Scarica Tacito, Historiae - commento e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! TACITO : il proemio delle Historiae ( I 1 ) La promessa si scrivere senza amore e senza odio Analisi del testo da M.Mortarino-M.Reali-G.Turazza, Loci scriptores. Antologia da Tacito, Loescher 2009, p.55 I temi e le idee: i principali nodi concettuali • anzitutto dichiara la data di inizio della materia trattata, cioè il principio dell’anno 69 d.C. , indicata dalla menzione della coppia consolare (l’imperatore Servio Galba e Tito Vinio); • quindi rileva come in età repubblicana la storiografia godesse di maggiore libertà espressiva, poiché gli scrittori di allora narravano i fatti << con eloquenza pari alla libertà >> (pari eloquentia ac libertate); • ricorda invece che in età imperiale il clima politico era meno favorevole alla cultura (magna illa ingenia cessere); con altrettanta chiarezza afferma però che l’impero era una ineluttabile necessità storica a garanzia della pace: dopo che Augusto superò Antonio nella battaglia di Azio (31a.C.) infatti, omnem potentiam ad unum conferri pacis interfuit, << nell’interesse della pace fu opportuno concedere tutto il potere a uno solo>>; • formula poi una dura critica degli eccessi sia di adulazione e servilismo sia di odio e denigrazione propri degli scrittori della sua epoca; a questi vizi egli contrappone il suo esempio: la sua carriera politica lo ha messo in contatto con alcuni imperatori, eppure parlerà di loro, come di tutti, sempre << senza amore e senza odio >> (neque amore...et sine odio); • infine progetta per il futuro, alla luce della felicità e della libertà dell’epoca presente, grazie agli “ottimi” principati di Nerva e Traiano, un’altra opera storiografica; sappiamo però che, nonostante quanto affermato qui, l’argomento dei successivi Annales sarà l’epoca dalla morte di Augusto a quella di Nerone (14-68 d.C.). Non c’è dubbio che si tratti di una delle più interessanti dichiarazioni di metodo storiografico di Tacito, ma anche di un vero e proprio tentativo di fare comprendere ai lettori la complessità dei rapporti tra gli intellettuali e il principato , problema trattato con quella lucidità che invece mancava ad altri uomini della sua generazione (come Plinio il Giovane) o di quella precedente (come Quintiliano). La lingua e lo stile Dal punto di vista stilistico, il passo si cartterizza per una consapevole ricerca di inconcinnitas, soprattutto mediante l’uso della variatio (averseris...accipiuntur; neque amore quisquam et sine odio) e dell’ellissi del verbo (veritas...infracta; ita neutris cura; mihi...cogniti). Notevole è pure la climax “dignitatem nostram...inchoatam...auctam...longius provectam”, con il quale l’autore allude alla progressione della propria carriera politica. Per quanto concerne il lessico, poiché qui Tacito sta facendo un discorso sul senso e sulla natura della storiografia, usa molti termini che appartengono a questo campo semantico, come auctor, eloquentia, libertas,veritas,adulatio,fides,odium.