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Storiografia Greca: Erodoto e Tucidide, Appunti di Greco

breve riassunto di letteratura greca che affronta la tematica nel complesso e in particolare le differenze tra i due autori

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 02/03/2020

ilaria_c
ilaria_c 🇮🇹

4.4

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Scarica Storiografia Greca: Erodoto e Tucidide e più Appunti in PDF di Greco solo su Docsity! STORIOGRAFIA La storia nasce attorno al V sec. a.C. in Ionia, nelle prime fasi non si può definire storia vera e propria ma bensì logografia che è allo stesso tempo: storia, raccolta di tradizioni mitiche e locali, etnografia, racconto di viaggi, geografia. Essa come l’epica si propone di conserva nella memoria collettiva il κλεος (la fama). La logografia e la storiografia scaturiscono da una nuova attitudine mentale caratterizzata da una diversa natura degli strumenti comunicativi (la prosa) e dall’atteggiamento critico e razionalista e la consapevolezza che la complessità del reale richieda strumenti interpretativi più potenti rispetto alla cultura tradizionale. Nonostante ciò i primi storici non mettono a bando il mito ma lo rivisitano secondo una prospettiva critica e razionalistica. Il mito va ad occupare una parte sempre meno rilevante; se la poesia epica infatti veniva utilizzata per raccontare le origini della civiltà, la logografia vede allargati i suoi orizzonti verso un mondo che si dilata enormemente e che quindi ha bisogno di raccogliere informazioni sulle genti straniere, raccogliere informazioni, riorganizzare le tradizioni, i dati geografici, la memoria del passato. La ιστοριε ha una natura polimorfa: Erodoto era uno storico, un etnografo, un geografo, un narratore: compone dei λογοι ovvero dei racconti da narrare davanti ad un uditorio; la Grecia non aveva più il ruolo marginale di provincia ma si apprestava a diventare la cultura dominante di tutto il Mediterraneo; da qui nasce la necessità da parte dei cittadini greci di espandere i propri orizzonti e di cercare di capire qualcosa in più sui nuovi popoli. La storiografia quindi nasce sui miti e le tradizioni locali, i racconti sulle fondazioni di città, le genealogie di famiglie illustri; tutti questi elementi si innesteranno poi in un organismo sempre più complesso in cui le tradizioni straniere, i documenti scritti e i dati archeologici sono sottoposti all’autopsia dello storico ossia alla verifica diretta dei fatti. Rispetto alle storiografie delle civiltà orientali, quella greca pone al centro la figura dello storico stesso che si sente libero di proporre al pubblico, secondo personali criteri di scelta, fatti e personaggi meritevoli di entrare nella memoria storica. Lo storico si interessa di argomenti che vanno a formare il dibattito culturale contemporaneo. Tuttavia è importante che lo storico sia consapevole che la verità che sta raccontando è una verità soggettiva che comprende solamente la sua visione e valutazione delle cose. L’oggetto principale della storiografia diventa la storia politica, l’indagine delle cause e degli sviluppi dei fatti. Tutti questi aspetti giungono a maturazione con Tucidide che presenta una storiografia di carattere scientifico. Erodoto Erodoto nacque ad Alicarnasso attorno al 484 a.C.; compì molti viaggi nel corso della sua vita che contribuiranno a costruire la sua opera storiografica: in Egitto, in Fenicia, in Mesopotamia e nel Mar Nero; ad Atene fu amico stretto di Pericle e Sofocle. Morì, secondo la tradizione, a Turi (colonia di cui aveva contribuito alla fondazione), sicuramente dopo il 430 a.C. perché a conoscenza di alcuni avvenimenti della Guerra del Peloponneso. La sua opera “Le Storie” è divisa in 9 libri a cui ognuno è affidato il nome di una musa; questa divisione è fornita dai filologi alessandrini mentre la genesi del testo è ignota e complessa. Di sicuro sappiamo che egli teneva pubbliche recitazioni di parti della sua opera. L’unità di base delle storie erodotee è infatti costituita dal λογος ovvero una sezione dedicata alla trattazione di un personaggio o alla descrizione di un popolo. La storia di Erodoto si compone di una quantità di materiale eterogeneo che in seguito non fu più oggetto di interesse per gli storici; egli che viene considerato il “padre della storia” si può considerare allo stesso tempo anche il padre dell’antropologia che infatti include nella sua opera tutto ciò che appartiene in generale alla cultura di un popolo. Erodoto non compie però una semplice descrizione del popolo ma individua e pone solo gli elementi che possono meravigliare il pubblico per la loro originalità. Queste sezioni etnografiche sono così suddivise: - Regione ! confini, misure, conformazione geografica, natura del territorio, fiumi, clima, animali - Uomini ! numero, antichità, archeologia, modo di vivere, leggi Gli storici successivi, a partire da Tucidide individueranno come degna di indagine solo la storia politica. Secondo Erodoto invece, degno di indagine è tutto ciò che è degno di memoria e di osservazione; quindi non solo i grandi eventi, ma tutte le opere meravigliose prodotte dalla civiltà umana. Il suo discorso tende sempre a prendere una posizione riguardo a ciò che viene trattato nonostante l’ampio campo di interesse. Come si può notare dalle sue opere, Erodoto è ancora convinto che la storia altro non sia che il frutto di potenti e invisibili energie che si muovono dietro alle cose umane. Gli dei sono infatti in Erodoto una parte integrante della storia umana in quanto esistono leggi fondate sulla necessità di avere un equilibrio di fondo. Queste sono idee tradizionali che si ritrovano nei poeti del V secolo a.C.; infatti secondo la mentalità dell’epoca gli eventi possono assumere una loro logica interna davanti alla quale i provvedimenti e le decisioni dell’uomo risultano vani. La storia che Erodoto propone ha una visione policentrica che non presenta dogmatismi o pregiudizi nei confronti delle popolazioni straniere; ma che, allo stesso tempo, non rinuncia alla consapevolezza di appartenere al popolo greco di cui percepisce con fierezza i valori e l’originalità. Nelle sue Storie inoltre, Erodoto introduce anche delle novelle, delle digressioni che hanno il compito di creare effetti di attesa e di sospensione. Nei suoi racconti vi è sempre una tendenza al fantastico e all’irrazionale; questo però – anche se criticato da Tucidide- è un modo di fare storia, infatti chiarisce come la percezione del sovrannaturale si intrecciasse con gli eventi storici. Nonostante ciò Erodoto non racconta acriticamente questi racconti ma anzi non ne indica l’assoluta certezza. Per quanto riguarda il rapporto tra Greci e Barbari, Erodoto non appoggia l’antitesi; infatti i vizi, le virtù, i comportamenti positivi e negativi si spartiscono in egual misura tra i due; la differenza secondo Erodoto non sta nella superiorità dei Greci; ma nell’uso di forme politiche differenti. Per questo possiamo dire che Erodoto non dia un vero e proprio orientamento politico alla sua opera. Le Storie rappresentano inoltre il modello perfetto di prosa ionica alla quale però si uniscono anche forme attiche e forme di derivazione poetica. La sua lingua è duttile, dotata di un ricco vocabolario capace di ogni sfumatura in cui si percepisce il ritmo del conversare e del declamare e non quello dello scrivere. Tucidide Nacque ad Atene attorno al 460 a.C.; nei primi anni della Guerra del Peloponneso lo vediamo attivo nell’attività militare: fu posto a capo di una spedizione di soccorso inviata ad Anfipoli; ma arrivato in ritardo fu o condannato all’esilio, o continuò a vivere ad Atene senza però poter partecipare alla vita politica. In entrambi i casi poté cosi procede alla stesura della storia che narrava gli eventi di questa guerra ultraventennale che egli aveva già compreso essere decisiva per la Grecia. Morì dopo la fine della guerra, dopo la restaurazione del regime democratico nel 403 a.C. Scrisse un resoconto della guerra del Peloponneso che ci è pervenuto diviso in 8 libri che inzia con un ampia retrospettiva delle cause della guerra ma che si interrompe nel 411 a.C. Evidentemente l’opera fu interrotta dopo la morte dell’autore visto che non è rielaborata nelle sue parti finali. La sua storia, costituisce la prima opera storiografica in senso moderno del termine ovvero la narrazione critica di un evento preciso, di cui l’autore si propone di illuminare in modo razionale, i movimenti, le cause, gli sviluppi dopo avere vagliato tutte le testimonianze atte a sostenere la sua interpretazione. Si sofferma soprattutto su eventi di storia politica e militare; seleziona ciò che secondo lui appartiene alla storia da ciò che non può essere oggetto di indagine scientifica. A differenza di Erodoto egli non si interessa di raccontare nulla di meraviglioso ma invece di analizzare i meccanismi del divenire alla ricerca delle cause, occasionali e profonde degli eventi, con le sue implicazioni rivolte al futuro. Il suo testo si propone come un possesso per l’eternità, destinato a coloro che vogliono indagare la verità delle cose passate e di quelle che si verificheranno allo stesso modo in futuro secondo le