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Elementy pragmatyki i lingwistyki tekstu - powtórzenie
Typologia: Notatki
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**Elementy pragmatyki i lingwistyki tekstu
Il significato convenzionale di un’espressione è un insieme di condizioni : ad ogni parola vengono associate un insieme di condizioni di applicazione (le condizioni che un oggetto deve soddisfare perché la parola gli si applichi), ad ogni frase – un insieme di condizioni di verità (le condizioni che il mondo deve soddisfare perché la frase ne costituisca una descrizione appropriata e sia vera) Le condizioni di applicazione associate a biblioteca: essere una stanza contenere un consistente numero di libri essere adibita principalmente a sala di lettura Le condizioni di verità associate a C’è un ladro in biblioteca che ci sia un ladro che ci sia una biblioteca che il ladro sia in biblioteca Conoscere il significato della frase vuol dire sapere come deve essere fatto il mondo perché la frase sia vera, e non sapere se la frase è vera o meno; è la conoscenza delle condizioni e non del valore di verità: L’idolo di George W. Bush è Homer Simpson. La semantica è: Convenzionale – il significato di un’espressione linguistica è determinato dalla forma di quell’espressione; Vero-condizionale – il significato di una frase si identifica con le condizioni di verità della frase, e il significato di una parola con il suo contributo alle condizioni di verità della frase in cui compare; Composizionale – il significato di un’espressione complessa dipende funzionalmente dai significati dei suoi componenti. La pragmatica è lo studio delle relazioni fra segni e parlanti, fra segni linguistici e coloro che se ne servono per comunicare pensieri. La pragmatica è lo studio dei modi in cui è possibile usare le frasi in situazioni concrete. La sintassi studia l’apparato combinatorio delle espressioni di una lingua, la semantica – l’apparato interpretativo, la pragmatica si occupa di come il parlante si serva degli apparati combinatorio e interpretativo in una particolare situazione comunicativa. La pragmatica = la pattumiera (śmietnik) della semantica; -Il suo dominio è stato definito a lungo in negativo; -Finivano in pragmatica tutti i fatti per cui una spiegazione in termini sintattici o semantici si rivelava insufficiente, e le frasi per la cui interpretazione era necessario il ricorso ai fattori non linguistici, a conoscenze sul mondo e sulla situazione in cui venivano usate.
Il linguaggio ordinario è un sistema di probabilità, di scelte grammaticali e lessicali, prodotto della volontà determinato dal contesto e dalla cultura di appartenenza del parlante (Halliday):
X è esteso, ma non fa forma. Quest’uomo è e non è in casa. Il cane pensa. Ecco un mio amico. È oro. La Francia è esagonale (
I. omonimia e polisemia (MANIFESTAZIONI DI AMBIGUITÀ LESSICALE, risolta spesso a livello pragmatico) omonimia: lessemi che hanno lo stesso significante ma a cui corrispondono significati diversi, es.: riso —>’ l’atto di ridere’ e riso —>‘cereale’ polisemia: avviene quando i diversi significati associati a uno stesso significante sono imparentati fra loro e derivati (o derivabili) l’uno dall’altro, es.: testa —>‘parte superiore del corpo umano’ / ‘estremità iniziale’, corno —> ‘protuberanza del capo di molti animali’ / ‘strumento musicale a fiato’ / ‘cima aguzza di una montagna’ enantiosemia: significati diversi di uno stesso termine sono fra loro in opposizione, es.: ospite —>‘chi ospita’ oppure ospite —>‘chi viene ospitato’ II. rapporti di similarità sinonimia: lessemi diversi con lo stesso significato, es.: via/strada; faccia/viso/volto; tra/fra; devo/debbo, urlare/gridare, iniziare/cominciare a. completa (relativamente al significato denotativo e connotativo e all’appartenenza alla stessa varietà di lingua): b. totale (relativamente a tutti i contesti): esatto, preciso
solidarietà semantica: si ha quando un lessema risulta determinato da un altro, si ha tra lessemi che si implicano reciprocamente in una frase, es.: miagolare/gatto, raffermo/pane, cane/abbaiare, treno/sferragliare, uomo/gamba, animale/zampa
Ironia bonaria (praise by blame): elogiare il partner all’interazione facendo ricorso a frasi di critica Sei stato proprio un disastro! Ironia socratica: mettere in discussione opinioni/mode/dogmi senza sbilanciarsi, né compromettersi Oh! È davvero interessante quello dici! Ironia scherzosa (o giocosa): si avvicina alla battuta di spirito e serve a sdrammatizzare una situazione tesa Approccio tradizionale: Che bella giornata di sole! -figura retorica basata sull’antifrasi -Consiste nell’esprimere un enunciato per fare intendere l’opposto del suo significato letterale -Si basa sull’inversione semantica fra il significato letterale (significato manifesto) e il significato implicito (significato latente) -il significato ironico è il contrario di ciò che viene detto Approccio comunicativo: -Forma comunicativa volta a creare una serie di effetti sul partner all’interazione -Comunicazione senza tenere conto il rispetto delle regole formali del linguaggio, né la veridicità del messaggio -Implica la violazione delle attese contestuali del partner all’interazione -Si basa sull’ipotesi della simulazione allusiva -Gli effetti ironici sono generati dall’allusione a un’attesa mancata, prevista sul piano convenzionale -Condizione di incongruenza suscitata dall’incoerenza e dalla mancanza di aderenza a uno script atteso Ironia teatrale: -Finzione trasparente: il parlante afferma qualcosa facendo finta di credervi e, nel medesimo tempo, segnala, attraverso gli indicatori paralinguistici, che si tratta di una finzione -Ironia come simulazione -La comunicazione ironica si avvicina alla parodia: si fonda sul meccanismo dell’antinomia (contrapposizione antitetica di due termini da cui sorge l’effetto ironico) -Complicità fra l’autore e il destinatario: richiede la condivisione dei livelli di comunicazione -Esclusione, selezione fra chi deve capire Approccio psicologico: -comunicazione obliqua -mostra ciò che nasconde; nasconde ciò che dice -è un dire per non dire
FUNZIONE 1: mantenere il rispetto delle convenzioni (come aggirare la censura in modo culturalmente corretto): strategia indiretta ed efficace per “cogliere nel segno” in modo implicito, senza trasgredire le norme e gli standard previsti dal sistema cultura di appartenenza FUNZIONE 2: stabilire il confine di riservatezza (come proteggere lo spazio personale): strategia utile per proteggere la propria riservatezza (privacy), evitando i rischi dell’esposizione di sé sia in contesti di intimità sia in determinati ambiti pubblici FUNZIONE 3: dar luogo all’ambiguità relazionale (come rinegoziare i significati); per essere meglio intesi, occorre essere fraintesi Approccio pragmatico (Grice) Che bella giornata di sole! formalizzazione dell’impostazione classica dell’antifrasi ripresa dell’approccio tradizionale -consiste nel dire p facendo intendere non-p -trasgressione della massima conversazionale di qualità -si basa sull’opposizione fra l’atteggiamento soggettivo (intenzione) del parlante e l’atteggiamento generato dalle attese dell’espressione letterale/convenzionale La pragmatica di Grice: principio di cooperazione e massime conversazionali “Make your conversational contribution such as is required, at the stage at which it occurs, by the accepted purpose or direction of the talk exchange in which you are engaged. One might label this the COOPERATIVE PRINCIPLE.” (Grice, 1975) La massima della quantità - il contributo informativo dato alla conversazione deve essere informativo secondo quanto richiesto dal colloquio e non deve eccedere lo stretto necessario La massima della qualità - evitare di dire tutto ciò che si ritiene falso e ciò di cui non si è in grado di fornire prove o dimostrazioni La massima della rilevanza - invita i partecipanti alla conversazione ad essere pertinenti in modo da assicurare l’andamento del flusso della conversazione nella direzione concordata La massima del modo - l’invito a essere chiari e trasparenti, evitare di essere difficili da capire, evitare le ambiguità, evitare di essere prolissi e disordinati nell’esposizione La pragmatica di Grice: contravvenzioni al principio di cooperazione e alle massime -Si può commettere semplicemente una violazione inducendo i compartecipanti all’errore -Si può scegliere deliberatamente di violare le massime e il principio di cooperazione -Si può violare una massima per non violarne un’altra violare la massima della quantità, dicendo più di quanto necessario, per rispettare la massima della qualità, fornendo le prove di ciò che si dice -Si può violare palesemente e senza rispetto una massima senza violare il principio di cooperazione questo è il caso in cui viene generata un’implicatura conversazionale
-Contravvenzione alla massima della rilevanza: l’uso di un’espressione veritiera ma che si riferisce ad una situazione che non si sta verificando Amo quelli che mettono la freccia prima di svoltare [proferito a proposito di una persona che non ha segnalato la svolta nel traffico]; Adoro i bambini che tengono la camera in ordine! [proferito da una madre che entra nella stanza disordinatissima dei figli] -Contravvenzione alla massima del modo: dire qualcosa di ambiguo o il cui riferimento è oscuro Quella rossa! [proferito come risposta a qualcuno che chiede quale sia la macchina che stiamo cercando in un parcheggio pieno di macchine rosse] -Contravvenzione alla massima della quantità: minimizzazioni e/o esagerazioni Giusto qualche goccia di pioggia! [proferito in mezzo ad un acquazzone]; Fa freschetto. [proferito in PL, d’inverno]; Che omone! [proferito col riferimento ad una persona molto minuta] Continuatori del pensiero di Grice: make as is to say – overt untruthfulness di Dynel -SAY vs. MAKE AS IS TO SAY -nel dire (SAY) c’è un impegno del parlante alla verità di ciò che dice, non meramente la produzione di un’espressione -TO MAKE AS IS TO SAY indica che il significato inteso dal parlante non corrisponde a ciò che viene detto; overt untruthfullness – falsità/finzione “premeditata”, palese, ovvia, evidente -La comprensione dell’enunciato ironico risiede nel riconoscimento dell’atteggiamento assunto dal parlante, della sua intenzione comunicativa e nella decodificazione del significato del parlante Ironia citazionale (teoria ecoica di Sperber & Wilson) Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità Bella giornata! -Il parlante produce un enunciato che fa da eco (costituisce quindi una menzione implicita) riconoscibile di qualcosa (frase, opinione o pensiero), riconducibile a qualcuno che può averla detta appena prima, molto prima o potrebbe dirla in futuro -Fenomeno della tongue-in-cheek (lingua-nella-guancia): commento laterale e di sottofondo a quanto viene detto o fatto da parte di altri -L’uso ecoico del linguaggio è un uso interpretativo che richiede delle abilità metarappresentative di ordine superiore rispetto agli usi descrittivi con i quali gli stati di cose vengono rappresentati attraverso il linguaggio. -Attraverso l'uso interpretativo, l’ascoltatore deve comprendere ciò che il parlante sta pensando di una frase, di un pensiero, non di uno stato di cose -L'aspetto centrale è l'atteggiamento del parlante -L’ironista esprime una sua credenza circa ciò che dice non attraverso ciò che dice -Per l'ascoltatore è necessario discernere la menzione ecoica quindi capire che il parlante non sta usando quella espressione, ma la sta menzionando/citando, e nello stesso tempo deve riconoscere l’atteggiamento del parlante verso l’espressione menzionata
-La menzione ecoica riguarda anche le opinioni socialmente diffuse e le norme comportamentali Teoria della finzione (Colston & Gibbs) ➢ Molte grazie! [proferito a una persona che ci ha chiuso la porta in faccia] ➢ Ne vuoi un altro pochino? [proferito a chi si si è mangiato tutta la torta] -Cruciali l’atteggiamento dell’ironista e il common ground - il sistema di conoscenze condivise dal parlante e dai suoi ascoltatori -Una sorta di gioco di ruolo nel quale il parlante finge di essere una persona altra da sé e ne rappresenta ciò che potrebbe sentire, pensare, credere e dire di una data situazione meccanismo dissociativo -Il parlante si distanzia dalle posizioni assunte dal personaggio per screditarle davanti agli ascoltatori -La teoria della finzione sposta quindi la discussione intorno all'ironia dal piano semantico al piano espressivo: ironia come fenomeno più espressivo che comunicativo -L’ ironia è quindi uno strumento attraverso cui si mette in luce una certa disparità tra un’aspettativa rispetto al risultato di una particolare azione e il risultato effettivo di quell’azione -L’ironia è nel contempo uno strumento di espressione di un atteggiamento dissociativo verso tale disparità Teoria della finzione: insincerità pragmatica e allusione -La finzione è definita in termini di insincerità pragmatica. -Si verifica quando le condizioni di felicità degli atti linguistici non vengono rispettate. -Molte grazie! l’atto linguistico del ringraziare non è sincero, quindi è infelice -L’altro aspetto chiave di questa teoria è l'allusione ad aspettative, predizioni, preferenze o norme che sono state in qualche modo violate -L’insincerità pragmatica e l’allusione sono aspetti inerenti dell’ironia e si attuano nelle 5 classi principali degli atti linguistici: assertivi, direttivi, commissivi, espressivi e dichiarativi. Lo script dell’ironia ➢ Premessa: bagaglio di conoscenze reciproche interpersonali condivise dagli interlocutori; orizzonte di riferimento, all’interno del quale collocare lo scambio ironico successivo ➢ Evento focale: elemento induttore e antecedente della comunicazione ironica ➢ Commento ironico: manifestazione di una determinata intenzione comunicativa da parte dell’autore ➢ Effetto ironico: prodotto dal modo in cui il commento ironico è interpretato da parte del destinatario Gli enunciati ironici e il valore di verità Questione per il momento irrisolta:
Il contenuto proposizionale (il pensiero espresso da una frase ben formata in italiano, le sue condizioni di verità) di una frase non è fissato completamente e univocamente dalle convenzioni semantiche: in certi casi è incompleto (es. 1) o ambiguo (ess. 2 – 4). Una volta completato e disambiguato il contenuto proposizionale, le convenzioni semantiche non determinano neanche il tipo di atto linguistico che il parlante compie proferendo una determinata frase (es. 5). Ciò richiede un’integrazione / un’interazione della competenza semantica con conoscenze non linguistiche, ma contestuali. Ambiguità lessicale 1)Bea ha una vecchia credenza. 2)Silvio ha comprato Il Giornale. 3)Silvio ha comprato un giornale.
Questa sedia era comune nei salotti del diciannovesimo secolo. (‘tipo/genere’) Il libro pesa due chili. (‘volume’) Il libro è stato rifiutato. ( ‘contenuto’) L’Italia è bagnata dal Mediterraneo. (‘regione geografica’) L’Italia è una repubblica. (‘stato’) L’Italia non vince ai mondiali dal 2006. (‘squadra di calcio’) Londra ha eletto sindaco Sadiq Khan (‘cittadini’) L’UE accelera per la protezione dei dati in Internet; Londra si oppone. (‘governo’) Scopri Londra dal battello con un Tour Crociera sul Tamigi (‘città’) Un uomo modesto (‘umile, disinteressato’) Un risultato modesto (‘limitato, scarso’) Una persona discreta Un discreto risultato Tagliare una torta (col coltello) Tagliare il prato (con la falciatrice) Ambiguità complementare: la polisemia Silvio ha comprato Il Giornale. ‘Ha comprato una copia de Il Giornale’. ‘Ha comprato la casa editrice’. ‘Ha comprato alcune azioni della società’. ‘Ha corrotto alcuni giornalisti’. I diversi significati di una stessa espressione sono correlati etimologicamente e semanticamente, e tale correlazione è avvertita chiaramente dai parlanti; in base al contesto uno fra i significati risulta prioritario. Polisemia ed omonimia – test di identificazione
Analisi generativista dell’ambiguità sintattica locale: Guardano l’uomo con il cannocchiale Altri esempi di ambiguità sintattica