Deficit della Memoria
In questa videolezione vedremo gli errori della memoria.
La nostra memoria non è infallibile, può avere dei deficit causati da una lesione cerebrale causando quindi amnesia retrograda, quindi la perdita dei ricordi più antichi, o un'amnesia anterograda, quindi la perdita della capacità di apprendere nuovi ricordi.
Ma ci sono anche dei possibili deficit fisiologici che coinvolgono tutte le persone e sono la labilità, la distrazione, il blocco, l'erronea attribuzione, la suggestionabilità, la distorsione e la permanenza.
Le vediamo adesso uno a uno.
Con il termine labilità si intende il dimenticare ciò che accade con il passare del tempo.
La labilità si verifica durante la fase dell’immagazzinamento, quindi dopo che un evento, un'informazione è stata codificata e prima che sia recuperata.
La labilità può venire fuori nella memoria a breve termine e nella memoria sensoriale, infatti i ricordi in questi due magazzini di memoria hanno un rapido decadimento, ma anche nella memoria a lungo termine causando per l'appunto amnesia.
Lo studioso Ebbinghaus propose una curva dell’oblio, ovvero una curva secondo cui i ricordi vengono man mano persi e attraverso alcuni suoi esperimenti notò che c'era un rapido oblio degli informazioni subito dopo un certo evento, quindi subito dopo la codifica di queste informazioni, e man mano la curva dell’oblio rallenta, quindi la labilità di questi ricordi diventa meno consistente.
Ma non solo la memoria può modificarsi col passare del tempo, cambia anche la qualità dei nostri ricordi.
Infatti si nota che con il passare del tempo i ricordi diventano da specifici sempre più generali, quindi si perdono delle informazioni se dapprima sono molto dettagliati, quindi consentendo di riprodurli e recuperarli molto precisamente, con il passare del tempo diventano sempre più generali, quindi ricostruiamo i dettagli inferendoli oppure cercando di indovinarli.
Quindi per esempio, nel riportare una scena avvenuta in un ristorante, dapprima avremo dei ricordi molto specifici, quindi potremmo anche ricordare il numero delle persone che erano presenti nella sala, il numero dei tavoli e come era vestito il cameriere, ma con il passare del tempo questi ricordi diventeranno sempre più generali e tendiamo a riempire i buchi che ci mancano nella memoria con delle inferenze, quindi traendo delle informazioni generali su ciò che sappiamo di quella situazione, quindi che solitamente i camerieri portano una divisa e che ci sono quattro persone al tavolo.
Ci si è chiesti anche perché la nostra memoria colpita dalla labilità, e la memoria non si deteriora semplicemente con il passare del tempo ma dipende anche da che cosa accade in questo tempo.
Infatti facciamo nuove esperienze continuamente e forniamo nuovi ricordi, e questi nuovi ricordi possono interferire con il recupero di vecchi ricordi, e in questo caso parliamo del processo di interferenza retroattiva.
Ma è vero anche il contrario perché possiamo avere vecchi ricordi che interferiscono con il recupero di nuovi ricordi.
Quindi nel caso di interferenza proattiva, quanto appreso in precedenza interferisce con il ricordo delle informazioni acquisite successivamente.
Facciamo due esempi.
Per interferenza proattiva invece possiamo pensare ad avere l'abitudine di lasciare la macchina sempre nello stesso posto, ma un giorno, per qualche ragione la posteggiamo in un posto diverso, e quindi capita di ritornare nel solito posto dove l'abbiamo parcheggiata e di stupirci perché non troviamo più la macchina lì.
Quindi il recupero del nuovo ricordo è stato inficiato dal vecchio ricordo di dove solitamente parcheggiamo la macchina.
Passiamo ora alla distrazione.
La distrazione è la mancanza di attenzione che determina poi una dimenticanza.
Infatti l’attenzione gioca un ruolo importantissimo nella codifica delle informazioni nella memoria a lungo termine.
I cosiddetti vuoti di memoria non sono altro che gli errori di distrazione che portano a dimenticare determinate informazioni e avvengono soprattutto quando in attività ripetitive e di routine che facciamo tutti i giorni, quindi per esempio guidare o scrivere al computer, che non richiedono una codifica elaborativa ma vengono messe in atto quasi in modo automatico.
I vuoti di memoria dati dalla distrazione però derivano anche da pensieri interferenti.
Quindi per esempio se siamo preoccupati per un esame e in quel momento in cui stiamo pensando all'esame mettiamo le chiavi di casa
da qualche parte, questa informazione non verrà codificata perché l’attenzione era rivolta verso l'esame e quindi questo porterà a dimenticarci il luogo dove abbiamo posto le chiavi.
Per studiare questo fenomeno sono stati proposti degli studi sull’attenzione divisa, in cui i soggetti dovevano compiere due compiti contemporaneamente.
Uno visivo, quindi selezionare i quadrati dove apparivano in uno schermo, e uno uditivo, quindi ascoltare una lista di parole da memorizzare, e in questi studi si nota una minore attivazione del lobo frontale che porta quindi a una minore codifica.
Infatti il lobo frontale sinistro è associato al processo di codifica e quindi un migliore funzionamento della memoria.
E nei compiti di attenzione divisa si nota quindi che questa attenzione non può essere efficace come al solito e quindi questo provoca proprio la dimenticanza da distrazione.
Gli errori da distrazione possono trovarsi anche verso eventi futuri, quindi non ricordiamo più che cosa dobbiamo fare nel futuro, e in questo caso si parla di errori di memoria prospettica.
La memoria prospettica è quella memoria che ci permette di ricordarci di fare le cose nel futuro.
E gli errori di memoria prospettica sono una fonte di distrazione, ma per evitare questi errori spesso bisogna che ci sia un indizio disponibile in fase di recupero per riuscire poi a ricordare appunto quell’evento, quell’informazione che ci serve nel futuro.
Ma questo indizio può rivelarsi inutile se viene dato troppo presto rispetto alla fase di recupero e quindi non sarebbe efficace.
Per esempio se dobbiamo ricordarci che cosa dobbiamo comprare nella lista della spesa, se pensiamo, se recuperiamo questa informazione molto prima di entrare nel supermercato e fare la spesa, non riusciremo poi a ricordare efficacemente quello che dobbiamo comprare.
Se invece il recupero grazie a un indizio avviene poco prima di entrare nel supermercato, allora ricorderemo più facilmente che cosa dovevamo comprare.
Passiamo ora a parlare del blocco.
Il blocco è l'incapacità di recuperare le informazioni che però sono disponibili nella nostra memoria.
Infatti l’informazione è stata codificata ed immagazzinata, ma anche di fronte a un indizio che normalmente ne attiverebbe il recupero, questa informazione non riesce a essere recuperata.
Si parla infatti di fenomeno parola sulla punta della lingua, che consiste appunto nella temporanea incapacità di recuperare l'informazione accompagnata da questa sensazione di essere sul punto di ricordarla.
Infatti molto spesso possiamo ricordare, possiamo far emergere le prime lettere di questa parola oppure il significato stesso della parola, ma non riuscire a recuperare la parola stessa che è stata appunto immagazzinata, quindi è presente nella nostra memoria.
Quindi in qualche modo parliamo di un blocco nel recupero dell’informazione desiderata.
Un altro errore fisiologico della memoria è l'erronea attribuzione del ricordo, ovvero l’attribuire un ricordo o un'idea alla fonte sbagliata Infatti a volte le persone ricordano correttamente un fatto appreso in precedenza, oppure riconoscono con esattezza una persona o un oggetto che hanno già visto, ma si confondono sulla fonte di questa conoscenza, quindi dove hanno già visto per esempio la persona che sanno di conoscere.
Questi errori potrebbero essere la causa dell’esperienza di dejavu, in cui si ha la sensazione di essere già stati in questo tipo di situazione, di averla già vissuta, ma portano anche un falso riconoscimento, proprio quella sensazione di familiarità del dejavu per qualcosa però che non è stato effettivamente vissuto né incontrato in precedenza.
Per capire come funziona il falso riconoscimento proviamo a fare un esempio.
Se abbiamo una lista di parole, per esempio caramella, zucchero, miele, torta, filo, spillo, pungiglione e pagliaio, e si chiede se la parola dolce e la parola ago sono presenti, molti risponderanno di si; in realtà non sono presenti, ma questo riconoscimento è appunto un falso riconoscimento dovuto a parole correlate proprio queste due parole che sono state falsamente riconosciute, proprio perché tutte queste parole attivano una parola chiave perché sono tutte accomunate da una stessa parola, quindi in questo caso dolce e ago, e quindi questo ci porta a un falso riconoscimento, a ricordare come presenti delle parole che in realtà non c'erano.
Parliamo ora della suggestionabilità, ovvero la tendenza a incorporare nei ricordi personali delle informazioni spesso fuorvianti da fonti esterne.
La suggestionabilità è strettamente legata all’erronea attribuzione del ricordo, perché per trasformare le suggestioni in ricordi veri e propri si deve passare attraverso questa errata attribuzione della fonte.
Quindi da esterna viene ritenuta interna, ma a differenza della suggestionabilità, l'errata attribuzione del ricordo si verifica in assenza di suggerimenti specifici, mentre la suggestionabilità ha bisogno di appunto una fonte esterna che riesca a incorporare un ricordo in modo fuorviante ecco.
In un esperimento condotto da Elisa Loftus si chiedeva infatti, dopo aver visto un video, a che velocità andava l'auto quando superò il fienile, e il 20% delle persone rispose che ricordavano la presenza di un fienile anche se il fienile effettivamente nel video non era presente.
Quindi era avvenuta appunto una suggestionabilità data da delle informazioni fuorvianti fornite da fonti esterne.
Ma la suggestionabilità può anche indurre dei falsi ricordi, quindi il ricordo di episodi mai vissuti, mai sperimentati in prima persona ma che si ricordano come tali.
Quindi per esempio in un altro esperimento si chiedeva la complicità dei genitori di alcuni partecipanti e si diceva che da piccoli si erano persi al centro commerciale, e con il passare del tempo questo ricordo viene incorporato ai propri ricordi, quindi i soggetti risultavano poi essere convinti di essersi persi al centro commerciale quando erano piccoli, mentre questo avvenimento non era mai avvenuto.
La suggestionabilità deriva dal mancato immagazzinamento di tutti i dettagli della scena e questo quindi ci rende vulnerabili a suggerimenti esterni su cosa potrebbe essere accaduto, cosa sarebbe dovuto accadere.
Infatti non ricordiamo esattamente ciò che ci è successo da bambino e quindi ci fidiamo di ciò che viene raccontato appunto dai nostri genitori, che presumibilmente hanno vissuto quell'evento.
E anche le immagini mentali giocano un ruolo fondamentale nella memoria perché influenzano la creazione di un falso ricordo.
Infatti immaginare un avvenimento aumenta la probabilità che questo ricordo venga erroneamente incorporato in ricordi personali e quindi si sviluppa un falso ricordo.
Tra gli errori di memoria abbiamo ancora la distorsione, ovvero l'influenza che le conoscenze e le convinzioni e le sensazioni del momento presente hanno sui ricordi passati, distorcendoli.
La distorsione può influenzare la memoria in tre modi.
Abbiamo la distorsione da coerenza, ovvero alterare il passato per adattarlo al presente.
Questo significa che le persone ricostruiscono il passato in modo da adattarlo a ciò che sanno o ciò che credono nel presente, quindi in una distorsione prodotta da conoscenze e convinzioni attuali.
Un altro tipo di distorsione è la distorsione da cambiamento, ovvero si esagerano le differenze tra passato e presente, quindi si considerano più diverse le convinzioni e i sentimenti che si credevano in passato rispetto a quelle di adesso.
Infine abbiamo la distorsione egocentrica, ovvero una distorsione fatta sul ricordo passato per apparire migliori nel momento presente.
É una distorsione che ci induce a esagerare anche le differenze tra passato e presente, come nella distorsione da cambiamento, ma per auto-esaltazione, quindi per esempio ci si può considerare più coraggiosi in un evento passato di quanto realmente siamo stati oppure ricordare maggiormente i voti positivi che si erano presi a scuola piuttosto che quelli negativi, quindi in qualche modo si distorce il ricordo che dà un'immagine più negativa di noi, mentre si recupera molto più facilmente l’immagine positiva di quel ricordo.
Infine tra gli errori della memoria abbiamo la persistenza, ovvero il ricordo intrusivo di ricordi che vorremmo poter dimenticare.
Sappiamo infatti che le esperienze emotive, quindi che coinvolgono una grande attivazione emotiva, spesso sono ricordate meglio di quelle non emozionali.
E i ricordi intrusivi sono proprio le conseguenze indesiderate del fatto che le esperienze emotivamente più forti portano in generale a ricordi più vividi e quindi anche quelli persistenti rispetto a quelli suscitati dalle esperienze non emotive.
Ma se l'emozione è stata un'emozione negativa, questo crea disagio.
Infatti i ricordi intrusivi sono un sintomo del disturbo post-traumatico da stress in cui si ripresentano i ricordi intrusivi dell'evento che ha causato appunto queste emozioni negative, questo stress, si ripresentano in modo incontrollato e per l'appunto intrusivo.
Parlando della persistenza parliamo anche dei ricordi lampo, chiamati anche flashbulb memories, che sono ricordi dettagliati di quando siamo venuti a conoscenza di un evento scioccante e quindi anche quando l'emozione non riguarda un evento vissuto in prima persona ma un evento al di fuori della nostra esperienza altrettanto fortemente emotivo.
In conclusione abbiamo visto gli errori della memoria, in quanto la nostra memoria non è sempre infallibile.
Può andare incontro a lesioni provocando amnesia retrograda, quindi perdita dei ricordi più antichi, o amnesia anterograda, quindi perdita della capacità di apprendimento di nuove informazioni.
Ma può andare incontro anche degli errori fisiologici, tra cui la labilità, quindi il dimenticare con il passare del tempo; la distrazione, quindi il dimenticare per la poca attenzione prestata all’informazione; il blocco, quindi l'incapacità temporanea di recuperare le informazioni; l’erronea attribuzione, quindi il confondere la fonte di un ricordo; la suggestionabilità, ovvero la tendenza incorporare nei ricordi personali altre informazioni da fonti esterne; la distorsione, quindi l'influenza di conoscenze, convinzioni, sensazioni presenti che influenzano il ricordo di esperienze passate; infine la persistenza di avvenimenti che vorremmo poter dimenticare, quindi che per lo più ci hanno suscitato delle emozioni negative.