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Traduzione epistola 101, Traduzioni di Letteratura latina

Traduzione epistola 101 dell'epistolario "Lettere a Lucilio", Seneca

Tipologia: Traduzioni

2019/2020
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Caricato il 01/10/2021

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giulia-grassi-5 🇮🇹

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Scarica Traduzione epistola 101 e più Traduzioni in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! Epistola 101 [1] Ogni giorno, ogni ora mostra che siamo un nulla e con qualche nuovo argomento ricorda a noi dimentichi la nostra fragilità; allora costringe noi che progettiamo cose eterne a guardare alla morte. Chiedi che cosa voglia dire questa premessa? Conosci Cornelio Senecione, cavaliere romano distinto e cortese: da un inizio tenue lui era arrivato in alto e la sua vita era già in direzione di altre cose; infatti il successo cresce in modo più facile di quanto inizia. [2] Anche il denaro rispetto alla povertà ha un grande indugio; aderisce finché si allontana da quella. Ormai Senecione era vicino alle ricchezze, alle quali lo conducevano due qualità molto efficaci, la capacità di guadagnare e di risparmiare, e di queste o l’una o l’altra avrebbero potuto renderlo ricco. [3] Quest'uomo dalla massima frugalità, non meno attento al patrimonio che al corpo, dopo che mi aveva visto di mattina secondo una consuetudine, dopo essere stato accanto a un amico gravemente malato e che giaceva senza speranza per tutto il giorno fino a notte, dopo aver cenato allegro, colpito da un tipo di malattia rapida, l’angina, a stento trascinò alla luce lo spirito compresso, bloccate le vie respiratorie. Dunque in pochissime ore morì, dopo che era in tutti i doveri di un uomo sano e forte. [4] Quello che agitava il denaro per terra e per mare, che aveva partecipato anche a pubblici appalti, non lasciando intentato nessun genere di profitto, fu trascinato via nel momento stesso delle cose che andavano bene, nell’impeto stesso del denaro che correva. Innesta ora, o Melibeo, i peri, poni in ordine le viti. Quanto è stolto disporre della vita, certamente neanche padroni del domani! O quanta pazzia è la speranza di coloro che iniziano cose lunghe: comprerò, costruirò, farò un prestito, esigerò, ricoprirò cariche, poi mi stancherò e trascorrerò una piena vecchiaia nell’ozio. [5] Credimi, tutte le cose sono incerte anche per gli uomini fortunati; nessuno deve promettersi nulla sul futuro; anche ciò che è tenuto tra le mani, se ne va e il caso stronca l’ora stessa che stringiamo. Il tempo si volge certamente secondo una legge stabilita, ma in modo oscuro: ma che cosa mi importa se per la natura è certo quello che per me è incerto? [6] Ci proponiamo lunghe navigazioni e, percorsi altri lidi, ritorni lontani in patria, la milizia e le tardive ricompense di fatiche castrensi, le amministrazioni dei doveri e il procedere attraverso i doveri, mentre la morte intanto è al fianco, poiché non sono mai pensate queste cose se non estranee, di tanto in tanto sono portati a noi esempi di moralità, non più a lungo di quando ammiriamo le cose che colpiscono. [7] Tuttavia c’è qualcosa di più stolto che stupirsi che possa accadere in un giorno un fatto che può accadere ogni giorno? Certamente il termine per noi sta dove lo ha fissato l’inesorabile necessità dei fati, ma nessuno di noi sa quanto è vicino al termine e così modelliamo l'animo come se fosse giunto ai giorni estremi. Non rimandiamo nulla; pareggiamo ogni giorno con la vita. [8] Il massimo difetto della vita è che è sempre imperfetta, che qualcosa è rimandato da quella. Colui che ogni giorno ha posto la somma mano alla sua vita, non manca di tempo; tuttavia da questo bisogno nascono il timore e il desiderio del futuro che divora l'animo. Niente è più triste del dubbio di coloro che si domandano come andranno a finire le cose, quanto sia quello che resta o quali preoccupazioni: la mente è agitata da una paura inesplicabile. [9] In che modo sfuggiremo quest’inquietudine? In un solo modo: se la nostra vita non si protenderà, se non si raccoglie in sé stessa; infatti colui per il quale il presente è vano, è sospeso dal futuro. Invece quando mi è stato restituito ciò che ho dovuto, quando la mente stabilita sa che non c’è nessuna differenza tra un giorno e un secolo, guardo dall’alto ciò che verrà e la successione dei giorni e delle cose e con un grande sorriso penso alla successione dei tempi. Infatti che cosa turberà la varietà e la mobilità dei casi, se sei certo di