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Elementy pragmatyki i lingwistyki tekstu - powtórzenie, Notatki z Lingwistyka

Elementy pragmatyki i lingwistyki tekstu - powtórzenie

Typologia: Notatki

2019/2020

Załadowany 05.10.2021

dominikagr123
dominikagr123 🇵🇱

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Elementy pragmatyki i lingwistyki tekstu
1) La sintassi, la semantica, la pragmatica
La comunicazione - equivoci
1) - Ciao, sono Paolo. E tu? – Io no.
2) - Scusa, sai dov’è Piazza Duomo? – Certo che lo so.
3) - C’è un ladro in biblioteca! – Ah sì? E che cosa legge?
4) - Ho già visto la tua faccia da qualche altra parte. – Non credo, perché la porto sempre con me.
5) - Che cosa stai suonando? – Il piano.
La competenza pragmatica:
-la competenza semantica – la comprensione delle parole usate dal locutore
-la competenza sintattica – la comprensione del modo in cui le parole sono combinate per creare le
frasi
-la competenza pragmatica – la comprensione del modo in cui le parole e le frasi vengono usate dal
locutore
La sintassi – l’analisi delle relazioni fra i segni linguistici
La semantica – l’analisi delle relazioni fra i segni e gli oggetti
La pragmatica – l’analisi delle relazioni fra i segni e i parlanti
La sintassi – lo studio dei segni come tali, dei modi in cui le espressioni linguistiche possono essere
combinate da un punto di vista strettamente grammaticale; non tiene conto del loro significato.
La sintassi stabilisce se una sequenza di segni è ben formata oppure mal formata.
C’è un ladro in biblioteca.
Un biblioteca in è ci ladro.
Ci sono un ladro in biblioteca.
La semantica si occupa del significato delle espressioni linguistiche (parole o frasi) al di fuori delle
situazioni in cui vengono usate.
La semantica studia le relazioni tra espressioni linguistiche e oggetti del mondo.
La tesi centrale: Le regole (le convenzioni) di una lingua fissano una volta per tutte il significato di
ogni espressione della lingua. Esse stabiliscono il significato di ogni elemento della frase e, una volta
applicate le regole sintattiche, il significato della frase stessa.
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**Elementy pragmatyki i lingwistyki tekstu

  1. La sintassi, la semantica, la pragmatica** La comunicazione - equivoci
    • Ciao, sono Paolo. E tu? – Io no.
    • Scusa, sai dov’è Piazza Duomo? – Certo che lo so.
    • C’è un ladro in biblioteca! – Ah sì? E che cosa legge?
    • Ho già visto la tua faccia da qualche altra parte. – Non credo, perché la porto sempre con me.
    • Che cosa stai suonando? – Il piano. La competenza pragmatica: -la competenza semantica – la comprensione delle parole usate dal locutore -la competenza sintattica – la comprensione del modo in cui le parole sono combinate per creare le frasi -la competenza pragmatica – la comprensione del modo in cui le parole e le frasi vengono usate dal locutore La sintassi – l’analisi delle relazioni fra i segni linguistici La semantica – l’analisi delle relazioni fra i segni e gli oggetti La pragmatica – l’analisi delle relazioni fra i segni e i parlanti La sintassi – lo studio dei segni come tali, dei modi in cui le espressioni linguistiche possono essere combinate da un punto di vista strettamente grammaticale; non tiene conto del loro significato. La sintassi stabilisce se una sequenza di segni è ben formata oppure mal formata. C’è un ladro in biblioteca. Un biblioteca in è ci ladro. Ci sono un ladro in biblioteca. La semantica si occupa del significato delle espressioni linguistiche (parole o frasi) al di fuori delle situazioni in cui vengono usate. La semantica studia le relazioni tra espressioni linguistiche e oggetti del mondo. La tesi centrale: Le regole (le convenzioni) di una lingua fissano una volta per tutte il significato di ogni espressione della lingua. Esse stabiliscono il significato di ogni elemento della frase e, una volta applicate le regole sintattiche, il significato della frase stessa.

Il significato convenzionale di un’espressione è un insieme di condizioni :  ad ogni parola vengono associate un insieme di condizioni di applicazione (le condizioni che un oggetto deve soddisfare perché la parola gli si applichi),  ad ogni frase – un insieme di condizioni di verità (le condizioni che il mondo deve soddisfare perché la frase ne costituisca una descrizione appropriata e sia vera) Le condizioni di applicazione associate a biblioteca:  essere una stanza  contenere un consistente numero di libri  essere adibita principalmente a sala di lettura Le condizioni di verità associate a C’è un ladro in biblioteca  che ci sia un ladro  che ci sia una biblioteca  che il ladro sia in biblioteca Conoscere il significato della frase vuol dire sapere come deve essere fatto il mondo perché la frase sia vera, e non sapere se la frase è vera o meno; è la conoscenza delle condizioni e non del valore di verità: L’idolo di George W. Bush è Homer Simpson. La semantica è:  Convenzionale – il significato di un’espressione linguistica è determinato dalla forma di quell’espressione;  Vero-condizionale – il significato di una frase si identifica con le condizioni di verità della frase, e il significato di una parola con il suo contributo alle condizioni di verità della frase in cui compare;  Composizionale – il significato di un’espressione complessa dipende funzionalmente dai significati dei suoi componenti. La pragmatica è lo studio delle relazioni fra segni e parlanti, fra segni linguistici e coloro che se ne servono per comunicare pensieri. La pragmatica è lo studio dei modi in cui è possibile usare le frasi in situazioni concrete. La sintassi studia l’apparato combinatorio delle espressioni di una lingua, la semantica – l’apparato interpretativo, la pragmatica si occupa di come il parlante si serva degli apparati combinatorio e interpretativo in una particolare situazione comunicativa. La pragmatica = la pattumiera (śmietnik) della semantica; -Il suo dominio è stato definito a lungo in negativo; -Finivano in pragmatica tutti i fatti per cui una spiegazione in termini sintattici o semantici si rivelava insufficiente, e le frasi per la cui interpretazione era necessario il ricorso ai fattori non linguistici, a conoscenze sul mondo e sulla situazione in cui venivano usate.

Il linguaggio ordinario è un sistema di probabilità, di scelte grammaticali e lessicali, prodotto della volontà determinato dal contesto e dalla cultura di appartenenza del parlante (Halliday):

  1. Ti darò una sculacciata!
  2. I bravi ragazzi mangiano tutto!
  3. Sei un piccolo cattivone! A. L’enunciato che intende produrre la madre passa per la scelta del controllo (a), che in questo caso è quello imperativo (b) realizzato da una minaccia (b2). B. L’enunciato che intende proferire la madre passa per la scelta del controllo (a), che in questo caso è quello posizionale (c) realizzato dalla regolamentazione / rule-giving (c1). C. L’enunciato che intende pronunciare la madre passa prima per la scelta del controllo (a), che in questo caso è quello posizionale (c), realizzato dalla disapprovazione (c2). Se non mangi tutto, riceverai una sculacciata!  La minaccia della madre passa per la selezione della punizione fisica (una sculacciata) e dell’agente non-specifico che la infligge (riceverai una sculacciata, ma non si sa da chi) Se non mangi tutto, il papà si arrabbia con te!  La minaccia della madre passa per la selezione di un’altra punizione, questa volta psicologica (la rabbia), inflitta da un agente specifico (il padre) Quindi ogni atto di minaccia (a) implica la selezione grammatico-lessicale relativa alla punizione (b) che può essere fisica (b1) o psicologica (b2) inflitta da un agente (c) che può essere non-specifico (c1) o specifico (c2). Lo studio dei fenomeni in cui l’apporto di sintassi e semantica è ridotto al minimo:
  • Allora? – È andata.
  • Il gatto? – Coma. È un esempio di scambio comunicativo perfettamente appropriato a patto che i due interlocutori sappiano abbastanza delle circostanze in cui lo scambio ha luogo, a patto che conoscano il contesto. Il contesto – la situazione particolare in cui le frasi vengono usate, costituita dal resto della conversazione, dall’ambiente fisico in cui essa avviene, dall’identità degli interlocutori, dalla complessa rete di scopi, intenzioni, credenze, desideri, timori, pregiudizi ecc. che essi condividono. Il linguaggio di ogni giorno/ordinario è flessibile ed elastico (“vago e indeterminato” secondo i filosofi del linguaggio ideale)  ricchezza e capacità di adattarsi a nuovi contesti d’uso, anche insoliti Il significato di ogni espressione linguistica è confinato solo in modo parziale, a seconda delle conoscenze dei parlanti e della loro rete di credenze, interessi, obiettivi e attività Per ogni enunciato si possono variare le situazioni di proferimento Il linguaggio naturale è a tessitura aperta: ”In un certo senso possiamo dire che non ci sono convenzioni semantiche implicite o esplicite, che non ci sono regole convenzionali che pongano i limiti su quello che potremmo o non potremmo dire” (Austin):

 X è esteso, ma non fa forma.  Quest’uomo è e non è in casa.  Il cane pensa.  Ecco un mio amico.  È oro.  La Francia è esagonale ()  La galassia ha la forma di un uovo al tegame ()  Bea ha aperto la porta.  C’è del latte nel frigorifero. Uno stesso enunciato sarà vero in alcuni contesti falso in altri, anche se lo stato di cose che l’enunciato descrive resta il medesimo. Ogni frase ha un senso solo una volta specificato un sistema di assunzioni contestuali (background) che ne fissa le condizioni di verità. Solo una volta fornita una descrizione dell’occasione d’uso che ne fissa l’interpretazione pertinente. Il sistema di assunzioni contestuali non è unico né costante né associato in modo stabile così come non è unica l’occasione d’uso di un enunciato. Il significato convenzionale di un enunciato, in assenza dell’apporto della particolare occasione d’uso determina in modo solo incompleto il valore di verità dell’enunciato. Il senso di un’espressione linguistica dipende dall’uso che dell’espressione si fa, dipende da ciò che con quell’espressione si vuole fare. La pragmatica: Si occupa dell’uso del linguaggio -Si occupa di ciò che un parlante comunica al di là di ciò che dice -Si occupa del contesto -Si occupa del significato in contesto -Si occupa del significato nelle interazioni sociali -Si occupa della distanza, fisica e sociale, tra gli interlocutori Le due dimensioni della pragmatica: A. Si occupa dell’influenza del contesto sulla parola: l’interpretazione del linguaggio deve tener conto di informazioni sulla situazione del discorso e sul mondo → fare parole con le cose  PRAGMATICA ENUNCIATIVA B. Studia l’influenza della parola sul contesto: i parlanti si servono del linguaggio per modificare la situazione di discorso e per influenzare le credenze e le azioni dei loro interlocutori → fare cose con le parole  PRAGMATICA ILLOCUTORIA CONCETTI DI BASE DELLA SEMANTICA (GAETANO BERRUTO)

I. omonimia e polisemia (MANIFESTAZIONI DI AMBIGUITÀ LESSICALE, risolta spesso a livello pragmatico) omonimia: lessemi che hanno lo stesso significante ma a cui corrispondono significati diversi, es.: riso —>’ l’atto di ridere’ e riso —>‘cereale’ polisemia: avviene quando i diversi significati associati a uno stesso significante sono imparentati fra loro e derivati (o derivabili) l’uno dall’altro, es.: testa —>‘parte superiore del corpo umano’ / ‘estremità iniziale’, corno —> ‘protuberanza del capo di molti animali’ / ‘strumento musicale a fiato’ / ‘cima aguzza di una montagna’ enantiosemia: significati diversi di uno stesso termine sono fra loro in opposizione, es.: ospite —>‘chi ospita’ oppure ospite —>‘chi viene ospitato’ II. rapporti di similarità sinonimia: lessemi diversi con lo stesso significato, es.: via/strada; faccia/viso/volto; tra/fra; devo/debbo, urlare/gridare, iniziare/cominciare a. completa (relativamente al significato denotativo e connotativo e all’appartenenza alla stessa varietà di lingua): b. totale (relativamente a tutti i contesti): esatto, preciso

  • Tutte le risposte erano esatte/(precise)
  • Dimmi l’ora esatta/precisa dell’appuntamento iponimia e iperonimia: relazione di inclusione semantica; il significato di un lessema rientra in un significato più ampio e generico rappresentato da un altro lessema. X è l’iponimo di Y, il quale è iperonimo o arcilessema rispetto a X, es.: armadio è iponimo di mobile che è iperonimo rispetto ad armadio; gatto/felino; liceale/studente TUTTI GLI X SONO Y, MA NON TUTTI GLI Y SONO X meronimia: rapporto che si instaura fra i termini che indicano una parte specifica di un tutto unico e il termine che indica il tutto, es.: mese è meronimo di anno (un mese è una parte dell’anno); petalo/fiore

solidarietà semantica: si ha quando un lessema risulta determinato da un altro, si ha tra lessemi che si implicano reciprocamente in una frase, es.: miagolare/gatto, raffermo/pane, cane/abbaiare, treno/sferragliare, uomo/gamba, animale/zampa

  • Cani e gatti sono animali a quattro zampe/*gambe III. rapporti di opposizione antonimia: due lessemi che designano i due poli opposti di una scala, es.: giovane/vecchio, buono/cattivo X IMPLICA NON-Y; NON-Y NON IMPLICA X
  • alto/basso: Giovanni è alto (= G. non è basso); Marco non è basso, ma neanche alto. complementarità: complementari sono due lessemi di cui uno è la negazione dell’altro, in quanto spartiscono uno stesso spazio semantico in due sezioni opposte, es.: maschio/femmina, vivo/morto X IMPLICA NON-Y; NON-Y IMPLICA X
  • sposato/scapolo: Giovanni è sposato, non è scapolo. inversione: sono inversi due lessemi che esprimono la stessa relazione semantica ma vista da due direzioni opposte, secondo la prospettiva di una o dell’altra parte, es.: dare/ricevere, sotto/sopra, marito/moglie, vendere/comprare, marito/moglie: se A è marito di B, B è moglie di A. IV. Spostamenti di significato (MANIFESTAZIONI DI AMBIGUITÀ LESSICALE, risolta spesso a livello pragmatico) metafora - fondata su somiglianza concettuale o connotativa: ➢ Giovanni è un coniglio (‘persona molto paurosa’) metonimia - fondata sulla contiguità concettuale che si instaura attraverso relazioni di: ➢ contenitore-contenuto: Giovanni ha bevuto tutta la bottiglia (‘il liquido contenuto nella bottiglia’) ➢ tutto-parte: Giovanni ha finalmente un tetto (‘una casa’). ➢ autorità-simbolo: La Casa Bianca ha fatto una vibrata protesta (‘il presidente USA’). ➢ oggetto-funzione: Hai del fuoco? (‘uno strumento per accendere un fuoco’). ➢ opera-autore: Giovanni si è comprato un Picasso (‘un quadro di Picasso’). INSIEMI LESSICALI campo semantico: insieme di lessemi che coprono diverse sezioni di un determinato spazio semantico, es.: giovane, vecchio, anziano, nuovo, antico, recente

 Ironia bonaria (praise by blame): elogiare il partner all’interazione facendo ricorso a frasi di critica  Sei stato proprio un disastro!  Ironia socratica: mettere in discussione opinioni/mode/dogmi senza sbilanciarsi, né compromettersi  Oh! È davvero interessante quello dici!  Ironia scherzosa (o giocosa): si avvicina alla battuta di spirito e serve a sdrammatizzare una situazione tesa Approccio tradizionale: Che bella giornata di sole! -figura retorica basata sull’antifrasi -Consiste nell’esprimere un enunciato per fare intendere l’opposto del suo significato letterale -Si basa sull’inversione semantica fra il significato letterale (significato manifesto) e il significato implicito (significato latente) -il significato ironico è il contrario di ciò che viene detto Approccio comunicativo: -Forma comunicativa volta a creare una serie di effetti sul partner all’interazione -Comunicazione senza tenere conto il rispetto delle regole formali del linguaggio, né la veridicità del messaggio -Implica la violazione delle attese contestuali del partner all’interazione -Si basa sull’ipotesi della simulazione allusiva -Gli effetti ironici sono generati dall’allusione a un’attesa mancata, prevista sul piano convenzionale -Condizione di incongruenza suscitata dall’incoerenza e dalla mancanza di aderenza a uno script atteso Ironia teatrale: -Finzione trasparente: il parlante afferma qualcosa facendo finta di credervi e, nel medesimo tempo, segnala, attraverso gli indicatori paralinguistici, che si tratta di una finzione -Ironia come simulazione -La comunicazione ironica si avvicina alla parodia: si fonda sul meccanismo dell’antinomia (contrapposizione antitetica di due termini da cui sorge l’effetto ironico) -Complicità fra l’autore e il destinatario: richiede la condivisione dei livelli di comunicazione -Esclusione, selezione fra chi deve capire Approccio psicologico: -comunicazione obliqua -mostra ciò che nasconde; nasconde ciò che dice -è un dire per non dire

FUNZIONE 1: mantenere il rispetto delle convenzioni (come aggirare la censura in modo culturalmente corretto): strategia indiretta ed efficace per “cogliere nel segno” in modo implicito, senza trasgredire le norme e gli standard previsti dal sistema cultura di appartenenza FUNZIONE 2: stabilire il confine di riservatezza (come proteggere lo spazio personale): strategia utile per proteggere la propria riservatezza (privacy), evitando i rischi dell’esposizione di sé sia in contesti di intimità sia in determinati ambiti pubblici FUNZIONE 3: dar luogo all’ambiguità relazionale (come rinegoziare i significati); per essere meglio intesi, occorre essere fraintesi Approccio pragmatico (Grice) Che bella giornata di sole! formalizzazione dell’impostazione classica dell’antifrasi  ripresa dell’approccio tradizionale -consiste nel dire p facendo intendere non-p -trasgressione della massima conversazionale di qualità -si basa sull’opposizione fra l’atteggiamento soggettivo (intenzione) del parlante e l’atteggiamento generato dalle attese dell’espressione letterale/convenzionale La pragmatica di Grice: principio di cooperazione e massime conversazionali “Make your conversational contribution such as is required, at the stage at which it occurs, by the accepted purpose or direction of the talk exchange in which you are engaged. One might label this the COOPERATIVE PRINCIPLE.” (Grice, 1975) La massima della quantità - il contributo informativo dato alla conversazione deve essere informativo secondo quanto richiesto dal colloquio e non deve eccedere lo stretto necessario La massima della qualità - evitare di dire tutto ciò che si ritiene falso e ciò di cui non si è in grado di fornire prove o dimostrazioni La massima della rilevanza - invita i partecipanti alla conversazione ad essere pertinenti in modo da assicurare l’andamento del flusso della conversazione nella direzione concordata La massima del modo - l’invito a essere chiari e trasparenti, evitare di essere difficili da capire, evitare le ambiguità, evitare di essere prolissi e disordinati nell’esposizione La pragmatica di Grice: contravvenzioni al principio di cooperazione e alle massime -Si può commettere semplicemente una violazione inducendo i compartecipanti all’errore -Si può scegliere deliberatamente di violare le massime e il principio di cooperazione -Si può violare una massima per non violarne un’altra  violare la massima della quantità, dicendo più di quanto necessario, per rispettare la massima della qualità, fornendo le prove di ciò che si dice -Si può violare palesemente e senza rispetto una massima senza violare il principio di cooperazione  questo è il caso in cui viene generata un’implicatura conversazionale

-Contravvenzione alla massima della rilevanza: l’uso di un’espressione veritiera ma che si riferisce ad una situazione che non si sta verificando Amo quelli che mettono la freccia prima di svoltare [proferito a proposito di una persona che non ha segnalato la svolta nel traffico]; Adoro i bambini che tengono la camera in ordine! [proferito da una madre che entra nella stanza disordinatissima dei figli] -Contravvenzione alla massima del modo: dire qualcosa di ambiguo o il cui riferimento è oscuro  Quella rossa! [proferito come risposta a qualcuno che chiede quale sia la macchina che stiamo cercando in un parcheggio pieno di macchine rosse] -Contravvenzione alla massima della quantità: minimizzazioni e/o esagerazioni  Giusto qualche goccia di pioggia! [proferito in mezzo ad un acquazzone]; Fa freschetto. [proferito in PL, d’inverno]; Che omone! [proferito col riferimento ad una persona molto minuta] Continuatori del pensiero di Grice: make as is to say – overt untruthfulness di Dynel -SAY vs. MAKE AS IS TO SAY -nel dire (SAY) c’è un impegno del parlante alla verità di ciò che dice, non meramente la produzione di un’espressione -TO MAKE AS IS TO SAY indica che il significato inteso dal parlante non corrisponde a ciò che viene detto; overt untruthfullness – falsità/finzione “premeditata”, palese, ovvia, evidente -La comprensione dell’enunciato ironico risiede nel riconoscimento dell’atteggiamento assunto dal parlante, della sua intenzione comunicativa e nella decodificazione del significato del parlante Ironia citazionale (teoria ecoica di Sperber & Wilson) Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità Bella giornata! -Il parlante produce un enunciato che fa da eco (costituisce quindi una menzione implicita) riconoscibile di qualcosa (frase, opinione o pensiero), riconducibile a qualcuno che può averla detta appena prima, molto prima o potrebbe dirla in futuro -Fenomeno della tongue-in-cheek (lingua-nella-guancia): commento laterale e di sottofondo a quanto viene detto o fatto da parte di altri -L’uso ecoico del linguaggio è un uso interpretativo che richiede delle abilità metarappresentative di ordine superiore rispetto agli usi descrittivi con i quali gli stati di cose vengono rappresentati attraverso il linguaggio. -Attraverso l'uso interpretativo, l’ascoltatore deve comprendere ciò che il parlante sta pensando di una frase, di un pensiero, non di uno stato di cose -L'aspetto centrale è l'atteggiamento del parlante -L’ironista esprime una sua credenza circa ciò che dice non attraverso ciò che dice -Per l'ascoltatore è necessario discernere la menzione ecoica quindi capire che il parlante non sta usando quella espressione, ma la sta menzionando/citando, e nello stesso tempo deve riconoscere l’atteggiamento del parlante verso l’espressione menzionata

-La menzione ecoica riguarda anche le opinioni socialmente diffuse e le norme comportamentali Teoria della finzione (Colston & Gibbs) ➢ Molte grazie! [proferito a una persona che ci ha chiuso la porta in faccia] ➢ Ne vuoi un altro pochino? [proferito a chi si si è mangiato tutta la torta] -Cruciali l’atteggiamento dell’ironista e il common ground - il sistema di conoscenze condivise dal parlante e dai suoi ascoltatori -Una sorta di gioco di ruolo nel quale il parlante finge di essere una persona altra da sé e ne rappresenta ciò che potrebbe sentire, pensare, credere e dire di una data situazione  meccanismo dissociativo -Il parlante si distanzia dalle posizioni assunte dal personaggio per screditarle davanti agli ascoltatori -La teoria della finzione sposta quindi la discussione intorno all'ironia dal piano semantico al piano espressivo: ironia come fenomeno più espressivo che comunicativo -L’ ironia è quindi uno strumento attraverso cui si mette in luce una certa disparità tra un’aspettativa rispetto al risultato di una particolare azione e il risultato effettivo di quell’azione -L’ironia è nel contempo uno strumento di espressione di un atteggiamento dissociativo verso tale disparità Teoria della finzione: insincerità pragmatica e allusione -La finzione è definita in termini di insincerità pragmatica. -Si verifica quando le condizioni di felicità degli atti linguistici non vengono rispettate. -Molte grazie!  l’atto linguistico del ringraziare non è sincero, quindi è infelice -L’altro aspetto chiave di questa teoria è l'allusione ad aspettative, predizioni, preferenze o norme che sono state in qualche modo violate -L’insincerità pragmatica e l’allusione sono aspetti inerenti dell’ironia e si attuano nelle 5 classi principali degli atti linguistici: assertivi, direttivi, commissivi, espressivi e dichiarativi. Lo script dell’ironia ➢ Premessa: bagaglio di conoscenze reciproche interpersonali condivise dagli interlocutori; orizzonte di riferimento, all’interno del quale collocare lo scambio ironico successivo ➢ Evento focale: elemento induttore e antecedente della comunicazione ironica ➢ Commento ironico: manifestazione di una determinata intenzione comunicativa da parte dell’autore ➢ Effetto ironico: prodotto dal modo in cui il commento ironico è interpretato da parte del destinatario Gli enunciati ironici e il valore di verità Questione per il momento irrisolta:

Il contenuto proposizionale (il pensiero espresso da una frase ben formata in italiano, le sue condizioni di verità) di una frase non è fissato completamente e univocamente dalle convenzioni semantiche: in certi casi è incompleto (es. 1) o ambiguo (ess. 2 – 4). Una volta completato e disambiguato il contenuto proposizionale, le convenzioni semantiche non determinano neanche il tipo di atto linguistico che il parlante compie proferendo una determinata frase (es. 5). Ciò richiede un’integrazione / un’interazione della competenza semantica con conoscenze non linguistiche, ma contestuali. Ambiguità lessicale 1)Bea ha una vecchia credenza. 2)Silvio ha comprato Il Giornale. 3)Silvio ha comprato un giornale.

  1. Trump ha lasciato la Casa Bianca in mattinata. 5)Il comune ha stanziato 2 milioni per la scuola. Un’espressione è ambigua quando può prendere convenzionalmente due o più significati. Ad un enunciato ambiguo sono associati più insiemi distinti di condizioni di verità, ad un’espressione subenunciativa più insiemi distinti di condizioni di applicazione -Bea ha una vecchia credenza. Alla medesima forma linguistica è possibile associare due o più significati che non hanno generalmente relazioni fra loro → omonimia – un fenomeno per cui due o più forme linguistiche distinte, pronunciate e scritte allo stesso modo (omofone e omografe), per una sorta di caso, di una serie di controversie etimologiche, hanno diverso significato ed etimologia; le parole omonime corrispondono a due o più entrate distinte nel dizionario. Credenza: 1) il credere, fede religiosa 2) anticamente, tavola apparecchiata con piatti / mobile da cucina o da sala da pranzo La polisemia Il giornale costa meno di un euro. (‘copia’) Il giornale è di carta riciclata. (‘copia/complesso di tutte le copie’) Il giornale dedica più spazio alla cultura della televisione (‘mass -media’) Il giornale ha licenziato Silvio. (‘casa editrice, azienda’). Silvio è andato al giornale. (‘luogo’) Nel giardino ci sono un noce e un ciliegio. (alberi) La casa è arredata con mobili in noce e ciliegio. (‘legno’) Questa sedia è rotta. (‘oggetto’)

Questa sedia era comune nei salotti del diciannovesimo secolo. (‘tipo/genere’) Il libro pesa due chili. (‘volume’) Il libro è stato rifiutato. ( ‘contenuto’) L’Italia è bagnata dal Mediterraneo. (‘regione geografica’) L’Italia è una repubblica. (‘stato’) L’Italia non vince ai mondiali dal 2006. (‘squadra di calcio’) Londra ha eletto sindaco Sadiq Khan (‘cittadini’) L’UE accelera per la protezione dei dati in Internet; Londra si oppone. (‘governo’) Scopri Londra dal battello con un Tour Crociera sul Tamigi (‘città’) Un uomo modesto (‘umile, disinteressato’) Un risultato modesto (‘limitato, scarso’) Una persona discreta Un discreto risultato Tagliare una torta (col coltello) Tagliare il prato (con la falciatrice) Ambiguità complementare: la polisemia Silvio ha comprato Il Giornale. ‘Ha comprato una copia de Il Giornale’. ‘Ha comprato la casa editrice’. ‘Ha comprato alcune azioni della società’. ‘Ha corrotto alcuni giornalisti’. I diversi significati di una stessa espressione sono correlati etimologicamente e semanticamente, e tale correlazione è avvertita chiaramente dai parlanti; in base al contesto uno fra i significati risulta prioritario. Polisemia ed omonimia – test di identificazione

  1. Il giornale ha deciso di cambiare il suo formato.
  2. La sedia su cui sei seduto era comune nei salotti dell’Ottocento.
  3. *Ho colto una viola e ho deciso di imparare a suonarla. Le parole polisemiche e i pronomi anaforici si riferiscono a 2 oggetti diversi: Casa editrice vs. Copia cartacea
  1. Una vecchia porta la sbarra.
  2. La vecchia legge la regola. L’ambiguità sintattica deriva dalla relazione tra le espressioni e le componenti logico-sintattiche di una frase. Ambiguità sintattica locale – presente solo in alcune sottoparti della frase:
  3. Uomini e donne competenti sono al governo in questo paese ‘sia gli uomini che le donne sono competenti’  attribuzione inclusiva: l’aggettivo attributo si riferisce a tutti e due i nomi ‘solo le donne sono competenti’  attribuzione esclusiva: l’aggettivo attributo si riferisce al nome più vicino 2)Bea ha visto l’uomo con il binocolo. Chi aveva il binocolo?  Complemento di mezzo ( Anna) o complemento di qualità ( l’uomo)?
  4. Ogni marinaio ama una donna. ‘una stessa donna’ ‘ciascuno una donna diversa’  interpretazione distributiva
  5. Marco cercava un libro di Anna che era in cucina. Il libro era in cucina o Anna era in cucina?  L’antecedente della relativa è libro o Anna? Ambiguità sintattica totale – l’intera sequenza di parole ha più di una struttura sintattica associabile -Identica la struttura superficiale -Diverse le strutture profonde
  6. Una vecchia porta la sbarra. ‘Una vecchia signora porta la sbarra’  Una vecchia [Soggetto – S] porta [Predicato – P] la sbarra [Oggetto – COD] ‘Una vecchia porta chiude l’accesso a qc‘  Una vecchia porta [S] la [COD] sbarra [P]
  7. La vecchia legge la regola. ‘La vecchia signora legge la regola  La vecchia [S] legge [P] la regola [COD] ‘La vecchia legge regola qc‘  La vecchia legge [S] la [COD] regola [P] Analisi generativista dell’ambiguità sintattica totale

Analisi generativista dell’ambiguità sintattica locale: Guardano l’uomo con il cannocchiale Altri esempi di ambiguità sintattica

  1. Rapina in banca con rivoltella da centomila euro.
  2. Luigi ha visto un uomo nel parco con il telescopio.
  3. Ci scusiamo dei possibili fastidi causati porgendo cordiali saluti.
  4. Si vendono letti di ferro per bambini con palle d'ottone.
  5. Condannato per stupro a 16 anni.
  6. Morto Arafat, ma è giallo.
  7. Si vendono letti a castello per bambini di legno.
  8. Polli arrosto anche vivi.
  9. Si inviano fiori in tutto il mondo, anche via fax.
  10. Si vendono impermeabili per bambini di gomma.
  11. Si vendono mobili del settecento nuovi
  12. Un americano muore di melanoma ogni ora.