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Adolf Loos - Pensiero e Architetture, Appunti di Storia Dell'architettura Contemporanea

Pensiero e Architetture di Adolf Loos. Appunti e fotografie in PDF.

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Caricato il 03/03/2021

laurow
laurow 🇮🇹

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Scarica Adolf Loos - Pensiero e Architetture e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura Contemporanea solo su Docsity! Adolf Loos, 1870-1933 Adolf Loos è una figura centrale per lo sviluppo dell’architettura moderna in Europa poiché, attraverso prese di posizioni teoriche e l’azione pratica, ha: 1. Svolto azione di rottura e superamento dell’Art Nouveau 2. Sostenuto che la priorità della ricerca della qualità nella spazialità interna, più che sulle seduzioni dell’esterno 3. Affermato un linguaggio essenziale, puro, decontaminato da tentazioni ornamentali “Loos è l’architetto della Tabula Rasa” 4. Operato con grande sforzo di conciliare l’entusiastica accentuazione della modernità con l’autorità della tradizione. Come conseguenza c’era la storicizzazione del moderno e l’attualizzazione della storia. Fu questo, forse, a porlo fuori dalla canonica del Movimento Moderno, ma è anche questo che lo vede anticipare il ripensamento critico della storia dagli anni ’60 in poi. Banalmente si pensava che per essere moderni ci si doveva sganciare dalla storia, ma per Loos, moderno va ricondotto alla sua origine latina e etimologica: modus / odiernus, modo attraverso il quale oggi si procede a fare qualcosa, attraverso il quale costruiamo. La premessa fondamentale del pensiero di Loos è la distinzione tra casa (bisogno) e monumento (atto gratuito). La casa è un bisogno pratico, il monumento non lo è. C’è bisogno di distinguere la casa, necessaria, dall’arte come atto gratuito. Poiché “tutto ciò che è al servizio di uno scopo pratico è escluso dall’arte”, l’architettura non ha nulla a che vedere con l’arte, poiché soddisfa esigenze umane pratiche. Dunque, bisogna distinguere tra gratuità dell’atto artistico e necessità che presiede un intervento architettonico. Cos’è l’architettura per Adol Loos? 1. Costruzione, che nasce dalla messa in opera dei materiali da costruzione. È tecnica. Dunque, l’architetto si deve occupare della costruzione di strutture architettoniche anzi, è di pertinenza dell’architetto tutto ciò che è fisso in un ambiente (i muri); è di pertinenza del proprietario ciò che si muove, ciò che è mobile (i mobili). 2. Conformazione dello spazio. Si traduce nella teoria del Raumplan: articolazione interna in spazi di differenti altezze in base a: (1) tipo di funzione che vi si svolge, (2) dimensioni degli ambienti che si assegnano a tali funzioni. Lo spazio, quindi, diventa un incastro di volumi diversi ma conclusi da un unico tetto a ricomporre la scatola. Da cui, sul piano economico si sfrutta in modo razionale la cubatura e la superficie, non avendo spreco di spazi. E sul piano espressivo si determina all’interno, la ricchezza dell’articolazione spaziale; all’esterno la distribuzione asimmetrica delle aperture. Come si costruisce I ? Si costruisce attraverso la pratica della rinuncia • Alla rappresentazione architettonica • All’autogratificazione narcisistica • A un’idea di architettura come ricerca formale • Alla decorazione di natura “artistica” Il nihilismo loosiano non è rottura, ma ricongiungimento col passato, con una mentalità che mirava appunto a discriminare l’utile dall’accessorio, l’essenziale dal superfluo. La critica dell’ornamento – ornamento inteso come qualcosa di accessorio Ci sono diverse motivazioni, abbastanza complesse 1. Motivazioni economiche Costo maggiore che il proprietario dei mezzi di produzione tenta di scaricare sui lavoratori, diminuendo i salari 2. Motivazioni sociali Per competere col prezzo seriale, quello artigianale esige aumento dei tempi di lavorazione all’interno della giornata 3. Motivazioni etiche L’ornamento è sintomo di regressione infantile, di un’incapacità di tenere sotto controllo l’istinto. È sintomo di inciviltà: non è un moralismo, ma è un carattere storico; l’ornamento è coefficiente d’attrito per lo sviluppo della civiltà. C’è bisogno di un’emancipazione dall’ornamento. L’ornamento è sintomo di assenza di pensiero, di una malattia dell’intelligenza: invece di “pensare” ad un oggetto, lo si vuole truccare 4. Motivazione estetiche L’ornamento è il mezzo con il quale i mediocri credono di rendere “arte” ciò che non deve esserlo, mascherando la dimensione utilitaria dell’oggetto. D’altra parte, l’arte degli inizi del ‘900 mostra sempre di più un approccio fosse un’ambiente fantastico; c’è un morbido tappeto bianco e un tendaggio dello stesso colore molto leggero. Trasporta in quella dimensione onirica, dell’inconscio. Nel 1903 fonda “Das Andere”, una rivista per la diffusione della cultura occidentale in Austria; usciranno solo due numeri. Si pone di introdurre all’interno della cultura austriaca, quello che è fondamentale, portato dalla cultura occidentale. Si parla sia di elementi architettonici e strutturali, ma si parla anche di abbigliamento e di quotidianità. Né l’uno né l’altro modello sono adatti per esprimere i tempi moderni, ma un incontro tra i due può essere la strada giusta. Villa Karma, 1904/1906 Questa casa si trova nei pressi del Lago di Ginevra e viene costruita per Theodor Beer, un neurologo. La sua è un’opera di ristrutturazione e il contesto in cui è messo è quello dei cottages da lago. Per l’ambiente locale quindi, l’opera era assolutamente inedita, era come se fossero stati violati dei forma mentis. Questo intervento coincide con l’aver circondato il nucleo centrale con degli ambienti, delle gallerie coperte con grandi aperture sul paesaggio, che svolgono diverse funzioni. I corpi scala sono disposti all’interno delle torrette che compongono gli spigoli. C’è una modernissima visione delle superfici, c’è una buona coerenza stra spazi vetrati e spazi bianchi. In ogni caso, questo fu il primo edificio realizzato seguendo il suo pensiero e che quindi, mantiene tutte le caratteristiche principali: • Interno vs esterno – l’esterno e bianco è asciutto; l’interno è coloratissimo, con l’utilizzo di marmi colorati, bicromia, disegno geometrico e oro (piccole tessere che fasciano il ballatoio) • Rapporto con il luogo – l’edificio deve imporre la sua presenza al luogo, evocandolo. Particolari sono anche le librerie della biblioteca, mostrate come se fossero parte integranti della costruzione. • Rapporto con il committente • Negazione dell’ornamento • Semantica di materiali C’è anche il riferimento al classicismo. Nella stanza da bagno, per esempio, Loos è come se volesse monumentalizzare il bagno. Questo è dovuto al carattere del “dialogo con il committente”; il dottor Theodor Beer era amante della filosofia ed era molto legato alla pulizia. Kartner-Bar / American Bar / Loos Bar, Vienna, 1908 In questo edificio dialogano marmo e ottone, nella parte bassa, e nella parte alta un corpo scatolare ruotato verso il basso, realizzato con i colori della bandiera americana e la scritta Karter Bar; in alto ancora c’è la scritta American Bar. In questo bar lui fonde il tipico Caffè viennese con il bar americano: divanetti e luoghi appartati con bancone lungo e tratti prettamente americani. Questo vuole anche invocar al cambiamento dei tempi: l’idea di sgabello richiama al tempo è alla vita frenetica a contrasto dei lunghi momenti del te viennese. Lo spazio è lungo poco più di cinque metri, è veramente minimo, ma Loos riesce lo stesso a realizzare un piccolo mondo. Sulla sinistra, c’è “l’America” con il bancone e gli sgabelli, sul lato corto invece, ci sono dei divanetti in pelle verde, in pieno stile viennese, e tavolini di ottone e legno. Le pareti sono completamente coperte di pannelli di legno; nella parte alta mette degli specchi continui, che non hanno dei dettagli di inquadramento. Dato che il soffitto viene rifinito con un cassettonato classico (rettangoli concentrici interrotti da fascie continue rifinite di marmo) e sugli spigoli esterni mette dei mezzi pilastri di marmo, l’effetto è di uno spazio molto più grande. È come se la parete di legno fosse solo un separatore da un’altra zona. Fondamentale è l’attenzione al dettaglio, molto preciso; sia nel richiamo all’America che il richiamo a Vienna. Su tre delle quattro pareti ci sono le specchiature, sulla quarta invece, ci sono delle piastrelle di alabastro. Piastrelle che con le luci ambrate, accentuano le tonalità calde, per rendere l’ambiente ancora più intimo. Nel 1908 realizza “Ornamento e delitto”, un testo, che lui leggerà in pubblico nel 1910, tra quelli più importanti dell’architettura della prima parte del Novecento. In questo testo illustra i suoi principi contro un uso delittuoso dell’ornamento, non è l’ornamento in sé stesso il male, ma quello abusato, quella della Secessione. Negozio Knoze, 1909/1913 L’esterno è duro e semplice: le lettere sono di ottone e sono agganciate alla grande superfice di granito nero. Non c’è nessuna esibizione ed eccesso decorativo. All’interno invece c’è il legno di quercia (al primo piano), ma man mano che si sale il legno si fa sempre più chiaro. L’interno risulta anche pieno di luce; al primo piano ci sono dei salottini, e dovevano risultare dei luoghi intimi, dove poter parlare con il cliente e metterlo a suo agio. Casa Steiner, 1910 È il modus odiernus per eccellenza La coppia dicotomica sulla quale si costruisce questo edificio è “interno vs Esterno”. Si ratta di una villa unifamiliare realizzata in un settore di vienna per la quale la normativa permetteva l’impiego di soli due piani. Ma l’edificio risulta molto più alto, perché? Perché invece di usare un tetto, usa una semi volta a botte, che permette agli ambienti sullo stesso lato di avere un’altezza decente, ma allo stesso tempo permette, sull’altro lato, di aggiungere un altro piano. Il piano che ne viene dunque fuori, non è un “di più”, ma è considerato un sottotetto. C’è l’azzeramento semantico dell’esterno, un assordante silenzio dell’involucro, che cela però la calda intimità dello spazio interno. La casa edificata è quella di una famiglia borghese: quello che vuole rappresentare è il fatto che ormai, la famiglia borghese, si mostra Edificio come colonna: (1) La base è fasciata di marmo pregiato con delle venature grigio, azzurre e violacee; ci sono quattro possenti colonne di ordine toscano, classiche, che reggono una putrella in acciaio, moderne. Queste colonne non sono portanti. Ma, se non sono portanti, allora sono un ornamento che è stato aggiunto alla costruzione? Sì. Ma del resto Loos non ha mai disprezzato l’ornamento in sé. In realtà però, pensando in modo più ampio, alla fine abbiamo detto che l’edificio è messo in connessione con il contesto, e questo collegamento è reso anche da queste colonne. (2) Il fusto è caratterizzato da un corpo un cemento armato con gli alloggi in bianco, silenziosi e muti così come dev’essere l’edificio abitativo. Si sviluppa in altezza ed è virtualmente scanalato dalle strisce verticali delle bucature; l’intonaco non è anticipazione del moderno, ma un ponte con la tradizione, com’è confermato dalle scale che sono in pietra, una materiale classico. C’è la classica dissociazione tra esterno e interno: l’interno è ricco mentre l’esterno è silenzioso e uniforme. La pianta dell’edificio è abbastanza regolare, puntato tutto su un lato. Entrando all’interno, il visitatore viene accolto da dodici pilastri ricoperti di legno lucido, molto elegante, con un soffitto bianco, ma geometrizzato da un collegamento tra le colonne adiacenti. C’è un maestoso lucernario e si ripropone l’uso specchio per rendere l’ambiente otticamente più ampio. Per quanto riguarda l’uso dei colori all’interno, come già detto precedentemente, sono assolutamente a contrasto con l’esterno. Si gioca molto con i colori dei materiali puri, ma si usano anche dei colori pastello per uffici e altre stanze. Villa Scheu, 1912 Prima casa a terrazze, al centro di Vienna. I tetti sono tutti piani, e il profilo che si ricava è una sorta di scala. In ogni caso è una scelta molto intelligente per dare luce e arieggiare. Tiene assieme lo stereotipo della casa mediterranea, con il modus odiernus. Villa Horner, 1913 Soffitto a botte con un arco a tre centri per poter ricavare un altro piano vivibile mascherandolo come mansarda. 1920/1922 Vienna Rosso, programma di investimento in edifici per la classe operaia Divento l’architetto Capo Dipartimento dell’edilizia del Comune di Vienna. Realizza due progetti: 1. Un complesso di abitazioni (Siedlung) su Heuberg (eu =oi) Dibattito: realizzare dei nuovi complessi abitativi a schiera o alti? Oppure costruire all’interno del centro storico di Vienna? Si scelse la seconda opzione, costruendo in alcuni comparti vuoti del centro storico. Entro in contrasto con il modello dell’Hofe (edificio con corte collettiva): riteneva che gli operai dovessero vivere in case più umane, quindi delle villette monofamiliari, a due piani e con un giardino privato. Fa inoltre molta attenzione al sistema tecnico di costruzione: la casa con un solo muro. Questa tecnica è caratterizzata da un brevetto che prevedeva travetti di legno e pannelli murari prefabbricati. Otto Haas-Hof, 1924 Infinita scatola bucata che si sviluppa attorno un grande cortile, dove torna la rinuncia a gli interventi espressivi. Villino Rufer, 1922 Il Raumplan va a caratterizzare la facciata esterna: le finestre sono disposte in corrispondenza agli ambienti interni, che si trovano a quote differenti in base alla loro funzione. Nel 1922 va a Parigi, perché ha dei problemi con l’amministrazione di vienna: Parigi in quel periodo era al massimo livello di espressione a livello culturale; era il centro dell’avanguardia. Il suo lavoro ha l’approvazione del maggiore architetto di quel momento, Le Corbusier: egli addirittura inserisce una piccola parte di Ornamento e delitto all’interno della sua rivista “L’Espirit Nouveau”. A Parigi manda la sua tavola per il concorso Chicago Tribune (1922), per la realizzazione del “grattacielo più grande del mondo”: con questo grattacielo, si voleva incarnare la modernità. Parteciparono molti architetti, vinceranno Howell e Hood con un progetto di grattacielo quasi neogotico. Il progetto di Adolf Loos è provocatorio al massimo: è un edificio a forma di colonna con un grande plinto, una base e una colonna con entasi e coronamento superiore. Lui sta satirizzando la committenza che voleva un’opera monumentale e qual è il monumento per eccellenza? La colonna. Quindi di base il progetto era coerente con ciò che richiedeva la committenza. Villa Moissi, 1923 È una villa che si doveva realizzare al Lido di Venezia dove si riprende il tema del Ramplan, ma riprende l’architettura mediterranea: terrazza, scala aperta, blocco compatta, geometria semplice e intonaco bianco (come le case dei pescatori, che hanno sempre influenzato la coscienza e la sensibilità di tanti pionieri e maestri del movimento moderno). Casa per Tristan Tzara, 1926/1927 Il proprietario di questa casa, Tzara, rumeno trasferito a Parigi facente parte del nucleo del gruppo di fondazione del dadaismo di Zurigo. La casa si sviluppa su quattro livelli; sulla facciata si distinguono due parti, una prima parte con conci di pietra lasciati a vista e conci orizzontali; la parte alta è bianca, radicale, senza un minimo ornamento. All’interno di questo grande piano viene ritagliato un piccolo terrazzo. Il tetto si identifica con una semplice balaustra in metallo. La