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Historia literatury włoskiej - autorzy i ich dziela, Egzaminy z Historia i teoria literatury

Zagadnienia IV semestru - Ludovico Ariosto - Orlando Furioso, Niccolò Machiavelli - Il Principe, Giambattista Marino Adone -Elogio della rosa, Carlo Goldoni- La locandiera

Typologia: Egzaminy

2018/2019

Załadowany 06.01.2019

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Pobierz Historia literatury włoskiej - autorzy i ich dziela i więcej Egzaminy w PDF z Historia i teoria literatury tylko na Docsity! Historia literatury włoskiej ZAGADNIENIA sem.4 Ludovico Ariosto Orlando Furioso ► PERCORSO: Il Rinascimento ► AUTORE: Ludovico Ariosto ► OPERA: Orlando furioso 1.Come si chiama il personaggio che nel poema Orlando furioso di Ludovico Ariosto si reca alla Luna? Per quali motivi? Astolfo viene accompagnato da S. Giovanni Evangelista sulla Luna a recuperare il senno di Orlando (sotto forma di liquido dentro un'ampoll) il quale avendo perso del tutto il senno a causa del tradimento di Angelika si trasforma in un bruto che va in giro per il mondo a fare follie . 2.Come viene presentato il paesaggio lunare nel brano Astolfo nella luna (Orlando furioso di L. Ariosto). Cosa rappresenta simbolicamente la luna? Quale rapporto la lega alla terra? Viene presentato come il luogo metaforico dove si raccoglie tutto ciò che si getta via sulla Terra La descrizione del paesaggio lunare diventa l'occasione per l'autore di ironizzare sulla vanità delle occupazioni umane, poiché gli uomini sprecano il loro tempo e la vita inseguendo cose che non raggiungono o che svaniscono presto col passare del tempo: tra queste la fama del mondo, i sospiri degli amanti, ma anche la grandezza degli imperi del passato destinati a cadere. La descrizione della Terra vista dalla Luna, questa descrizione e’ di particolare interesse ovvero di un minuscolo "globo" che sembra assai più piccolo di quanto non appaia a noi e quasi insignificante, dunque la prospettiva di Ariosto è rovesciata e demistificante (l'autore relativizza la scala dei valori umani, che sembrano importanti a noi ma che in realtà, visti da un'altra prospettiva, acquistano una consistenza decisamente inferiore). 3.Qual è il tono con cui Ariosto parla delle debolezze e dei limiti umani. Datene qualche esempio. Il tono e’ ironico. P.es. Ironizza sulla vanità delle occupazioni umane, poiché gli uomini sprecano il loro tempo e la vita inseguendo cose che non raggiungono o che svaniscono presto col passare del tempo: tra queste la fama del mondo, i sospiri degli amanti, ma anche la grandezza degli imperi del passato destinati a cadere. 4.Individua nel testo le metafore con le quali il poeta designa i valori a cui i mortali sono attaccati e precisane il senso. verso: 74-75 La descrizione del paesaggio lunare diventa l'occasione per l'autore di ironizzare sulla vanità delle occupazioni umane, poiché gli uomini sprecano il loro tempo e la vita inseguendo cose che non raggiungono o che svaniscono presto col passare del tempo: tra queste la fama del mondo, i sospiri degli amanti, ma anche la grandezza degli imperi del passato destinati a cadere, mentre un certo disprezzo viene dimostrato verso le "magiche sciocchezze" così come più avanti verso gli "astrologhi" 5.“ ‘e vi son tutte l’occorenzie nostre:/sol la pazzia non v’è poca né assai,/ che sta qua giù, né se ne parte mai.” Spiega il senso della morale del frammento Astolfo nella luna (Orlando furioso di L. Ariosto). verso: 81. IT: E vi sono tutte le cose che ci riguardano: solo la pazzia lì non è poca né molta, poiché essa sta sulla Terra e non se ne allontana mai. Dice che sulla luna ne possiamo trovare di tutto, tranne la pazzia, quella e’ rimasta tutta sulla terra. 6.Quale forma hanno i senni perduti che si trovano nella Luna? Per quali motivi secondo l’autore la gente perde il senno? I senni hanno la forma liquida tenute nelle ampolle. Si puo diventare pazzi secondol’autore per i seguenti motivi: Alcuni perdono il senno in amore, altri nel ricercare gli onori, altri cercando le ricchezze per mare; altri nelle speranze dei signori, altri dietro alle sciocchezze della magia; altri in gemme, altri nelle opere dei pittori, ed altri in altre cose che apprezzano più di altro. aspetta da lui, ma deve "parere di averle", e soprattutto deve sembrare pio e religioso in quanto ciò è utilissimo a conquistare il favore popolare, secondo quell'idea della religione come instrumentum regni espressa anche nei Discorsi. Machiavelli fornisce anche un esempio concreto di un simile comportamento "doppio", ovvero re Ferdinando il Cattolico di Spagna (sia pure citato in modo indiretto) che, a parole, "non predica mai altro che pace e fede", mentre nella realtà concreta "è inimicissimo" di entrambe, rappresentando la miglior dimostrazione di come simulazione e dissimulazione siano politicamente utili. 4.Capitolo XVIII. Macchiavelli individua cinque qualità che si rivelano utili al principe solo se questi finge di averle Indicale e analizzale. Uno principe deve avere gran cura che non gli esca mai di bocca cosa che non sia piena delle cinque qualità; e appaia, a udirlo e vederlo, tutto pietà (1), tutto fede(2), tutto integrità(3), tutto umanità(4), tutto religione(5): e non è cosa più necessaria a parere di avere, che questa ultima qualità. 5.Capitolo XVIII. Negli ultimi paragrafi l’autore introduce un’altra questione essenziale, quella dell’apparenza. Cosa afferma a questo proposito? Dopo aver elencato le varie tipologie di principato, Machiavelli si appresta a descrivere le regole dell’agire politico che il principe ideale dove seguire nel proposito di governare bene e a lungo. Egli deve essere temuto e rispettato ma non odiato e deve essere volpe e leone, cioè saper combattere sia ricorrendo alle leggi che alla forza, quando quelle non dovessero bastare. Inoltre deve essere in grado di mutare il suo atteggiamento rapidamente e a seconda delle circostanze che si presentano. Più di ogni altra cosa, però, deve salvaguardare la sua reputazione, giacché il popolo non si preoccupa tanto dei mezzi di cui si serve per raggiungere i suoi scopi quanto del fatto che essi siano raggiunti. La fama del principe lo precede e perciò averne cura risulta addirittura più importante del corretto agire. A fronte di ciò per Machiavelli l’apparenza diventa determinante più dell’essenza Il principe deve allora essere capace di simulare, ovvero far apparire reale ciò che non lo è, e dissimulare, ovvero occultare ciò che invece è reale. 6.Capitolo XXV. Qual è l’opinione di Machiavelli sul ruolo della fortuna nelle vicende umane, presentata in Il Principe?Come reagisce Machiavelli al fatalismo indotto nei contemporanei dalla continua instabilità degli eventi? Gente crede che loro destino dipende da Dio o dalla fortuna. Questo e' il fatalismo del popolo di allora. Macchiavelli lo capisce perche' tempi sono insicuri, la situazione politica e' instabile anzi le situazioni cambiano di giorno in giorno e per questo la gente pede' la fede che potrebbe influire sul loro destino. Secondo Macchiavelli la meta' dipende dalla fortuna ma l'altra meta' dipende da noi stessi. 7.Capitolo XXV. Analizza la similitudine “fortuna-fiume”. Qual è il suo senso e funzione? Fortuna = fiume in piena che travolge tutto. Quindi paragona fortuna ad una forza incontrollabile che abbatte gli alberi, allaga le campagne e provoca tanti danni. La gente conoscendo la natura dei fiumi, nei tempi di pace e calma puo prepararsi, construendo gli argini e i canali, preparandosi cosi' a quel periodo riesce a controllarlo. La natura e' caprisciosa. 8.Capitolo XXV. Qual è tutto il dibattito che Macchiavelli propone ne Il Principe riguardo all’essere “respettivo” o “impetuoso”? Quale delle due caratteristiche preferisce? Perchè? La principale "virtù" che il principe saggio deve usare contro l'azione della fortuna è soprattutto il sapersi adattare alle diverse circostanze, mutando la propria linea di condotta a seconda di ciò che la situazione richiede e diventando "respettivo" oppure "impetuoso", in base al bisogno: Machiavelli riconosce che questa capacità è molto rara, poiché non c'è cosa più difficile per un uomo politico di cambiare modo di fare e forzare la propria indole, eppure secondo la sua riflessione ciò è indispensabile per ottenere buoni successi in campo politico-militare. Machiavelli conclude che sia meglio essere impetuoso che respettivo; perché la fortuna è donna, ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. E si vede che la si lascia più vincere da questi, che da quelli che freddamente procedano; e però sempre, come donna, è amica de’ giovani, perché sono meno respettivi, più feroci e con più audacia la comandano. 9.Capitolo XXV. Per avere successo come è necessario operare? Ricostruisci con le tue parole il senso del ragionamento dell’autore. Bisogna addattarsi sempre alla situazione, essere flessibile dipendentemente dai tempi ecc. 10.Capitolo XXVI. I mali dell’Italia vengono elencati in una tragica enumerazione. Indicala e analizzala. L’Italia è più schiava degli Ebrei, più serva dei Persiani, più dispersa degli Ateniesi, in aiuto dei quali erano andati Mosè, Ciro e Teseo. Ora l’Italia è « senza capo, senza ordine, battuta, spogliata, lacera, corsa » e ha sopportato ogni sorta di rovina. In questo stato l ‘Italia aspetta un salvatore, un principe che la guarisca e ponga fine alle sue disgrazie. [Gli Italiani sono superiori per forza, ingegno e destrezza quando combattono da soli, gli eserciti italiani risultano invece perdenti, ma la debolezza degli eserciti italiani dipende dai capi. È dunque necessario che il nuovo principe provveda a creare un esercito proprio, forte e fidato con cui difendersi dai nemici esterni e non esiti a proporsi come salvatore, ogni italiano lo sosterrà] 11.Capitolo XXVI. L’Italia viene personificata e raffigurata come un grande corpo malato. Sottolinea sul testo le espressioni che richiamano tale metafora. 12.Capitolo XXVI. A quali ragioni Machiavelli attribuisce la debolezza militare degli italiani? Elencale. 13.Capitolo XXVI. In che cosa differenzia lo stile di questo capitolo dai precedenti. Come si spiega questo cambiamento? 14.Capitolo XXVI. Il brano contiene ripetizioni, domande retoriche, anafore. Riporta degli esempi dell’uso di tali artifici. Giambattista Marino Adone (Elogio della rosa) ► PERCORSO: Il Barocco ► AUTORE: Marino Adone ► OPERA: Elogio della rosa 1.Basandosi sul brano dell’Adone indica le caratteristiche principali della poetica di Giambattista Marino? Linguaggio raffinato, prezioso, ricercato. La scelta delle parole e' straordinaria e bizzarra. Linguaggio pieno di: figure retoriche, metafore e stilistiche ed e' basato sulle analogie molto sorprendenti. Serve a affascinare e meravigliare il lettore, a far piacere, ha funzione ednostica. sono rappresentati nella varia articolazione che caratterizzava l'aristocrazia del XVIII secolo: nobili di antica stirpe (nobiltà di spada) ma decaduti e privi di mezzi, nobili ricchi di appoggi e relazioni ma non di denari, borghesi da poco nobilitati (nobiltà di toga) e guardati con disprezzo malcelato dagli altri ceti elevati. Nell'insieme, gli aristocratici rappresentano i parassiti della società che non contribuiscono minimamente al suo sviluppo pretendendo privilegi e servigi, rendendosi ridicoli agli occhi degli spettatori (a differenza di Mirandolina, il Conte ed il Marchese non lavorano). Se dal punto di vista sociale, la visione di Goldoni fu profondamente critica, lo stesso vale per l'atteggiamento negativo dei nobili nei confronti del drammaturgo. È questa una delle ragioni per cui più tardi Goldoni avrebbe abbandonato Venezia alla volta di Parigi, anche se questa esperienza non avrà gli effetti sperati. Emerge inoltre nella pièce il concetto illuminista di autodeterminazione dell'individuo, particolarmente significativo perché portato avanti da un personaggio femminile. • 3.Fa caratteristica di Mirandolina in quanto donna e locandiera. Donna indipendente, non sottoposta al uomo, civetta. E' saggia, intraprendente, libera, furba, donna d'ingenio, capace amministrare bene la propria locanda da sola. [[Mirandolina: è la locandiera. E’ una donna molto intraprendente, che gestisce da sola la locanda dopo la morte del padre. Ama stuzzicare gli uomini. Attraverso la seduzione si prende la rivincita sul cavaliere che disprezzava le donne. Il suo fascino non lascia indifferente nessuno. Ridicolizza gli uomini che diventano pazzi per lei. Rappresenta la borghesia che all’epoca era molto forte. E’ una figura molto affascinante e rende l’intera commedia ricca di colpi di scena. Mirandolina è una “bisbetica indomata”, che non accetta nessun corteggiamento di cavalieri e tanto meno marchesi o conti. La sua sdrada è una vita modesta con Fabrizio, il cameriere della locanda. ] • 4.Come viene rappresentato il nuovo ruolo della donna nella società settecentesca sull’esempio del personaggio di Mirandolina. X quanto Goldoni critica gli uomini che disprezzano le donne, crede che bisognle donne invece vanno apprezzate e stimate xche' sono forti, intraprendenti, civette, sanno sedurre uomini per raggiungere i propri scopi. [Il ‘700 viene definito il secolo della donna. Infatti essa comincia la sua lotta per l’uguaglianza. Nella società dell’epoca ci si aspettava che la donna lavorasse per potersi mantenere da sola, eppure una donna totalmente indipendente era vista come innaturale e detestabile. Infatti erano il padre e il marito a dover provvedere per il suo mantenimento. Il fatto di essere nutrita e alloggiata si ripercuoteva sul salario che le veniva corrisposto. Il lavoro maggiormente eseguito dalle donne delle basse classi sociali era il lavoro domestico a servizio di altre famiglie. L’80% delle bambine non poteva godersi l’adolescenza, perché già a 12 anni partiva da casa per cercarsi un lavoro o entrare in una charity school, consapevole del fatto che solo una dote cospicua o una specializzazione nel lavoro avrebbero attratto un potenziale marito. Le charity school insegnavano alle ragazze il rispetto per le gerarchie e inoltre le istruivano alla cura della propria persona, molto importante nell’ambiente lavorativo. Infatti una domestica che, anche dopo aver svolto per diversi anni i lavori più umilianti, manteneva un aspetto curato, poteva aspirare a compiti più importanti, come servire a tavola, diventare cameriera o addirittura cameriera personale. Ma qui si fermavano le aspirazioni di una donna di basso ceto social] • 5.Qual è il motivo di fondo per cui la misoginia del Cavaliere è condannata e rifiutata? Il misogino Cavaliere di Ripafratta. Mirandolina, abituata a vedersi corteggiata, si sente offesa dall’insensibilità che il Cavaliere dimostra nei confronti del suo fascino, l’orgoglio offeso della donna, la ripicca, la volontà di vendicarsi dello spregiatore delle donne e vendicare così anche il suo sesso ingiuriato tenta così di conquistarlo. [[Un giorno Mirandolina conobbe il Cavaliere di Riprafratta un uomo che ha a disgusto le donne e lo dimostra apertamente con Mirandolina e poi con due commedianti in sosta alla locanda. Inizialmente, era molto scontroso nel confronti della povera locandiera e non apprezzava alcun servigio. Questa allora, prese la situazione come una sfida personale e decise di farlo innamorare di sé e dimostrargli che le donne non vanno disprezzate ma piuttosto amate, protette e corteggiate. Inizia quindi a trattar con riguardo il buon cavaliere: prepara per lui manicaretti, gli fa portare degli asciugamani pregiati e si dimostra nei suoi confronti sincera e per nulla interessata. Il buon uomo rendendosi conto di star per innamorarsi decide di andar a Livorno e lasciare la locanda il più in fretta possibile. La furba ragazza quando lui chiede il conto gli fa un ampio sconto affermando che molti dei servigi erano doni suoi, finge di piangere, di svenire finché l’uomo, con le sue reazioni, non dimostra di amarla già. Mirandolina allora si rende conto che la situazione potrebbe sfuggirle di mano e rifiutandolo tratta malamente il cavaliere. Questo va su tutte le furie e diviene violento nei confronti di lei e del conte che ancora una volta voleva proteggere la bella locandiera. La ragazza così, comprende che non deve più giocare con tanti cuori e annuncia a tutti che si sposerà con Fabrizio, il buon cameriere che tanto amava il suo defunto padre.]] • 6.Qual è la struttura della commedia di Goldoni? Riassumi in breve il contenuto di ogni atto. Individua le unità tematiche presenti in ogni atto. STRUTTURA: A livello strutturale si differenzia dalle rappresentazioni classiche formate da cinque atti, essendo composta di tre atti. Gli atti sono divisi in scene; all’inizio di ogni atto e di ogni scena sono indicati il luogo e la situazione. La scena è ambientata a Firenze. +streszczenie każdego aktu, jeśli ktoś nie czytał to fajne streszczenie można znaleźć na stronie: https://www.scuolissima.com/2012/04/riassunto-la-locandiera.html albo https://www.studentville.it/studiare/la-locandiera-di-goldoni-riassunto/ Il Principe: 10-14