davanti ad un dispositivo che procedeva a rilento per via di una connessione instabile, trasformando ciò che dovrebbe essere un modo innovativo per fare scuola in un vero e proprio ostacolo all’apprendimento della maggioranza. Sono stati molti coloro che non hanno assistito alla totalità delle lezioni, non 5 https://www.unicef.it/doc/422/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile.htm Sviluppo Sostenibile, UNICEF, 2015 potendosi permettere una connessione a banda larga oppure il dispositivo dal quale poter “fare scuola”. Giovani di tutte le età hanno dovuto rinunciare quindi ad uno dei diritti che sono a fondamento della nostra Costituzione, ossia il diritto allo studio, come afferma l’articolo 34. Ciò che doveva essere una cornice entro la quale tracciare dei percorsi di arricchimento culturale, per poter integrare tutti gli studenti in un insieme coeso si è rivelato, in alcuni contesti, un piano impossibile da attuare. La didattica a distanza poteva richiamare alla mente scenari di formazione e condivisione tra studenti, ma ciò che si faceva avvertire di più era la mancanza dell’atto di socializzare, azione che ci è stata impedita per tre lunghi mesi. È per questo motivo che si dovrebbe sottolineare la necessità di investire in formazione e sviluppo professionale dei docenti, poiché tali formule di didattica a distanza richiedono docenti che sappiano usare le tecnologie e che curino anche l’aspetto emotivo e relazionale che colmi il gap dell’assenza fisica che abbiamo vissuto in prima persona. Inoltre occorre intraprendere iniziative in grado di garantire connessioni locali in modo di assicurare una situazione di “equità” rispetto alle tecniche messe in atto in questo lasso di tempo. Si avverte quindi la necessità di agire e di migliorare la situazione di noi studenti, poiché non possiamo rinunciare ad un diritto così prezioso come quello allo studio; in un mondo che cambia rapidamente dobbiamo adattarci ed abbiamo bisogno di conoscere a dovere gli strumenti che ci permetteranno di fare veramente la differenza, perché come diceva Albert Einstein “I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati ed intelligenti. L’insieme dei due costituisce una forza incalcolabile”. Francesca Ciracò