Stili Antropologici
Benvenuti in questo video in cui vediamo gli stili antropologici.
Questa lezione, nello specifico, parlerà della prospettiva olistica e della prospettiva universalista e antietnocentrica, dello stile comparativo, lo stile relativista e lo stile pluriparadigmatico.
Vediamoli uno alla volta.
Prospettiva olistica è il fatto che la cultura viene considerata dagli antropologi come entità olistica.
Ciò significa che è considerata come complessa e integrata ed è formata da elementi che sono interdipendenti tra loro.
L'interdipendenza tra gli elementi è proprio ciò che dà la definizione di entità olistica.
La prospettiva olistica ha portato gli antropologi e quindi a privilegiare lo studio delle comunità di piccole dimensioni, perché più sono piccole le dimensioni di una comunità maggiore l'interdipendenza tra gli elementi e quindi sono società più olistiche.
Oggi invece, gli antropologi studiano non solo queste piccole comunità, ma anche comunità più grandi e meno circoscritte.
Tuttavia, l'approccio olistico rimane comunque centrale perché è legato alla problematica del contesto.
Vedremo cosa significa problematica del contesto.
La ricostruzione del contesto permette di far emergere le diverse sfaccettature e i significati che un fenomeno può assumere se guardato da diversi punti di vista.
Cosa significa?
Che se io è che ho una cultura differente da quella che sto osservando, cerco di capire il fenomeno con il mio punto di vista sarà diverso rispetto a vederlo col punto di vista di qualcun altro, con un'altra cultura, o con il punto di vista di qualcuno che appartiene alla cultura che sto osservando.
Quindi ci sono diverse sfaccettature, diversi significati per lo stesso fenomeno in base proprio alla cultura di provenienza, di appartenenza.
Vediamo adesso la prospettiva universalista e antietnocentrica.
Questa prospettiva considera tutte le forme di produzione culturale come degne di attenzioni e importanti per la conoscenza del genere umano universalista cioè
tutto è importante.
E questo implica che la prospettiva universalista sia un'impresa etnografica generalizzata proprio perché non è particolare, riguarda tutto il genere umano.
Antietnocentrica, quindi vediamo un po' cosa significa: che l'universalismo antropologico si oppone quindi alle tendenze etnocentriche razziste che si manifestano nelle diverse culture.
Infatti l’etnocentrismo è la tendenza istintiva e irrazionale che consiste nel ritenere i propri comportamenti e valori migliori di quelli degli altri, fino ad arrivare ai casi è totalmente all'estremo come il fascismo.
Quindi io sono migliore degli altri miei valori, i miei comportamenti, il mio colore della pelle e così via.
Invece l'universalismo antropologico è una prospettiva antietnocentrica perché va contro l’etnocentrismo.
Poi, c’è lo stile comparativo.
Lo stile comparativo riguarda il fatto che si fanno delle comparazioni, cioé: sin dalla sua nascita l'antropologia ha cercato di scoprire le leggi che segnano la trasformazione della cultura e della società.
Tramite che cosa??
Il confronto, proprio quello che dicevamo comparativo.
Confronto di che cosa?
Di fenomeni diversi al fine di ricavare delle costanti.
Quindi tramite il diverso vedo che cosa rimane di uguale e quindi riesco a fare degli studi sulle costanti.
Ci sono due tipi di stili comparativi: quello esercitato su società e culture che sono storicamente correlate o geograficamente vicine.
Questo dà il vantaggio di avere una precisione descrittiva ma lo svantaggio che non consente grandi generalizzazioni perché riguarda solo delle società che sono vicine tra loro.
Quindi, appunto le differenze e le costanti sono più o meno dovute anche magari all'ambito geografico o alla correlazione storica.
Poi c’è lo stile comparativo esercitato su società prive di legami storici reciproci.
Questo quindi cerca di arrivare a delle conclusioni più ampie, quindi è generalizzabile, grazie all'accostamento di fenomeni simili.
Quindi il primo va sulle differenze per trovare le costanti.
Il secondo invece va sull'accostamento di fenomeni simili.
Il primo riguarda la similitudini tra anzi non le similitudini, ma la vicinanza storica o geografica.
Il secondo invece, fenomeni simili.
Il vantaggio di questo stile comparativo è che ha delle visioni più ampie e sintetiche dei fenomeni considerati, però non è preciso, manca di precisione analitica el a volte le generalizzazioni potrebbero essere indebite.
Poi abbiamo lo stile relativista.
Lo stile relativista riguarda il relativismo culturale, cioè quei comportamenti valori che per poter essere compresi, devono essere considerati all'interno del contesto complessivo in cui nascono, in cui prendono forma.
Relativismo: relativo alla cultura in cui quel comportamento e quel valore nasce e prende forma.
Gli antropologi devono cercare il senso dell'esistenza dei fenomeni all'interno del contesto in cui si manifestano proprio per questo motivo, perché altrimenti non possiamo capirlo.
È un po' il problema legato al contesto se ci pensiamo (in questo senso l'avremmo visto dopo in modo più dettagliato), perché è proprio questo: i comportamenti e i valori cambiano in base al contesto in cui ci troviamo, devono essere compresi dal punto di vista delle persone all'interno della comunità in cui quel comportamento, quel valore, quell'atteggiamento nasce.
L'antropologia quindi è relativista perché pensa che le esperienze culturali non possano essere interpretate attraverso l'applicazione delle categorie culturali dell'osservatore se è di cultura diversa, ma appunto l'applicazione delle categorie culturali della cultura osservata.
Infine, lo stile pluri paradigmatico è il seguente.
L'antropologia funziona per paradigmi, paradigmi viene dal greco paradeigma che è idea, modello, punto di riferimento.
Consideriamolo proprio come punto di riferimento.
I modelli culturali sono dei punti di riferimento, sono dei modelli e potrebbero quindi essere considerati dei paradigmi.
In antropologia più paradigmi possono costituire contemporaneamente un punto di riferimento per gli studiosi.
E qui sta la differenza con le altre scienze, perché normalmente, se abbiamo un punto di riferimento nuovo, abbandoniamo il precedente.
Abbiamo un nuovo faro, abbandoniamo il precedente.
In antropologia i fari coesistono.
Per questo pluri paradigmatico: paradigmi, paradigmatico pluri perché ce n'è tanti.
Questa situazione pluri paradigmatica è dovuta al fatto che l'antropologia è radicata nell'esperienza etnografica e questa esperienza si fonda su ascolto, incontro e dialogo con gli esseri umani e le loro interpretazioni della vita e del mondo che li circonda.