Scarica Analisi delle interazioni verbali su Instagram: un approccio alla comunicazione giovanile e più Sintesi del corso in PDF di Semiotica solo su Docsity! Michele Dota UNA FOTOGRAFIA VALE PIÙ DI MILLE PAROLE? FENOMENOLOGIA LINGUISTICA DELLO STORYTELLING GIOVANILE IN INSTAGRAM 1. INTRODUZIONE Il social network Instagram si basa sulla rielaborazione e condivisione di fotografie, ma non può essere considerato semplicemente un raccoglitore di immagini. Studiando tre account di giornali, gli scatti riempiono la schermata ma non sono indispensabili al contenuto informativo, sono più un accattivante espediente per veicolare notizie. Su Instagram, però, è più frequente l’obiettivo di INFOTAINMENT, iniziativa che coniuga informazione e intrattenimento. Le notizie diventano brevi storie la cui elaborazione è compartecipata dai commenti degli utenti. Gli account giornalistici sono un’altra manifestazione della crossmedialità della comunicazione e informazione, attraverso un altro servizio di Internet. Le notizie vengono propagate attirando gli utenti adulti, che sono più propensi a esprimere il loro pensiero riguardo ad un contenuto. L’obiettivo di questo studio è rilevare se la componente verbale sia cruciale negli account frequentati dagli utenti più giovani, ci si sofferma sulla qualità delle interazioni verbali nei commenti, senza trascurare la conformazione linguistica delle didascalie e la testualità dei post nella loro interezza. Un altro obiettivo è valutare la consistenza della variazione di astratti a dell’e-taliano o cybertaliano in relazione all’età degli utenti, presumendo esistano anche difformità generazionali che costituiscono un’altra fonte per ricavare le strategie neologiche del linguaggio giovanile attuale. Il profilo instagram è una concretizzazione della vocazione generale allo storytelling, dal racconto del mondo fino al racconto di sé, che resterebbe lacunoso se non contribuisse la propria comunità di seguaci, dando all’instagrammer tramite like o commenti l’approvazione che ricerca. 2. COSTITUZIONE DEL CORPUS Il corpus di questo studio prende in considerazione sei account ed è diviso in due gruppi. Il primo è costituito dagli account che aggregano le comunità di studenti di tre università milanesi (Bicocca, Statale, Polimi), che hanno una spiccata funzione identitaria (a volte anche controidentitaria rispetto ad altre università), una funzione ludica e di socializzazione ed una funzione promozionale degli atenei. Le abitudini linguistiche degli utenti che frequentano questi account rispecchiano la fascia di età rappresentata in Instagram, cioè 19-24 anni, quindi la fascia d’età degli studenti universitari (in media). Il secondo gruppo prende in considerazione le abitudini linguistiche dei più giovani all’interno della sezione dei commenti della serie tv per adolescenti Meggie&Bianca Fashion Friends e degli attori protagonisti di un altro prodotto televisivo con lo stesso target Alex&Co. Anche qui chi gestisce gli account attua la promozionalità dei prodotti, invece le comunità che si riuniscono hanno una funzione identitaria e di intrattenimento. Per ogni account sono stati selezionati tre post tra quelli più commentati, pubblicati nei mesi di settembre e ottobre 2018. Per il gruppo degli account universitari sono stati raccolti circa 400 commenti, per il gruppo degli account dedicati alle serie televisive sono stati raccolti circa 2000 commenti. 3. PREMESSA SULLA TESTAULITÀ DEL POST Analogamente al posto degli account giornalistici, le didascalie dei post di questi account spesso emulano una postura dialogica, sollecitando una reazione degli utenti. Le reazioni possono limitarsi alla mera conferma fatica attraverso l’attribuzione di un’icona cuoriforme di apprezzamento o vengono rappresentate tramite la funzione logografica propria dell’emoji. Il contenuto può essere inoltrato a uno o più utenti tramite il repost. Nonostante l’interfaccia e i post invitino ad aggiungere un commento, sono più numerose le reazioni mute. Gli apprezzamenti tramite like confermano che le pagine Instagram funzionano perlopiù come camere dell’eco, dove con le loro storie si concorda o discorda a priori. Come accade per gli account delle testate giornalistiche, la sezione dei commenti è linguisticamente viva e le reazioni verbali sono più numerose delle reazioni con sole emoji. Gli utenti più giovani se decidono di commentare, lo fanno verbalmente, anche se spesso con una sola parola. Negli account universitari molti commenti consistono nell’operazione di inoltro e condivisione del contenuto tra amici iscritti alla stessa università o università diverse, quando il post ironizza su altri atenei. Quando la didascalia del post chiede di esprimere un parere, la percentuale di incidenza dei commenti costituiti da sole emoji è inferiore alla media. Rispetto al rapporto tra immagine e sua didascalia, dal punto di vista della coesione e coerenza, come per gli account giornalistici la fotografia può essere un semplice corredo estetico. La significazione delle didascalie è pienamente autonoma. Più spesso, però, l’immagine funge da cotesto visuale per la didascalia, legata a quella tramite rinvii deittici, alcuni dei quali puntano allo spazio riservato ai commenti. In ogni caso, il testo si conferma il fulcro coesivo del post nella sua interezza. La cardinalità è evidente soprattutto quando il post visuale contiene una citazione o riporta un breve enunciato, un ipotesto digitale o un meme fumettistico, tutte dimensioni testuali ideali per l’intrattenimento distratto e fugace, incentrato sulla narrazione delle azioni, compresi gli atti linguistici dei singoli individui. Infatti, la didascalia può perdere importanza solo quando il post visuale è un meme che di per sé coniuga una parte verbale a un’immagine o un video. Nei gruppi analizzati i memi sono ricorrenti negli account universitari. [→ IL MEME È UN’UNITÀ DI INFORMAZIONE CULTURALE COPIATA CON VARIAZIONI O ERRORI E LA SUA NATURA INFLUENZA LA CAPACITÀ DI REPLICAZIONE] La brevità e la frammentazione del testo, ottenuta attraverso la sintassi nominale e la monoproposizionalità caratterizzano le poche righe di presentazione dei post. In tutti gli account le didascalie non risparmiano sugli hashtag, anche se non compaiono ossessivamente e tendono a collocarsi in posizione finale. Si collocano in posizione finale per fungere da marcatori tematici, l’hashtag funziona da iperparola che aggancia ogni post così etichettato a una serie di altri post. La base di dati che si crea si sviluppa col concorso di molteplici e soggettivi criteri di attribuzione semantica all’#, quindi con diversi criteri di archiviazione da parte degli utenti finali, quindi i contesti e i riferimenti reali riconducibili a un medesimo hashtag possono essere molto eterogenei tra loro. 4. RELAZIONI TESTUALI TRA I POST E I COMMENTI Le interazioni testuali tra il post e i suoi commenti sono primariamente strutturate a stella, sono asincrone o semisincrone (la sincronia non è più un vincolo tecnico, è il risultato di una scelta dell’utente). In virtù degli input dialogici presenti nelle didascalie, si organizzano come turni conversazionali del parlato, con cui condividono molti fenomeni linguistici in ragione della generale percezione sociale della scrittura sul web come dialogica. Non stupisce l’incidenza dei segnali discorsivi tipici del parlato, spesso in apertura dei commenti-reazione al post, percepito come primo turno di una conversazione in presenza. Ricorsivo è il MA in apertura, che spesso sottende una postura di contrasto, opposizione o dubbio rispetto al tema enunciato nel post e non ritematizzato nel commento. I segnali discorsivi affiorano quando i commenti replicano agli interventi altrui, introdotti dalla menzione tramite @, che permette l’esistenza di rapporti bidirezionali (con la possibilità di menzionare contemporaneamente più utenti). Il commento può essere costituito soltanto da uno o più hashtag, confermando che il dominio dei referenti dell’enunciato costituito dall’iperparola non è ristretto solo al contesto evocato in un dato post, ma a tutti i referenti e i contesti, immortalati e catalogati da migliaia di utenti con lo stesso hashtag. È un’altra manifestazione del fatto che pian piano i confini tra cotesto e contesto in rete stanno svanendo. Nei due gruppi presi in considerazione, i giovani utenti che seguono le serie tv sono coloro che utilizzano e coniano maggiormente hashtag estrosi e prettamente giovanili nella morfologia, oltre che più inclini all’inglese dei corrispettivi hashtag universitari. Gli hashtag dei più giovani sono nominali, invece negli account universitari sono in italiano, costituiti da frasi lapidarie e di carattere descrittivo.