Scarica Stigma, note sulla gestione dell'identità degradata e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! STIGMA - Erving Goffman INTRODUZIONE La verosimiglianza è una condizione della plausibilità per il lettore di sviluppare interpretazioni personali delle situazioni e delle interazioni agite dai personaggi. La validità di una formulazione concettuale per Goffman è ancorata a due versanti che sono territorio comune a lui e al suo lettore: da un lato la coerenza logica di quel concetto nelle sue relazioni con altri concetti, dall'altro lato la competenza sociale richiesta per cogliere nell'esempio la dinamica dei significati agiti dagli attori e la sua traducibilità nelle forme concettuali elaborate da Goffman. Gli esempi fanno parte del processo di costruzione concettuale, sono forme agite del concetto stesso e non casi dimostrativi di esso. Ci sono tre categorie concettuali: 1. Identità sociale declinano il concetto di identità attraverso le aspettative e le definizioni che altre persone hanno nei confronti dell'individuo 2. Identità personale 3. Identità dell’ego La categoria di identità personale illumina le dinamiche sociali che si sviluppano intorno al presupposto che l'individuo possa essere distinto da tutti gli altri. Tutti facciamo esperienza della posizione di stigmatizzati e di quella di normali, alcuni con maggiore frequenza di altri sono collocati in una delle due posizioni. Lo stigma e la sua gestione non sono false credenze dalle quale emanciparsi, ma una caratteristica generale della società. Normale e stigmatizzato non sono condizioni permanenti in base alle quali distinguere le persone, né sono sempre effetti di dislivelli di potere e di esclusione sociale di un gruppo ai danni di altri gruppi: 1. In quanto membri della stessa società, normali e stigmatizzati condividono una stessa costituzione mentale, cioè un modo socialmente appreso di disporsi mentalmente di fronte all'identità e alla differenza. Si interpreta l'identità dell'altro tramite la stessa dotazione di risorse sociali. 2. Questa esperienza-conoscenza generale di normale-e-stigmatizzato è una base che consente agli individui di intuire e comprendere, sulla base della propria esperienza personale, gli stati d'animo di chi si trova nell'altra condizione. 3. Questa unità normale-e-stigmatizzato è connessa con una competenza sociale importante, sia per lo studio dello stigma che per l’organizzazione dell'esperienza sociale in generale: apprendimento e gestione del tempo limite. Ogni definizione della situazione e il frame che la struttura, comportano la determinazione del limite entro cui la definizione della situazione viene conservata dai partecipanti, ed oltre cui il frame viene messo in discussione. Stigma mostra come nell’interazione tra normali e stigmatizzati il limite sia un nodo cruciale incessante e problematico. Andare oltre il limite per l'individuo è un disporsi in un nuovo allineamento all’interno di un frame che fino a quel momento conosceva già come qualcosa che riguardava altri e che da quel momento lo riguarderà personalmente. Anche il normale può sentirsi giudicato e discriminato. Il declino di uno stigma avviene quando si indebolisce il limite che distingue ciò che può essere mostrato da ciò che di quello stigma deve essere ignorato o tenuto segreto. L'insieme dei processi di stigmatizzazione costituisce una potente risorsa di conformazione ai valori e agli ideali identitari di una società ed è la collocazione interazionale su uno dei due lati della distinzione normale/stigmatizzato, non l’attributo in sé, a costituire il nucleo del dispositivo dello stigma. Due acquisizioni cruciali per la teoria sociologica: 1. Nonsono possibili interazioni immunizzate dalla stigmatizzazione. L’aspirazione ad una società liberata dagli stigmi si infrange sull’insuperabile esigenza di norme sociali sull'identità in qualsiasi società umana. 2. Cambiando le norme sociali sull'identità cambiano le fratture rilevanti per la stigmatizzazione. Il fattore fondamentale nella generazione di nuovi stigmi è la diffusione nella società della percezione di un limite rispetto al quale definire la distinzione normale/stigmatizzato. Ci sono 3 possibilità principali che si possono individuare rispetto alla definizione dell'identità: 1 quanto più l'identità viene socialmente concepita come appartenenza e separazione, tanto più le pratiche di stigmatizzazione svilupperanno stigmi dell’appartenenza > stigmi tribali 2 quanto più l'identità viene socialmente concepita come qualità individuale, tanto più le pratiche di stigmatizzazione svilupperanno stigmi della personalità individuale 3 gli stigmi generati intorno agli ideali corporei di normalità: la stigmatizzazione delle malformazioni fisiche è la più antica e stabile nel tempo. Se, per un verso, lo stigma è ineliminabile dalla vita sociale, insieme ad esso si eliminerebbe l'identità, per l’altro è proprio nelle interazioni faccia-a-faccia che ci sono i margini e le risorse per l'accettazione. Stigma > indica i territori dell'interazione come spazio possibile della pratica di critica e non solo della stigmatizzazione. CAPITOLO UNO — STIGMA E IDENTITÀ SOCIALE I Greci inventarono il termine stigma per indicare un segno sul corpo che serviva a mostrare qualcosa di insolito e negativo nella condizione morale del portatore. In epoca cristiana si aggiungono due livelli metaforici: 1 segni corporei della grazia divina che prendevano la forma di eruzioni cutanee 2 segni corporei di un disordine fisico 1.1 concetti introduttivi È la società a stabilire i modi per dividere le persone in categorie. Tra identità sociale virtuale e identità sociale effettiva esistono altri tipi di discordanze: quella che ci spinge a ricollocare una persona da una categoria socialmente ipotizzata in un’altra e quella che spinge a modificare in senso positivo la nostra valutazione di un individuo. Il termine stigma sarà impiegato per riferirsi ad un attributo che è discreditante, ma ciò che conta davvero è il linguaggio delle relazioni, non quello degli attributi. Uno stigma è un tipo particolare di rapporto tra attributo e stereotipo. L'individuo stigmatizzato presuppone che la sua diversità sia già conosciuta o a prima vista evidente, oppure presuppone che non sia conosciuta dai presenti né immediatamente percepibile. Ci sono tre tipologie di stigma: 2 le deformazioni fisiche 3. idifetti del carattere dell'individuo percepiti come debolezza di volontà, passioni sfrenate o innaturali 4. stigmi tribali della razza, della nazione e della religione In tutti questi esempi di stigma troviamo le stesse caratteristiche sociologiche: un individuo possiede un tratto che si può imporre all’attenzione e far allontanare chi di noi lo incontra rovinando il credito che gli altri suoi attributi ci spingerebbero a riconoscergli. Tendiamo ad attribuire una vasta gamma di imperfezioni sulla base di quella originaria e a imputare alcuni attributi desiderabili ma non desiderati, spesso di carattere paranormale, come il sesto senso o l’intuizione. La fase dell'esperienza, in cui egli apprende di possedere uno stigma, sarà interessante perché è probabile che in quel momento sia posto un nuovo rapporto con gli altri stigmatizzati. Quando l'individuo apprende per la prima volta chi sono quelli che ora deve accettare come i suoi, è probabile che provi una certa ambivalenza, dato che queste persone non solo saranno apertamente stigmatizzate ma possono avere anche altri attributi che per lui sono difficili da accettare come propri. Il rapporto dell’individuo stigmatizzato con la comunità informale e le organizzazioni formali di persone nelle sue stesse condizioni è di importanza cruciale. Nel riesaminare la propria carriera morale, può darsi che l'individuo stigmatizzato evidenzi e rielabori retrospettivamente alcune esperienze che gli servono per spiegare le credenze e i modi di comportarsi che ora ha verso i suoi simili e normali. CAPITOLO DUE — CONTROLLO DELL’INFORMAZIONE E IDENTITÀ PERSONALE 2.1 lo screditato e lo screditabile Quando c’è discrepanza tra identità sociale affettiva e identità virtuale è possibile che il normale ne sia già a conoscenza prima di entrare in contatto con lui. In questo caso si tratta di uno screditato. Non riconosciamo in modo esplicito ciò che lo discredita e, mentre si sviluppa questo processo di voluta disattenzione, la situazione può farsi tesa e ambigua per tutti i partecipanti, specialmente lo stigmatizzato. Quando il suo essere diverso non risulta immediatamente apparente e non sia conosciuto è una persona screditabile. Il problema riguarda la gestione del suo attributo screditante: mostrare o non mostrare. 2.2 informazione sociale Un’informazione che riguarda un individuo e le sue caratteristiche più o meno stabili, in opposizione agli stati d'animo, ai sentimenti e alle intenzioni che egli può avere in un determinato momento. L'informazione è riflessa e inscritta nel corpo: è trasmessa proprio dalla persona attraverso l’espressione corporea. Sociale è l’informazione che ha tutte queste caratteristiche. Tali segni possono essere chiamati simboli. L'informazione sociale trasmessa attraverso un determinato simbolo può semplicemente confermare quello che altri segni ci dicono sull’individuo, completando l’immagine che abbiamo di lui in modo non problematico e ridondante, come la fede su un dito. Tipi di simbolo: 1 Simboli di prestigio: l'informazione sociale trasmessa potrebbe costituire una pretesa di prestigio, onore o appartenenza ad una classe sociale desiderabile. 2 Simboli di stigma: contrapposti al precedente, hanno particolare efficacia nell’attirare l’attenzione verso qualche discrepanza che svaluta l'identità. 3 Simboli disidentificatori: che tendono a spezzare un quadro coerente nella direzione positiva voluta dal soggetto, per mettere in forte dubbio la fondatezza dell'identità virtuale, come il buon inglese. Quando tali segni rivendicano un prestigio si possono chiamare punti, quando screditano una tacita rivendicazione si chiamano lapsus. Ci sono segni che trasmettono informazioni di tipo sociale ma, essendo presenti soprattutto per altre ragioni, hanno soltanto una funzione informativa, come i polsi ammanettati dei detenuti in trasferta. Il significato del supporto materiale di un segno può venire ridotto nel tempo diventando una traccia, anche se la funzione informativa dell'attività rimane costante o aumenta d'importanza. Un segno che sembra essere presente per ragioni non informative può essere prodotto artificiosamente per la sua funzione informativa. | segni che trasmettono informazioni sociali variano a seconda che siano o no contingenti e diventano o meno parte permanente della persona. | segni che trasmettono informazioni sociali variano per attendibilità. 2.3 visibilità Il problema del passing ha sollevato quello della visibilità di un particolare stigma, cioè quanto lo stigma sia più o meno efficace nel comunicare agli altri che l’individuo lo possiede. Quando l'individuo deve decidere quale strategia scegliere rispetto al proprio stigma, la sola base da cui partire sono le informazioni abitualmente disponibili su di lui. È attraverso il senso della vista che lo stigma degli altri diventa più evidente. Ci sono tre nozioni con cui viene spesso confuso il termine visibilità: 1 la visibilità di uno stigma deve essere distinta dal suo essere noto. Lo stigma di un individuo è molto visibile quando entrando in contatto con altri farà conoscere il suo stigma. Bisogna considerare anche se abbiamo saputo o meno qualcosa di lui in precedenza, attraverso pettegolezzi o contatto quando lo stigma era visibile. 2 la visibilità deve essere distinta dall’interferenza. Quando uno stigma è immediatamente percepibile rimane comunque il problema di quanto interferisce nel flusso dell'interazione. La stessa minorazione può avere espressioni diverse con un diverso grado di intrusione. 3 la visibilità di uno stigma deve essere separata da ciò che può essere chiamato il ‘focus percepito’ dello stigma. Noi normali sviluppiamo certe concezioni riguardo alla sfera di vita in cui un particolare stigma discredita subito una persona. La bruttezza è uno stigma che viene messo a fuoco in determinate situazioni sociali. Prima di parlare del grado di visibilità, però, bisogna specificare qual è la capacità di decodifica da parte dei presenti. 2.4 identità personale Il modo di gestire lo stigma è lo sviluppo di un aspetto basilare della società: il processo di stereotipizzazione o profilazione delle nostre attese normative riguardo alla condotta e al carattere. La stereotipizzazione è riservata agli automobilisti, persone che rientrano in categorie ampie e che per noi possono essere solo estranei di passaggio. L'area della gestione dello stigma può essere considerata come qualcosa che riguarda principalmente la vita pubblica, il contatto tra estranei o tra semplici conoscenti, collocandola all’estremità di un continuum il cui polo opposto è l'intimità. Non necessariamente la familiarità riduce il disprezzo. Le propaggini della società si sono inaspettatamente spinte all’interno di questo rapporto, collocando ciascuno nella propria posizione sociale. Le persone intime possono diventare quelli nei cui confronti lo screditabile si preoccupa maggiormente di nascondere qualcosa di vergognoso e possono svolgere un ruolo speciale nella gestione delle situazioni sociali da parte dello screditabile, tanto che quando non è lo stigma ad influenzare l'accettazione dello screditabile, si sentiranno in dovere di comportarsi in un certo modo. Ciò che influenza il problema della gestione complessiva dello stigma è se conosciamo lo stigmatizzato personalmente o no. La prima idea inclusa nella nozione di unicità di un individuo è quella di un ‘segno assertivo’ o ‘supporto d'identità’, come l’immagine fotografica. Mentre molti degli elementi particolari relativi ad un individuo potranno essere validi anche per altri, l'insieme di elementi che una persona intima conosce di lui non potrà essere applicato, come combinazione a nessun’altra persona. Ciò che distingue un individuo da tutti gli altri è il nucleo del suo essere, un aspetto generale e essenziale di lui, tale da renderlo del tutto diverso da coloro che sono più simili a lui. Con identità personale s'intendono soltanto le prime due idee, segno assertivo o supporto per l'identità e combinazione unica degli elementi della sua storia di vita attribuiti all'individuo con l’aiuto di questi supporti per la sua identità. Ha a che fare con il presupposto che l'individuo possa essere distinto da tutti gli altri e che attorno a questi mezzi di differenziazione si possa aggrovigliare un’unica e ininterrotta sequenza documentata di elementi sociali che costituiscono la sostanza appiccicosa a cui si attaccano gli altri fatti biografici. Un nome è un modo molto comunque di fissare l'identità. Lo scopo dei vari strumenti di identificazione è quello di non consentire errori in buona fede, né ambiguità trasformando quello che sarebbe un uso discutibile di simboli informativi sociali in una lampante contraffazione o possesso illecito, di conseguenza l’espressione ‘documento d'identità’ potrebbe essere più appropriata rispetto a ‘simbolo d’identità’. | fattori biografici connessi alla documentazione dell’identità possono porre precise limitazioni al modo in cui un individuo può scegliere di presentare sé stesso. Il fatto di occultare la propria identità personale può portare una conseguenza rispetto alla categoria sociale, come gli attori con gli occhiali da sole quando fanno la spesa. 2.5 biografia Le biografie sono soggette alla costruzione retrospettiva. Il primo punto da notare sulle biografie è che si presume che un individuo ne possa avere soltanto una. Se l'individuo riesce a gestire con efficacia la segregazione del ruolo e la segregazione del pubblico, può sostenere diversi self e rivendicare di non essere più quello di prima. Il camuffamento sociale deve essere distinto da quello personale. Le norme riguardanti l'identità sociale riguardano il tipo di repertori o profili di ruolo che riteniamo ammissibili per un qualsiasi determinato individuo. Le norme che si riferiscono all'identità personale riguardano il tipo di controllo dell’informazione che l'individuo può adeguatamente praticare. Nel comporre l’identificazione personale di un individuo ci serviamo di aspetti della sua identità sociale, insieme a tutto ciò che può essergli associato. L'essere in grado di identificare personalmente un individuo ci fornisce un dispositivo di memorizzazione in base al quale organizzare e consolidare le informazioni riguardanti la sua identità sociale. 2.6 gli altri biografici L’identità personale e l'identità sociale articolano l’idea dell'individuo e del suo mondo che hanno coloro che entrano in rapporto con lui. Quelli che sanno sono coloro che hanno un’identificazione personale dell'individuo, basta che lo vedano o sentano il suo nome per essere subito in grado di fornire informazioni su di lui. Quelli che non sanno sono coloro per i quali l'individuo è del tutto estraneo, uno di cui non hanno ancora cominciato a stilare nessuna biografia personale. Ogni volta che un individuo entra a far parte di un’organizzazione o di una comunità si verifica un netto cambiamento nella struttura delle conoscenze che lo riguardano e c'è un mutamento nella possibilità di controllo dell’informazione. Con l’espressione riconoscimento cognitivo s'intende l’atto percettivo di collocare un individuo, come detentore di una specifica identità sociale o personale. Il riconoscimento dell’identità sociali è una delle funzioni di controllo che devono svolgere guardiani e portieri. Il riconoscimento cognitivo è un atto di percezione, mentre il riconoscimento sociale ha a che fare con il ruolo di un individuo in un rituale comunicativo. La conoscenza sociale superficiale o la conoscenza personale è necessariamente reciproca, sebbene una o entrambe le persone che si conoscono possano momentaneamente dimenticarsi di conoscersi superficialmente. La funzione della cattiva fama è il controllo sociale con due distinte possibilità: 1 controllo sociale formale. Ci sono funzionari che hanno il compito di scandagliare vari ambienti per identificare individui la cui storia e reputazione li hanno resi sospetti. Sono i mezzi di comunicazione di massa ad avere un ruolo fondamentale perché rendono possibile la trasformazione di una persona ‘privata’ in una figura ‘pubblica’. L'immagine pubblica di un individuo, cioè l’immagine accessibile a coloro che non lo conoscono personalmente, sarà necessariamente un po’ diversa dall'immagine che egli proietta nelle relazioni dirette con chi lo una qualsiasi delle azioni di adattamento accessibili a chi sa di essere stigmatizzato. L'individuo che si contrassegna con un simbolo dichiara di essere escluso dalla società dei normali. | simboli dello stigma hanno la caratteristica di poter essere percepibili in qualsiasimomento ma vengono anche utilizzati metodi di rivelazione meno palesi. Imparare a compiere il passing costituisce una fase della socializzazione della persona stigmatizzata e un punto di svolta nella sua carriera morale. L’individuo stigmatizzato può giungere a rendersi conto che dovrebbe essere al di sopra del passing, che se accetta sé stesso e si rispetta non sentirà il bisogno di nascondere la propria carenza. 2.9 il covering L'obbiettivo è quello di ridurre la tensione, rendendo più facile distogliere l’attenzione dallo stigma e far si che l’attenzione si concentri spontaneamente sul contenuto esplicito dell'interazione. Un tipo di covering riguarda l'individuo che si preoccupa delle caratteristiche associate allo stigma, come i cechi che a volte vengono distinti tra chi ha una deturpazione nell’area degli occhi. Un tipo analogo comporta uno sforzo per limitare l'esposizione di quei difetti che più si identificano con lo stigma, una persona quasi cieca che sa che le persone presenti sono a conoscenza della sua diversità, può esitare a leggere portando il libro a pochi cm dagli occhi. Questo tipo di covering è un aspetto importante delle tecniche di assimilazione utilizzate dai membri dei gruppi etnici minoritari: l'intento che sta dietro ad espedienti come il cambiarsi nome o farsi la rinoplastica, non è solo fare il passing ma anche limitare il modo in cui un attributo noto si impone al centro dell'attenzione, perché l'intrusione rende più difficile mantenere una serena indifferenza verso lo stigma. La manifestazione più interessante del covering è associata all’organizzazione di situazioni sociali. Tutto ciò che interferisce direttamente con l'etichetta e la meccanica della comunicazione si intromette costantemente nell'interazione e risulta difficile ignorarlo. CAPITOLO TRE - ADATTAMENTO AL GRUPPO E IDENTITÀ DELL’EGO L’identità dell’ego o identità sentita indica la percezione soggettiva della propria condizione e caratteristiche che un individuo arriva ad avere come risultato delle sue diverse esperienze sociali. L’identità sociale e personale di un individuo fanno parte delle aspettative e delle definizioni che altre persone hanno nei suoi confronti. Nell’identità personale queste aspettative e definizioni possono sorgere anche prima della sua nascita e perdurare anche dopo che è stato sepolto. L’identità dell’ego è una questione soggettiva e riflessiva che deve necessariamente essere avvertita dall’individuo la cui identità è in gioco. 3.1 ambivalenza Lo stigmatizzato mostra la tendenza a differenziare i suoi in livelli secondo il grado in cui lo stigma è evidente ed intrusivo. Può assumere, verso coloro che sono stigmatizzati in modo più evidente di lui, gli atteggiamenti che i normali assumono nei suoi confronti. Quanto più l'individuo è in relazione con persone normali tanto più si vedrà in termini non stigmatizzati, sebbene ci siano dei contesti in cui sembra vero il contrario. Questa ambivalenza si può riscontrare nella sua forma più intensa nel processo di avvicinamento: quando lo stigmatizzato si avvicina ad un esemplare sgradito del suo stesso tipo mentre è con una persona normale. 3.2 i consigli degli esperti L’individuo stigmatizzato si definisce come una persona non diversa da qualsiasi altro essere umano, mentre quelli che lo circondano, e lui stesso, lo definiscono come un separato, uno diverso dagli altri. Lo stigmatizzato fa di tutto per uscire dal suo dilemma. L'individuo stigmatizzato è quasi sempre ammonito dal non compiere il passing completo. Viene messo in guardia dall’accettare pienamente come propri gli atteggiamenti negativi degli altri nei suoi confronti. Lo stigmatizzato, di solito, viene messo in guardia contro la normificazione o la deteatralizzazione, è incoraggiato a disprezzare quei suoi compagni di stigma che si impegnano in un accurato lavoro di covering, facendo molta attenzione a dimostrare che, nonostante le apparenze, sono sani di mente: sono devianti gentiluomini, persone carine come noi nonostante la reputazione che hanno quelli come loro. Due conseguenze dell’attività di sensibilizzazione: 1 i consigli riguardanti il comportamento personale stimolano lo stigmatizzato a diventare un critico della scena sociale. È spinto a raggruppare grandi quantità di interazioni sociali informali per esaminare la trama generale 2 i consigli dati allo stigmatizzato riguardano direttamente quella parte della sua vita che egli ritiene più intima e vergognosa. Le sue ferite più nascoste vengono toccate ed esaminate con quell’atteggiamento clinico che è di moda nella letteratura corrente 3.3 allineamenti al gruppo di appartenenza Quello che un individuo è o potrebbe essere deriva dal posto che quelli del suo tipo occupano nella struttura sociale. Uno di questi gruppi è l’aggregato, formato dai compagni di sofferenza dell'individuo. | suoi portavoce sostengono che questo è il vero gruppo dell'individuo, quello a cui appartiene naturalmente. Tutti gli altri gruppi e categorie ai quali l'individuo appartiene necessariamente vengono considerati implicitamente come non suoi. La natura di un individuo deriva dalla natura delle sue appartenenze di gruppo. L'individuo stigmatizzato può anche contestare la malcelata disapprovazione con cui i normali lo trattano e aspettare di ‘cogliere in fallo’ chi si è autonominato saggio: sta a sorvegliare le azioni e le parole degli altri fino a quando non troverà un segno fugace che dimostri che la loro ostentazione nell’accettarlo è solo una finzione. A meno che non abbia sulle spalle una cultura diversa su cui ripiegare, più si separa strutturalmente dai normali e più è probabile che finisca per essere culturalmente come loro. 3.4 allineamenti al gruppo cui non si appartiene Il gruppo proprio dell'individuo può influenzare il codice di condotta che i professionisti gli consigliano. Allo stigmatizzato si consiglia di considerarsi un essere umano come chiunque altro, uno al quale può accadere di essere escluso da ciò che è soltanto una sfera della vita sociale. Le competenze che l'individuo stigmatizzato acquisisce nell'affrontare situazioni sociali miste dovrebbero essere usate per aiutare gli altri. | normali non intendono veramente fare del male e quando accade è perché non sanno fare di meglio e perciò dovrebbero essere aiutati a comportarsi bene. Quando la persona stigmatizzata si accorge che è difficile per i normali ignorare le sue carenze, dovrebbe cercare di aiutarli e di modificare la situazione sociale con uno sforzo consapevole rivolto a ridurre la tensione. La persona stigmatizzata, quando si trova in compagnia mista, trova utile riferirsi alla sua disabilità e al suo gruppo nel linguaggio che usa quando è con i suoi e sia solito usare il linguaggio impiegato dai normali quando si trova in una situazione in cui questi sono tra loro. Allo stigmatizzato viene consigliato di agire come se gli sforzi dei normali per facilitargli le cose fossero efficaci e apprezzati e di accettarsi come persona normale per i vantaggi che gli altri e lui stesso ne possono ricavare nel corso dell'interazione faccia a faccia. Lo stigmatizzato può prendere troppo sul serio l'essere accettato ed indica che questa accettazione è condizionata. È legata al fatto che i normali non devono essere spinti oltre il limite in cui possono accettare lo stigmatizzato senza fatica e, nella peggiore delle ipotesi, con un certo sforzo. Allo stigmatizzato si chiede di agire come se il suo fardello non fosse pesante né che il fatto di portarlo lo abbia reso diverso da noi. Allo stesso tempo deve mantenersi ad una certa distanza da noi in modo di consentirci di confermare, senza dolore, le nostre convinzioni su di lui. Gli si consiglia di ricambiare spontaneamente l'accettazione di sé stesso e nostra, un’accettazione di lui che noi per primi non gli abbiamo dato abbastanza. Lo stigmatizzato deve essere coinvolto in quell’atteggiamento verso il self che la nostra società chiama normale, così totalmente deve sentirsi parte di questa definizione da poter interpretare questo self di fronte ad un pubblico irritabile che distrattamente lo guarda come se si aspettasse un altro spettacolo. In molti casi lo stigmatizzato può portare al massimo grado la sua accettazione condizionata dai normali agendo in modo spontaneo e naturale, come se l'accettazione condizionata, il cui limite sta attento a non oltrepassare, fosse una accettazione piena. 3.5 la politica dell’identità Allo stigmatizzato sia il gruppo dei noi sia il gruppo dei loro presentano un'identità dell’ego: il primo in termini politici, il secondo in termini psichiatrici. Ma tutti noi, la sociologia lo dice, parliamo dal PDV di un gruppo. Anche quando si dice allo stigmatizzato che è un essere umano come tutti gli altri, gli si suggerisce che sarebbe incauto fare il passing o tradire il gruppo dei suoi. Gli si dice che è come chiunque altro e nello stesso tempo che non lo è. Lo stigmatizzato si trova così in un’arena di elaborate discussioni e controversie su ciò che dovrebbe pensare di sé stesso e sulla sua identità dell’ego. CAPITOLO QUATTRO - IL SELF E IL SUO ALTRO 4.1 devianze e norme | gruppi minoritari istituzionalizzati, come i neri e gli ebrei, possono costruire un ottimo oggetto per questo tipo di analisi. Il problema centrale che riguarda questi gruppi è la loro collocazione nella struttura sociale, le situazioni che queste persone incontrano nell'interazione faccia a faccia sono solo una parte del problema, qualcosa che non può essere compreso appieno senza fare riferimento alla storia, allo sviluppo politico e agli orientamenti politici del gruppo. Non si dovrebbe guardare al diverso per capire la nostra diversità ma all’ordinario. È possibile che i valori identitari di una società non siano pienamente stabili in nessuna delle sue parti e tuttavia proiettino un’ombra su tutti gli incontri che si fanno nella vita quotidiana. Le norme sull'identità alimentano le deviazioni e il conformismo. 2 soluzioni a questo problema normativo: 1 quando una categoria di persone sostiene una norma che esse stesse e anche i membri di altre categorie ritengono troppo difficile da mettere in pratica 2 quando un individuo che non può rispettare una norma di identità si allontana dalla comunità che sostiene quella norma oppure evita fin dall'inizio di sviluppare un sentimento di attaccamento a quella comunità Attraverso questi processi la base comune delle norme può essere rispettata al di là della cerchia di coloro che vi aderiscono pienamente. Si parla della funzione sociale di questi processi e non della loro causa né della loro desiderabilità. 4.2 il deviante e il normale La gestione dello stigma generale della società è un processo che si verifica ovunque ci siano norme d'identità. Il ruolo di normale e stigmatizzato fanno parte dello stesso complesso che siano tagli di stoffa della medesima pezza. Si ritiene che le persone con differenti tipi di stigma si trovino in una situazione notevolmente simile e che reagiscano in un modo altrettanto simile. Si può presupporre che gli stigmatizzati e i normali abbiano la medesima costituzione mentale e che sia quella standard per la nostra società. La cosa più importante è che la nozione stessa di differenze che provocano vergogna assume una affinità rispetto alle credenze fondamentali: quelle relative all'identità. Se l'individuo stigmatizzato deve essere chiamato deviante potrebbe essere meglio definito un deviante normale almeno nella misura in cui la sua condizione venga analizzata nel