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Sfruttamento minorile - Tesina di MaturitÃ, Tesine di Maturità di Italiano

tesina sullo sfruttamento minorile...MATERIE:diritto, economia aziendale, educazione fisica, francese, italiano, storia e geografia

Tipologia: Tesine di Maturità

2011/2012
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Caricato il 28/05/2012

tindara
tindara 🇮🇹

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Scarica Sfruttamento minorile - Tesina di Maturità e più Tesine di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! Indice • Introduzione: Definizione sfruttamento minorile • Storia: Le Rivoluzioni industriali • Italiano: Verga Verismo Rosso Malpelo • Francese: La condizione operaia vista da Zolà • Diritto: Diritto all’istruzione Diritto al lavoro Le organizzazioni internazionali (ONU) • Geografia: Le multinazionali • Economia aziendale: Le imprese industriali • Educazione fisica: Anoressia e bulimia: nutrirsi bene Introduzione Le fasce deboli della società,in particolare i bambini, sono da sempre oggetto di sfruttamento e non è improprio parlarne in termini di schiavitù. PAGE 31 Lo sfruttamento minorile non è un fenomeno recente: esiste da sempre ed è presente ovunque sia in paesi sottosviluppati che in paesi sviluppati come Africa, America Latina, India, Cina, Corea, Portogallo, Inghilterra e Stati Uniti. 250 milioni di bambini nel mondo subiscono in ambito familiare o sociale violenze fisiche, psicologiche e sessuali. Le violenze fisiche sono quelle più evidenti: lividi, bruciature e fratture. Gli sfruttatori appartengono per lo più all’ambito familiare ed usano i bambini per lavori domestici o familiari, a discapito della loro educazione. I bambini vengono utilizzati anche in ambito militare, reclutati come soldati e rischiano ogni giorno la vita per combattere nelle guerre, imparano a torturare ed essere torturati, uccidere, veder morire. Per combattere la paura inoltre vengono drogati a forza. Le violenze psicologiche sono quelle meno evidenti, ma non meno significative: il bambino a causa di aggressioni verbali si sentirà inferiore al suo reale valore, sia fisicamente che caratterialmente. Le violenze sessuali sono considerate le più traumatizzanti, attuate in ambito familiare o sociali, spesso per traffico di video pedo-pornografici per fini commerciali. I bambini rischiano problemi di salute a causa di malattie sessualmente trasmissibili o gravidanze indesiderate. Con lo sviluppo delle tecnologie, soprattutto con internet, questo tipo di violenza tende a crescere in modo smisurato. Il motivo principale dello sfruttamento minorile è la povertà: i bambini sono costretti a lavorare nei campi, nelle miniere, in una condizione di schiavitù o criminalità, spesso sono abbandonati. Questo fattore si ripercuote sull’educazione: 100 milioni di bambini al mondo non frequenta la scuola, facendo aumentare il tasso di analfabetismo e violando i loro diritti. Il traffico di bambini è un’altra forma di sfruttamento in quanto vengono privati della loro libertà. Le Rivoluzioni Industriali L’espressione lavoro minorile è oggi utilizzata per definire l’impiego di minori per lavori che potrebbero interferire con la loro educazione o danneggiare la loro salute. L’utilizzo di manodopera minorile non fu considerato un problema sociale fino alla Rivoluzione Industriale, che introdusse diversi tempi e ritmi di lavoro. PAGE 31 Essere proletari divenne una condizione comune a milioni di persone che condividevano abitudini, stili di vita e a volte anche le abitazioni. I proletari lavoravano quattordici ore al giorno tutta la settimana, esclusa la domenica, passando più tempo con i compagni di lavoro che con la propria famiglia. Anche in campo scientifico la seconda metà dell’800 fu un periodo ricco di successi, soprattutto contro le malattie. Invece in Italia non si ebbe una vera e propria rivoluzione industriale, ma si assiste ad un fenomeno simile di dimensioni minori verso la fine dell’ottocento. Quasi tutti difendevano i propri prodotti con un rigido sistema doganale e inoltre l‘Italia non aveva giacimenti di ferro o di carbone, come l’Inghilterra, il Belgio, la Francia o la Germania. Per di più l’ambiente geografico rendeva difficili le comunicazioni. Le Alpi ostacolavano i collegamenti con l’Europa, mentre all’interno, gli Appennini isolava intere regioni, quindi la costruzione delle strade e delle ferrovie era molto difficile e costosa. Infatti nei primi del novecento i trasporti commerciali avvenivano via mare. Fecero eccezione le regioni dell’ Italia settentrionale, come il Piemonte e la Lombardia, dove era iniziata nell’ 800 una certa industrializzazione. La manifattura della seta fu all’inizio l’attività più importante. I profitti che vennero realizzati fornirono i capitali che servirono per sviluppare le industrie. Nella seconda metà dell’800 l’Italia poté in parte colmare il distacco con i paesi più industrializzati facendo soprattutto leva sulla sua tradizione di creatività e di cultura, anche scientifica e tecnica. Tale situazione è stata messa in evidenza da un grande letterario italiano, Giovanni Verga che nelle sue novelle denuncia la degradante situazione in cui versa la penisola. PAGE 31 Giovanni Verga Verga nasce a Catania nel 1940 da una famiglia benestante. Trascorse la sua giovinezza nella città natale e compì i suoi primi studi presso maestri privati. A soli quindici anni Verga scrisse il suo primo romanzo d’ispirazione risorgimentale “Amore e patria”, rimasto però inedito. Durante la sua vita si trasferisce prima a Firenze e poi a Milano. A Firenze incontra Capuana, che gli trasmette il pensiero verista attraverso le composizioni di Zolà. Non concluse gli studi poiché preferì dedicarsi all’attività letteraria e al giornalismo politico. Nel 1866 pubblica “Una peccatrice”, primo romanzo fortemente autobiografico in cui si affermano la vena sentimentale e l’interiorità della sua ricerca esistenziale. Pochi anni dopo Verga pubblica la novella “Nedda”, che definisce un “bozzetto siciliano”, nella quale racconta la storia di povertà di una bracciante che lavora duramente per sopravvivere. Nel 1878 invece esce il racconto “Rosso Malpelo”, la storia di un ragazzo che lavora in miniera e che vive in un ambiente duro e disumano. A queste seguono altre novelle raccolte in “Vita dei campi” e in “Novelle rusticane”. Parallelamente alle novelle Verga concepisce anche un ciclo di romanzi: il “Ciclo dei Vinti”. Il primo romanzo del ciclo è “I Malavoglia”, la storia di una famiglia di pescatori siciliani che a causa delle difficoltà economiche arrivano a compiere una speculazione commerciale che segnerà l’inizio di una serie interminabile di sventure. PAGE 31 Il secondo romanzo è “Mastro don Gesualdo” che narra l’ascesa sociale di un muratore che con le sue forze riesce ad accumulare un’enorme fortuna; disprezzato dai nobili e odiato dai propri famigliari muore solo e “vinto” assistendo allo sperpero delle proprie ricchezze. In seguito Verga lavora a lungo al terzo romanzo del ciclo, “la Duchessa di Leyra”, ma il lavoro non sarà mai portato a termine. Tutte le sue opere rispecchiano una personale visione del mondo ed il suo forte sentimento di dolore e di tristezza di fronte alla vita. Alla base della visione di Verga c’è il pessimismo, infatti egli pensa che tutti gli uomini sono sottoposti a un destino impietoso e crudele che li condanna all’infelicità e al dolore e chi cerca di uscire dalla condizione in cui il destino l’ha posto non trova la felicità sognata ma anzi va incontro a sofferenze maggiori. Nelle sue opere il narratore è eclissato, cioè non esprime le sue riflessioni ma racconta i fatti dal punto di vista dei personaggi, con le loro parole; infatti lo scrittore deve annullarsi completamente e lo stile narrativo deve adeguarsi all’ambiente dei personaggi. Per ragioni di ordine sociale e culturale Verga matura anche una concezione negativa del progresso. Un elemento positivo della letteratura di Verga è la fede nei valori della vita come la religione, la famiglia, il lavoro e l’amore. Nel 1893 lo scrittore ritorna definitivamente a Catania e si chiude in un silenzio totale dedicando la sua vita alla cura delle sue proprietà e alle preoccupazioni economiche. Muore nel 1922. L’attività letteraria di Verga, dopo le prime opere giovanili e senza rilievo, può essere divisa in due fasi: una prima fase dove egli studiò l’alta società e gli ambienti artistici; e una seconda che può essere definita quella propriamente verista. Il verismo è una corrente letteraria nata in Italia alla fine dell’800 ad opera di un gruppo di scrittori che costituirono una vera e propria “scuola” fondata su precisi principi. Il verismo nasce sotto la diretta influenza del clima del positivismo, cioè quell’assoluta fiducia nella scienza, nel metodo sperimentale e negli strumenti infallibili della ricerca. Una caratteristica distintiva del verismo è l’utilizzo della tecnica del principio dell’impersonalità, teorizzata anche da Zolà che consente di immergersi nell’oggetto. PAGE 31 La journée de travail est en général de 12 heures. Elle sera réduite à 11 heures pour les femmes en 1900, à 8 heures pour les mineurs de fond en 1905. Le repos hebdomadaire ne date que de 1906. Il n’y a pas de congés payés; peu d’ ouvriers atteignent l’àge de profiter des faibles retraites. A bien des ègards, l’ouvrier est un réprouvé social, emprise par la bourgeoisie pour sa condition précaire. En effect la misère ouvrière donne d’abord lieu à des poussées de violence, les ouvriers, inorganisés détruisent parfois les machines, créatrices à leurs yeux de chomage. Il faut attendre 1884 pour que les syndicats soient légalement autorisés. Dans son oeuvre ”Germinal“ l’auteur introduit pour la première fois dans la literature francaise les luttes sociales, en effet dans ce roman il nous présente l’histoire d’une révolte des prolétaires des mines, où les enfants aussi sont contraints à travailler. Lorsque les mineurs parlent de mine, ils la décrivent comme l’enfer. Les conditions de travail sont épouvantables, des accidents arrivent souvent , les poussières dans la mine comportment des substances qui provoquent des graves maladies. Les ouvriers sont obligés à travailler 12 heures par jour, pour un salaire dérisoire dans un environnement très dangereux mais ils sont résignés et acceptant ces conditions. Ce roman se présente comme une dénonce des conditions misérables des ouvriers et en meme temps reconnaite aux hommes la possibilité de modifier leur existence gràce à l’instruction et à la solidarité. PAGE 31 Nel nostro Stato i minori sono tutelati da norme che riguardano il diritto all’istruzione e il diritto al lavoro. Diritto all’istruzione Per quanto riguarda l’istruzione alla base delle norme costituzionali sulla scuola c’è la libertà d’insegnamento (articolo 33), che è strettamente connessa alla libertà di manifestare il proprio pensiero e alla libertà di svolgere il proprio compito di docente scegliendo il metodo che si ritiene più opportuno. Oltre alla libertà d’insegnamento, è garantito anche il pluralismo del sistema educativo, cioè chiunque può istituire scuole di qualsiasi tipo per impartire qualunque tipo di istruzione, purché ciò avvenga senza oneri per lo Stato. Accanto alla libertà di insegnamento al giorno d’oggi assumono particolare rilievo il diritto e la libertà d’istruzione. Libertà d’istruzione significa che ogni alunno ha il diritto di scegliere il tipo di istruzione che preferisce e il tipo di scuola a lui più adatto. L’articolo 34 della Costituzione afferma che “la scuola è aperta a tutti” prevedendo un sistema di istruzione obbligatoria e gratuita che incentiva, anche con aiuti economici, il proseguimento degli studi delle persone economicamente svantaggiate. Dal 1° Settembre 2007 l’obbligo d’istruzione diretto a far conseguire agli studenti un titolo di studio di scuola superiore o una qualifica professionale di durata triennale è stato elevato fino ai 18 anni. PAGE 31 Diritto al lavoro L’articolo 1 della Costituzione afferma che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Per lavoro si intende qualsiasi attività manuale o intellettuale diretta alla produzione di beni o alla prestazione di servizi. Può essere svolto in modo subordinato o autonomo. Il lavoratore subordinato svolge un’attività manuale o intellettuale alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro. Questo tipo di lavoro è considerato il più sicuro, perché è regolato dai contratti collettivi, che stabiliscono per ogni categoria di lavoratori le “condizioni retributive minime“ da garantire: salario, ferie, riposo settimanale,indennità. Il lavoratore autonomo sceglie invece liberamente il tempo, il luogo e le modalità organizzative della propria attività e compie, un servizio o un’opera assumendosi il rischio di eventuale insuccesso economico o professionale. Inoltre abbiamo anche il lavoro atipico, che riguarda quelle persone che stabiliscono rapporti di collaborazione temporanea con le aziende. Nel 2003 è stata varata una legge che ha completamente riformato il mercato del lavoro, meglio conosciuta come legge Biagi, introdotta con l’obiettivo di aumentare la flessibilità nei contratti per facilitare l’aumento dell’occupazione, svincolando i datori di lavoro dall’obbligo di stipulare contratti a tempo indeterminato e dando loro la possibilità di variare il numero degli occupati. Tra le tipologie di contratto introdotte con questa legge abbiamo: • lo staff leasing (o contratto di somministrazione di lavoro) nato negli Stati uniti, rappresenta la nuova forma di lavoro interinale e si traduce nella possibilità per il datore di lavoro di affittare lavoratori da un’agenzia specializzata. I soggetti interessati a tale contratto sono tre: l’impresa utilizzatrice, l’impresa somministratrice e il lavoratore; • il contratto di lavoro intermittente, detto anche lavoro a chiamata o job on call, molto diffuso in Olanda, con il quale un lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro per svolgere prestazioni di carattere discontinuo o intermittente. In cambio di questa disponibilità percepisce un’indennità; • il lavoro ripartito, detto anche job sarin o lavoro a coppia, prevede che due o più lavoratori condividano lo stesso posto di lavoro, percependo un’unica paga e assumendosi nei confronti del datore di lavoro l’obbligo di assicurare continuità all’intera prestazione lavorativa per l’orario concordato. Ciò comporta che PAGE 31 Le organizzazioni internazionali Per quanto riguarda la tutela del bambino a livello internazionale, si può fare riferimento a una delle agenzie dell’ONU competente in materia, che è l’UNICEF, e alla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia. L’organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è stata istituita alla fine della seconda guerra mondiale ed è la più estesa delle organizzazioni internazionali; comprende circa 192 paesi. La sede dell'organizzazione si trova a New York e l'attuale Segretario generale è Ban Ki-Moon, che ha sostituito nel 2007 Kofi Annan. Le tappe fondamentali che hanno portato alla sua creazione sono: • la Carta atlantica, firmata nel 1914 dal presidente americano Roosevelt e dal primo ministro britannico Winston Churchill. Il principio fondamentale di questa carta è quello di mantenere la pace e la sicurezza; • la Conferenza di Yalta del 1945, nel corso della quale Roosevelt, Churchill e il premier sovietico Stalin dichiarano di voler costituire “un’organizzazione internazionale per la salvaguardia della pace e della sicurezza”; • la Conferenza di San Francisco sempre del 1945, che fu l’occasione in cui i rappresentanti delle 50 nazioni partecipanti sottoscrissero lo Statuto delle Nazioni Unite che entrò in vigore il 24 ottobre dello stesso anno. Gli organi fondamentali dell’ONU sono: • l’Assemblea generale, che è l’organo in cui sono rappresentati tutti gli stati membri e in cui ogni Stato ha diritto a un voto; • il Consiglio di sicurezza, che ha la responsabilità di mantenere la pace e può essere convocato in qualunque momento essa sia minacciata. È composto da 15 membri di cui 5 permanenti (le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale come Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) e 10 eletti ogni 2 anni dall’Assemblea generale (paesi del Terzo Mondo). I membri permanenti hanno il diritto di veto, ossia possono bloccare con il loro voto contrario le decisioni prese dalla maggioranza del PAGE 31 Consiglio. Di recente il Consiglio di Sicurezza si è visto obbligato ad intervenire per difendere i diritti umani in Libia, in seguito all’ordine di Gheddafi di sparare alla folla; • il Segretario generale svolge un ruolo di primo piano nell’amministrazione delle Nazioni Unite. Viene eletto ogni 5 anni dall’assemblea e può essere riconfermato nell’incarico. Svolge compiti di rappresentanza dell’organizzazione e dispone l’esecuzione delle deliberazioni del Consiglio; • il Consiglio economico e sociale, che ha il compito di studiare i problemi relativi allo sviluppo economico, sociale, culturale e sanitario a livello internazionale; • la Corte internazionale di giustizia, che è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite e delibera sulle controversie fra Stati. È composta da 15 membri eletti dall’Assemblea generale e dal Consiglio della sicurezza. Le Nazioni Unite, le agenzie specializzate, i fondi e i programmi dell’Onu formano il cosiddetto “sistema Onu” ed operano in diversi modi al fine di perseguire vari obiettivi economici e sociali. Le finalità dell’Onu sono: 1. Mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale. 2. Sviluppo di relazioni internazionali amichevoli che siano basate su rispetto dell’uguaglianza dei diritti. 3. Cooperazione internazionale nella risoluzione dei problemi di carattere economico, sociale, culturale o umanitario. 4. Rispetto dei diritti umani. Le principali agenzie dell’Onu sono: • ILO (Organizzazione Internazionale del lavoro), che formula politiche e programmi per migliorare le condizioni lavorative e le opportunità di impiego; stabilisce gli standard di lavoro adottati dai paesi di tutto il mondo. • FAO (Organizzazioni delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), che lavora per incrementare la produttività agricola e la sicurezza alimentare, e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali. • UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’istruzione, la scienza e la cultura), che si occupa di promuovere l’accesso all’istruzione per tutti, lo sviluppo culturale, la protezione del patrimonio naturale e culturale del pianeta, la cooperazione PAGE 31 internazionale in campo scientifico, la libertà di stampa e la comunicazione. • OMS (Organizzazione mondiale per la sanità), che coordina programmi volti a risolvere problemi sanitari e garantire a tutti la possibilità di raggiungere il livello di salute più elevato possibile. Opera in settori quali le campagne di vaccinazione, l’educazione sanitaria e la fornitura di medicinali essenziali. • UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale), che promuove il progresso industriale dei paesi in via di sviluppo fornendo assistenza tecnica, servizi di consulenza e formazione. Ma l’agenzia che si occupa soprattutto dei bambini e dei loro diritti è l’UNICEF. L’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) fu fondata nel 1946 per aiutare i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale. Ha il mandato di difendere i diritti dei bambini, mobilita strategie politiche e risorse materiali dei paesi, in particolare quelli in via di sviluppo, per assicurare un pronto soccorso per i bambini e punta inoltre attraverso i suoi programmi nazionali, a sviluppare uguali diritti per donne e bambine e a sostenere la loro completa partecipazione nella vita sociale, politica ed economica dei paesi in cui vivono. Come abbiamo già detto, oltre all’UNICEF, per tutelare i diritti dell’infanzia si può fare riferimento anche alla Convenzione Internazionale dei diritti dell’infanzia. “ ...Secondo la definizione della Convenzione sono bambini gli individui di età inferiore ai 18 anni (secondo l’art. 1),il cui interesse deve essere tenuto in primaria considerazione in ogni circostanza (secondo l’art. 3). Tutela il diritto alla vita in base all’art.6, nonché il diritto alla salute e alla possibilità di beneficiare del servizio sanitario, il diritto di esprimere la propria opinione e ad essere informati secondo gli art. 24 12 e 13. I bambini inoltre hanno diritto al nome, tramite la registrazione all'anagrafe subito dopo la nascita, nonché alla nazionalità (in base all’art.7), hanno il diritto di avere un'istruzione (secondo gli art. 28 e 29), quello di giocare (in base all’art. 31) e quello di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso in base all’art. 34… “. PAGE 31 imprenditoriali e consente di caricare i profitti in quei paesi soggetti ad una minore tassazione. In secondo luogo il decentramento delle attività produttive privilegia gli stati con i più bassi livelli salariali, e la creazione di multinazionali permette di incrementare le vendite in una particolare regione e di aggirare l’ostacolo delle barriere doganali L’impresa industriale Le multinazionali sono una forma di impresa. Privata, pubblica, cooperativa, grande o piccola, l’impresa è il principale motore che fa girare le società moderne, produce beni e servizi, occupazione e reddito, crea ricchezza, e dove non c’è regnano il sottosviluppo e la miseria. Le imprese industriali L’impresa industriale è un’azienda di produzione diretta che attua la trasformazione fisico-tecnica di materie prime o semi lavorate in prodotti finiti. Processo produttivo industriale: Le risorse che devono essere utilizzate in modo coordinato per attuare i processi aziendali costituiscono i fattori produttivi. Per realizzare il proprio ciclo tecnico l’impresa deve disporre di un insieme di fattori complementari, materiali e immateriali. Questi fattori vengono utilizzati dalle imprese industriali in modi e quantità differenti, a seconda delle caratteristiche organizzative del processo di fabbricazione effettuato. Il processo di fabbricazione è l’insieme di operazioni, tra loro coordinate, attraverso le quali i fattori produttivi vengono inseriti nell’attività tecnica di trasformazione secondo determinate regole, modalità, quantità e rapporti, con l’obbiettivo di ottenere un prodotto. PAGE 31 Ci sono due diverse modalità per organizzare un processo di fabbricazione: • accentrando tutte le fasi necessarie per produrre il bene/servizio all’interno di un’unica impresa (produzione verticalizzata); • decentrando alcune operazioni o alcune fasi presso diverse unità produttive (produzione deverticalizzata o in outsourcing). Se la produzione è verticalizzata l’impresa tende ad assumere grandi dimensioni; se invece la produzione è deverticalizzata l’impresa ha dimensioni contenute. La classificazione delle imprese industriali In base all’attività produttiva svolta, le aziende industriali appartengono a diversi settori: alimentari, auto, cartari, chimici, elettronici ed elettromeccanici. A seconda dei fattori produttivi principalmente impiegati nel processo produttivo, le imprese industriali si distinguono in: • imprese labour intensive, che operano attraverso aziende in cui è impiegato principalmente il fattore umano e vi è una bassa intensità di capitale, cioè nel settore tradizionale; • imprese capital intensive, ad alta intensità di capitale e bassa intensità di lavoro, operano principalmente nei settori tecnologicamente avanzati. A seconda di chi fornisce i materiali da trasformare si hanno: • imprese che trasformano materiali propri; • imprese che effettuano lavorazioni per conto terzi. A seconda delle caratteristiche del flusso produttivo, si hanno: • imprese con produzioni job-shop, che realizzano un numero limitato di prodotti conformi a specifiche caratteristiche definite dal cliente; • imprese con produzione a lotti, che producono prodotti in serie, cioè sono tutti uguali e per quantità prestabilite; • imprese con produzione in linea, che realizzano elevati volumi di produzione di varietà piuttosto contenuta; • imprese con produzione di processo, che realizzano prodotti standardizzati la cui natura richiede la realizzazione di un ciclo di trasformazione senza interruzioni. A seconda della destinazione immediata della produzione effettuata, si hanno: PAGE 31 • imprese che effettuano lavorazioni su commessa, cioè che i prodotti ottenuti sono direttamente consegnati al cliente che li ha richiesti; • imprese che effettuano lavorazioni per mercato, che producono sulla base della presunta domanda di mercato; • imprese che effettuano sia lavorazioni su commessa sia produzioni per il mercato. A seconda del numero di prodotti ottenuti si hanno: • imprese monoprodotto; • imprese a produzione differenziata o multiprodotto; • imprese a produzione congiunta. A seconda delle dimensioni le imprese industriali possono essere classificate in: • piccole; • medie; • grandi. I soggetti aziendali e il controllo dell’impresa Il soggetto giuridico è la persona, fisica o giuridica, a cui fanno capo tutti i diritti o le obbligazioni derivati dallo svolgimento dell’attività economica. Esso può essere pubblico o privato. Il soggetto economico di un’impresa, invece è costituito dall’insieme delle persone fisiche che esprime gli interessi interni o istituzionali; a esso spetta il governo dell’impresa, stabilendo le strategie aziendali e la destinazione degli utili. La localizzazione e la delocalizzazione La localizzazione, cioè il luogo dove le imprese sorgono, è stabilita tenendo conto di un insieme di fattori che rendono opportuna la scelta di un territorio piuttosto che un altro. Le imprese devono tenere in considerazione: • le caratteristiche geografiche; • l’esistenza di infrastrutture e strutture sociali; • l’esistenza di strutture sociali; • la presenza di manodopera specializzata e il livello del costo del lavoro; PAGE 31 Gestire strategicamente un’impresa significa coordinare e indirizzare ogni ciclo gestionale verso la realizzazione dell’azione strategica prescelta. Il processo di gestione strategica è effettuato per gradi, è infatti necessario: • analizzare l’ambiente e il mercato, infatti l’impresa deve programmare le azioni e preparare i mezzi per sfruttare le opportunità o per far fronte alle minacce che possono frapporsi; • stabilire gli obiettivi di fondo, che rappresentano un insieme di idee-guida e di atteggiamenti che definiscono l’identità dell’impresa riguardo a che cosa fare, perché fare e come fare; • individuare la aree strategiche, che a seconda del tasso di sviluppo delle vendite rapportate alla quota di mercato detenuta possono essere: • ad alto tasso di sviluppo con quote di mercato basse, che operano in settori ancora emergenti (denominate children); • ad alto tasso di sviluppo con quote di mercato elevate, che operano in settori in fase di sviluppo (denominate stars); • a basso tasso di sviluppo con quote di mercato elevate, che sviluppano produzioni in settori maturi (definite cash cows); • a basso tasso di sviluppo con quote di mercato basse, che operano in settori in declino (definite dogs). Le strategie dell’impresa leadership di costo Le strategie dell’impresa di leadership di costo ottimizzano lo sfruttamento delle capacità produttive e l’efficienza della struttura organizzativa. Le principali strategie sono: • just in time, che si basa sul principio di produrre solo quanto e quando effettivamente richiesto; • lay-out, che tende a sistemare nello stesso reparto tutti i macchinari e le attrezzature necessari per la produzione, per ottenere una riduzione dei costi di trasporto interni; • flessibilità produttiva, che richiede investimenti nella tecnologia in modo da consentire l’utilizzo delle stesse macchine per fabbricare prodotti diversi. Le soluzioni imprenditoriali Le moderne imprese industriali adottano soluzioni imprenditoriali che minimizzano i costi e allo stesso tempo rendono le produzioni differenziate. PAGE 31 Alcune soluzioni imprenditoriali possono essere: • la lean production, che si ispira al principio usa meno di tutto per ottenere di più; • il time to market, che si concretizza nella riduzione dell’intervallo di tempo intercorrente tra la decisione di fabbricazione di un nuovo prodotto e il suo lancio sul mercato. La pianificazione strategica La pianificazione strategica è quel processo con il quale si fissano gli obiettivi aziendali e si indicano i mezzi, gli strumenti e le azioni per raggiungerli. Si svolge gradualmente attraverso le seguenti fasi: • si determinano gli obiettivi primari; • si scelgono le politiche più idonee; • si valuta l’idoneità della struttura organizzativa a realizzare quanto pianificato; • si elaborano programmi di breve periodo; • si controllano i risultati. In relazione all’estensione dell’attività aziendale è possibile distinguere tra: • pianificazione settoriale, che prende in esame solo determinati settori o aree strategiche dell’impresa; • pianificazione globale, che riguarda l’impresa nella sua intera complessività. In relazione all’estensione temporale invece è possibile distinguere tra: • pianificazione di medio/lungo, che si proietta su un arco temporale di 3-5 anni; • pianificazione di breve periodo, che si riferisce a un periodo amministrativo. PAGE 31 Anoressia e Bulimia: nutrirsi bene Uno dei principali problemi dei bambini d’oggi è l’alimentazione. Il rapporto tra salute, forma fisica e alimentazione è essenziale per il miglioramento della qualità della vita. Alimentarsi in modo sano ed equilibrato è il presupposto fondamentale per mantenersi in forma. I tre principi fondamentali per una corretta alimentazione sono: 1. rispettare il fabbisogno calorico del proprio corpo; 2. non superalimentarsi con cibi fortemente energetici; 3. bere sempre e tanto, senza aspettare lo stimolo della sete. Tra i disturbi dell’alimentazione troviamo l’anoressia e la bulimia. Si tratta di vere e proprie malattie, oggi sempre più diffuse tra gli adolescenti, soprattutto tra le ragazze. Entrambe sono caratterizzate da un rapporto distorto con il proprio corpo e con il cibo, che si manifesta però in modo diverso: la persona affetta da anoressia limita se non addirittura rifiuta l’assunzione del cibo; la persona bulimica invece non è in grado di esercitare un controllo sul cibo, infatti vorrebbe resistergli ma il più delle volte cede mangiando grandi quantità di cibo che poi però espelle attraverso il vomito autoindotto. Questa abitudine, protratta nel tempo, arreca gravi danni all’apparato digerente, in particolare può provocare gastriti, ulcere, emorragie interne e problemi al cuore. Nella società di oggi sembra che l’essere magri sia un presupposto fondamentale, diffuso dai media e dalle moda che propongono immagini di ragazze magre ma l’anoressia e bulimia sono situazioni estreme da non sottovalutare. PAGE 31
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