Scarica TRADUZIONE LIBRO X ENEIDE e più Traduzioni in PDF di Lingua Latina solo su Docsity! Interea soror alma monet (moneo, es, monui, monitum, monere →suggerire, ammonire) succedere (succedo, is, successi, successum, succedere →prendere il posto di, subentrare) Lauso 440 Turnum, qui uolucri (=volante) curru medium secat ( → attraversare, seco, secas, secui, sectum, secare) agmen (agmen, agminis, nIII →scheira di soldati). ut uidit socios: ‘tempus desistere (desisto, desistis, destiti, destitum, desistere →smettere) pugnae; solus ego in Pallanta feror, soli mihi Pallas debetur (debeo, debes, debui, debitum, debere →dovere); cuperem (cupio, cupis, cupii, cupitum, cupere →desiderare) ipse parens spectator adesset.’ haec ait (aio, ais, verbo difettivo→dire), et socii cesserunt aequore iusso. 445 at (=ma, d’altra parte) Rutulum abscessu iuuenis tum (=allora) iussa superba miratus (part. perfetto di miror = sorprendersi, meravigliarsi) stupet in Turno (in+ablativo = davanti) corpus-que per ingens lumina uoluit obit-que truci (trux, trux, trux = fiero, violento, crudele) procul (=lontano, da lontano, di gran lunga) omnia uisu talibus et dictis (participio perfetto passivo =parole) it contra (=contro) dicta tyranni: ‘aut spoliis ego iam raptis laudabor opimis 450 aut leto insigni (insignis, insigne): sorti pater aequus utrique est. tolle minas (minae, minarum).’ fatus medium procedit in aequor; frigidus Arcadibus (Arcas, arcadis) coit in praecordia (praecordia, praecordiorum)sanguis. desiluit Turnus biiugis, pedes apparat ire comminus; ut-que leo, specula (specula, ae) cum uidit ab alta 455 stare procul (da lontano, molto) campis meditantem in proelia taurum, aduolat: haud alia est Turni uenientis imago. 439 Nel frattempo la sorella divina invita Turno a subentrare a Lauso, il quale, con il suo carro alato, attraversa la schiera a metà. Non appena vide gli alleati disse questo: “è tempo di smettere la battaglia. Io solo mi spingo contro Pallante, a me solo Pallante È dovuto; vorrei che il suo stesso padre fosse presente come spettatore.” Così disse e gli alleati si ritirarono, poiché fu chiesto loro di fare spazio. Ma il giovane (Iuvenis, iuvenis III), all’allontanamento/partenza (ablativo, abscessus, us IV) dei Rutuli, allora sorpreso (miratus) dagli ordini (=iussa) dei superbi/superbi, rimane attonito (=stupet) davanti/di fronte a Turno e volle passare in rassegna gli occhi sul suo grande corpo e osserva da lontano tutto con volto truce, e con tali parole va contro alle parole del tiranno (tyrannus, i): “o io sarò lodato dopo averti strappato un ricco bottino 450 O sarò lodato per una nobile morte. Il padre è incline a tutte le sorti (sors, sortis). Lascia stare/sopprimi le minacce.” Dopo aver così detto, procede in mezzo al campo Il sangue freddo si arresta nei precordi degli Arcadi. Turno saltò giù dalla biga, si prepara ad andargli incontro a piedi. Come un leone quando ha visto da un alto osservatorio Che un toro sta in piedi lontano nelle pianure, meditando un attacco, gli si avventa contro, non diverso è l’aspetto di Turno che viene verso di lui. hunc ubi contiguum missae fore credidit hastae, ire prior (=aggettivo comparativo) Pallas, si qua fors adiuuet ausum uiribus imparibus (impar, impar, impar), magnum-que ita ad aethera (aether, aetheris III) fatur: 460 ‘per patris hospitium et mensas, quas aduena adisti,/ te precor,/ Alcide, coeptis ingentibus adsis. cernat semineci (seminex, a una uscita) sibi (a lui) me (me) rapere arma (arma, armorum) cruenta (insanguinate) uictorem-que ferant morientia lumina Turni.’ audiit Alcides iuuenem magnum-que sub imo (imum, imi) 465 corde premit gemitum lacrimas-que effundit inanis. tum genitor natum (natus nati) dictis (dictum dicti) adfatur amicis: ‘stat sua cuique dies, breue et inreparabile tempus omnibus est uitae; sed famam extendere factis, hoc uirtutis opus. Troiae sub moenibus altis 470 tot gnati cecidere deum; quin occidit una (insieme a , nello stesso tempo) Sarpedon, mea progenies (progenies, progeniei V); etiam sua Turnum fata uocant metas-que dati peruenit ad aeui.’ sic ait atque oculos Rutulorum reicit aruis (arvum, arvi). At Pallas magnis emittit uiribus hastam 475 uagina-que caua fulgentem deripit ensem. illa uolans umeri surgunt qua tegmina summa incidit atque uiam clipei molita per oras tandem etiam magno strinxit de corpore Turni. hic Turnus ferro praefixum robur acuto 480 in Pallanta diu (=a lungo, lungamente) librans iacit atque ita fatur: ‘aspice (=imperativo presente) num (=se) mage (=di più, maggiormente) sit nostrum penetrabile telum.’ dixerat; at clipeum, tot ferri terga, tot aeris, quem pellis totiens obeat circumdata tauri, uibranti cuspis (cuspidis) medium transuerberat ictu 485 loricae-que moras et pectus perforat Non appena egli credette che questo sarebbe stato a tiro di lancia, Pallante avanzò per primo, se qualche destino aiutasse lui che osava Con forze impari, e così disse verso il grande cielo: Per il nome dell’ospitalità e delle mense di mio padre che tu, come forestiero, hai raggiunto, ti prego, Alcide, soccorri i miei grandi tentativi. Turno possa vedere me strappare le armi a lui semivivo E i morenti occhi di Turno sopportino la mia vittoria. Ercole sentì il giovane e, nella profondità del cuore, represse un grande pianto e versò lacrime inutili. Allora il genitore si rivolge al figlio con parole amichevoli: su ciascuno incombe il suo giorno, per tutti è breve e irrecuperabile il tempo della vita; ma questo è il compito della virtù, estendere la propria fama con le azioni. Sotto le alte mura di Troia tanti figli di dei caddero, anzi, morì insieme a loro Sarpedone, mio discendente. Anche il suo destino Chiama Turno, e giunge alle mete del tempo a lui concesso. Così disse e allontanò gli occhi dal campo dei Rutuli. Ma Pallante scagliò la lancia con grandi forze E strappò la spada luccicante dal fodero incavato. Quella volando cadde là dove si alzano gli estremi ripari della spalla E, avendo aperto una strada attraverso i bordi dello scudo, infine ferì il grande corpo di Turno. Allora Turno, la lancia rivestita con aguzzo ferrò, librando a lungo contro Pallante, la lanciò e così disse: “guarda se è più aguzzo il nostro giavellotto.” Così aveva detto; ma la punta trapassò con un colpo vibrante la parte mediana dello scudo, che una pelle di toro, tante volte messa intorno, ricopre, e tante piastre di ferro e tante di bronzo, e perfora il riparo della corazza e il grande