Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Storia economica e sociale, Prove d'esame di Storia Economica

Riassunto delle possibili domande d'esame con le rispettive risposte

Tipologia: Prove d'esame

2022/2023

Caricato il 17/03/2023

greta-d98
greta-d98 🇮🇹

4.4

(11)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Storia economica e sociale e più Prove d'esame in PDF di Storia Economica solo su Docsity! 1 Domande e argomenti di STORIA ECONOMICA 1. Cos’è la crisi e quali sono le grandi tempeste? La parola crisi deriva dal greco Krino, significa “scelgo di cambiare”. Infatti per crisi si intende un periodo o un momento storico in cui si devono prendere delle decisioni per cambiare la situazione attuale, bisogna progettare qualcosa di nuovo per indurre un cambiamento radicale. Le crisi avvenute nel corso della storia si possono definire inedite, ovvero diverse fra loro ma collegate. Ci sono tre grandi tempeste: • La crisi di breve periodo che è quella più recente e si sta protraendo da più di 15 anni, è la crisi dei subprime del 2008. Essi sono una tipologia di prestiti che iniziano a divulgarsi tra la fine degli anni 90 e inizio 2000. La banca inizialmente forniva prestiti solo a chi dava garanzie reali, ma rimaneva molto denaro nei depositi e questo comporta un costo per la banca. Così la banca doveva trovare altri modi per investire e prestare denaro, e in questo modo arriva a fornire prestiti anche a chi non dava garanzie. Come unica garanzia la banca chiedeva la casa, sotto forma di ipoteca, in modo da poterla vendere in caso di mancata restituzione del prestito. È senz’altro un’operazione rischiosa, e per attutirla, la banca trasformava il titolo del prestito in un altro titolo che metteva sul mercato, che a sua volta si poteva trasformare in altri titoli formando una grande catena caotica con il rischio di annullarsi. Inoltre con la crisi edilizia rollano i prezzi delle case che non possono più essere una garanzia per la banca. Nasce così la crisi finanziaria che arrivò fino all’Europa. Crisi che divenne economica e poi crisi dei titoli sovrani che servivano a pagare il debito pubblico. • Crisi secolare che comprende la fine del ruolo egemone degli USA, vede la fine del secolo americano con l’uscita dalla NATO. L’età d’oro degli USA iniziò verso la fine del 800, l’invasione del loro grano causa in Europa una forte crisi agraria per il crollo dei prezzi del grano e dei cereali. Ci si accorse della potenza degli USA soprattutto verso la fine della guerra che impose il dollaro come moneta dello scambio internazionale al posto della sterlina, guadagnandosi l’egemonia a livello politico. Le cose cambiano verso la fine del 900 e negli anni 60 con la crisi finanziaria che crea problemi al dollaro. • Crisi che viene da lontano, riguarda la modalità di produrre “eretica” inventata dall’occidente, resa possibile dalla tecnologia, dalla cultura e dal fatto che l’America forniva risorse utili agli europei. Questo modo di produrre ha alla base il capitalismo, ed è il motivo per cui l’occidente è diventato ricco. Per capitalismo si intende la capacità di accumulare risorse senza essere costretti a ridistribuirle per sopravvivere, accumulando un capitale utile per investire. 2. Perché l’occidente è diventato ricco? L’occidente è diventato ricco in seguito alle rivoluzioni economiche, attraverso le quali è avvenuto un rovesciamento della gerarchia dei settori dell’economia, mettendo al primo posto il settore secondario e poi il terziario. Inoltre è diventato ricco perché al suo interno è nato il capitalismo, per cui si intende la capacità di accumulare risorse senza essere costretti a ridistribuirle per sopravvivere, accumulando un capitale utile per investire. La finanza quindi si inserisce nei meccanismi dell’economia permettendone l’evoluzione. Le cose cambiano quando l’occidente produce più del necessario alla sopravvivenza, il denaro non viene più tesaurizzato, quindi si rinuncia al consumo immediato prediligendo il risparmio o l’investimento. Quando il risparmio si trasforma in un investimento, il capitale investito può far guadagnare altro capitale in futuro. Marx afferma che il capitalismo stava avendo delle ripercussioni sociali e stava cambiando l’uomo. Egli parla di accumulazione preventiva, ovvero capitale accumulato che viene investito nei mezzi di produzione che permette alla classe dei capitalisti di far appropriare ai possessori dei mezzi di produzione anche il plusvalore, ovvero il valore aggiunto del lavoro dell’operaio. Il capitalismo nasce con le rivoluzioni economiche e si sviluppa metà 700. In questo periodo si hanno la rivoluzione agricola e industriale in Inghilterra. Il sociologo Weber afferma che nasce quando la mentalità cambia pensando al risparmio e all’investimento nonostante i rischi. il capitale non è altro che una ricchezza in mobilità. 2 Secondo BRAUDEL il capitale entra nel gioco economico tramite due modi, chez autre ( a casa d’altri) come co- protagonista del processo produttivo, a servizio degli altri che serve a far funzionare l’economia. Oppure chez soi che è fine a se stessa. 3. Come avviene il fenomeno della transizione demografica? Cos’è la trappola di Malthus? L’arricchimento dell’occidente rispetto al resto del mondo favorisce la transizione demografica che permette il superamento della trappola di Malthus. Egli è uno scienziato sociologo economista che osserva che nell’antico regime l’evoluzione della popolazione è caratterizzata da un ciclo che prevede una crescita e una decrescita. Secondo lui la popolazione cresce secondo una progressione geometrica, mentre le risorse secondo una aritmetica; questo preclude che quando le risorse non sono più sufficienti arrivano le carestie, epidemie, guerre, tutti fattori che causano una decrescita. Viene definita trappola appunto perché quando le risorse crescono, anche la popolazione cresce, e questo comporta che le risorse non siano più sufficienti. Verso la fine del 700 egli osserva che in Inghilterra la popolazione cresce a un ritmo maggiore mai visto prima, questo grazie alle rivoluzioni economiche e la nuova gerarchia che vede al primo posto il settore secondario che permette la crescita anche del primario mettendo a disposizione più risorse, al punto che la popolazione smette di crescere per sua volontà e non a causa della mortalità. La crescita della popolazione non è più un elemento che fa cadere il sistema economico e sociale come avviene nella trappola, ma diviene un trampolino di lancio per l’economia. La nazione che conobbe per prima il cambiamento Inghilterra, Francia, Germania e USA. La popolazione è in aumento, i prezzi dei beni di consumo aumentano ma non diminuisce l’offerta, anzi con la produzione agricola vi è una maggiore domanda di lavoro e offerta. Andamento iperbolico 4. La rivoluzione agricola La rivoluzione agricola avviene in seguito all’aumento della produttività e alla specializzazione colturale. Si cerca quindi di trovare un sistema per avere una produzione superiore a quella precedente. Per arrivare a mettere al primo posto il settore secondario bisogna prima risolvere la situazione del primario che è la priorità. Le vie possibili per aumentare la produzione agricola sono l’estensione del territorio coltivabile e l’aumento della coltivazione nel tempo. Prima il sistema agricolo era basato sulla rotazione a maggese. La nuova agricoltura nasce casualmente, nelle parti d’Eu più fredde gli allevatori per non lasciare al freddo gli animali li portava nelle stalle, quindi non si procurano più il cibo a soli, quindi l’allevamento si stanzia. L’allevatore diventa anche un agricoltore in quando deve provvedere al cibo. Grazie alla rivoluzione industriale che è in atto si produce attrezzatura innovativa, quindi cresce la produttività e il maggese viene sostituito con la rotazione agronomica quadriennale, rotazione scientifica che vede il terreno non depauperato ma arricchito dal foraggio. Successivamente concimazione chimica. Nasce individualismo agrario, in cui allevatore e agricoltore deve diventare imprenditore, gli investimenti devono avere un ritorno economico, la terra però doveva essere di sua proprietà. Per eliminare definitivamente le tracce del feudalismo vennero tolte le terre dallo stato per diventare di proprietà privata. 5. La rivoluzione industriale e le varie interpretazioni È un cambiamento di grandi proporzioni in un tempo relativamente breve, e riguarda il settore secondario, la parte dell’economia che trasforma i beni. La rivoluzione avviene in modo diverso in base ai tempi e alle aree geografiche. La prima rivoluzione industriale avviene in Inghilterra, a fine 800 viene ripresa dalla Germania e poi in America. In Inghilterra la data simbolica che viene utilizzata per il suo inizio è 1851, primo Expo a Londra. Ci sono diverse interpretazioni a riguardo. Rostow è un economista politico che cerca di capire come avviene il processo di trasformazione dell’industria e dell’economia. Egli introduce un modello detto take off (decollo), lui descrive il fenomeno come unilineare. Secondo lui i fenomeni che portano al decollo sono l’aumento della popolazione con la pressione forte della domanda, la rivoluzione agricola, le nuove scoperte scientifiche in ambito tecnologico, accumulazione di capitale investito in risorse e accelerazione degli scambi con l’estero. I marxisti e i teorici dello sviluppo privilegiano il concetto di rivoluzione come rapida trasformazione, mentre altri cercano di dimostrare che il fenomeno non sia scaturito in un decennio come dice Rostow. 5 12. Che ruolo ha lo Stato nell’economia tedesca? Quali banche ci sono? Lo Stato entra nelle imprese in via indiretta attraverso le commesse, sapendo che avrà un’entrata di profitto. Vi sono anche banche di risparmio con il fine di educare al risparmio, e quelle cooperative i cui proprietari sono gli stessi utenti della banca. La Germania è la patria della banca mista, è un intermediario asimmetrico che mischia due attività: raccoglie denaro su un territorio vasto, come una cassa di risparmio. Questo denaro, senza che il risparmiatore lo sappia, viene investito a medio lungo termine anche in attività di rischio. Se la banca fallisce ci rimette il risparmiatore. È sia una banca di tipo commerciale come quella francese, e sia speciale, ovvero fare credito a lungo termine, e anche finanziaria in quanto investe in capitale di rischio. La banca acquista porzioni di azioni delle imprese con denaro di altri, mette dentro l’impresa un rappresentante per controllare l’investimento. La banca finisce per conseguire gli stessi interessi delle imprese, visto che in parte è anche di sua proprietà. È una situazione anomala ma in realtà non vi è tanto rischio, in quanto le imprese sono sostenute dallo Stato, il quale gli garantisce di funzionare poiché acquista con le proprie commesse, sostenendo indirettamente anche le banche. Quali sono le basi di garanzia di questo sistema? Sistema monetario del gold standard come in UK ma con un sistema metrico decimale come in Francia. Grande espansione dell’industria tedesca pesante superando le altre nazioni. 13. Qual è la logica dietro alla seconda rivoluzione industriale? L’obiettivo dello Stato era diventare una grande potenza militare e la conseguenza è l’industrializzazione che parte dai settori necessari come la siderurgia per formare il potere militare e le ferrovie per trasportare le truppe. La seconda fase vede lo sviluppo dell’industria manifatturiera che diventa una realtà importante, i tessuti tedeschi sono apprezzati da tutti e le loro macchine diventano un’eccellenza. Lo stato interviene evitando che nell’economia di mercato il monopolio non sia indirizzato esclusivamente in interessi di natura privata. Germania: soldi, stato, siderurgia. 14. Caso americano III rivoluzione industriale, caratteristiche Fordismo e Taylorismo. In America la rivoluzione assume caratteristiche nettamente diverse, sarà al primo posto nel settore economico per tutto il secolo 800-900. La logica di fondo: forte impianto a capitale fisso al fine di ottenere più basso possibile il costo del prodotto finito, per offrirlo sul mercato con un basso costo. Il capitale fisso investito nelle macchine è fondamentale, in quanto vi è un’alta produttività che ammortizza il costo della macchina e quindi il prezzo finale viene mantenuto basso. (mercato poco ampio per contrazione salario, gli operai non possono comprare quello che producono). Vi è alla base una domanda di beni di approssimazione, ovvero beni forzati dentro il sistema produttivo come se fossero di prima necessità. La domanda viene stimolata per dare la spinta al processo di industrializzazione. Intuizione di Ford: costruire un prodotto dal costo accessibile anche per quelli che lo hanno prodotto e aumento salario, questa è la grande rivoluzione che crea una sorta di aristocrazia operaia. Fordismo: necessità di investimento fisso di capitale molto forte, garantito dal sistema di raccolta di capitali e di vendita delle azioni nel mercato. Il risparmio e il capitale non tramite le banche ma dall’impresa verso la borsa. Grazie all’alta tecnologia vi è una maggiore divisione del lavoro e si arriva alla catena di montaggio con produzione su larga scala e standardizzazione del prodotto, il tutto utile ad allargare la domanda e mantenere il prezzo basso. Si crea così il consumo di massa. Taylorismo: il modello di produzione è stato studiato da Taylor, economista che inventa l’ottimizzazione della fabbrica con l’inserimento della catena di montaggio. Si forma una vera catena in cui l’operaio rimane fermo e svolge una funzione parcellizzata in tempi e modalità precise. La ripetitività è alla base di questo sistema, la cui conseguenza è l’alienazione. 6 15. Perché l’America ha crescita così rapida? Come e quando cresce rispetto Ue? I fattori della crescita sono molti, ma quello centrale riguarda la crescita della popolazione, che da una parte aumenta in modo naturale ma dall’altra a causa dell’immigrazione. Quest’ultima viene accolta dallo stato, soprattutto chi aveva un mestiere e poteva essere inserito nel sistema produttivo, e questo diventa sicuramente un vantaggio. Le persone sono sempre più alfabetizzate e formate, quindi possono inserirsi nel mondo del lavoro, quindi il grande vantaggio competitivo sta nel capitale umano. Inoltre vi erano importanti risorse energetiche: il sottosuolo era ricco di materie prime, di argento, oro e metalli utili per produzione siderurgica e metallurgica. Fonte di energia idrica e petrolio. Un altro fattore è la tecnologia avanzata e l’essere favorevoli alle innovazioni. Rivoluzione dei trasporti: fondamentale per trasportare materie prime e prodotti vista la vastità del territorio. 1840 rete ferroviaria più grande a livello mondiale. Lo sviluppa dello stato è dato anche dall’agricoltura: la coltivazione di grano da grande produzione per territorio ampio e vergine. In seguito alla carestia in Europa, il grano americano gode del primato in Eu ed era a basso prezzo e di qualità. Questo causa crollo del prezzo del grano che portò a una depressione economica. Invece per America furono anni di grande espansione. Le imprese USA non sono come quelle Eu legate al suo fondatore, ma in America è importante la figura del manager che deve avere formazione tecnica in ingegneria, il controllo è di chi ha le competenze e non del proprietario. Unico limite: gli USA sono un gigante economico ma a livello finanziario vi è una carenza. Con la maggiore produzione di argento, il sistema monetario è basato su quest’ultimo e la lobby dei silvermen permette di mantenere il sistema legato all’argento ma con quotazione variabile, vista la scoperta di giacimenti di oro ma anche di argento. 16. Crisi del 900, la grande depressione Il filo conduttore politico che ha anche cause economiche è la fine degli imperi. In Italia agli inizi del 900 nell’età giolittiana si ha una grande migrazione che porta alla crisi finanziaria. Gli effetti economici della grande depressione è il neomercantilismo con barriere doganali. in Italia dopo l’unità, vennero aperte le frontiere e adottato un liberismo assoluto in quanto l’Italia non poteva produrre tutto. Questo però cambia quando l’America inizia ad avere il primato del grano che viene esportato in tutta Europa, l’Italia ne risente e adotta il mercantilismo per creare l’effetto sostituzione. 17. La crisi degli Imperi e il nazionalismo La fine dell’imperialismo caratterizza l’inizio del 900 e porterà allo sviluppo della nazionalità, la prima guerra mondiale è caratterizzata proprio dal disfacimento degli imperi e della loro trasformazione. Nasce quindi il mito dello stato nazione, intesa come entità che esprime desiderio di comunità di una erta popolazione collocata in determinato territorio. La nazione viene vista come soluzione di fronte alla crisi degli imperi, dal punto di vista economico segna un cambiamento per gli scambi internazionali e il caos monetario. Vi è la concezione tedesca di Nazione, la quale deve presentare tratti organici e con una propria storia e cultura che deriva dal romanticismo tedesco. La concezione di Nazione italiana con Mazzini si intende come entità universale, democratica e composta da uomini coesi con lo stesso principio e uniti con il conseguimento dello stesso fine. Effetti economici del nazionalismo: la risposta alla grande depressione è il neomercantilismo, barriere doganali poste dalla maggior parte dei paesi, per far fronte all’importazione del grano americano. Questa politica doveva essere temporanea per creare l’effetto sostituzione per migliorare la produttività interna. Il nazionalismo porta anche alla corsa agli armamenti: si crea un’ideologia politica basata sulla volontà di emergere sulle altre nazioni, lo Stato diventa sempre più il centro dell’economia per una produzione negativa, produzione che distrugge l’economia, la guerra. la guerra è una scorciatoia per superare problemi economici. 7 18. Illusione del gold standard e Belle Epoque Il gold standard ha fatto raggiungere un sistema monetario unico su scala internazionale, e il fatto di avere una moneta riconosciuta a livello mondiale crea accelerazione del trasferimento delle risorse finanziarie. Fino al 1870 competizione tra i vari sistemi monetari, Gold, Silver e Gold-silver standard. Unione monetaria latina in cui vi è sistema metrico decimale con rapporto fisso fra oro e argento a 1:15:50. Inghilterra passa al bimetallismo zoppo o di facciata, poi 1879-1914 classical gold standard universale. La guerra farà crollare il sistema. Valore intrinseco della moneta: essa deve associarsi a qualcosa per definire il suo valore, e per molto tempo il suo valore si associa a quello dei metalli preziosi, una merce rara che subiva fluttuazioni. A inizio 900 però nacque l’esigenza di istituire la banca di emissione: istituti di credito che hanno il compito di tenere in deposito monete d’oro e d’argento mettendo in circolazione le banconote che sono convertibili in oro e argento. In periodo di crisi lo Stato può esonerare il sistema dall’obbligo di convertire le banconote in oro, sistema di corso forzoso. Questo accade perché lo Stato ha bisogno di prestiti dalla banca di emissione. Lo Stato anziché prelevare denaro dalle tasse, permette la circolazione di più monete rispetto ai beni, i prezzi salgono. 19. Cos’è il triangolo dell’impossibilità? Il problema della circolazione dei capitali crea il triangolo dell’impossibilità, in quanto non si può avere allo stesso tempo un cambio fisso, una libera circolazione del capitale e indipendenza della politica monetaria. Con il sistema Classical Gold Standard le monete sono diverse ma rapportate all’oro, il tasso di cambio è stabile tra banconota e oro, questo permette una libera circolazione dei capitali. Quando invece si stabilisce il nazionalismo monetario postbellico, ogni Nazione crea una propria moneta e ciascuna ha l’indipendenza della propria economia e i capitali circolano liberamente. Il sistema di convertibilità (il cambio) durante la guerra si scardina in quanto ogni Stato, per finanziare la guerra, fa stampare banconote che mette in circolazione senza che siano convertite. Questo provoca un disequilibrio rispetto al sistema precedente, solo le sterline e il dollaro rimangono salde e garantiscono il rapporto di convertibilità. Di conseguenza dopo la guerra si cercherà di tornare al gold standard ma risulterà impossibile. Questo triangolo è impossibile ancora oggi. 20. Emigrazione in Italia e Belle Epoque. Inizio del 900: la scoperta di miniere d’oro in Alaska e sud Africa ossigenano il sistema economico e l’industria comincia a migliorare. In questo periodo storico risulta esserci un paradosso, da una parte si percepisce la crescita della nazione italiana, ma in realtà molte parti dell’Italia costituite dal sud stavano decrescendo. Mentre a nord si stava sviluppando il triangolo commerciale Milano, Torino e Genova. Perchè in questo periodo la lira valeva più dell’oro? E perché cresce il triangolo e non il resto? La risposta è da ricercarsi nell’emigrazione degli italiani verso l’America. I risparmi che le persone ricavavano lavorando in America tornavano in Italia sotto forma di rimesse, attraverso le banche. Il fenomeno dell’emigrazione porta a uno spopolamento del sud Italia, e il denaro guadagnato all’estero tornava in Italia e vi era quindi la circolazione della lira ma anche della moneta americana. Il triangolo sfruttava i dollari provenienti dai migranti e questo permetteva di acquistare materie prime senza convertire le lire in dollari, per questo l’economia cresceva al nord. La crescita dell’economia è guidata dalle nuove banche di emissione, che dopo il fallimento della banca romana, Giolitti ne fece creare tre, la Banca d’Italia, il banco di Napoli e di Sicilia. Vengono istituite la banca commerciale d’Italia e il Credito italiano, sono due banche mise che operano con capitale tedesco: raccolgono risparmi a breve termine e investono a breve medio e lungo termine. Acquistano parti delle imprese e questo stabilizza il sistema economico italiano fino al 1907. La lira si rivaluta moltissimo e valeva più dell’oro. 21. Quali sono i costi della guerra? Cosa si intende per conversione bellica? I costi della guerra dal 1914-1920 sono di 14 miliardi di lire pre-belliche e in Italia corrisponde il costo corrisponde al 12% del reddito complessivo. Dopo la guerra, gli stati coinvolti saranno impegnati nel tentativo di risanare questi costi, una problematica sarà la base di molti accadimenti come la crisi degli Stati Uniti del 29 e la seconda guerra mondiale. Le spese riguardavano il materiale bellico: infatti quando scoppiò la guerra, ogni Stato 10 Nel 1921 venne così dato l’ultimatum di Londra, il quale fissava le riparazioni tedesche a 132 miliardi di marchi d’oro a rate trimestrali con tasso di interesse del 6%. La Germania non paga e i Francesi occupano la Ruhr, la regione più ricca, ma per protesta i tedeschi smettono di lavorare. Il grande problema che si crea è l’inflazione che crea una situazione ancora più difficile da risolvere, così USA chiedono agli alleati di desistere dalla questione della riparazione dei debiti, ma gli europei avrebbero usato i soldi della riparazione per pagare i debiti all’America, quindi si crea un circolo vizioso tra riparazioni e debiti. Nel 1924 entra in vigore il piano Dawes nei confronti della Germania, prevedeva il pagamento di rate annuali, ancorate ad un indice di prosperità dell’economia tedesca. Non era fissata la scadenza dei pagamenti. Era inoltre previsto un prestito dalla borsa di New York per finanziare il pagamento delle riparazioni. Gli USA spingono le banche americane a emettere titoli del debito pubblico collocate presso emigranti tedeschi che vivevano negli USA. Gli americani con questa emissione di titoli acquisisce denaro che viene dato ai tedeschi, in modo che questi possano pagare la Francia, che a sua volta possa pagare il proprio debito con gli USA. 1929 piano Joung, stabilito quando la situazione tedesca sembrava migliorata. Esso prevedeva il pagamento dei debiti di guerra fino al 1970. Ma questo piano fu presentato quando in realtà l’economia tedesca era in crisi e da lì a poco anche l’economia mondiale sarebbe precipitata. 29. Anni 20 in Germania e Fiat Money Il problema che sorge è l’iperinflazione, messa in atto dalla paura della deflazione (peggiore perché i prezzi scendono e si rimandano i consumi in quanto ci si aspetta un altro abbassamento dei prezzi, l’economia va in recessione). In questo contesto viene creata la Fiat Money, moneta che il governo decide di stampare, l’ideale sarebbe stato svalutare la moneta ma non si poteva fare perché c’era già un’inflazione alta. Il marco non viene più utilizzato e hi aveva investito in titoli di stato, depositi bancari perde tutto. Nel 1923 si cerca di risolvere la situazione cambiando la moneta, si stabilisce che 10 miliardi di marchi corrispondono a un nuovo marco chiamato Rentenmark. Una moneta doveva basarsi su qualcosa come i metalli preziosi, ma questo non era possibile, l’unico bene rimasto che dava garanzie era il terreno tedesco. Si fanno ipoteche sui terreni su cui si stabilisce che le tasse vadano pagate in oro, così gradualmente la Banca centrale si rinvigorisce. 30. Anni 20 in Italia, come si muove il Fascismo? Che ripercussione ha con l’economia? 1922 i Fasci di combattimento si trasformano in Partito e dichiarano di appoggiare la monarchia e pochi giorni dopo attuano la marcia su Roma, il Re convoca Mussolini per formare il nuovo governo, inizialmente di coalizione per poi trasformarsi in un regime autoritario. Prima dell’inizio della dittatura (1925), la politica economica dello Stato fu affidata a Alberto De Stefani che era un liberale, i suoi obiettivi: pareggio del bilancio statale, moderazione salariale per evitare inflazione, riapertura canali di credito per le imprese e libera circolazione delle merci, quindi liberismo economico anche all’estero. Per perseguire questi obiettivi riduce le uscite con tagli drastici alla spesa pubblica e la privatizzazione di molti servizi pubblici. Aumenta poi le entrate fiscali mantenendo tasse elevate, ma si riducono aliquote a settori propensi all’investimento. La logica è far crescere rapidamente le imprese così che possano investire e produrre di più. Successi e limiti: si ottiene il pareggio del bilancio statale ma a spese della popolazione, attività pubbliche privatizzate impediscono ai comuni di ricevere denaro sufficiente per le spese pubbliche. L’inflazione aumenta. L’intento di migliorare l’afflusso di risparmio per aumentare gli investimenti fallisce, causa numerosi fallimenti e tracollo della borsa. 31. Politica economica di Volpi Il suo obiettivo era quello di risanare il bilancio dello Stato con le spese dello Stato colmate dalla tassazione, ma anche riportare in attivo la bilancia commerciale senza indebolire la lira. Incentivare le esportazioni rispetto alle importazioni: a breve termine bisognava ricorrere a prestiti all’estero per frenare speculazioni sulla lira e risolvere debiti di guerra, nel medio-lungo termine invece attuare l’effetto sostituzione, cercare di rendere meno forte la necessità di importare con la presenza delle barriere doganali, 11 incentivando la produzione interna. L’altra questione era la stabilizzazione della moneta; si mette in atto il sistema del Gold exchange standard, si cercò di stabilire un rapporto stretto con le monete che sono convertibili, ovvero le valute rifugio che sono dollaro e sterlina. Si ricorre quindi a queste valute per tenere il livello di emissione valutario della carta moneta in stabilità. Avere la valuta pregiata serve a garantire l’emissione di carta moneta. Questa politica di stabilizzazione della moneta determina la fine dell’Unione monetaria latina. 32. Lira e quota 90 sotto Mussolini La lira subiva attacchi di speculazione e vi furono decreti per ostacolarla: divieto agli agenti di cambio di agire in proprio nelle operazioni in divise estere, divieto agli intermediari finanziari di accettare ordini di acquisto a termine di titoli, se non previo versamento del 25%. La lira nel 26 non è più sostenuta dal Tesoro e perde il suo valore del 18% del suo valore rispetto al dollaro, vi è quindi necessità di una stabilizzazione monetaria con obiettivo ambizioso, ovvero arrivare a 90 lire per una sterlina (in quel momento 153). Pro rivalutazione della lira: vantaggi nell’importazione delle materie prime a favore dell’industria pesante, si attenua l’inflazione che risolleva il potere d’acquista, questa operazione favorisce gli investimenti americani in Italia. Contro: fallimenti per le imprese che esportavano, disoccupazione, deflazione con recessione economica. Realizzazione della quota 90: assume una valenza propagandistica per il regime. Vi furono provvedimenti per la riduzione della circolazione monetaria, viene istituita una sola banca di emissione, la Banca di Italia che controlla il sistema bancario. Con quota 90 si introduce il nuovo sistema del gold exchange standard, grazie al quale la stabilità monetaria viene mantenuta con la convertibilità di monete, a loro volta convertibili in oro. La valuta italiana venne ancorata all’oro ad un rapporto di cambio pari a 92,46 lire per sterlina e 19 lire per dollaro. 33. La politica finanziaria italiana Vi era necessità di migliorare il bilancio dello Stato. Nel corso della prima guerra il debito pubblico era cresciuto fino a raggiungere dimensioni preoccupanti. Un problema era la quantità di titoli a breve termine, soprattutto BOT (buoni ordinaria del tesoro). Questo debito essendo a breve termine era fluttuante e costituiva il 40% del debito pubblico. Con la crisi della lira erano divenuti fonte di inflazione, i risparmiatori preferivano il rimborso al rinnovo del titolo, quindi continui prestiti alla Banca d’Italia. Si mette in atto una soluzione: viene consolidato il debito fluttuante: i BOT vengono trasformati in debiti consolidati e quindi non più rimborsabili. Chi possiede i BOT che stanno per scadere riceverà un titolo diverso detto prestito consolidato littorio non più rimborsabile. Venne introdotta 1926 prima legge bancaria italiana, di cui furono promulgati due decreti: in cui viene tolta la possibilità di emettere carta moneta alla banca di Napoli e di Sicilia, funzione lasciata solo alla Banca d’Italia, che si rafforza, vigila il sistema bancario e stabilisce il livello del costo del denaro. Il secondo decreto è un provvedimento per la tutela del risparmio per tutelare i risparmiatori, evitando che la Banca investi il denaro in azioni di imprese, diventa una vera e propria istituzione con funzione sociale. 1928 Antonio Mosconi nuovo ministro delle Finanze, vuole rafforzare i meccanismi amministrativi della finanza pubblica. Viene istituita la legge sulla contabilità dello Stato con il divieto di assunzione di impegni di spesa senza esplicita copertura. Obbligo di dichiarazione dei redditi. Riforma della finanza locale; ha lo scopo di risolvere i problemi finanziari degli enti locali che fanno sempre parte della finanza pubblica. (es. assunzione delle scuole dirette dallo Stato). 34. Anni 30 e la grande depressione. Questi anni sono caratterizzati dalla grande depressione, la crisi americana del 29 intacca l’Europa diventando crisi globale. Dopo un periodo di espansione negli anni 20, in America accade un fenomeno che viene inizialmente sottovalutato, ovvero le industrie che si stavano sviluppando, specialmente l’automobile, producono una grande quantità di beni fino a sfociare nell’iperproduzione, troppa produzione che il mercato non assorbe. Vi era l’epidemia spagnola, vi fu la corsa al disinvestimento che provocò il crollo dei titoli azionari, le autorità finanziarie americane fanno scelte sbagliate, alzando il tasso di sconto cioè rendendo più caro il denaro, ma questo porta al crollo della borsa di New York, provocando la distruzione di una grande quantità di risparmio, escono dalla crisi con la guerra. 12 Risposte alla crisi: stimolazione della spesa in opere pubbliche e pressione sugli industriali per evitare un abbassamento dei salari e opposizione a misure di tipo deflazionistico. Contrazione commercio internazionale e adozione di dazi per l’importazione. Effetti: caduta dei prezzi e degli investimenti, crollo della produzione e del reddito con fallimenti delle imprese e disoccupazione, e crisi del commercio internazionale. 35. Piano New Deal Vince le elezioni il presidente Roosvelt, il quale sviluppa il piano New Deal che porterà alla risoluzione della crisi. Il piano consisteva nell’abbandono della parità aurea e la svalutazione del dollaro per ridurre i debiti e facilitare le esportazioni. Un vasto piano di lavori pubblici, lo Stato crea lavori che hanno un’utilità pubblica, soprattutto in aeree del paese sottosviluppate, dando lavoro con gli stipendi si rimette in moto l’economia producendo la domanda. Viene istituito un sistema di assicurazioni sociali a vantaggio delle classi lavoratici e più tassazione ai ceti abbienti. Riduzione delle ore lavorative e aumento dello stipendio, l’obbligo agli imprenditori di riconoscere i sindacati operai. Riforma bancaria: prevede separazione delle banche commerciali di investimento a breve termine, dalle banche di investimento di medio e lungo termine e si inaugurò una modalità di assistenza dei depositanti con assicurazione sui depositi per tutelarli. 36. Problema della moneta internazionale Viene affrontato nel 1936 dalle potenze del momento, USA, UK e FR che formano l’accordo tripartito, che consiste nell’astenersi dalle svalutazioni competitive tramite dumping per favorire l’esportazione, vendita libera di oro in cambio delle tre valute e preparare un piano generale per regolare scambi commerciali. Modello di Keynes: stipulò un piano nel 1942 per risistemare la questione monetaria internazionale, esso prevedeva la creazione di una international Clearing Union nella quale le banche centrali versano le proprie riserve. L’utilizzo di una moneta internazionale solo per gli scambi in oro detta Bancor, legate ad essa le maggiori valute. Ma poi prevalse il progetto del segretario White il quale propose il Gold Dollar Standard, unica moneta convertibile in oro. Progetto caratterizzato da rigidità monetaria in quanto l’economia di ogni nazione era vincolata al dollaro. Bretton Woods 37. Anni 30 grande depressione in Italia e problema riconversione industriale: IMI e IRI Lo scenario riguarda diverse problematiche tra cui la riconversione delle industrie che si trovavano lanciate nel mercato. Le banche miste avevano il compito di finanziare le imprese, le quali fornivano come garanzia alle banche le azioni, proprietà e titoli. La banca di fatto era proprietaria delle imprese che però erano in difficoltà. Quindi le banche si trovano in una situazione paradossale che non traspariva dai propri bilanci. Furono attuate delle riforme di struttura: fecero nascere l’economia mista in Italia. Economia di mercato con una logica capitalista e liberale mossa dal mercato privato ma con al suo interno una componente ambia di imprese pubbliche. Il sostegno dello Stato avviene facendo smobilitare le banche dal peso di titoli azionari di basso valore e facendo in modo che le banche non ricadono nell’errore di finanziare le imprese solo nel breve termine. Si crea quindi, una banca specializzata nel finanziamento nel lungo medio periodo, essa è l’IMI Istituto mobiliare italiano, che prende soldi da titoli azionari e utilizzare il denaro con investimenti di lunga durata nelle imprese per la riconversione industriale. Viene poi creato da Beneduce e Menichella l’IRI Istituto della Riconversione Industriale con il denaro dello Stato, con lo scopo di smobilizzare le banche togliendo azioni che non valevano più nulla per poi finanziare le imprese. Si occupa anche della riorganizzazione tecnica economica e finanziaria delle attività industriali. L’IRI rafforzava ciò che già avveniva con l’IMI, e successivamente diventa un ente permanente sostituendolo. L’IRI diventa una grande Holding (ente privato dello stato) divisa in finanziarie di secondo livello. Questa operazione viene consolidata nel dopoguerra. Per evitare la creazione di banche miste venne introdotta la legge bancaria nel 36: le banche dovevano scegliere o di fare credito commerciale con investimenti a breve termine, o banca finanziaria dedita agli investimenti di medio lungo termine utilizzando capitali della banca o attraverso le commissioni di medio lungo termine. Viene affidato il governo del Credito al Comitato di tutela del risparmio.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved