Scarica COMMENTO ACHILLE E ETTORE-GRECO e più Appunti in PDF di Greco solo su Docsity! COMMENTO DE “IL DUELLO TRA ETTORE E ACHILLE” (Iliade, libro XXII) Il duello tra Ettore e Achille è personalmente una delle scene dell’Iliade che preferisco. In questo momento si scontrano i due più grandi eroi dei due schieramenti, entrambi con diverse motivazioni. Priamo, re di Troia, ha aperto le città per far entrare i troiani rimasti a combattere sulle spiagge; già predetto dal fato, Ettore è rimasto fuori, consapevole di dover affrontare Achille. Il valoroso guerriero è infatti tornato a combattere accecato dalla rabbia per la morte di Patroclo, il suo scopo è la vendetta, uccidere Ettore, non gli interessano più le sorti della guerra. Ma quando Ettore vede avvicinarsi Achille, bellissimo nelle sue armi preparate per lui da Efesto (libro XVIII), fugge, per tre volte compie il giro completo attorno alle mura di Troia con alle sue calcagna Achille, che sembrava averlo in pugno. Infatti, il guerriero greco ordina ai suoi uomini di non scagliare le loro frecce, per non togliere a lui la gloria di uccidere Ettore. Ma purtroppo il destino dell’eroe troiano è già scritto da Zeus, che pone sulla bilancia d’oro le due chere di morte, una di Achille e l’altra di Ettore; quando giunse il momento per il secondo di morire, la sua chera precipitò giù nell’Ade. Anche Atena interviene: scende sul campo di guerra e assume le sembianze di Deifobo, fratello di Ettore, per ingannarlo. Gli va vicino e lo incoraggia a non scappare più, ma invece di affrontare Achille. Così i due guerrieri si trovano fronte a fronte, e il troiano scaglia per primo la sua lancia, ma questa rimbalza sullo scudo di Achille; poiché quindi non ha più lance, chiama Deifobo, che però non gli è più vicino. Ettore capisce che il suo destino è segnato, ma continua a combattere con la sua spada per avere gloria da parte dei posteri una volta morto. Anche Achille passa all’attacco, e colpisce il troiano in un punto non coperto da armatura, tra la clavicola e la spalla, ma non tagliandogli le corde vocali. Ettore supplica Achille di non lasciare che il suo corpo sia massacrato da cani e uccelli, ma di renderlo a Priamo suo padre, per celebrare i riti funebri. Ma Achille, accecato dalla sete di vendetta, gli risponde negativamente. Così l’anima di Ettore lascia il suo corpo e raggiunge l’Ade, Achille gli toglie le ami, ma nessuno dei guerrieri greci osa avvicinarsi a quel corpo. È Achille infatti a prenderlo legandogli le gambe e attaccandole al suo carro, lasciandogli penzolare la testa, facendo scempio di Ettore defunto. La figura di Ettore è in netta contrapposizione con quella del nemico, ha una connotazione positiva, razionale, tanto quella di Achille è impulsiva e in questo caso quasi bestiale. Ettore sa che non potrebbe mai vincere lo scontro, ma scende comunque a combattere per il suo onore e quello della sua città. Cerca di avere un duello leale, ma viene non solo respinto da Achille, ma anche avversato dalla dea Atena che favorisce Achille. Questa è una scena di grande brutalità e sconforto, simbolo dell’impossibilità degli uomini di andare contro gli dei e il proprio destino. Mi ha colpito particolarmente la furia travolgente di Achille che non si piega alla pietà verso chi ha già comunque il destino segnato, considerandosi portatore di giustizia. Egli sa che arriverà anche per lui il giorno di morire, come Ettore gli ricorda, arriverà per tutti, inesorabilmente.