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Storiografia Greca, Erodoto e Tucidide, Schemi e mappe concettuali di Storia Antica

Il riassunto inizia con la spiegazione in generale del lavoro dello storiografico per poi concentrarsi sulle figure di Erodoto e di Tucidide, e si conclude con la presenza di schemi molto sintetici dei due libri a scelta, in questo caso: l'ottavo di Erodoto e il secondo di Tucidide.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 07/10/2021

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annalaura_91 🇮🇹

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Scarica Storiografia Greca, Erodoto e Tucidide e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Antica solo su Docsity! STORIOGRAFIA GRECA. Da Erodoto A Tucidide La nascita dello storico La storiografia greca nasce intorno al 2500 a.c. e si sviluppa nel contesto delle Polis. | greci non furono i primi ad occuparsi di storia ma molto prima di loro in Mesopotamia, si registrano le prime forme di documentazione storica. Ma, sono i greci ad aver inventato la figura dello storico come “soggetto scrivente”, ovvero un individuo che autonomamente decide di compiere delle ricerche sul passato, ma tale attività non raggiunse uno status prestigioso. Differenze Come è facile notare, all’epoca gli storici non avevano tutti i mezzi di ricerca che noi abbiamo a disposizione; quindi, era un lavoro difficoltoso e complicato. Infatti, siccome la loro era una società orale, non vi erano a disposizione molti testi da cui poter attingere delle informazioni, ed esso era un altro grande limite che erano costretti a subire. La loro metodologia nell'apprendere informazioni era l’intervista. Siccome era molto difficile che lo storiografo si trovasse sempre al posto giusto e che quindi avesse una comunicazione diretta, allorche si serviva per lo più delle interviste. Ed è per questo motivo che un’opera storica antica ci pare così diversa. Storia immediata ed orale Una simile forma di storia oggi viene chiamata immediata, cioè gli avvenimenti di cui lo storico va a trattare sono relativamente vicini. Mentre, mettendo l'accento sulle fonti utilizzate, si parla di storia orale. Si tratta di un genere di storiografia che negli ultimi decenni ha preso molti consensi, perché la si trova molto interessante perché va ad interrogare chiunque e fornisce così un aspetto antropologico. Erodoto e Tucidide Furono due figure di spicco nel panorama della Grecia antica, il primo fece una ricerca etnografica, descrivendo i popoli vicino alla Grecia e concludendo la ricerca con le guerre persiane, il secondo invece si occupò della guerra del Peloponneso dove si vide lo scontro fra Atene e Sparta. | due autori ebbero due metodologie di approccio alla storiografia molto diverse: Erodoto nelle sue storie, si percepisce una natura molto intima dalla quale trapelano i suoi interessi e la curiosità verso le culture barbare. Mentre per quanto riguarda Tucidide, lui decise di tralasciare questa forma di testo focalizzandosi su ricerca di tipo politico-militare con una attenzione particolare verso una ricostruzione dettagliata e precisa degli avvenimenti, filtrando molte informazioni e attuando una rigorosa indagine storica. Difatti molti altri autori si ispireranno al suo operato nel corso dei secoli a venire. Erodoto La vita Nacque ad Alicarnasso (Bodrum, Turchia). Essa era una colonia dorica e fu allungo assoggettata dall'impero persiano. Dopo la sua liberazione Alicarnasso farà parte della lega di Delo. Sappiamo che la famiglia di Erodoto era aristocratica e vennero successivamente esiliati da Alicarnasso poiché si opposero a Lidamo, il tiranno della città. Il punto nodale della sua biografia sono gli innumerevoli viaggi. Partecipò alla fondazione di Turi (Italia meridionale), sorta nel 444/443 per volere di Pericle. Per quanto riguarda la data di nascita essa non è verificabile, l’unica abbastanza attendibile è quella che riguarda la fondazione di Turi ed essa è ricollegabile al akamè, ovvero alla “maggiore età” di un artista (circa i 40 anni). Quindi una data plausibile può essere il 484. Per quanto invece riguarda la data di morte, si ipotizza, grazie alla testimonianza di Tucidide, che essa sia avvenuta nei primi anni della guerra del Peloponneso. Le storie Quest'opera ci è giunta per intero. Vennero scritte in dialetto ionico. | filologi Alessandrini divisero in 9 libri, suddividendoli in base alle 9 ninfee, e tale divisione si è mantenuta. | temi: dopo il proemio, Erodoto pone le premesse dello scontro fra Europa e Asia e il conflitto fra Greci e Barbari. Primo libro, non sono presenti gli eventi mitici e tratta del primo barbaro che conquistò una Polis, Creso. Accenna ai primi re della dinastia Lidia e segue poi le vicende di formazione del regno medo persiano. La parte principale è che Ciro nel 546 a.c. pose fine al regno di Creso. Secondo libro, si apre con Cambi re, successore di Ciro (re persiano). Conquistò nel 525 a.c. l'Egitto. In questo libro si occupa della storia ed etnografia egizia. Passa infatti in rassegna gli usi e costumi per poi parlare delle varie dinastie reali. Terzo libro, si apre con la conquista dell'Egitto da parte di Cambise. Dopo la morte di quest’ultimo si assistette a un turbolento periodo che si concluderà con l'ascesa al trono di Dario. Si introduce così una discussione “filosofica” su quale tipo struttura politica da dare alla Persia, i papabili sono: democrazia, monarchia e oligarchia. Nei capitoli a seguire, si parlerà delle istituzioni persiane. Il libro si concluderà con i primi anni del regno di Dario. Quarto libro, si parla delle mire espansionistiche di Dario che furono per prime la Scizia e la Libia. Si conclude così la parte riservata alle vicende dei barbari. Quinto libro, si parla delle tante rivolte dei popoli sotto il controllo dell'impero persiano contro di essi e della frattura dei rapporti fra Greci e persiani. L'evento scatenante fu la rivolta lonica (500-494 a.c.). Segue poi le vicende che coinvolgeranno Atene e Sparta nei primi anni del quinto secolo. Aristagora, capo dei rivoltosi, fece visita ad entrambe le città in cerca di aiuto. Sesto libro, possiamo definire che da esso inizia la seconda parte dell'opera. Dedicata alle spedizioni persiane in Grecia. Viene narrata la battaglia di Maratona, si conclude con le tristi vicende di Milziade successive al trionfo di maratona. Negli ultimi 3 libri viene descritto il grandissimo scontro fra le due civiltà che inizia con la preparazione dell'esercito del re Serse e si concentra sugli scontri (480-478 a.c.) Termopili, Artemisio, Salamina, Platea e Micale. Che determinarono la vittoria dei greci. Si conclude così l’opera con la presa di Sesto. Tra oralità e scrittura. Per quanto riguarda Tucidide, della sua vita sappiamo ben poco e le notizie di cui siamo in possesso sono per lo più scarsamente credibili. Gli unici dati certi sono il ruolo da protagonista che ricoprirà durante la guerra del Peloponneso e dell'esilio che subì. Si suppone che egli, quando ricoprì il ruolo di stratega, avesse circa 30 anni e quest’età lo colloca nella generazione successiva a quella di Erodoto. Verrà esiliato per circa 20 anni per aver contribuito alla perdita di Antifoli, che fu una grandissima perdita economica di Atene. Una volta tornato dall'esilio verrà ucciso da una mano sconosciuta, si susseguono varie tradizioni, molto discutibili che vedono morire Tucidide in vari modi. Una tradizione abbastanza attendibile è quella in cui corpo è seppellito ad Atene. La formazione di uno storico. | principali elementi che hanno concorso alla sua formazione intellettuale vanno ricollegati ai suoi studi filosofici, medici e dialettali. Come abbiamo detto in precedenza lui fu attivo nelle vicende politiche della sua città; infatti, venne eletto come stratega, un ruolo che lo rese parte attiva delle vicende che lui andrà a raccontare. Ebbe sempre un atteggiamento critico verso la democrazia radicale ateniese. Riconobbe i meriti nella figura di leader che ebbe Pericle. Non vie è la figura degli Dei come artefici degli avvenimenti ma tutto viene ricondotto alle scelte effettuate dagli umani. Quindi il suo fu un racconto laico, razionale e dove si tenta di trovare i motivi per i quali determinate scelte vennero fatte. Le storie e la questione tucididea Le storie di Tucidide sono divise in otto libri e il focus dell’opera è la guerra del Peloponneso. Ed esso era (come per quanto riguarda la scelta di Erodoto di parlare delle guerre persiane), un evento unitario per il mondo greco che scoppio nel 431 a.c; La struttura dell’opera è divisa in vari momenti. L'attuale divisione risale a una tradizione erudita tardiva alessandrina. La narrazione si sviluppa in ordine diacronico degli anni di guerra. Con l'alternanza delle estati e dell'inverno. | quali scandiscono il racconto. Non è da escludersi la probabilità che lo storico volesse concludere il racconto con la fine della guerra del Peloponneso, ma ad un certo punto la narrazione viene interrotta e ciò può significare che Tucidide sia morto prima di riuscire a completare l’opera. Nel dettaglio Tucidide afferma nel proemio che il suo interesse verso la vicenda si accese fin dagli arbori, considerandola di già come una battaglia memorabile; infatti, scriverà le innumerevoli battaglie affrontate finora dai greci e le metterà a paragone. Per quanto riguarda la questione tucididea. Si ha come impressione che nell’Opera lui sappia fin dal proemio l'esito della battaglia, ma in altri parti del libro essa pare che sia sconosciuta all'autore e quindi si sostiene che ci sia stata una stratificazione, che_ sia stata riveduta e ricorretta molte volte e si sospetta anche da autori esterni. Il padre di tali dibattiti e Ulrich che immagina due fasi compositive la prima dopo la pace di Nicia, che sembrò porre fine alla guerra e la seconda si ha con la conclusione effettiva del conflitto. La presenza per appunto dei passi in cui è chiaro l'esito ed in altri no, avvalora questa tesi. Vi è inoltre l’Ipotesi nella quale Tucidide abbia assecondato una consuetudine dell’epoca, ovvero di aver reso pubbliche a spezzoni le vicende secondo il dettame della akroasis, nonostante il fatto che l'opera fosse incompiuta. In conclusione, bisogna ammettere che c'è e la possibilità che tale diseguaglianza della composizione si dovuta a questa procedura di pubblicazione. La storia secondo Tucidide: la guerra del Peloponneso Nel caso di Tucidide, non sembra essere un pretesto per ampliare la narrazione delle parti coinvolte. Egli, infatti, definisce in modo chiaro i confini del soggetto dell'opera e ad essi si mantiene rigorosamente. Va sottolineato che /a guerra e contemporanea all'autore, e come già accennato lui vi è addirittura partecipe e protagonista. Lo strumento privilegiato in questo caso e la presenza stesso dello storiografo a tali avvenimenti, affiancato alle testimonianze di altri attori. Che ha portato così ha una costante critica rivolta alle fonti operata ad evitare che ci fossero dei fraintendimenti dovuti all’avanzare dell'età e alla cattiva memoria. Tucidide nel suo racconto argomenta con rigore, precisione e accuratezza e questo modus operandi divenne il suo marco di fabbrica. Tucidide raccoglie vari fonti e poi sceglie quelle che a suo parere gli paiono quelle più affidabili. Però la procedura selettiva di Tucidide è sconosciuta, perciò egli ci consegna solamente l'esito delle sue scelte. L'impegno di Erodoto, nel raccogliere tutte le tradizioni senza scremare tali fonti, sembra inconcepibile per Tucidide. Come molti altri storici preferisce le fonti orali. ERODOTO, VIII LIBRO. Descrive lo scontro navale a Capo Artemisio, nel frattempo gli ateniesi si sono rifugiati nell'isola di Salamina poco lontano da Atene, intanto persiani invadono l’Attica e distruggono l'acropoli di Atene. Viene descritta la battaglia di Salamina, in cui Temistocle sconfigge la flotta persiana. L'esercito persiano si divide, Serse torna in persia, mentre Mardonio rimarrà in Grecia. Tenterà un accordo con Atene, senza successo. Alessandro | parteciperà alle trattative. TUCIDIDE, Il LIBRO. Narra i primi tre anni della guerra archidamica. Le prime operazioni di guerra riguardano l'attacco a platea da parte di Tebe ed essa verrà assediata dagli spartani. (siccome era una alleata di Atene) Sparta mobilita gli alleati ma Atene riesce a respingerli. A quel punto Sparta invade l’attica, con al comando il re Archidamo. Gli ateniesi vengono convinti da Pericle a non intervenire, in quanto gli spartani sono militarmente superiori sulla terraferma ma esortandoli a resistere. | soldati ateniesi si ritirano e la popolazione si raccoglie ad Atene. Pericle celebra i caduti ed elogia la città. + Essa rasenta la perfezione e la democrazia. Scoppia una epidemia ad Atene nel 429 a.c. in cui morirà lo stesso Pericle. Gli spartani si ritirano, molto probabilmente furono corrotti.