Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Simbolo degli Apostoli: introduzione alla fede cristiana, Dispense di Teologia II

SacramentariaTeologia fondamentaleStoria del cristianesimo

Il simbolo degli apostoli, una formula di professione di fede battesimale utilizzata nella chiesa di roma e diffusasi in tutto l'occidente. Viene approfondito il contesto storico, teologico e liturgico delle formule di professione di fede, nonché la loro funzione di esprimere l'unità della chiesa. Vengono inoltre presentati i testi più noti e utilizzati, tra cui il simbolo niceno-costantinopolitano e il simbolo degli apostoli.

Cosa imparerai

  • Quali sono i testi più noti e utilizzati di professione di fede nella Chiesa Cattolica?
  • Qual è l'origine e la storia del Simbolo degli Apostoli?
  • Come si è evoluta la forma e il contenuto delle formule di professione di fede nel cristianesimo?

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 30/05/2022

marco_santoli
marco_santoli 🇮🇹

5

(2)

15 documenti

1 / 2

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Simbolo degli Apostoli: introduzione alla fede cristiana e più Dispense in PDF di Teologia II solo su Docsity! ̒Io credo-noi crediamo̕ Fede personale e Simboli ecclesiali della fede La distinzione tra l’aspetto fiduciale e personale dell’atto di fede (fides qua creditur) e il suo contenuto tematico-oggettivo, cioè i diversi elementi in cui si articola il mistero rivelato (fides quæ creditur), ci introduce al tema delle formule di professione di fede della Chiesa, che raccolgono i contenuti principali del mistero rivelato nella storia della salvezza, confessati dalla comunità ecclesiale. Che l’uomo non viva come essere isolato, ma all’interno di una trama di legami e rapporti intersoggettivi, è un dato antropologico di cui ciascuno può fare facilmente esperienza, e lo abbiamo sottolineato anche a livello teologico-fondamentale parlando della Rivelazione di Dio nella storia della salvezza. Il Dio dell’Alleanza, infatti, si rivela a un popolo e non ad individui isolati: coloro che sceglie come destinatari diretti della sua auto-comunicazione hanno sempre una missione all’interno della comunità e in vista dell’intero popolo israelitico1. Anche per quanto riguarda la fede cristiana, l’adesione al Dio di Gesù non avviene senza un legame con gli altri che professano la stessa fede, ma al contrario è essa stessa fonte di una nuova relazionalità nello Spirito che unisce i membri della comunità ecclesiale. La Prima lettera di Giovanni sottolinea in maniera forte questa comunione che nasce tra i credenti come “prolungamento” della stessa comunione con Dio di cui ciascuno fa esperienza mediante la sua fede, in seguito alla condivisione e accoglienza dell’annuncio del Dio di Gesù: «Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo» (1Gv 1, 1-3)2. Accogliere il Dio di Gesù significa quindi anche entrare in una comunità (la Chiesa), che professa e custodisce quella stessa fede trasmessa dagli apostoli e che il fedele fa sua con il suo atto di fede. Fin dall’inizio la comunità cristiana ha utilizzato delle formule per esprimere in maniera sintetica la sua fede nel Dio rivelatosi definitivamente in Gesù soprattutto mediante l’evento della sua risurrezione dai morti. Si tratta di unità brevi, il cui nucleo è costituito dalla confessione che “Gesù è il Signore”, il “Cristo” (Χριστός, Christós, è la traduzione greca del termine ebraico Mašíakh= Messia, “unto”), cioè l’inviato del Padre per la nostra salvezza, di cui Dio ha dato prova risuscitandolo dai morti: «Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo» (Rm 10,9); «Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici» (1Cor 15, 3-5). Man mano però si formano delle formule più lunghe dirette a compendiare i contenuti principali della fede cristiana soprattutto per i candidati al Battesimo. 1 Lo sottolinea anche la Costituzione dogmatica sulla Chiesa “Lumen gentium” del Concilio Vaticano II, parlando della Chiesa come “nuovo popolo di Dio”: «In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e opera la giustizia (cfr. At 10,35). Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità», CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 9, http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen- gentium_it.html 2 Per il teologo Severino Dianich è proprio questo annuncio condiviso e accolto a costituire quella che egli chiama «ecclesiogenesi», cioè il processo di generazione della Chiesa come comunione che nasce dalla comunicazione della fede: v. S. DIANICH- S. NOCETI, Trattato sulla Chiesa, Queriniana. Brescia, 2005, pp. 162-166