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Informacje i wskazówki
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Gramatyka opisowa języka włoskiego - sintassi, Egzaminy z Italianistyka

Składnia sintassi język włoski

Typologia: Egzaminy

2020/2021
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Załadowany 01.06.2021

martyna-krygowska
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Pobierz Gramatyka opisowa języka włoskiego - sintassi i więcej Egzaminy w PDF z Italianistyka tylko na Docsity! SINTASSI <3 Dal punto di vista sintattico le lingue naturali possono essere classificate a seconda dell’ordine canonico o comunque abituale (kanoniczny vs zwyczajowy?) in cui vi compaiono i tre costituenti di frase principali: il soggetto (S), il verbo (V) e l’oggetto diretto (O). [podmiot (S), czasownik (V) i dopełnienie bezpośrednie (O)] Sotto questo aspetto l’italiano ed il polacco appartengono tipologicamente allo stesso gruppo, definito lingue S V O, in cui il soggetto di norma compare all’inizio della frase ed è seguito rispettivamente dal verbo, ossia dal predicato e dall’oggetto diretto. Non si tratta tuttavia di un ordine obbligatorio, come nel caso di lingue posizionali quali l’inglese, ma della sequenza tipica della frase non marcata, quella priva di enfasi e di sottolineature. (i w polskim, i włoskim podmiot pojawia się zwykle na początku zdania, potem następuje odpowiednio czasownik, czyli orzecznik i dopełnienie bezpośrednie. Nie jest to jednak kolejność obowiązkowa.) Paragonando la „flessibilità” sintattica delle due lingue, si osserva tuttavia che in polacco essa risulta maggiore a causa della presenza del caso grammaticale come categoria sistematica e scoperta, il quali disambigua quasi sempre il soggetto (al nominativo) dall’oggetto diretto (all’accusativo) indipendentemente dalla loro posizione rispetto al predicato. (w języku polskim elastyczność jest większa, bo mamy przypadek gramatyczny jako kategorię systematyczną i „odkrytą”, , który prawie zawsze oddziela podmiot od dopełnienia bezpośredniego (od biernika), niezależnie od ich pozycji względem orzeczenia.) In italiano, la frase Mario rincorreva il cane cambia significato, invertendo l’ordine di S e O: Il cane rincorreva Mario. Volendo invertirli, senza mutare il significato, siamo costretti a trasformare la forma attiva del verbo in forma passiva: Il cane era rincorso da Mario In polacco, invece, possiamo avere diverse frasi di significato identico, ma di ordine diverso, mantenendo il verbo di forma attiva: Mariusz gonił psa/Psa gonił Mariusz/Gonił Mariusz psa/Mariusz psa gonił. Ne deriva un uso più limitato – rispetto all’italiano – della forma passiva, soprattutto nel registro non colloquiale e nella lingua scritta: ➔ Lasambigua le funziona seduta è stata aperta dal presidente vs. Posiedzenie otworzył prezydent. ➔ Il terrorista è stato notato da due testimoni. Dwóch świadków zauważyło terrorystę. Quando la flessione non disambigua le funzioni di soggetto e oggetto diretto, la frase viene interpretata in basa alla nostra conoscenza del mondo: Dzieci ugryzły psy LA FRASE (btw predykat = orzeczenie ) L’oggetto di studio della sintassi è quello che comunemente viene difinito in italiano frase ed in polacco zdanie. Più esattamente, tuttavia, la linguistica italiana distingue la frase in quanto unità della grammatica, avulsa, isolata dalla comunicazione dall’enunciato, unità della comunicazione, che può essere costituita anche da una sola parola come nelle scritte Uomini o Attenzione!, a patto che sia chiaro quello che vogliono comunicare. (lingwistyka włoska rozróżnia zdanie jako jednostkę gramatyczną, oderwaną, odizolowaną od przekazu wypowiedzi, i może również składać się z pojedynczego słowa!) In polacco questa differenza viene resa contrapponendo al termine zdanie quello di wypowiedzenie. Si precisa tuttavia che il secondo termine ha un senso più ampio, in quanto a volte wypowiedzenie può soddisfare i requisiti di zdanie (se contiene il predicato), altre volte no. [czasem wypowiedzenie może stać się zdaniem (jeśli zawiera predykat), innym razem nie.] In italiano si usa lo stesso termine di frase per definire sia la struttura che contiene il predicato sia quella che non lo contiene (czyli zdaniem jest coś z orzeczeniem i bez orzeczenia, w polskim nie, wtedy mamy równoważnik zdania) pur sottintendendolo, detta in questo caso frase nominale, tipica dei titoli, specie nel linguaggio giornalistico: Il prezzo della benzina è andato alle stelle vs. Benzina alle stelle. In altri casi si parla semplicemente di frase con verbo ellittico: (eliptyczny czyli taki, który nie zawiera podmiotu lub predykatu, ale można się go intuicyjnie domyślić) (Venite) più vicino! In polacco, invece, si contrappone il termine di zdanie a quello di równoważnik zdania: Zdarzył się cud vs. Czy to nie cud? Nella sintassi italiana, inoltre, si utilizza il concetto di frase minima o nucleare, (Frase minima contiene solo gli elementi essenziali, quali il verbo e il soggetto, senza altre informazioni aggiuntive) quella che contiene tutti i suoi componenti costitutivi: soggetto e predicato, a cui si aggiunge l’ oggetto diretto se richiesto come argomento obbligatorio dal verbo Nella grammatica polacca, al contrario, parlando delle espansioni della frase formata da soggetto e predicato, si è soliti distinguere il concetto di dopełnienie (letteralmente „complemento” appunto) da quello di okolicznik („circostanziale”). Con il termine di dopełnienie, più precisamente dopełnienie orzekające, si intendono anche quelle strutture che corrispondono ai complementi predicativi italiani: Został mianowany kapitanem. La differenza, teoricamente piuttosto labile fra dopełnienie e okolicznik risiede nel fatto che il primo, a differenza del secondo, è „connotato”, vale a dire obbligatoriamente richiesto dal verbo per completare il significato della frase. (w polskim mamy konotację czyli musimy dać dopełnienie) Questa proprietà, tuttavia, riguarda soprattutto il cosiddetto dopelnienie bliższe (ossia l’oggetto diretto), quello che accompagna i verbi transitivi. Per gli altri verbi si parla di dopełnienie dalsze (che quindi va ben al di là dell’oggetto indiretto italiano), il quale, al limite, può restare inespresso: (W kiosku) kupiłem książkę (dla Marii) vs. *W kiosku kupiłem. La fragilità del distinguo fra dopełnienie e okolicznik è dovuta non solo al fatto che non sempre il dopełnienie è obbligatorio, ma anche al fatto che a volte l’okolicznik lo è: Kraków leży nad Wisłą vs. *Kraków leży, dove nad Wisłą, pur essendo un tipico okolicznik miejsca, risulta obbligatorio. DIFFERENZE STRUTTURALI Sempre a proposito di quei costituenti di frase che sono obbligatoriamente richiesti, si noti che nelle repliche, il polacco si dimostra più ellittico dell’italiano, perché consente di lasciare sottinteso ciò che già si conosce, (można pominąć w zdaniu to czego można się samemu domyślić, we włoskim tak nie można zrobić) anche se costituisce il dopełnienie bliższe, l’argomento obbligatorio dei verbi transitivi, mentre spesso l’italiano deve esplicitarlo, almeno per mezzo di un pronome: ➔ Masz urlop? – (tak,) mam vs. Hai le ferie? Sì, (ce) le ho/Sì, ho le ferie. Inoltre, in polacco si considera dopełnienie anche il verbo all’infinito che completa il significato dei verbi servili o aspettuali: (w polskim czasownik w bezokoliczniku, który dopełnia znaczenie jest również uważany za dopełnienie) ➔ Chcę pracować. Zacząłem się uczyć; mentre le frase italiane equivalenti ➔ Voglio lavorare; Ho iniziato a studiare non sono considerate frasi semplici ma complesse (we włoskim mamy już zdania złożone) LINGUA VERBALE/NOMINALE Per finire, accenniamo ad una differenza strutturale che salta agli occhi, traducendo dal polacco all’italiano o viceversa. Si osserva allora che il polacco sembra prediligere il nome, mentre l’italiano il verbo. Traducendo in italino spesso occorre sostituire il nome (spesso deverbale) polacco con l’infinito italiano corrispondente, o perché il nome equivalente italiano non esiste oppure perché non risulta accettabile nel contesto: (przy tłumaczeniu z polskiego na włoskI, polski “preferuje” rzeczownik, a włoski czasownik. Przy tłumaczeniu na język włoski często zachodzi konieczność zastąpienia (często dewerbalnej) polskiej nazwy odpowiadającym jej włoskim bezokolicznikiem, ponieważ nie istnieje odpowiednik włoskiej nazwy lub jest ona niedopuszczalna w tłumaczeniu) ➔ Zabrania się wyrzucania śmieci → È vietato gettare rifiuti. ➔ Mieszkanie w takich warunkach to koszmar →Abitare in condizioni simili è un incubo A volte entrambe le costruzioni sono grammaticali (w sensie, że są corretti :) ma anche allora quella verbale sembra preferita dagli Italiani: ➔ Vado a lavorare/(al lavoro). ➔ Ha scelto di emigrare/(l’emigrazione).