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Informacje i wskazówki
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GOJW Sintassi definicje, Notatki z Statystyka, statystyka opisowa

Gramatyka opisowa j. włoskiego. Skladnia. Definicje

Typologia: Notatki

2022/2023

Załadowany 23.05.2024

kamila-kita-1
kamila-kita-1 🇵🇱

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Sintassi- nozioni di base

LA SINTASSI- è la disciplina che studia la struttura della frase e dei periodi, come pure gli elementi che li compongono. LA FRASE- L’unità massima al livello sintattico è la frase. È un insieme unitario di parole che, organizzato intorno a un verbo, esprime un messaggio di senso compiuto. LA DIVISIONE DELLE FRASI - dal punto di vista della loro struttura, le frasi si distinguono in:

  • frasi semplici o proposizioni , in cui le parole si organizzano intorno a un solo verbo – predicato
  • frasi complesse o periodi , in cui le parole che compongono la frase si organizzano introno a più verbi. SINTAGMA - L’unità inferiore alla proposizione è un sintagma. È un gruppo di elementi linguistici che forma l’unità di base della struttura sintattica della frase. Divisione dei sintagmi:
  • nominali – costituiti da un nome e dai suoi determinanti
  • verbali – costituiti da un verbo e dai suoi complementi
  • aggettivali – costituiti da un aggettivo accompagnato da altri elementi
  • preposizionali – contenenti una preposizione seguita da un nome frase semplice GLI ELEMENTI ESSENZIALI della proposizione sono:
  • il soggetto
  • il predicato che hanno nella frase un rapporto strettissimo – esistono e agiscono l’uno in funzione dell’altro. SOGGETTO - è l’elemento di cui il predicato (con il quale esso concorda nel numero, nella persona e nel genere) dice qualcosa. Le forme più tipiche del soggetto sono:
  • il nome proprio
  • l’espressione nominale
  • il pronome
  • l’aggettivo sostantivato
  • l’infinito
  • Può essere anche costituito da qualsiasi altra parte del discorso, usata come nome
  • Talvolta può essere sottinteso
  • Oppure può mancare del tutto PREDICATO - è l’elemento della frase che dice qualcosa a proposito del soggetto - informa su: chi esso è, come è, che cosa fa, in che situazione si trova, ecc. Si distinguono due tipi di predicato:
  • il predicato verbale
  • il predicato nominale

PREDICATO VERBALE - è costituito da un verbo di senso compiuto e indica:

  • uno stato del soggetto
  • un’azione compiuta dal soggetto
  • un’azione subita dal soggetto
  • un’azione compiuta e subita dal soggetto. PREDICATO NOMINALE - è costituito, di norma, dal verbo essere (verbo copula) seguito da un aggettivo o da un nome (parte nominale del predicato) che si riferiscono al soggetto e che ne indicano:
  • una qualità
  • uno stato
  • una caratteristica che lo determina nel senso dell’appartenenza a una categoria data. PREDICATO CON VERBO COPULATIVO Il verbo essere non è il solo verbo che può fungere da copula in un predicato nominale. Ci sono, infatti, altri verbi che svolgono la stessa funzione non avendo in sé un significato compiuto. Questi verbi si chiamano copulativi , e il predicato costituito da essi – il predicato con verbo copulativo ; invece la parte nominale che completa il significato dei verbi copulativi – complemento predicativo del soggetto. Predicato- così come il soggetto, può essere sottinteso. La frase priva di predicato si chiama frase nominale. ATTRIBUTO- è un aggettivo che accompagna un nome o un pronome per determinarlo , concorda in genere e numero con il nome cui si riferisce APPOSIZIONE- è un nome, solo o accompagnato da un attributo o da complementi, che si unisce a un altro nome per precisarlo meglio. Può precedere o seguire il nome a cui si riferisce. Talvolta, può essere introdotta da espressioni del tipo: da, come, quale, in qualità di, in funzione di, ecc. COMPLEMENTO- è un elemento della frase che ha la funzione di completare il significato del soggetto e del predicato. In base alla forma, i complementi si distinguono in: diretti e indiretti. COMPLEMENTI DIRETTI- precisano l’oggetto dell’azione espressa dal predicato unendosi al verbo direttamente_._ Normalmente accompagnano i verbi transitivi. COMPLEMENTI DIRETTI- C’è però un’eccezione – alcuni verbi intransitivi possono reggere un complemento oggetto quando questo è rappresentato da un nome che ha la stessa base lessicale oppure un significato molto vicino a quello del verbo. I COMPLEMENTI INDIRETTI sono numerosissimi e vari. I principali sono:

o COMPLEMENTO DI TERMINE - indica la persona, l’animale o la cosa a cui è

rivolta o destinata l’azione. È introdotto sempre e soltanto dalla preposizione a

o COMPLEMENTO D’AGENTE- indica l’essere vivente da cui viene compiuta

l’azione espressa da un verbo passivo

o COMPLEMENTO DI CAUSA EFFICIENTE - indica l’essere inanimato che

compie una data azione

o COMPLEMENTO DI ARGOMENTO - indica l’argomento di cui si parla, si scrive

o si tratta. È retto dai verbi come: parlare, dire, raccontare, scrivere, discutere,

trattare , ecc. oppure da nomi di significato corrispondente come: libro, articolo, testo,

 un desiderio (ottative/desiderative) Sono spesso caratterizzate dal punto esclamativo e possono avere il verbo  all’imperativo  al congiuntivo  all’infinito presente con valore di imperativo negativo. PROPOSIZIONI INTERROGATIVE- Vengono utilizzate per porre una domanda in forma diretta. Sono sempre caratterizzate dal punto interrogativo e hanno il tempo all’indicativo o al condizionale. Si dividono in:

 aperte – quando la domanda ammette più risposte

 chiuse – quando la domanda ammette una sola risposta: sì/no

 disgiuntive – quando contengono le alternative possibili per la risposta

 retoriche – quando le domande poste contengono una risposta implicita

PROPOSIZIONI ESCLAMATIVE- Sono usate per esprimere stupore, gioia, dolore o simili emozioni. Sono caratterizzate dal punto esclamativo e hanno il verbo all’indicativo. Distingui i vari tipi di frase semplice: LA FRASE COMPLESSA/ PERIODO è un testo costituito dall’unione di due o più proposizioni in un’unica struttura di senso compiuto è costituito da tante proposizioni quanti sono i predicati verbali o nominali che contiene Le proposizioni possono essere collegate in tre modi diversi:  per giustapposizioneper coordinazioneper subordinazione GIUSTAPPOSIZIONE - consiste nel collegare le frasi mediante i segni di punteggiatura (punto fermo, virgola, punto e virgola, due punti, punto interrogativo, punto esclamativo) COORDINAZIONE - consiste nel collegare le frasi mediante le congiunzioni coordinative. A seconda del tipo di congiunzione usata, le proposizioni coordinate possono essere:  copulative  disgiuntive  avversative  esplicative  conclusive  correlative COORDINATE COPULATIVE - sono introdotte da una congiunzione copulativa (affermativa o negativa) che le unisce sommandole, come: e, né, neanche, neppure ... COORDINATE DISGIUNTIVE - sono introdotte da una congiunzione disgiuntiva che le lega ponendole in alternativa, come: o, oppure, ovvero COORDINATE AVVERSATIVE - sono introdotte da una congiunzione avversativa che le lega ponenedole in contrapposizione, come: ma, eppure, tuttavia, nondimeno, bensì, anzi ... COORDINATE ESPLICATIVE - sono introdotte da una congiunzione esplicativa che le lega segnalando che la seconda spiega o precisa la prima, come: cioè, ossia, ovvero, o meglio, vale a dire ...

COORDINATE CONCLUSIVE - sono introdotte da una congiunzione conclusiva che le lega stabilendo tra esse un rapporto di conseguenza, come: dunque, quindi, perciò, pertanto, ebbene ... COORDINATE CORRELATIVE - sono introdotte da congiunzioni correlative che le legano strettamente facendo in modo che l’una richiami direttamente l’altra, come: e...e, o...o, non solo...ma anche, sia...sia, né...né, quanto più/meno...tanto più/meno ... Subordinazione consiste nel collegare le frasi mediante le congiunzioni subordinative LA SUBORDINAZIONE - Consiste nel collegare, mediante le congiunzioni subordinanti, due o più proposizioni mettendole l’una (detta subordinata/dipendente/secondaria) in dipendenza dall’altra (reggente). La funzione delle subordinate è quella di arricchire il significato di una proposizione indipendente. La classificazione delle subordinate. Le subordinate si dividono a seconda di due criteri:

 formale

 funzionale

Il criterio della forma delle subordinate Dal punto di vista della forma, le proposizioni subordinate possono essere:  esplicite – hanno il predicato costituito da un verbo di modo finito (indicativo, congiuntivo o condizionale)  implicite – hanno il predicato costituito da un verbo di modo non finito (infinito, participio, gerundio) Il criterio della funzione delle subordinate Dal punto di vista della funzione che svolgono nel periodo, le proposizioni subordinate si distinguono in:  completive  circostanziali  relative Le subordinate completive Sono quelle proposizioni che completano il senso della proposizione reggente svolgendo nel periodo la medesima funzione che nella frase semplice ha un sostantivo usato in funzione di soggetto o di complemento oggetto (non preceduto da preposizione): Per esempio È indispensabile la tua presenza (sogg.) / che tu sia presente (prop. sub. soggettiva) Aspettiamo tutti la tua venuta (ogg.) / che tu venga (prop. sub. oggettiva) La divisione Le subordinate completive si dividono in:  soggettive  oggettive  dichiarative  interrogative indirette LA PROPOSIZIONE SOGGETTIVA La subordinata soggettiva - È una proposizione subordinata che fa da soggetto al predicato della reggente:

 spesso sono separate dalla reggente da una virgola o da due punti LA PROPOSIZIONE INTERROGATIVA INDIRETTA La subordinata INTERROGATIVA INDIRETTA- È una subordinata che esprime una domanda o un dubbio in forma indiretta, cioè ponendo questa domanda o questo dubbio in dipendenza da un’altra proposizione. Le interrogative indirette dipendono di norma da verbi, nomi o locuzioni esprimenti domanda, desiderio di sapere, incertezza o dubbio, ad es.: chiedere, domandare, interrogare, informarsi, dire, sapere, pensare, spiegare, dubitare, non capire, non essere sicuro , ecc. Al pari delle dirette, le interrogative indirette sono introdotte da:  un pronome o aggettivo interrogativo  un avverbio dove, quanto, come, perché  una congiunzione se Nella forma esplicita, l’interrogativa indiretta può avere il verbo:  all’indicativo  al congiuntivo (soprattutto per sottolineare il dubbio)  al condizionale (specialmente dopo se ) Il costrutto implicito è solo infinitivo con gli avverbi interrogativi: come, quando, dove, perché LE SUBORDINATE CIRCOSTANZIALI LE SUBORD. CIRCOSTANZIALI - Sono le proposizioni dipendenti che arricchiscono la reggente con precisazioni circostanziali. Esse svolgono nella frase la medesima funzione che nella proposizione svolgono i complementi indiretti Ho cucinato il pesce secondo i tuoi suggerimenti (compl. di modo) Ho cucinato il pesce come mi hai suggerito tu (sub. modale) La proposizione finale La subordinata finale- Indica il fine o lo scopo cui è diretta l’azione espressa nella reggente: Faremo di tutto perché tu sia felice La finale esplicita è introdotta da congiunzioni o locuzioni come: perché, affinché, che, onde, in modo che , ecc. e ha sempre il verbo al congiuntivo. La finale implicita è introdotta dalle preposizioni: per, a, da , dalla congiunzione onde , dalle locuzioni: con lo scopo di, al fine di, in modo di, nell’intento di , ecc. e ha sempre il verbo all’infinito. La subordinata causale- Indica la causa o la ragione per cui si compie l’azione espressa nella reggente: Non esco perché sono stanco La causale esplicita è introdotta dalle congiunzioni e dalle locuzioni: perché, poiché, giacché, che, siccome, per il fatto che , dato che, dal momento che , ecc. Ha il verbo:  all’indicativo (quando indica la causa reale)  al congiuntivo (quando indica la causa fittizia – solo ipotizzata ma non vera)  al condizionale (quando la causa ha un valore soggettivo, eventuale o potenziale). La causale di forma implicita (possibile solo se il soggetto della causale è espresso e coincide con quello della reggente), è costruita con:  il gerundio  ilparticipio passato

 l’infinito (preceduto da per, di, a ) La subordinata consecutiva- Indica la conseguenza o l’effetto di ciò che è detto nella reggente: Il film era così divertente che tutti in sala ridevano Nella forma esplicita, è introdotta dalla congiuzione che , anticipata nella reggente dagli avverbi: così, tanto, talmente , ecc. o dagli aggettivi: tale, siffatto, simile , ecc. oppure dalle congiunzioni o locuzioni: cosicché, sicché, talché, in modo tale che, al punto che o da costruzioni come troppo ... perché. La consecutiva esplicita ha il verbo:  all’indicativo (se la conseguenza è reale)  al congiuntivo (quando la consecutiva esprime una possibilità o un’eventualità)  al condizionale (quando il verificarsi della conseguenza è subordinato a una condizione sottintesa – È così generoso che aiuterebbe tutti (sottinteso: se fosse necessario ). Nella forma implicita (possibile solo se il soggetto della consecutiva è lo stesso della reggente) la consecutiva è introdotta dalla preposizione da + infinito La subordinata concessiva- Indica la circostanza che si oppone all’azione della reggente, ma nonostante la quale l’azione della reggente avviene: Benché sia aprile, fa ancora molto freddo. Nella forma esplicita la concessiva ha il verbo:  al congiuntivo (dopo: benché, sebbene, quantunque, nonostante, malgrado che, per quanto, per (+aggettivo) che )  all’indicativo (dopo: anche se, neanche se, nemmeno se ) La concessiva implicita, che deve avere sempre lo stesso soggetto della reggente, ha il verbo:  al gerundio (preceduto da pur, anche )  al participio passato (preceduto da sebbene, benché, quantunque ). La proposizione temporale- Indica quando si verifica quanto è detto nella reggente: Quando ti vedo, sono contento Le temporali si presentano in forme diverse a seconda del rapporto temporale che si può instaurare tra esse e la reggente:  di contemporaneità  di posteriorità  di anteriorità Il rapporto di contemporaneità – l’azione espressa dalla temporale e dalla reggente accadono nello stesso tempo  Nella forma esplicita all’indicativo (dopo: quando, mentre, come, al tempo in cui, nello stesso momento in cui, proprio nell’istante in cui ...)  Nella forma implicita all’infinito presente o al gerundio presente Il rapporto di posteriorità – l’azione espressa dalla reggente accade dopo quella espressa dalla temporale  Nella forma esplicita all’indicativo (dopo: dopo che, quando, una volta che, non appena che  Nella forma implicita all’infinito passato, al participio passato o gerundio passato Il rapporto di anteriorità – l’azione espressa dalla reggente accade prima di quella espressa dalla temporale  Nella forma esplicita al congiuntivo (dopo: prima che )  Nella forma implicita all’infinito presente (dopo: prima di )

 al congiuntivo (dopo se che esprime un’ipotesi possibile o irreale; e dopo: qualora, purché, nel caso che, nell’ipotesi che, nell’eventualità che ...). Nella forma implicita, che richiede l’identità del soggetto tra la subordinata e la reggente, la causale ha il verbo al:  gerundio presente  participio passato  infinito presente (preceduto da a ). Le subordinate Dal punto di vista della funzione che svolgono nel periodo, le proposizioni subordinate si distinguono in:  completive  circostanziali  relative Le proposizioni relative- Sono proposizioni dipendenti che completano il senso del periodo determinando un nome della reggente cui sono collegate mediante un pronome o un avverbio relativo. Esse svolgono nella frase la stessa funzione che nella proposizioone hanno l’attributo e l’apposizione Sergio è un ragazzo pauroso (attributo) = Sergio è un ragazzo che ha paura di tutto (sub.rel.) L’aereo atterra a Lima, capitale del Perù (apposizione) = L’aereo atterra a Lima che è la capitale del Perù (sub.rel.) La classificazione delle subordinate relative è seguente:  proprie (completive) – svolgono la funzione dell’attributo o dell’apposizione  improprie (circostanziali) – svolgono la funzione del complemento indiretto La proposizione relativa propria- È la subordinata che precisa il nome della reggente: Ho letto il libro che mi hai regalato. Nella forma esplicita è introdotta da:  un pronome relativo: che, cui, il quale, chi, chiunque  un avverbio relativo: dove, da dove, ovunque, dovunque e ha il verbo:

  • all’indicativo (quando esprime un fatto certo, reale)
  • al congiuntivo e condizionale (quando indica un fatto come incerto, possibile, desiderato, ipotizzato). Nella forma implicita si collega al nome e ha il verbo:
  • al participio (presente o passato)
  • all’infinito preceduto dalla preposizione: da, a oppure dal pronome relativo. La proposizione relativa impropria- È la subordinata che assume spesso particolari sfumature di significato (temporale, causale, finale, ecc.) Li ho incontrati che uscivano dal cinema (=mentre uscivano dal cinema) – rel. temporale Invidio Elena che è già in vacanza (=perché è già in vacanza) – rel. causale Vorrei una penna che non mi macchiasse le dita (=tale che non mi macchiasse le dita) – rel. consecutiva