Scarica tecniche base del metodo comportamentale e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! TECNICHE BASE DEL METODO COMPORTAMENTALE Capitolo 1 – obiettivi comportamentali. Il metodo comportamentale si basa sull’osservazione diretta dei comportamenti dello studente. Esso per studiare meglio il comportamento lo scompone in piccole unità. Per far sì, che l’uso di questo metodo sia efficace bisogna fare una descrizione chiara dell’obiettivo comportamentale. Esso deve avere tre componenti : Specificare il comportamento: ovvero quando si deve descrivere il comportamento ,che il soggetto deve mettere in atto bisogna utilizzare dei verbi che definiscono delle azioni osservabili ad esempio : camminare ,parlare, correre ecc. e non vanno utilizzati verbi come apprezzare, comprendere ecc. Specificare il criterio di esecuzione: l’obiettivo comportamentale deve definire il criterio di esecuzione, ovvero deve fare una descrizione qualitativa e quantitativa del comportamento da seguire. Ad esempio: per 30 min, deve eseguire un’azione specifica, che deve ripetere per 4 volte. Specificare le condizioni: ovvero l’obiettivo comportamentale deve specificare le condizioni o le circostanze in cui eseguire le azioni. Ad esempio: il soggetto deve eseguire il compito di sera dopo pranzo. Per costruire un obiettivo comportamentale dobbiamo porci alcune domande come ad esempio: quali comportamenti il soggetto deve mettere in atto? Quale livello qualitativo dovranno raggiungere? Questi obiettivi devono essere sensati, utili al soggetto e soprattutto non devono essere dei comportamenti che il soggetto fa abitualmente. Per soddisfare questi criteri, dobbiamo assicurarci del livello iniziale del soggetto in relazione con l’obiettivo comportamentale, se ha bisogno di acquisirlo e se è in grado di mettere in atto quel comportamento, infine dobbiamo assicurarci che l’obiettivo sia in linea con lo sviluppo del soggetto. Capitolo 2 – i tre elementi del ciclo istruzionale Per far si che il soggetto raggiunga l’obiettivo stabilito dobbiamo eseguire il ciclo istruzionale formato da tre elementi. Stimolo: Può essere qualsiasi evento o oggetto che troviamo nell’ambiente che ci circonda, ad esempio un giocattolo, che provoca una risposta specifica. Una volta che conosciamo il rapporto tra stimolo e risposta, possiamo prevedere la reazione da parte del soggetto. Risposta: è il comportamento a seguito di uno stimolo, una volta che comprendiamo la relazione stimolo e risposta, possiamo aumentare o diminuire quest’ultima. Conseguenza: è ciò che avviene dopo la risposta. La risposta e lo stimolo a volte possono essere uguali, mentre la conseguenza diversa. Infatti essa può dipendere dal tipo di effetto che vogliamo ottenere dal comportamento futuro, ad esempio se vogliamo che il comportamento si verifichi in futuro, dobbiamo far si che la conseguenza sia piacevole ovvero rinforzante. Mentre se vogliamo che il comportamento non si verifichi in futuro dobbiamo far si che la conseguenza sia spiacevole ovvero punitiva. Capitolo 3- i rinforzatori I rinforzatori si devono dare appena il soggetto mette in atto il comportamento adeguato, altrimenti c’è il rischio di rinforzare un comportamento inadeguato. Esistono tre tipi di rinforzo: Commestibili: sono i cibi che piacciono di più al soggetto ,possono essere solidi e liquidi e si possono utilizzare in maniera combinata. Qualsiasi tipo di cibo utilizziamo, l’importante è cambiarlo, perché può succedere che il soggetto dopo un po' si stanchi di sentire lo stesso gusto e non risponde più a quel rinforzo perdendo così la sua funzione. Questo fenomeno si chiama sazietà, che è uno stato temporaneo e dopo un po' riacquisterà la sua funzione. Quando il soggetto risponderà di nuovo a quel cibo, vuol dir che ha riacquistato la sua funzione e ciò è il principio della privazione, ovvero quella situazione che si crea quando si sospende il rinforzo fin che non risulta efficace di nuovo. Durante l’attività dobbiamo cercare di ridurre lo stato di sazietà e aumentare quello della privazione. Sensoriali: per rinforzi sensoriali si intendono le sensazioni che il soggetto gradisce. Esistono cinque tipi di rinforzatori: tattili: ovvero qualsiasi tipo di contatto epidermico tra noi e il soggetto a cui quest’ultimo reagisce in modo positivo.ad esempio una carezza, abbraccio ecc. olfattivi possono essere delle sostanze profumate che piacciono al soggetto. Visivi possono essere delle immagini piacevoli. Uditivi dei suoni che piacciono al soggetto. Sociali: sono quelli più importanti è consistono in lodi, attenzione da parte di chi è importante per il soggetto. Inoltre aiutano anche ad aumentare la propria autostima. Per far si che il soggetto impari che la lode è un evento positivo, dobbiamo associarla ad un altro rinforzo come ad esempio l’attenzione. infatti se non prestiamo attenzione al soggetto si comporterà in maniera sbagliata. È importante scegliere il rinforzo giusto, per farlo esistono cinque modi: domandare direttamente al soggetto cosa gli piace, osservare il soggetto, osservare soggetti con le stesse caratteristiche, si possono utilizzare i comportamenti più frequenti per rinforzare quelli meno frequenti, oppure sottoporre il soggetto ad una serie di rinforzi fin che non si trova quello giusto. Capitolo 4 – come strutturare l’ambiente di apprendimento I soggetti con handicap si distraggono facilmente, infatti ciò può essere un ostacolo quando cerchiamo di insegnarli nuovi comportamenti. Per ciò è importante strutturare un ambiente adeguato dove l’operatore, i materiali didattici siano gli unici stimoli del soggetto. Per ridurre queste fonti di distrazione che sono ad esempio giocattoli, rumori colori vivaci ecc. si utilizza una stanza vuota e deve contenere solo il materiale che serve e deve essere isolata acusticamente. Rapporto individualizzato: è la procedura più utilizzata nella fase iniziale dell’istruzione di un soggetto con handicap. Questa procedura prevede la presenza esclusiva dell’operatore e del soggetto. Esso viene portato in una stanza per l’apprendimento individualizzato a rotazione, ogni seduta ha la durata di 10-15 min. solo in caso in cui il comportamento da insegnare è complesso la seduta può durare dalle 6 alle 8 ore al giorno. Invece i soggetti che non sono impegnati nella seduta individuale, devo essere impegnati a svolgere altre attività in attesa che arrivi il proprio turno. Queste attività possono essere anche di gruppo dove vengono raccolti tutti insieme, però questa situazione crea confusione, perché i soggetti tendono a guardare i compagni invece che il materiale, quindi si perde del tempo per riportare l’ordine per questo motivo si utilizza il rapporto individualizzato affinché il soggetto sarà pronto. Per i soggetti che non riescono a stare seduti accanto ad altri soggetti, si utilizza un programma di modellaggio con lo scopo di introdurre questi soggetti in modo graduale. Infatti prima che venga inserito all’interno del gruppo, passerà 30 min fuori per farlo ambientare. Prima di iniziare il programma dobbiamo assicurarci che il soggetto associ a noi e all’ambiente circostante la funzione di rinforzo. Inizialmente utilizzeremo un rinforzatore non contingente che possiamo dare frequentemente perché non si collega al comportamento del soggetto. Una volta che il soggetto collega la nostra figura a quella del rinforzo possiamo eliminarlo e da quel momento daremmo il rinforzo solo quando ci sarà un comportamento adeguato. Capitolo 5 – schema di rinforzamento Il rinforzo contingente si utilizza quando si deve rinforzare una risposta precisa in modo tale da consolidare il comportamento adeguato. Esistono due tipi di rinforzo contingente: continuo: si utilizza nella fase iniziale dell’ insegnamento, tutte le volte che il soggetto mette in atto un comportamento richiesto. Quando il collegamento tra il rinforzo e il comportamento si elimina, quest’ultimo non viene più messo in atto, perché il soggetto non è più rinforzato nel farlo. Infatti il rinforzo continuo, consiste nel fatto che quando si interrompe anche il comportamento si interrompe. Intermittente: si utilizza per mantenere un comportamento già acquisto. Infatti più il rinforzo è intermittente, più la probabilità che si mantenga nel tempo aumenta e permette anche di evitare gli inconvenienti del rinforzo continuo ad esempio; il rischio di sazietà, e l’estinzione del comportamento. Quindi esso è importante per mantenere i comportamenti che si acquisiscono con il rinforzo continuo. I vantaggi di tale rinforzo è il fatto che non provoca sazietà e il comportamento si mantiene per tanto tempo. Schemi di rinforzo: l’insegnante prende una nocciolina e la mette in bocca al soggetto. L’azione si ripete per più volte fino a quando il soggetto non inizia a seguire l’azione con gli occhi, dopo di che l'insegnante intraprende l’azione di shaping del suono mmm… quando il soggetto posiziona le labbra ed emette il suono mmm, gli verrà data la nocciolina e una carezza sulla guancia e gli dice brava. La seduta è composta da 20 prove ed il programma ha termine quando risponderà bene a 45 volte su 50 tentativi e si mette in atto il rinforzo. Le regole da seguire per ottenere dei risultati efficaci sono: iniziare ogni seduta, facendo eseguire al soggetto un comportamento già imitato, dopo che il soggetto è riuscito ad imitare alcuni comportamenti, si devono variare i prompt imitativi, utilizzare come modelli delle persone gradite al soggetto. Capitolo 9 -il metodo della task analisysis e le tecniche di chaining La task analysis è la descrizione dettagliata di ogni comportamento che normalmente mettiamo in atto per raggiungere un obiettivo. L’analisi del compito è formata da tre componenti principali: descrizione del comportamento meta, descrizione dettagliata di ogni comportamento che si mette in atto per eseguire un compito e la valutazione iniziale delle abilità del soggetto . La task analysis definisce la sequenza dei comportamenti che servono per eseguire l’obiettivo. I soggetti portatori di handicap non hanno buona memoria e non sono in grado di immaginare qual ‘è la fase successiva a una certa azione, per questo motivo l’insegnante deve scomporre il comportamento meta senza tralasciare nessun particolare. per scegliere il metodo più adeguato per formulare le sequenze di un compito, dobbiamo porci alcune domande ad esempio: conosco bene l’obiettivo? Esiste la possibilità di tralasciare una fase o un dettaglio? ecc... Catena comportamentale: si intende una sequenza di stimoli e risposte al cui termine si ha un rinforzatore finale. Il soggetto compie lunghe sequenze di azioni per ricevere il rinforzatore finale, che compare una sola volta nella catena. Ogni risposta di questa catena è seguita da un evento (stimolo)che rinforza la risposta (rinforzamento condizionato) che ha la funzione di stimolo discriminativo per la risposta successiva.es di catena comportamentale: per fare lo shampoo si individuano 12 risposte. Dalla task analysis si evidenziano 5 obiettivi necessaria: bagnare i capelli- applicare lo shampoo- strofinare i capelli fino a produrre schiuma-sciacquare i capelli -asciugare i capelli. Si sceglie la task analysis solo se il comportamento è presente nel repertorio comportamentale. risulta inefficace per i soggetti con handicap gravi. Chaining anterogrado: questa tecnica si utilizza quando il comportamento è già presente nel repertorio comportamentale del soggetto, e prevede una concatenazione di tutte le risposte in ordine dove l’ultima è il rinforzatore. Chaining retrogrado: si utilizza quando il comportamento non è presente nel repertorio comportamentale. E consiste nel insegnare al soggetto l’ultima risposta della catena ,che è quella che viene considerata più forte perché e più vicina al rinforzatore e si finisce con la prima che è la più debole ,perché è più lontana dal rinforzatore. Quando si utilizza questa tecnica si utilizza anche il prompting ,fading ,shaping. I vantaggi sono ,si insegna prima la risposta finale così già dall’inizio si assicura un risultato positivo ,il compito è scomposto in fasi e ridotte al minimo in modo da imparare velocemente la catena. Capitolo 10- la guida graduata La guida graduata è l’insieme della guida fisica e del fading, consiste nel ridurre sistematicamente e gradualmente la guida fisica, fino ad arrivare alla sua attenuazione. Questa tecnica prevede tre fasi: guida graduata completa, parziale, ombreggiata. Quando si mette in atto bisogna seguire delle regole come: non esercitare più forza di quella che serve per muovere la mano del soggetto, inizialmente si usa una forza minima e poi si aumenta man mano, si guida la mano finche non si completa il compito, si rinforza e man mano si elimina la guida, durante la procedura si deve elogiare lo studente. Si inizia con la guida graduata, ovvero si muove la mano del soggetto per eseguire il compito, accompagnandolo con gli aiuti verbali, appena il soggetto si lascerà guidare tranquillamente si passa alla guida parziale, si guida il soggetto con l’indice e il pollice, in modo da diminuire il contatto fisico, quando il soggetto sarà più sicuro si passa alla guida ombreggiata in questo caso la mano sarà a un paio di centimetri di distanza per tutto il tempo del processo. A questo punto il soggetto è in grado di eseguire la catena comportamentale richiesta in seguito ad un aiuto verbale. Una volta che si mette in atto il fading, si inizia a ridurre la propria resistenza e anche le lodi, in modo di arrivare ad elogiarlo e a rinforzare solo l’azione finale. La guida graduata può risolvere gli svantaggi del chaining retrogrado ovvero si deve aspettare che il soggetto risponda per rinforzarlo, non si più rinforzare il soggetto fino a quando il soggetto non abbia completato la catena comportamentale. La guida graduata insegna la catena comportamentale nella sua completezza e si hanno più possibilità di rinforzare il soggetto. Inoltre crea le condizioni per l’apprendimento di evitamento, in questo caso il soggetto risponde in modo tale da evitare il contatto fisico che gli risulta essere sgradevole. Però questa tecnica richiede più esperienza e per questo motivo si consiglia il chaining retrogrado. Capitolo 11 -il modello del trattamento meno restrittivo Esistono diverse tecniche che vengono proposte dal modello del trattamento meno restrittivo che è elaborato per proteggere la libertà civile dei soggetti handicappati, in cui si mette in atto un intervento educativo per trattare il comportamento problematico. Queste tecniche vengono classificate in base alla loro: avversità- intrusione- severità. Secondo questo modello per indebolire un comportamento problematico si deve iniziare utilizzando delle tecniche che limitano meno la libertà civile del soggetto con handicap. Queste procedure vengono divise in tre livelli: LIVELLO 1: riguarda i trattamenti che non hanno proprietà avversive o intrusive e per poterli mettere in atto non hanno bisogno del permesso sociale. LIVELLO 2: riguardano procedure che hanno alcune proprietà aversive o intrusive o possono produrre degli effetti collaterali e non possono essere messe in atto se non si ottiene il permesso dei genitori e delle autorità amministrative dell’ente. Livello 3: sono delle procedure che possono essere molto avversive e intrusive, si consiglia perciò di usare molta cautela nell’utilizzarle. È necessario il permesso dello studente, dei genitori, dell’amministrazione e in alcuni casi del comitato dei diritti umani. Capitolo 12- procedure di rinforzamento differenziale. Dro: rinforzamento di comportamenti alternativi: è la procedura più semplice da utilizzare, perché si tratta di rinforzare l’assenza del comportamento inadeguato. I vantaggi di questa procedura sono: è di facile impiego e si opera in positivo sul comportamento inadeguato. Dra: rinforzamento dei comportamenti adeguati: si specificano i comportamenti adeguati e si incrementano attraverso il rinforzo. Questa procedura si basa sul principio logico secondo cui l’incremento di un comportamento adeguato allo stesso tempo può decrementare un comportamento inadeguato. Inoltre si utilizza quando si vuole incrementare un comportamento adeguato, allo stesso tempo si può accettare un comportamento inadeguato. gli svantaggi sono che non influisce direttamente sul comportamento inadeguato e quest’ultimo può sempre riemergere. Dri: si ha il pieno controllo sul comportamento inadeguato .la sua efficacia deriva dal fatto che il comportamento adeguato e quello inadeguato non possono manifestarsi contemporaneamente. inoltre è un insieme di dro e dra . l’unico problema è che a volte e difficile individuare un comportamento che sia incompatibile e adeguato allo stesso tempo. Capitolo 13 -sanzione e pratica negativa La sanzione, si mette in atto con i comportamenti inadeguati che non sono un pericolo per il soggetto stesso e per chi gli sta accanto. ad esempio nel trattamento di comportamenti come rubare il cibo, strapparsi i vestiti o nascondere le cose ecc. Quando si utilizza bisogna prestare attenzione ad alcuni punti: dobbiamo dare il rinforzo in grande quantità per tanto tempo, prima che il soggetto abbia la possibilità di emettere la risposta inadeguata altrimenti si rischiamo di rinforzare il comportamento inadeguato apposto di ridurlo. Poi dobbiamo assicurarci se il rinforzatore è adatto per mantenere il comportamento in questione. Il vantaggio di tale procedura è che non è intrusiva e quindi fa parte del livello 1, mentre gli svantaggi sono che non si riesce ad eliminare la risposta indesiderata, perché viene eliminata solo con la sanzione e quando quest’ultima viene sospesa il soggetto tornerà a mettere in atto quel comportamento. La Pratica negativa: viene applicata ai soggetti normodotati per eliminare abitudini spiacevoli come l’onicofagia ,balbuzie o tic nervosi… la procedura si basa nel dire al soggetto di mettere in atto ripetutamente le sue abitudini per un tempo stabilito. Se le istruzioni vengono eseguite perfettamente, si assiste alla riduzione della frequenza del comportamento. Questa pratica non è adatta ai comportamenti aggressivi, autolesionistici,ec. I vantaggi sono che si può indebolire il comportamento inadeguato ,mentre gli svantaggi sono che il ragazzo si rifiuti di seguire le istruzioni della pratica negativa e si dovrà prendere in considerazione con attenzione i rischi e prevedere delle soluzioni per ridurre la possibilità di incidenti. Capitolo 14 -Estinzione L’estinzione è una procedura molto semplice, perché si tratta di sospendere l’erogazione del rinforzatore, successivamente basterà ignorare i comportamenti del soggetto. Inizialmente la procedura attraversa una fase in cui aumenta la frequenza del comportamento inadeguato, durante i primi giorni, perché il soggetto cerca in tutti i modi di convincerci a sospendere il programma, molto probabilmente c’è già riuscito in passato. La riduzione del comportamento inadeguato è graduale, infatti l’estinzione non ha effetto subito sul comportamento. La durata della riduzione del coportamento dipende da quanto il soggetto è stato rinforzato su una risposta inadeguata. ad esempio più il soggetto ha ricevuto attenzione più il tempo della riduzione sarà lungo. Questa procedura può portare il soggetto a diventare aggressivo, soprattutto nei primi giorni di trattamento, sia con lo staff, sia con i compagni ma anche con sé stesso. Il comportamento inadeguato può ricomparire spontaneamente, questo fenomeno si chiama recupero spontaneo e non deve preoccuparci. Dobbiamo soltanto ignorarlo. Chiunque presti attenzione al soggetto anche una sola volta può far fallire la procedura. i suoi svantaggi sono: si registra inizialmente un aumento di frequenza del comportamento inadeguato, i risultati non sono immediati ecc. Capitolo 15 – blocco fisico Il blocco fisico è una procedura intrusiva, che viene utilizzata solo per trattare dei casi gravi di comportamento come ad esempio autolesionistici, comportamenti pericolosi o altamente distruttivi. Esistono due tipi di blocco fisico: CONTINGENTE: è una procedura attraverso il quale si impedisce al soggetto di muovere gli arti o il corpo per un periodo prestabilito, in seguito a un comportamento inadeguato. La durata del blocco viene stabilita prima di mettere in atto la procedura, il trattamento è breve e di solito non dura più di 30min. inoltre viene applicato subito dopo il comportamento e rientra nel concetto di punizione. Esso si mette in atto in due modi: si possono utilizzare le mani per bloccare il soggetto oppure degli strumenti meccanici come cinghie, cinture di sicurezza, caschi ecc. i vantaggi sono che il comportamento inadeguato non può manifestarsi, invece gli svantaggi sono: può risultare altamente avversiva e intrusiva, per questo motivo bisogna utilizzarla con molta attenzione. NON CONTINGENTE: è una procedura attraverso il quale si impedisce al soggetto di muovere arti e corpo per un periodo non stabilito. Ed ha lo scopo di prevenire l’autolesionismo all’interno della classe o istituto. Può assumere diverse forme in base al comportamento da trattare. Ad esempio ad un soggetto